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Autore: dierrevi    04/01/2011    8 recensioni
«Mi dica signor Silente, cos'è successo oggi nell'aula di Pozioni?»
Albus deglutì a vuoto «Non lo so, signor preside».

Un incidente può capitare a tutti. Perfino ad un giovane Albus Silente.
Anche i grandi maghi devono imparare, all'inizio...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Albus Silente sedeva in silenzio, nell'ufficio del preside. Se ne stava su una sedia in un angolo, gettando ogni tanto occhiate furtive intorno, e verso la scrivania. Non era mai stato tanto preoccupato in vita sua.
Preoccupato, imbarazzato e vergognoso.
«Bene, eccomi da lei. Si avvicini, signor Silente.»
Albus si alzò dalla sedia in fondo allo studio e si avvicinò alla scrivania.
«Mi scusi se l'ho fatta aspettare, questi documenti erano importanti, ma ora veniamo a noi. Mi dica, cos'è successo oggi nell'aula di Pozioni?»
Albus deglutì a vuoto «Non lo so, signor preside».
«Il professor Zenon mi ha detto che il suo calderone ha lanciato schizzi infuocati un po' ovunque, signor Silente. Siamo fortunati che questo colloquio non si stia svolgendo in infermeria.»
«Sì, signore. Io... non so spiegarlo, signore. Mi dispiace molto, signore.»
«Oh, su questo le credo, signor Silente. Ma una pozione Riderella è un compito alla portata di un allievo al secondo mese di scuola. Non è facile trasformarla in un vulcano.»
Il viso di Albus arrossì «Credevo di stare facendo come aveva detto il professore, signore. Solo che a un certo punto, ha cominciato a bollire, signore. Il professore non aveva parlato di farla bollire.»
Il preside annuì «Quindi cos'ha fatto?»
«Volevo farla smettere e ho mescolato velocemente, signore.»
«Ma il professor Zenon vi aveva detto di mescolare poco e lentamente, vero signor Silente?»
«Devo averlo dimenticato, signore.»
Il preside annuì nuovamente. Il ragazzo ammetteva gli errori, e nonostante l'emozione del momento sembrava pensare con lucidità. Vari insegnanti gli avevano detto che si stava dimostrando molto dotato. A maggior ragione era importante che chiarisse questo incidente.
«Cosa ha fatto dopo?»
«La pozione non smetteva di bollire e ha cominciato a gonfiarsi e cambiare colore. Ho pensato che aggiungendo altre foglie di Fragolamatta sarebbe tornata come all'inizio...»
«Ma non ha funzionato» completò la frase il preside.
«No signore. Ha bollito più forte e ha cominciato a schizzare.»
«Quindi? Cos'ha fatto?»
«Io... ho aggiunto dell'acqua fredda, signore.»
Il preside tacque per un secondo, poi disse «Il professor Zenon vi ha spiegato cos'è una pozione instabile?»
«Sìsignore. Una pozione instabile è una pozione il cui stato e colore non sono definibili con precisione. In genere questa fase dura pochi secondi, se si prolunga può portare a situazioni di pericolo.»
«Corretto.» Annuì il preside. «Direi che la sua pozione era in fase instabile, e lo era da più di pochi secondi»
«Sì, signore.»
«Il professor Zenon vi ha spiegato come intervenire su una pozione instabile?»
Albus assunse un'aria colpevole «Poiché non abbiamo sufficiente esperienza, dobbiamo spegnere il fuoco, coprire il calderone e avvertire l'insegnante, signore.»
«Lei invece ha aggiunto acqua fredda, dopo aver sconvolto l'equilibrio della sua pozione aggiungendo ingredienti e mescolando oltre misura.»
«Sì, signore.»
«Perché?»
«Speravo che si fermasse.» Invece a quel punto era scoppiato il famoso vulcano.
«Ma non si è fermata» continuò per lui il preside. «Quindi, cos'ha fatto?»
«Signore, io... Mi sono nascosto sotto il tavolo, signore. Mi vergogno molto, signore.»
Il preside fece un sorrisetto. «Lei si è chiaramente fatto prendere dal panico, signor Silente. Cos'è che l'ha spaventata?»
Albus ci pensò per qualche secondo «Non capivo cosa stava succedendo, signore.»
«Quindi, lei ha sperato che mescolando la pozione avrebbe cessato di bollire.»
Albus annuì.
«Poi ha sperato che aggiungere ulteriore ingrediente base risolvesse la situazione.»
Annuì di nuovo.
«Poi ha sperato che l'acqua fredda rimediasse tutto.»
Nuovo assenso.
«E quando le sue speranze si sono rivelate vane, è stato preso dal panico.»
«Sì, signore.»
Il preside annuì, poi si alzò da dietro la scrivania.
«Guardi questo arazzo, signor Silente» gli disse indicandogli un drappo appeso ad una parete dello studio. «In superficie i fili formano un bel disegno ordinato. Guardi dietro.»
Rivoltò un angolo dell'arazzo. I fili che formavano la decorazione si tuffavano dentro e fuori dalla trama, mescolando fra loro i colori che stavano tanto ordinati sull'altro lato.
«Un occhio attento può intuire il disegno sul davanti, guardando da dietro. Ma provi a pensare se io tirassi un filo a caso. Saprebbe dire dove rovinerò il disegno?»
Albus fece segno di no con il capo.
«La magia è simile a questo arazzo. Ciò che vediamo non è tutto. La magia è un enorme arazzo, che si stende su tutto, nel quale siamo immersi, che ci attraversa. Quando usiamo i nostri poteri, noi tiriamo i fili di questo arazzo. Un buon mago» disse calcando la voce su "buon" «non tira i fili a caso. Egli usa i suoi poteri con consapevolezza.» Fissò il giovane davanti a sé.
«Lei ha agito sperando, senza sapere davvero ciò che stava facendo. Poiché non poteva sapere cosa sarebbe successo davvero, ha permesso al panico di impadronirsi di lei.»
Il viso del giovane Albus tradiva l'umiliazione che sentiva. Il preside gli sorrise.
«Un incidente come il suo, signor Silente, in fondo non è così raro, qui. Non sapeva come controllare ciò che stava succedendo e ha avuto paura. L'antidoto per questa paura, signor Silente, è molto facile da trovare, qui ad Hogwarts. La biblioteca ne è piena. E gli insegnanti possono dargliene in quantità. Ha capito cosa intendo?»
«Che devo studiare entrambi i lati dell'arazzo, per essere un buon mago.» Disse Albus, finalmente sorridente.
«Precisamente. Ora, riguardo la sua punizione.»
Il sorriso appena tornato svanì di nuovo «Sì, signore.»
«La sua punizione, signor Silente, sarà andare in biblioteca e scoprire perché la sua pozione ha cominciato a bollire.»
«Ci vado subito, signore! E, signore, pensa che il professor Zenon mi lascerà ripetere la pozione?»
«Suppongo di sì, se si presenterà con una ricerca ben fatta. Ora vada, e si ricordi dell'arazzo.»
«Me ne ricorderò signore!» Disse Albus, già avviato verso la porta.
Il preside si sedette di nuovo alla scrivania. Gli piaceva come aveva reagito il ragazzo. Si sarebbe certamente impegnato ad individuare il proprio errore.
"Per lo meno" pensò, "posso prevedere che difficilmente sbaglierà ancora una pozione..."





Spazio Autore:
Mi piaceva pensare che, per quanto geniale, anche il giovane Albus Silente abbia preso qualche cantonata. Ma in fondo, in un individuo "di spessore" gli errori servono a migliorare.
Ne ho approfittato anche per indagare un aspetto di solito tralasciato. La Rowling non parla mai di religione o spiritualità nei suoi libri, così ho immaginato che la magia, per i maghi, possa essere un po' come la forza per i cavalieri jedi. Un'energia vitale che tutto pervade e che alcuni hanno il potere di percepire e influenzare.
Mi piacerebbe leggere altre storie sul rapporto fra maghi e magia in HP. Se ne conoscete, o ne avete scritta una, segnalatemela, grazie!
Il nome del professore di Pozioni (che non compare di persona nel racconto, e non è il preside) è ispirato al personaggio dell'alchimista Zenone, la cui vita è raccontata nel romanzo di Marguerite Yourcenar, L'opera al nero (1968).

  
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