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Autore: somochu    03/01/2011    10 recensioni
«Oh, no» fece finta di scandalizzarsi Lily. «Un altro guastafeste in giro per Hogwarts sarebbe troppo persino per Silente.»
«Ehi!» la richiamò lui. «Noi eravamo molto divertenti. Senza i nostri scherzi sarebbe stato un mortorio.»
«Si, come no.»
«E che mi dici del fatto che ti sei innamorata di me?»
«Una svista.»

Storia classificatasi terza a pari merito al "Con Lui/Lei - Senza Lui/Lei" indetto da Erica Weasley sul forum di EFP.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Autore: Somochu
Titolo: Reason
Pairing: James/Lily
Personaggio aggiuntivo: Tom Riddle (Voldemort)
Citazione (se l'avete usata): È l'amore, non la ragione, che è più forte della morte. (Thomas Mann)
Genere: Triste, Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti: One-Shot
Note dell'autore: Niente da dire, in particolare, se non che ci tengo particolarmente a questa fanfiction. E' ambientata nella fatidica notte in cui iniziò tutto: la notte in cui Voldemort irruppe in casa Potter.





                                                                                                 

                                                                                        
                                                                    Reason                                                                                                       









Fu improvvisamente attraversata da un brivido.
Uno di quelli che ti lascia la pelle d'oca e le gambe deboli.
Si strinse furiosamente tra le braccia, cercando di infondersi il coraggio che l'aveva sempre caratterizzata.
Il momento, alla fine, era giunto.
Il panico le chiuse lo stomaco in una morsa pressante, schiacciante.
Lui era qui e avrebbe distrutto tutto ciò che avevano costruito insieme.
Lui era qui.
Lord Voldemort.




«Ho detto che voglio una torta di mele. Adesso!»
James sbuffò alzando svogliatamente gli occhi al cielo.
Ormai era abituato alle assurde richieste di sua moglie, neanche se ne stupiva più.
«Lily» considerò, con un sorriso furbo. «Solo perché sei incinta non vuol dire che puoi diventare una balena.»
Non l'avesse mai detto.
La vide diventare tutta rossa -e purtroppo non d'emozione o imbarazzo- mentre stringeva la mano sul cuscino di seta quasi a volerlo strangolare.
Brutto segno.
Decisamente.
«James. Potter.»
La voce le era uscita sottoforma di ringhio, aumentando di circa quattro ottave al cognome.
No, si corresse James, quello era decisamente più di un brutto segno.




James non era con lei. Lui era di sotto.
Lì dove si stava svolgendo una battaglia che non poteva vedere, ma solamente sentirne le grida.
Non riusciva a pensare ad altro se non a quello. La sua mente vagava frenetica, incessante,  mentre il cuore le rimbombava nel petto.
Suo figlio.
Doveva proteggere il suo bambino a costo della vita.
E lo avrebbe fatto, ne era sicura.
Non doveva pensare a cosa stava accadendo al piano di sotto, non poteva permetterselo.
Sapeva che distrarsi  portava brutti scherzi durante una battaglia, non era più una ragazzina.
Per questo non doveva pensare a James che lottava e alle luci verdi che fuoriuscivano dalle bacchette.
Neanche sapendo in anticipo chi avrebbe vinto.




«Su, Lily, scherzavo.»
James portò le braccia in avanti, improvvisando un sorriso fintissimo.
«Era una battuta innocente.»
«Se tu non fossi il padre di mio figlio -e ancora mi chiedo come ciò sia potuto accadere- ti avrei già cruciato.»
«Ma lo sono, quindi non puoi farlo» provò ancora suo marito. «E comunque non chiederti come è successo, visto che non solo eri consenziente, ma hai anche goduto da matti.»
Ok, effettivamente se la stava cercando.
Glielo diceva Sirius che prima o poi Lily lo avrebbe strangolato durante il sonno.
«Vedi di stare attento stanotte, James.»
Beh, forse non aveva tutti i torti.
«Ti devo ricordare quello che hai detto poco fa?» provò.
«Che sei il padre e quindi non posso ucciderti?»
«Già.»
«Beh, ma questo non t’impedisce di dormire sul divano.»




E ancora dolore.
Lo stomaco le doleva da far impazzire, quasi fosse schiacciato ripetutamente da un masso.
Si amplificò quando sentì urlare -ancora- nel piano di sotto.
Quello era il grido finale, lo sapeva.
Sentiva gli occhi appannarsi, mentre posava il suo bambino nella culla e si parava di fronte a lui.
Anche lei si sarebbe sacrificata per qualcuno. Anche lei avrebbe fatto la sua parte.
Sarebbe stata coraggiosa come James.
Il suo James che ora non c'era più.
Lui era morto.




«Sappi che non mi comprerai facendo -ah!»
Lily si appoggiò alla parete, sentendo il bambino scalciare, scalciare forte.
Subito James le fu vicino, accompagnandola lentamente in camera e aiutandola a sdraiarsi. Si sdraiò al suo fianco, abbracciandola.
«Va meglio?»
Lily lo strinse più forte.
«Sì, grazie.»
«Meno male.» sospirò.
«Ecco, lo sapevo» disse Lily, sorridendo e alzando il volto per guardarlo. «Fai tanto il prezioso e il simpatico, ma sotto sotto sei il più premuroso.»
«Ah si?» la sfidò lui.
«Sì.»
Lui si parò sopra di lei -senza pesarle addosso- e si piegò a baciarle il collo.
Illanguidita, Lily si lascò andare a quelle attenzioni.
Grosso errore.
James prese a farle il solletico, con un ghigno sul viso.




A quel pensiero sentì la testa girare e gola farsi secca.
James non c'era più.
Il cuore le pompò nelle vene, forte, mentre al piano di sotto regnava un silenzio innaturale.
Un silenzio che segnava la loro resa.
Sopravvivere a Voldemort segnava una vita senza James, lo sapeva.
Una vita che -sicuramente- non sarebbe valsa la pena di essere vissuta.
Come avrebbe fatto senza di lui?
Sentì un improvviso bisogno di chiudere gli occhi e lasciarsi uccidere.
Avrebbe accarezzato quei capelli continuamente scarmigliati e lo avrebbe amato di nuovo.
Ancora e ancora.
Per le scale, intanto, riecheggiavano dei passi.




James si abbassò -lei ancora ridacchiava- e arrivò a sfiorarle delicatamente il pancione.
Lo accarezzò e lasciò un bacio poco sopra l'ombelico.
«James.»
Lui ritornò al suo posto, sorridendole leggermente.
«Sarà un bellissimo bambino.»
«Oh, no» fece finta di scandalizzarsi Lily. «Un altro guastafeste in giro per Hogwarts sarebbe troppo persino per Silente.»
«Ehi!» la richiamò lui. «Noi eravamo molto divertenti. Senza i nostri scherzi sarebbe stato un mortorio.»
«Si, come no.»
«E che mi dici del fatto che ti sei innamorata di me?»
«Una svista.»
«E del fatto che lo sei ancora adesso?»
«Chi lo dice?»
«Si vede, bella mia» ghignò lui. «Sei pazza di me da parecchio tempo.»




No, no, no, no.
Non poteva essere successo davvero.
Perché la sua famiglia?
...
Perché James?
Loro avrebbero dovuto essere al sicuro.
Lui avrebbe dovuto essere lì con lei.
Vivo.
Era questo il prezzo per essere eroi?




«Razza di sbruffone!»
Lily gli tirò una cuscinata a sorpresa, rischiando quasi di rompergli gli occhiali.
«Ehi!» disse lui, afferrandola delicatamente per le braccia. «Non approfittare del fatto che non posso attaccarti.»
«Dammi una ragione per cui non dovrei.»
«Perché sei succube del mio fascino.»
«Ma smettila!» rise lei. «Piuttosto, sei tu che devi ringraziare. Se non avessi avuto il pancione, avresti passato molti guai.»
«Perché, svegliarmi all'una di notte per andare a comprarti da mangiare a Diagon Alley non è un guaio?»
«E' il minimo che devi fare per diventare padre.»
«Se solo mi fossi trovato una ragazza da una serata e via, non sarei in questo stato.»
«James!»
Lui scoppiò a ridere, abbracciandola di nuovo.
«Credulona.»




Riaprì gli occhi, riprendendo improvvisamente coscienza della situazione.
Coprì completamente Harry, mentre sguainava la bacchetta.
Ormai era finita.
Suo figlio, però, sarebbe rimasto in vita.
Almeno lui si sarebbe salvato.
Sentì la porta che si apriva cigolando, accogliendo la figura di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
Sorrideva, mentre tirava fuori la bacchetta.
Sorrideva, mentre la condannava a morte.
Lei, però, non lo notava.
Salvare suo figlio e raggiungere James era tutto ciò che contava in quel momento.
Baciò Harry sulla fronte, mentre voltava le spalle al nemico.
Era ancora voltata quando Voldemort alzò la bacchetta verso di lei.




La baciò leggermente, per poi posare le labbra sulla sua fronte.
«Dovremmo rimanere così per sempre.»
Lily sospirò.
«Prima o poi le cose cambieranno, James»
«Lo so che c'è una minaccia che incombe su di noi» disse, accarezzandole una guancia. «Ma non permetterò mai che vi facciano del male.»
«Non farti venire strane idee, per favore» si agitò Lily. «Nessuno di noi due dovrà stare senza l'altro.»
Stavolta fu lui a sospirare.
«Dobbiamo stare molto attenti.»
«Vigilanza costante» James imitò Moody.
Lily scoppiò in una fragorosa risata, contagiandolo.
L'atmosfera, però, era ancora un po' tesa.
«Moody dice che dobbiamo pensare e ragionare, solo in secondo luogo si può lasciar spazio alle emozioni.» sorrise Lily. «Solo questo ci impedirà di morire.»
«Quel vecchio sta male» affermò James, con sicurezza. «È l'amore, non la ragione, che è più forte della morte.»
Lily l'abbracciò stretto, dopo quelle parole.




Avada Kedavra.





   
 
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