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Autore: RenZ    04/01/2011    19 recensioni
«E a partire da... » il professor Piton alzò lo sguardo. «Adesso iniziate i vostri test. Avete mezz'ora di tempo.»
La voce roca del professore s'insinuò fra le orecchie di Hermione, facendole salire un brivido gelido per tutta la schiena.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Disarm

 

 

«E a partire da... » il professor Piton alzò lo sguardo. «Adesso iniziate i vostri test. Avete mezz'ora di tempo.»

La voce roca del professore s'insinuò fra le orecchie di Hermione, facendole salire un brivido gelido per tutta la schiena. Lanciò un'occhiata alla sua pergamena. Scorrendo velocemente le domande. Sapeva rispondere a tutti i quesiti con uno solo sguardo. Impugnò la sua piuma ma quando stava per iniziare a scrivere scoccò un'altra occhiata, l'ennesima, verso l'insegnante.
Si soffermò forse, per un momento di troppo, perché lui le rispose inarcando il sopracciglio e guardandola torvamente.
Lei arrossì e si chinò in fretta sul suo test. Iniziò a rispondere ad ogni domanda, con il cuore che batteva fortissimo dentro il petto e il cervello che frenetico le forniva le informazioni da trascrivere sul compito.
In meno di dieci minuti, aveva finito. Si guardò intorno, non stupita di essere l'unica ad aver già terminato. Era convinta di quello che aveva scritto, le risposte erano giuste e sapeva che forse stavolta aveva addirittura la possibilità di prendere un "Eccezionale".
Sospirò e dandosi della sciocca, si voltò di nuovo verso il professor Piton. Ma appena lei provava a dargli uno sguardo, lui si rivoltava immediatamente verso di lei.


Venti minuti dopo, il tempo per i test terminò e con un gesto di bacchetta del professore, vennero ritirati e fatti poggiare delicatamente sulla sua scrivania. Hermione stava uscendo, sentendo gli occhi di Piton fissi su di lei.
«Signora Granger» la chiamò mentre lei stava uscendo. «La aspetto al termine delle lezioni pomeridiane. Nel mio ufficio.»
Harry e Ron sgranarono gli occhi, mentre la ragazza si pietrificò per un attimo.
Si voltò poi di scatto. In viso era rossa di rabbia, e per questo eccesso d'ira aveva gli occhi lucidi. Perché? Cosa aveva fatto di male? Si, l'aveva guardato e allora? Non riusciva a fare altrimenti, era impossibile evitarlo per lei ormai.
Aprì la bocca, voleva dire qualcosa, doveva dire qualcosa di fronte a questa ingiustizia, ma non trovava le parole.
Il professor Piton posò lo sguardo su di lei prima distrattamente e poi guardandola dritta negli occhi, senza emozioni si fece sfuggire un piccolo ghigno e disse «Ancora qui Granger? Non ho altro da dirle. Se ne vada.»

Hermione uscì dall'aula con la lacrime che le rigavano il volto senza dare l'impressione di volersi fermare.
Harry le carezzò il braccio «Dai Herm, lascia perdere, lui si diverte così.»
Ron scuoteva la testa.
La ragazza invece sentiva una ferita nel cuore che nessuna manifestazione d'affetto da parte dei suoi migliori amici sarebbe riuscita a guarire.
Ancora più male le faceva il fatto che sapeva che Piton era soddisfatto della cattiveria che le aveva fatto.


***


Al termine delle lezioni, Hermione prese il suo materiale di Pozioni e si diresse verso l'aula di Piton.
Era terribilmente agitata. In parte perché si chiedeva quale altra umiliazione avrebbe ricevuto di lì a poco e un po' perché solo il fatto di trovarsi nella stessa stanza con lui la metteva in subbuglio.


Davanti alla porta esitò un attimo prima di bussare, ma una voce dall'interno le disse «Dentro. »
Lei fu scossa da un fremito, esitando un attimo sulla soglia stringendo la maniglia e poi fece quanto le era stato detto.
«E' in ritardo, Granger»  le fece notare Piton mellifluo.
«Ma veramente io-»

«Silenzio.»
Lei si ammutolì chinando leggermente il capo verso il basso. Sentiva che gli occhi iniziavano a tornare lucidi. No, non voleva dargli questa soddisfazione. Cercò di concentrarsi su qualcos'altro, come ad esempio il profumo di bosco che alleggiava nella stanza. Si perse in quell'odore dolcissimo, dimenticandosi quasi della presenza dell'insegnante.


«Si sieda»  Il professor Piton riportandola alla realtà e indicandole con un gesto una sedia davanti alla sua scrivania.
Una volta seduta, Hermione tirò fuori dalla sua borsa il materiale necessario.
«Cosa sta facendo?» domandò Piton stizzito.
«Sto solament-»
«Metta via quella roba, non le servirà a niente stasera»
La stava facendo sentire veramente stupida in quel modo. Che diavolo voleva allora?
Non c'era alcun motivo per cui le fosse in detenzione.
Piton arricciò le labbra. Come se qualcosa l'avesse infastidito di colpo. «L'ho convocata qui perché ritenevo opportuno parlarle.»
«Privatamente.» aggiunse.
Lui puntò i suoi occhi scuri contro i suoi. Lei lo fissò con altrettanta insistenza. Era una situazione piuttosto assurda.
Poi si accorse di una cosa. Piton stava cercando di dirle qualcosa, lo sentiva. Hermione assottigliò il suo sguardo e poi come un fulmine un pensiero le attraversò la mente.


Legilimanzia.


Piton aveva usato la Legilimanzia su di lei!
Si sentì mancare il fiato. Arrossì. Anzi, avvampò. Tutte le volte che lei si era persa a guardarlo durante le sue lezioni, tutti i suoi pensieri più intimi...
Si spiegavano perfettamente tutti gli avvenimenti accaduti quella mattina. E tante altre piccole cose avvenute settimane prima.
Puntò lo sguardo sul pavimento. Si sentiva vuota. Non percepiva nemmeno più imbarazzo, non sentiva niente.


«Amore» fece Piton guardando lontano, come perdendosi nei suoi ricordi più reconditi «Una parola troppo spessa usata per descrivere dei...capricci ormonali.»
Si voltò verso di lei.
L'espressione di Hermione si contrasse in una smorfia d'odio. Le stava per dare il colpo di grazia. Non solo si era divertito a leggerle la mente, ma ora la prendeva anche in giro.
Era un rifiuto. Ovvio che lo era. Non poteva essere altrimenti. Non avrebbe mai potuto ricambiare, mai.
Senza che nemmeno se ne accorgesse, le lacrime iniziarono a scivolarle sul viso, susseguendosi veloci.
«Tuttavia»  riprese «Trovo che a volte...assecondare certi sentimenti sia corretto. In quanto potremmo scoprire che siano più profondi di quanto appaiano. »
Si avvicinò a lei, e con un dito percorse la sua guancia asciugandole le lacrime.
Cosa?


«Del resto, cos'è l'amore se non una sorta di capriccio del cuore?» disse abbozzando un sorriso.



  
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