Capitolo
1
Di litigi,
ripicche e serpenti…
Sbuffare.
Francine adorava
farlo, la faceva
sentire bella e superiore.
Lo
faceva con gli zii quando
le chiedevano cose che non avrebbe mai fatto, oppure con Harry se
insistentemente pretendeva qualcosa. Persino con i professori.
Le
veniva bene, fin troppo,
con la sua faccia da angelo sprezzante, mentre si arricciava un capello
scuro
con le sue dita curate e smaltate.
Persino
adesso che suo cugino
Dudley le si avvicinava non si trattenne e sbuffò.
-
Che vuoi? – chiese, cercando
di risultare altezzosa, senza far trasparire la curiosità
che realmente
provava.
-
Scema, oggi è il mio
compleanno. – fu la risposta altrettanto cattiva.
Francine
non si crogiolò in
altre parole inutili, ma girando intorno al cugino salì al
piano superiore
chiudendosi in bagno.
I
Dursley avevano una casa
perfetta.
Non mancava niente: mobili, oggetti
di bellezza,
tutto era sistemato pazientemente e minuziosamente. Un vero paradiso.
Nonostante tutto, però, lei odiava quella casa. Ormai non
sapeva più nemmeno
perché, ma tendenzialmente provava rabbia nei confronti di
tutto e tutti…
- Francine? – la voce di
suo fratello giungeva dal
piano superiore.
- Non chiamarmi, mi dà
fastidio. Anzi no, tu mi dai
fastidio! -
Lei si voltò di scatto
non appena sentì la porta
del bagno aprirsi improvvisamente, anche perché
l’aveva chiusa a chiave, ne era
sicura.
- Devi bussare, stupido, questo
è un bagno. – urlò,
cercando di uscire dalla stanza.
- Non mi chiamare stupido, e
ascoltami! Oggi è il
compleanno di Dudley… Perciò andremo da Miss
Figg, vero? – replicò il ragazzo,
alzandosi sulle punte e cercando di risultare un tantino più
altezzoso di
quello che era di solito.
- No. Lasciami stare, vattene ora.
E come hai fatto
ad aprire la porta? –
- O me ne vado, o ti rispondo. Non
posso fare tutte
e due le cose contemporaneamente, cara sorella! – fu la
risposta di Harry,
ugualmente acida.
- Oppure te ne vai rispondendole!
– disse una
terza.
Scostò la porta una
ragazzina abbastanza sfuggente,
con una chioma di capelli rosso mattone legata in una coda, anche se i
ciuffi
ribelli uscivano da tutte le parti. Gli occhi verdi guizzavano da Harry
alla
sorella Francine senza il minimo riguardo per i due, che se stavano
immobili
senza ribattere.
- Sentivo proprio la tua mancanza,
Elizabeth Lily
Potter. Sei proprio come un animale domestico…
Davv…-
- Nel senso di amichevole,
piacevole e capace di
trasmettere sentimenti? – la interruppe Liza, curiosamente
sarcastica.
- No, io intendevo nel
senso… fisico del termine.-
La ragazza sorrideva, dopo aver
scoccato un
occhiataccia al fratello Harry che aveva accennato ad una risatina.
Elizabeth
non rispondeva, era zitta, con gli occhi dardeggianti di odio verso
quella
sorella che non aveva mai amato nessuno. Neanche lei.
- Intendevi fisicamente, eh? Non
avevo dubbi,
brutta stronza. –
La rossa girò i tacchi e
con un’uscita di scena
molto teatrale se ne andò nella sua stanza.
- Allora, Harry, ancora non mi hai
spiegato come
hai aperto la porta… - Francine aveva incrociato le braccia
mentre fissava maligna
il suo gemello.
- Non ne ho idea, ma anche se lo
sapessi, di certo
non lo direi a te! -
Anche lui corse via, scappando
all’ira della
sorella.
Francine
chiuse la porta e vi
si appoggiò. Chiuse gli occhi.
Doveva
progettare
assolutamente qualcosa da preparare come regalo per suo cugino. E,
naturalmente, punire quell’insolente di Liza. Quel suo
affronto non sarebbe
rimasto impunito. Sorrise. Sì,sapeva già che si
sarebbe divertita. La pelle
iniziò a bruciarle.
Liza
odiava sua sorella.
Disprezzava ogni singola cosa di lei, dal suo modo di respirare alla
sua
vocetta irritante. Detestava soprattutto il fatto che ad ogni passo, in
ogni
momento, attirasse gli sguardi curiosi ed ammirati della gente: non era
affatto
giusto.
La
rossa si buttò sul letto
della sua stanza.
Quell’anno
Francine sarebbe
dovuta venire a Hogwarts con lei. La cosa la abbatteva. Già
immaginava come
tutti avrebbero osservato la mora e sarebbero caduti ai suoi piedi, e
come lei
se ne sarebbe servita, facendo loro fare tutte quelle piccole cose che
lei
odiava eseguire.
E
poi, lo sapeva benissimo,
quella particolarità di Francine, che solo Liza aveva
intuito in seguito alle
ricerche in Biblioteca, avrebbe catalizzato ancor di più
l’interesse sulla
sorella.
Immaginò
i suoi migliori
amici, Fred e George, lasciarla da parte e correre da Francine, il
mostro.
Scosse
la testa, cercando di
far dissolvere quel pensiero orribile, inutilmente.
Si
alzò. Sperava che
camminando avrebbe evitato altre idee moleste.
Corse
giù, da sua zia che
stava cucinando qualcosa. Si sedette a tavola, afferrando pane e
marmellata per
far colazione. Mangiava piano, riflettendo.
E
persa nei suoi
ragionamenti, non si accorse del grosso serpente nero che, lentamente,
si
avvolgeva attorno alla sua gamba destra.
Harry
adorava stuzzicare la
sua gemella. Gli dava soddisfazione per una volta essere lui il
persecutore e
non la vittima. D'altronde sapeva che non poteva prendersela con
nessuno: era
quello il destino di chi aveva due sorelle, tra cui una più
grande. E poi, dire
che tra le due corresse buon sangue era un eufemismo. Era
già tanto se non si
staccavano la testa a morsi. Si detestavano incondizionatamente.
Chissà perché,
poi. Le vedeva sputarsi addosso veleno da quando aveva memoria.
Ovviamente il
caratteraccio di Francine non aiutava a migliorare il rapporto con la
sorella,
questa incredibilmente permalosa.
Camminava
sconsolato nel
corridoio. Non poteva andare nella sua stanza a piangere il suo triste
destino
in quella schifosa scuola media Stonewall poiché Liza la
occupava già. E
l’esperienza aveva insegnato ad Harry che era meglio non
disturbare la sorella
quando era reduce da una litigata. Quello era una delle tante
spiacevoli
conseguenze della convivenza con le sorelle: avere una sola stanza in
tre. Un
incubo in poche parole. Fortunatamente quella convivenza a tre si
limitava alle
vacanze, poiché Liza stava in un collegio. Che poi Harry non
capiva una cosa.
Elizabeth era più grande di lui di due anni, ma lei non era mai andata a Stonewall, a
differenza di Harry e
Francine. E nemmeno a Snobkin, come Dudley. In realtà non
era nemmeno in una
scuola di Londra. Andava in un istituto per ragazzini disadattati, come
diceva
zia Petunia, in un luogo sperduto, si chiamava San Bruto a quanto
pareva, dove
li riempivano di botte dalla mattina alla sera. Eppure Liza era tanto
emozionata quando partiva e sempre con un sorriso nostalgico quando
tornava a
casa per le vacanze, estive, natalizie o pasquali che fossero. In
più riceveva
sempre delle lettere via gufo, ed era abbastanza divertente guardare il
viso di
zio Vernon quando succedeva: diveniva di un bel rosso cremisi, mentre
gli
frullavano i baffi dalla rabbia.
In
quel momento vide la
sorella maggiore correre fuori dalla loro cameretta e scendere le
scale. Probabilmente
stava andando a fare colazione. In effetti anche lui sentiva un certo
languore
nello stomaco, quindi decise di seguirla.
Scese
lentamente le scale.
Gli piaceva fare le cose con calma.
Sbirciò
dalla porta cosa
succedeva in cucina. Liza stava spalmando la marmellata sul pane come
se
volesse accoltellarlo.
E ci stava
riuscendo a giudicare dallo stato, totalmente sforacchiato, della
povera fetta
di pane. Brutto segno, evidentemente la rabbia non l’aveva
abbandonata. Quindi
cercò di fare meno rumore possibile entrando, per non
rischiare di venire
trivellato dal coltello della sorella come il pane.
Mosso
qualche passo in
direzione della sedia, notò un enorme serpente scuro
sfiorargli il piede. Si
fermò. Il serpente continuò a strisciare in
direzione della rossa, fino a
salirle lungo la gamba. Rimase immobile, paralizzato dal terrore.
Tuttavia
qualcosa nel suo intimo gli suggeriva di non aver paura
perché era
assolutamente normale.
La
prima cosa che Liza sentì
sulla pelle del polpaccio, fu la sensazione di fresco e umido,
nonché viscido.
Tutte e tre le percezioni si fondevano in una sola idea: pericolo.
Abbassò
lentamente lo
sguardo, scostando la tovaglia che le bloccava la vista.
Un
grosso muso nero le si
parò dinanzi. Il respiro le si mozzò in gola.
Alzò lo sguardo in una muta
richiesta d’aiuto ai presenti. In cucina c’erano
solamente la zia, totalmente
dedita ai fornelli, e quell’idiota di suo fratello, che
osservava la scena
bloccato dalla paura.
Liza, per l’amor del
cielo, mantieni la calma.
Piano,
molto piano, allungò
il braccio verso il tavolo, alla ricerca del coltello. Sapeva che era
inutile e
che era spacciata comunque, ma voleva almeno morire con la
consapevolezza di
aver provato a salvarsi, dannazione!
Quando
le sue dite sentirono
la superficie metallica dell’impugnatura, si strinsero
intorno ad essa.
Nel
frattempo la serpe
continuava ad alzarsi. Oramai era all’altezza del suo viso.
In
un lampo la lama saettò
verso il serpente, che la schivò abilmente. Lo stesso esito
ebbero i successivi
attacchi. Alla fine l’animale, stufo evidentemente, fece
saltare via il
coltello dalla mano di Liza con un colpo sul suo polso.
Il
serpente si avvicinò
all’orecchio della ragazza.
La
tensione si poteva
tagliare quasi col coltello.
Morirò, porca di quella
miseria!
Per
di più non poteva fare
nemmeno appello alla magia, poiché la bacchetta era sul suo
comodino al piano
di sopra.
Ormai
Liza sentiva la lingua
della bestia saettarle praticamente nell’orecchio.
-
Lo sai che è da bimbe
cattive cercare di uccidere la sorellina più piccola, vero Lizetta? - il sibilo del serpente era
basso e aspro. In un attimo
il serpente scivolò a terra e strisciò via dalla
vista dei Potter.
- Francine, maledizione! Torna subito qui, così che ti possa ammazzare, disgraziata! - l’urlo di Elizabeth squarciò la calma della stanza.
Note
Questa storia ce l'avevo in mente da un po', infatti avevo pubblicato una sottospecie di prologo tempo fa, ma... diciamo che mi faceva un po' schifo per cui l'ho cancellato. Spero vi piaccia questo capitoletto. =)
Be', voglio chiarire un punto fondamentalo. Allora, Liza è di due anni più grande di Harry e Francine, e va ad Hogwarts, ovviamente, ed è nè Harry nè Francine lo sanno: i Dursley hanno rifilato anche a loro la storia di San Bruto. Un'ultima cosa, poi prometto che non vi do più fastidio: Francine è una Metamorfomagus, tipo Tonks per intenderci. Detto questo mi ritiro nel mio angoletto buio. Acqua prata, e alla prossima puntata! ;D
Mi raccomando, recensite ^-^