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Autore: lyrapotter    03/01/2011    5 recensioni
Lily è Diagon Alley a fare acquisti in vista del nuovo anno ad Hogwarts quando si imbatte (con suo enorme scorno) in un giovane vanesio dallo smagliante sorriso…
Chi avrebbe mai pensato che esistesse una persona capace di farmi rimpiangere Potter!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gilderoy Allock, James Potter, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i suoi personaggi appartengono a JK Rowling e a chi ne detiene i diritti. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

N.B. le parti in corsivo sono i pensieri dei personaggi.

PROBLEMI DI EGO

Agosto 1977

Diagon Alley

Pochi posti rendevano Lily Evans felice come Diagon Alley: perfino in quell’epoca di guerra, quando la magica via di Londra era spesso un luogo tutt’altro che allegro e piuttosto potenzialmente pericoloso, trovare una scusa per farci un giro le rallegrava la giornata.

Forse perché Diagon Alley la riportava automaticamente ai suoi undici anni, quando tutto di quel mondo era ancora nuovo e meraviglioso: in un certo senso, soltanto quando era entrata da Olivander a comprare la sua prima bacchetta aveva compreso quanto fosse tutto meravigliosamente reale.

Nemmeno i tanti pomeriggi in compagnia di Severus le aveva dato una tale certezza: ci credeva certo, ma in fondo erano solo bambini che giocavano al parco, magari dotati di un’immaginazione troppo fervida sfruttata per sfuggire alla noia o, nel caso di Severus, alla durezza della realtà quotidiana.

Ma quando quella bacchetta (la sua bacchetta) l’aveva scelta, era stato come se l’ultimo brandello di dubbio fosse strappato dalla sua mente: la magia esisteva, Hogwarts esisteva, tutto quel mondo esisteva… E lei, chissà per quale motivo, era stata invitata a farne parte.

Anche a distanza di sei anni, Diagon Alley conservava per lei una certa aura speciale, nonostante molte cose fossero cambiate, principalmente a causa della guerra contro Voldemort e i suoi Mangiamorte.

Si frugò nelle tasche finché non trovò la lista di cose da comprare in vista del nuovo anno ad Hogwarts. Dopo averle dato un’occhiata veloce, controllò nella borsa di avere con sé sufficiente denaro magico per tutti gli acquisti: voleva sbrigarsela più in fretta possibile per tornare presto a casa e una visita alla Gringott per cambiare le banconote Babbane che le avevano dato i suoi genitori non avrebbe facilitato lo scopo.

Fece qualche conto mentale e sorrise nell’appurare che i soldi sarebbero bastati: in fondo doveva solo acquistare qualche nuovo libro e rimpinguare le sue scorte di ingredienti per Pozioni, il resto non era urgente e avrebbe potuto tranquillamente attendere una visita ad Hogsmeade.

Doveva solo sperare di non incrociare nessuno di sua conoscenza, in particolare quel borioso insopportabile di… Scosse il capo, irritata con sé stessa: nemmeno durante le vacanze, riusciva a liberarsi del pensiero di James Potter e la sua ossessionante caccia all’appuntamento.

Quel ragazzo mi sta portando allo sfinimento, è evidente… Ma dovrei essere davvero l’essere più sfortunato del pianeta per incrociarlo anche qui: insomma, quante possibilità posso esserci?

Si guardò intorno, quasi aspettandosi che Potter sbucasse da dietro un angolo sbracciandosi per elemosinare un invito da qualche parte, ma ovviamente non c’era. Stupida, si rimbeccò tra sé. Lascia perdere quel pallone gonfiato di Potter e pensa alle tue faccende.

Decise perciò di dirigersi al farmacia, certa di potersela sbrigare in poco tempo per poi poter fare con comodo al Ghirigoro.

Giunta al negozio, respirando a pieni polmoni il gradevole profumo di spezie, si avvicinò senza indugio agli scaffali, cominciando a leggere i nomi delle etichette in cerca degli ingredienti che le servivano.

Stava appunto studiando un vasetto di radici asfodelo per essere certa che fossero ben conservate quando una voce maschile interruppe le sue meditazioni. "Fossi in lei, mia incantevole fanciulla, eviterei di comprare quell’erba".

Il tono era talmente simile a quello del suo personale persecutore che Lily si voltò con già una rispostaccia sulle labbra. "Senti un po’ tu…". Il resto della rispostaccia le morì in gola quando invece di James Potter si trovò davanti uno dei più avvenenti giovani uomini che avesse mai visto in vita sua.

Istantaneamente si sentì arrossire. "Oh, mi scusi: credevo fosse un altro…".

Lui le rivolse un sorriso smagliante, che ebbe l’effetto di farla avvampare ulteriormente, facendo un elegante gesto di noncuranza con la mano. "Non si preoccupi, signorina, non è successo nulla di male. Però, le ripeto che non dovrebbe acquistare quell’erba: le foglie di papavero sono incredibilmente più efficaci delle radici di asfodelo".

"Ah, ah" fu l’unica cosa che riuscì a proferire Lily, annuendo lentamente: in realtà, aveva sentito ben poco di quello che aveva detto lo sconosciuto, presa com’era ad ammirare i suoi meravigliosi occhi azzurri, di una tonalità che ricordava molto il non ti scordar di me, i quali la fissavano in evidente attesa che dicesse qualcos’altro.

Si riscosse quasi con un sobbalzò: si stava davvero mettendo metaforicamente a sbavare per gli occhi di un perfetto estraneo? Lily Evans, fa ripartire il cervello, forza! "Cioè, volevo dire… Sul serio?".

Il sorriso sul volto del giovane si allargò ulteriormente (facendole tremare leggermente le ginocchia), evidentemente lieto di aver catturato la sua attenzione. Le tolse di mano le radici di asfodelo per sostituirle con una scatola di foglie di papavero essiccate. "Si fidi di me, le sue pozioni saranno mille volte più efficaci in questo modo…".

Lily osservò perplessa il contenitore, mentre da qualche parte nel suo cervello annebbiato la sua anima di pozionista provetta faceva suonare un campanello d’allarme. "Ne è sicuro? Il papavero è molto più potente dell’asfodelo…".

"Pensa forse che le direi qualche stupidaggine? Ho l’aria di uno che non sa quello che dice?" le assicurò lui, contornando il tutto con l’ennesimo sorriso che spense le sue fiacche proteste.

"Oh, certo che no, certamente ha ragione" concordò lei. In fondo, lei era ancora una studentessa con molto da imparare, mentre lui probabilmente era un qualche giovane studioso di Pozioni che aveva voluto elargirle un prezioso consiglio per il futuro. E in ogni caso, perché mai avrebbe dovuto pavoneggiarsi con lei inventando cose di sana pianta? Non si erano mai visti prima, ne era certa: un volto del genere se lo sarebbe sicuramente ricordato.

"Beh, la ringrazio" disse cercando di darsi un tono e di non lasciarsi ipnotizzare dai suoi occhi un’altra volta. "Mi è stato molto utile".

"È sempre un piacere aiutare una giovane e, se mi permette, bellissima strega…".

Lily trattenne per un soffio la risatina che aveva sentito pizzicarle la gola, ma non poté trattenere il pensiero compiaciuto che quel mago la trovasse bella, sentendosi molto sciocca subito dopo: buon Merlino, lo conosceva da nemmeno due minuti, che diavolo le era preso? Di certo era colpa di quel suo sorriso accattivante o di quegli occhi magnetici o di quei boccoli d’oro…

"Oh, che maleducato, non mi sono nemmeno presentato: sono Gilderoy Allock, piacere di conoscerla, signorina…".

"Evans" rispose Lily dopo qualche istante di esitazione, stringendogli la mano. "Lily Evans, piacere".

"Non mi dire… Non sarà mica la Lily Evans di cui tanto spesso mi parla il professor Lumacorno?".

"Conosce il professor Lumacorno?".

"Oh, mia cara, modestamente parlando, penso di essere uno degli studenti migliori che il vecchio Luma abbia mai avuto… Nonché uno dei suoi preferiti, s’intende".

"Ah" fece Lily, sorpresa. "Non mi pare che lui l’abbia mai nominata, mi spiace".

"Non mi stupisce, non mi stupisce: di certo non voleva farla sentire in imbarazzo descrivendo le mie grandi capacità. Si figuri che sono stato il suo primo allievo a distillare un perfetto Veritaserum al quarto anno".

Stavolta, Lily fu presa davvero in contropiede: lei, all’alba del suo settimo anno, aveva tentato di preparare il Veritaserum soltanto una volta ed aveva combinato un tale disastro da essere costretta a buttare il calderone. La sua ammirazione per quel ragazzo crebbe di qualche tacca, stavolta per qualcosa di più tangibile del semplice aspetto fisico. "Uao, deve essere davvero un pozionista straordinario…".

"Modestamente" ammise lui, senza nascondere troppo il sorriso compiaciuto.

"Grazie infinite per il suo consiglio" ripeté Lily, osservando la scatola di foglie di papavero rassicurata.

"Ma le pare, signorina Evans, ma le pare… Mi dica, sta preparando qualcosa di particolare?".

"Oh no, sto semplicemente facendo un po’ di scorta" fu la risposta. "Tra un paio di settimane tornerò ad Hogwarts e voglio essere preparata…".

Guardò verso gli scaffali, cercando di ricordare cos’altro le serviva, ma la certezza che Gilderoy la stava osservando non l’aiutava a pensare: era certa che cercando di tirare fuori la lista con le cose da comprare avrebbe combinate qualche disastro e non voleva fare figuracce davanti a lui. Così, fece la prima cosa che le venne in mente: afferrò qualche confezione a caso, guardando a malapena le etichette, e si precipitò a pagare. Il problema che così sarebbe stata costretta a tornare un altro giorno per prendere le cose giuste non la sfiorò neppure.

"È stato un piacere incontrarla, signor Allock" disse prendendo la busta con i suoi acquisti. "Le saluterò il professor Lumacorno".

"Il piacere è stato mio, signorina Evans. Sta andando a casa?".

"In realtà, devo prima passare dal Ghirigoro…" rispose Lily, uscendo dalla farmacia.

"In questo caso, permetta che l’accompagni" si offrì subito Gilderoy.

"Oh, no, non è il caso: di certo avrà di meglio da fare" si schernì Lily, anche se in realtà il suo cuore aveva fatto un sobbalzo all’idea di passare altro tempo in sua compagnia. "Non si disturbi…".

"Nessun disturbo: non posso certo permetterle di andare in giro da sola, con i tempi che corrono".

Prima che Lily potesse protestare, la prese a braccetto e con entusiasmo si avviò lungo Diagon Alley verso la libreria.

"Signor Allock…" cercò di dire, ma fu subito interrotta.

"La prego, mi chiami Gilderoy, signorina Evans: trovo così eccessive certe formalità".

"Ah, va bene. Gilderoy…".

"Sa, signorina Evans" riprese lui senza nemmeno dar segno di averla sentita, "lei è incredibilmente fortunata a trovarsi in mia compagnia: si da il caso che sia uno dei migliori duellanti del Paese, se non addirittura il migliore. Ben pochi avversari possono reggere il mio confronto, glielo garantisco: ho vinto più trofei in questi anni di quanti possa tenerne in casa. Non ha assolutamente nulla di cui preoccuparsi finché è con me…".

"Ma veramente io…".

"Lo so, lo so, sembra incredibile che una sola persona possa essere tanto fortunata da avere tante doti, oltre a un’incommensurabile bellezza e un sorriso così seducente: che posso farci, sono un favorito degli dei! Se devo dirle la verità, Lily, ritengo che, malgrado il mio indubbio talento come pozionista o le mie straordinarie capacità di duellante, il mio futuro sia nella lotta contro le Arti Oscure: Difesa Contro le Arti Oscure è sempre stata la mia materia favorita e forse proprio per questo vi eccellevo… Beh, in modo leggermente superiore rispetto alle altre, naturalmente". Ridacchiò con fare distratto. "Di certo possiedo queste doti per qualche grande scopo: in un certo senso, mi sento quasi moralmente obbligato a mettermi al servizio del prossimo, per difenderlo ed aiutarlo a superare le difficoltà. Sia chiaro, non lo farei mica per gloria personale o altro, semplicemente perché mi sembra giusto farlo: una vita al servizio dei deboli, nobile, nevvero? E se lungo il processo la fama dovesse trovarmi, chi sono io per impedire il corso del destino, le pare?".

Lily fece un sorriso tirato, senza nemmeno sforzarsi di pensare una risposta che tanto Gilderoy non si aspettava: difatti, dopo averla abbagliata per qualche istante con quel sorriso che iniziava a darle davvero ai nervi, riprese tranquillamente a pontificare su sé stesso e il suo eroico futuro al servizio del Bene.

E più parlava, più la ragazza si chiedeva cosa ci avesse trovato di tanto attraente in quel pallone gonfiato soltanto pochi minuti prima: certo, obiettivamente parlando, era molto bello e aveva un modo di fare e porsi decisamente affascinante, capace di far girare la testa a qualunque ragazza… Ma in realtà, il breve tragitto dalla farmacia al Ghirigoro era sufficiente perché chiunque con un po’ di cervello capisse che era anche terribilmente egocentrico e narcisista, oltre che parecchio borioso e petulante: non aveva taciuto un solo istante da quando erano usciti in strada e per tutto il tempo non aveva parlato di altro che di sé stesso, sé stesso e ancora sé stesso! Era così innamorato della sua immagine che ad ogni vetrina girava leggermente la testa per specchiarsi!

Se non fosse stata intrappolata sotto il suo braccio, Lily era convinta che avrebbe potuto voltarsi e scappare senza che lui se ne accorgesse… E Merlino, cosa non avrebbe dato per poter girare i tacchi e dileguarsi alla velocità della luce! Qualunque infatuazione potesse mai aver sviluppato per quell’individuo, era sparita tanto velocemente quanto era comparsa: in quel momento avrebbe solo voluto strozzarlo con le sue dannate foglie di papavero pur di farlo tacere.

Si fermarono un istante davanti alla vetrina della libreria, momento che Gilderoy sfruttò per assicurarsi che i suoi ricci biondi fossero ancora tutti al loro posto, prima di sorridere (di nuovo) e farle strada all’interno.

Malignamente, Lily si domandò come avrebbe reagito se avesse allungato la mano per spettinargli brutalmente i capelli… O se l’avesse preso a cazzotti fino a fargli cadere un paio di incisivi e distruggerli così quel suo dannato sorriso.

"Sa, Lily, un giorno potrei anch’io scrivere un libro" stava nel frattempo dichiarando allegramente Gilderoy, osservando i titoli fra i libri consigliati e facendo di tanto in tanto una smorfia di scherno. "Sulle mie future imprese, ovvio: immagino che dopo aver sconfitto il male, il modo migliore per rendersi utili sarebbe istruire altri in modo che un domani possano cavarsela da soli. Ritengo di avere le doti letterarie necessarie per scrivere un best-seller… Ma che dico, anche tre, quattro, cinque best-seller: in fondo, una vita tanto avventurosa quanto quella che ho in programma di vivere mi darà abbastanza materiali da riempirci una decina di volumi, se non addirittura di più! Ah, si immagini la scena: In viaggio con i vampiri (bel titolo, me lo devo segnare), di Gilderoy Allock, tre edizioni in un mese! E al posto di questo spreco di pergamena, pile e pile di miei libri… Non sarebbe magnifico?".

"Oh sì, certamente" rispose Lily, cercando di suonare quanto più sarcastica possibile, senza peraltro che lui sembrasse notarlo minimamente. "Se mi vuole scusare un attimo, Gilderoy, devo andare a chiedere al negoziante i volumi che mi occorrono".

"Oh, certamente, certamente, lungi da me intralciare il percorso di apprendimento di una così dotata studentessa… Anche se mai dotata quanto me, ovviamente!".

"Ovviamente" concordò Lily con un sorriso gelido.

Per tutto il tempo in cui il libraio cercava le sue ordinazioni tra gli scaffali, si tenne volutamente e deliberatamente il più lontano possibile da Gilderoy, sorpresa e senza dubbio grata che lui non fosse già corso a cercarla per elogiarsi un altro po’ in sua presenza.

Sfruttò quei minuti per ideare una scusa convincente per sbarazzarsi di lui appena usciti dal Ghirigoro: se non l’avesse lasciata parlare, cosa molto probabile, poteva sempre mollargli un calcio negli stinchi e andarsene. Non era proprio un’uscita di scena diplomatica, ma non le importava: in fondo, conosceva quel tizio da nemmeno venti minuti e non aveva nessuna intenzione di rivederlo mai più dopo quel pomeriggio.

Tuttavia, dopo aver pagato, scoprì che i suoi timori erano totalmente infondati, come pure il motivo per cui non fosse venuto a cercarla: difatti, era circondato da tre ragazzine miagolanti che lo fissavano con tanto d’occhi mentre elencava tutte le ragioni per cui lui era più intelligente, bello e capace dell’autore del libro che teneva in mano e a cui lanciava occhiate di disgusto.

Non sembrò nemmeno fare caso a lei quando gli passò di fianco: evidentemente riteneva che le attenzioni di quelle tre fossero decisamente migliori della sua. Seppur sconcertata, Lily non aspettò di vedere se alla fine si sarebbe ricordato della sua esistenza, non ci teneva ad essere scortata fino al Paiolo Magico da quel soggetto, perciò uscì dal Ghirigoro più veloce che poteva, senza nemmeno preoccuparsi di salutare.

Che razza di narcisista! Un Troll potrebbe ballargli davanti agli occhi in tutù e lui nemmeno se ne accorgerebbe se avesse un pubblico pronto ad applaudire ad ogni cosa che dice!

Si chiese se anche lei, in farmacia, avesse fatto una figura simile a quella delle tre nuove fan di Gilderoy e, realizzando che probabilmente era così, si vergognò un po’ di sé stessa: più ci pensava e più si chiedeva come avesse potuto lasciarsi imbambolare così facilmente, proprio lei che faceva baluardo della scarsa importanza dell’aspetto esteriore e criticava aspramente le ochette che ad Hogwarts sbavavano dietro a ragazzi come Black o Potter solo perché erano belli e popolari.

Ridacchiò tra sé: incredibile a dirsi, aveva trovato qualcuno perfino più vanesio, logorroico e rompiscatole di James Potter. Anzi, paragonato a Gilderoy Allock, James diventava quasi una persona sopportabile: di certo, avrebbe preferito diecimila volte incrociare lui per caso a Diagon Alley piuttosto che passare altri cinque minuti in compagnia di Capitan-Sorriso-Smagliante.

Beh, questo è senza dubbio un giorno da ricordare: chi avrebbe mai pensato che esistesse una persona capace di farmi rimpiangere Potter!

Alcuni anni dopo

Diagon Alley restava ancora uno dei suoi posti preferiti, anche se molti negozi adesso fossero chiusi, le porte sbarrate da assi di legno, e la via non fosse mai affollata come in passato, ma popolata di gente sempre di fretta con gli occhi perennemente puntati al suolo: era l’effetto di quella guerra infinita, sempre più sanguinosa e sempre più lontana da una conclusione, in cui ormai era coinvolta in prima persona.

Come membro dell’Ordine della Fenice, era consapevole di essere, in quel momento, un autentico bersaglio ambulante (per di più al settimo mese di gravidanza, perciò un bersaglio ambulante molto facile da centrare), ma quel giorno aveva sentito il fremente bisogno di fare qualcosa di assolutamente normale e per nulla legato alla guerra, perciò aveva deciso di fare un giro a Diagon Alley, in barba a tutte le preoccupazioni di James, che in quel momento camminava al suo fianco tenendola a braccetto, teso come una corda di violino.

"James, calmati" gli mormorò Lily con un sorriso rassicurante. "Non c’è in giro nessun Mangiamorte intenzionato a farci la festa!".

"Questo lo dici tu!". James sbuffò, passandosi una mano tra i capelli, un tic che non aveva mai perso del tutto e che riaffiorava sempre quando era nervoso. "Non dovrei essere io quello incosciente e tu quella che mi bacchetta sempre quando faccio cose stupide? Non credo che questa inversione dei ruoli mi vada a genio…".

Lily si strinse nelle spalle, senza sapere cosa dire. "Non lo so, forse la nostra vita iniziava solo a sembrarmi claustrofobica: non usciamo mai, tranne per le riunioni o le missioni per l’Ordine. È un delitto desiderare un paio di ore normali a fare cose normali con il mio marito normale, magari un po’ di shopping per il nostro bambino normale?".

"Mmmm, stai descrivendo una specie di utopia, lo sai, tesoro? E mi sento moralmente offeso perché mi ha appena definito ‘normale’! Ti pare che io possa essere normale?".

Lily ridacchiò: erano cresciuti talmente in fretta, finita la scuola, che a volte si dimenticava che avevano solo vent’anni. Quando James lasciava riemergere il suo lato più immaturo, il suo cuore sembrava ricordarsene all’improvviso: pensava a quanto ad Hogwarts avesse odiato quell’aspetto del carattere del marito e la divertiva notare che adesso era una delle cose che più preferiva perché appunto le permetteva di essere, anche solo per pochi istanti, la normale ragazza che avrebbe dovuto essere.

"Sei il solito scemo, Potter!" lo rimproverò bonariamente. "Pallone gonfiato".

"Lo prenderò per un complimento, amor mio".

Stavano passando davanti alla vetrina del Ghirigoro, dove Lily rimase talmente folgorata dalla sorpresa da smettere di camminare. "Oh mio… Non ci posso credere!".

"Che succede?" si allarmò subito James. "Il bambino…".

Lily gli fece cenno di tacere alzando un dito senza nemmeno guardarlo, come ipnotizzata dalla vetrina. Il giovane corrugò la fronte, perplesso e un po’ irritato, prima di voltarsi per scoprire cosa avesse attirato a tal punto l’attenzione della moglie.

In prima fila era esposta una ordinata pila di libri dalla raffinata copertina lillà su cui capeggiava il titolo (molto in disaccordo con il colore allegro) In viaggio con i vampiri di Gilderoy Allock; proprio di fianco un cartello con l’ammiccante e sorridente immagine dell’autore titolava Dall’autore di A merenda con la morte. Tre edizioni in un mese!

Lily era incredula: anche dopo anni che il nome di Gilderoy Allock era stato ormai sepolto in un angolo della sua mente, avrebbe riconosciuto quel sorriso tra mille. Subito le tornò alla mente il ricordo della lunga mezz’ora che aveva passato in compagnia di quell’uomo, a farsi intontire dalla sua avvenenza prima e dalle sue chiacchiere inutili dopo. Dunque alla fine non erano solo parole al vento: è sul serio riuscito a combinare qualcosa di buono, quel borioso innamorato di sé stesso!

Ripensò all’unico consiglio di Gilderoy Allock che avesse mai seguito, quando aveva sostituito in una pozione relativamente elementare le foglie di papavero alle radici di asfodelo… E aveva rischiato di mandare a fuoco la casa quando il calderone le era quasi letteralmente esploso di faccia!

Ripensò a quando aveva provato a chiedere a Lumacorno se il nome di Allock gli dicesse qualcosa e lui glielo aveva descritto come uno dei più inetti Corvonero a cui avesse mai avuto la sfortuna di insegnare, non soltanto nella sua materia ma in qualunque disciplina scolastica.

Si chiese quanto di vero ci potesse essere in un libro che descriveva trionfali scontri contro potenti vampiri se scritto da un uomo che ai suoi M.A.G.O. era riuscito a strappare per miracolo una sufficienza nel suo esame di Difesa Contro le Arti Oscure.

E concluse dicendosi che mai più si sarebbe fatta abbindolare dalle chiacchiere di quel pallone gonfiato di Gilderoy Allock, lo cui uniche doti, a quanto lei potesse saperne, erano auto-celebrarsi inventando un mucchio di fandonie e sorridere.

"Qualcuno che conosci?" domandò James, confuso. "Devo forse cominciare a preoccuparmi?".

Lily rise, scuotendo allegramente il capo. "Una persona che ho incontrato una volta… E di cui decisamente NON devi preoccuparti!".

Non per niente Allock era riuscito nella strabiliante impresa di mettere James Potter sotto una buona luce quando ancora lei non poteva sopportarlo!

Lyrapotter’s corner

Allora, innanzitutto, mi sembra doveroso esordire augurando a tutti un buon 2011, anche se un po’ in ritardo: che quest’anno sia per tutti voi fonte di gioia, pace e serenità!

Ciò detto, non ho la più pallida idea del perché, il per come e il per quando questa fanfiction sia uscita dalla mia tastiera, dico sul serio: l’altra sera, per motivi ignoti mi sono trovata la foto di Allock davanti e chissà perché mi è salita l’irrefrenabile voglia di scrivere qualcosa su questo personaggio, che per inciso manco mi piace (non fosse che nella sua inutilità è quasi divertente). E poi mi è venuta in mente Lily e la sua avversione per certi aspetti del carattere di James… E così, bim bum bam, ho ben pensato di metterli insieme e vedere che ne saltava fuori: le idee balzane che mi saltano in testa alle volte spaventano perfino me!

Per inciso, a coloro che trovassero la mezza cotta di Lily improbabile o OOC, ci tengo a ricordare che Gilderoy è il personaggio che ha rimbambito Hermione Granger per circa nove mesi, perciò ritengo che sarebbe capace di far cadere ai suoi piedi praticamente qualunque donna!

So che può sembrare strano che Allock fosse Corvonero, ma non è stata una mia scelta arbitraria: la mia fonte secondaria (potterpedia) lo mette in quella casa, perciò mi sono semplicemente adeguata (probabilmente all’epoca dello suo Smistamento, il Cappello Parlante aveva esagerato con il Whisky Incendiario).

A chiunque abbia avuto il coraggio di arrivare fin qui, grazie!

Di nuovo auguri per un buon 2011, see you soon!

   
 
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