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Autore: Nadia_92    04/01/2011    3 recensioni
Dopo aver sconfitto i Metarex tutto sembra tranquillo, ma non è così. Un perico si nasconde a Mobius e il passato non si è mai fatto sentire tanto. Tutti si impegneranno a combattere contro il nuovo nemico e affronteranno problemi ben più grandi chiusi dentro loro stessi.
Ho conosciuto Sonic tramite tv e credo che i personaggi sarebbero perfetti se si approfondisse la loro storia. Qui c'è spazio per tutti quindi nessuno si troverà deluso, perchè non ci sono i suoi personaggi preferiti. I personaggi sono di proprietà della SEGA, altri miei. Serietà, suspense e ovviamente tanto umorismo mobiano.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La pace non dura per sempre Piccole spiegazioni: intanto mi scuso, ma non riesco a postare la cartina, non prometto niente per i prossimi capitoli, ma vedrò di fare prima possibile. Le informazioni sul passato dei personaggi le ho prese da Mobius enciclopedia, si rifanno a informazioni presenti nel fumetto e non nei videogiochi. Ho cercato di essere precisa con i riferimenti temporali, ma per chi non lo ricordasse siamo a fine Marzo. I compleanni dei personaggi li ho presi da internet dando per buona la data di creazione. A volte mi dilungo in parti che potrebbero essere piatte e noiose, vi prego di segnalarmele e commentare, perchè migliorarmi è nel mio interesse. Se notaste imprecisioni fatemelo sapere. In più il genere della storia è avventura, ma non so se dovrei specificare altro, ma gari anche nelle note. Non so nemmeno se il rating è corretto. Sono graditi consigli, data la mia scarsa capacità di giudizio. Grazie e buona lettura.

-Esattamente dov’è che stiamo andando Tails?-
Sonic aveva capito che si sarebbero diretti dall’altra parte del pianeta, ma il radar non dava ancora segni di vita. Avrebbero cercato alla cieca?
-Il radar rileva dei piccoli picchi di energia. Quindi lo smeraldo deve trovarsi al nord del continente Montagna. Sopra il confine della Fascia Intermedia Nord.-
Stavano ancora sorvolando l’oceano, ma il volpino era sicuro che quell’energia provenisse da uno smeraldo.
-Ci sono centri abitati là, Tails?-
Chiese l’echidna. Bisognava cercare di non coinvolgere innocenti, ma poteva anche succedere che cadesse nelle mani sbagliate.
-Passeremo a breve sotto a uno dei villaggi Wave, ma dalla debolezza del segnale non credo sia lì.-
Erano quasi arrivati alla costa. Ma a giudicare dall’intensità del radar, la volpe cominciò a considerare l’ipotesi che la gemma fosse da qualche parte nell’altro oceano.
-Perché si chiamano villaggi Wave?-
Chiese Sonic curioso. Ci era stato più volte, quando Tails era disponibile a fargli attraversare l’oceano. Delle navi non si fidava.
-Perché sono costruiti alternati uno sulla costa est, che è in pianura, e uno sulla costa ovest, sulle montagne. Se li visitassi uno per uno partendo da nord e andando verso sud o viceversa, faresti su e giù dalle montagne, come un onda.-
-Quanti sono?-
Chiese Knuckles di rimando. Lui era un cercatore di tesori, ma non era mai stato fuori dal suo continente.
-Sei, ma solo due si trovano nella Fascia Polare Nord.-
-Lo vedo. Sembra gente tranquilla.-
Disse il riccio guardando sotto di sé. Era un villaggio semplice. Le case erano tutte grandi uguali e in legno. Molti cittadini stavano coltivando i campi, altri pescavano poco a largo della costa. Dei bambini giocavano e correvano intorno ad un edificio che doveva essere una scuola. Delle donne, alcune con i piccoli in fasce, stavano schiccherando vicino al mercato. Nessuno sembrava essersi accorto di loro. Eppure il Tornado faceva rumore. Sembrava quasi una cittadella utopica, che non conosceva il caos e il male.
-Le persone che vivono in questi villaggi sono tranquille e famose per l’ospitalità. Vedi Sonic, nel nostro continente, soprattutto nella Fascia Desertica, è pieno di mercenari e contrabbandieri. Mentre qui è tutto più tranquillo, questa gente vive in pace.-
Le parole di Tails avrebbero dovuto far gioire il riccio, ma Knuckles espresse le sue stesse preoccupazioni.
-Se Eggman o i Guerrieri dovessero arrivare fino a qui per cercare gli smeraldi tutto questo finirebbe. Queste persone non saprebbero nemmeno come difendersi, perirebbero all’istante.-
Tails si rabbuiò e non fece commenti. Nella sua ingenuità non aveva pensato a quella possibilità. I loro nemici non si sarebbero fatti scrupoli, avrebbero distrutto tutto, raso al suolo case e raccolti e non avrebbero risparmiato nessuno.
-Io non ci avevo pensato.-
Disse infine sconsolato.
-Non ti abbattere Tails, anzi prendi forza. Dobbiamo sbrigarci, siamo responsabili di questa gente adesso!-
Sonic non si perdeva mai d’animo e come al solito infondeva coraggio in chi gli stava intorno.
-Sinceramente, mi chiedo come mai Eggman o altri non abbiano mai pensato di invadere questi territori.-
Knuckles non capiva. Erano bersagli facili.
-L’oceano. Sono poche le imbarcazioni che resistono ad una traversata del genere. Montagna è isolato come continente.-
Rispose prontamente il volpino.
-Una barriera naturale.-
Evidentemente non abbastanza forte da proteggerli dal missile che li fece precipitare.

-Da quando piloti aerei?-
Amy sapeva che Cedric era imprevedibile e aveva un talento innato per l’apprendimento, ma nemmeno lei era mai riuscita a capire come guidare uno di quei cosi, anche se aveva chiesto spesso a Tails di insegnarle.
-Una volta l’ho visto fare.-
Rispose con noncuranza. Cedric non era come Tails, un genio della meccanica, che sapeva creare nuovi dispositivi. Lui copiava. Vedeva fare qualcosa e subito apprendeva ogni meccanismo.
-Una volta?! E così hai deciso di comprarti un aereo?-
Amy era piuttosto scettica, ma il suo amico guidava bene e sembrava che lo facesse da una vita.
-In realtà ho osservato un tipo mentre lo costruiva. Allora sono andato in una vecchia discarica, piena di ferraglia ancora buona e l’ho costruito.-
La riccia rosa era senza parole. Maya rise della sua espressione stupefatta.
-Scusa Amy Rose, ma come credevi che avremmo viaggiato. Da casa tua all’estremo est di Deserto è lunga sai?-
Lui correndo avrebbe avuto poche difficoltà, ma la compagnia che si ritrovava lo aveva costretto ad ingegnarsi diversamente.
-Ed è anche armato questo veicolo, come il Tornado?-
Chiese lei ancora titubante.
-No, non lo mai visto fare.-
Rispose lui con tranquillità.
-Come sarebbe a dire!-
Amy stava per dare in escandescenze.
-Sai costruire un aereo e non sai montargli l’artiglieria?!-
-Cedric non sa costruire, di meccanica e robotica non capisce un acca. Se gli chiedessi i nomi dei componenti dell’aereo non saprebbe risponderti. Il suo è un apprendimento mnemonico.-
Anche Maya era rimasta all’inizio colpita da queste sue capacità, ma presto si era accorta dei limiti che comportavano. Amy cominciò a capire e a ricollegare nella sua mente quello che le era stato detto con i suoi ricordi.
-Era così che imparavi le ricette dei dolci al primo colpo?-
Chiese d’un tratto. Maya fece una smorfia, era una domanda sciocca. Cedric invece rise.
-Già. Ricordo bene quanto ti faceva arrabbiare. A me bastava leggere la ricetta una volta, mentre te continuavi a sbagliare le dosi dello zucchero. Una volta l’avevi confuso con il sale, ma mia madre lo mandò giù lo stesso per farti piacere.-
Verso la fine il suo tono di voce si era intristito. In effetti i ricordi più belli della sua infanzia, quando ancora i suoi genitori erano vivi, erano legati a Amy. Voleva bene anche a Knuckles e Maya, ma loro litigavano sempre e gli attimi di armonia erano veramente pochi. Quando le cose si mettevano male, lui andava sempre dalla, allora, piccola Amy. Lei lo faceva sorridere con i suoi bronci perenni e ogni volta che agitava quel martello, al tempo troppo grande, ogni suo problema sembrava svanire.
-Ti fa tanto ridere?!-
Ad Amy non piaceva essere presa in giro, in più serbava ancora un briciolo di rancore nei confronti dell’amico, che l’aveva di colpo lasciata sola, senza nemmeno salutarla. Guardò Maya e a fatica trattenne l’invidia, perché era per lei che lui se ne era andato.
-Sì, Amy Rose. E ti ringrazio davvero per questo.-
Niente lo rese più felice del sorriso che spuntò fuori dalla labbra della riccia.
-Comunque non ti perdono. Mi hai offeso!-
Mise su un finto broncio, che non resse un solo secondo dopo che il riccio fu scoppiato a ridere.
Maya per la prima volta nella sua vita si rese conto del significato delle sue azioni. Aveva sempre pensato che Cedric avesse solo loro e che allontanarlo dalla loro vecchia casa non gli avesse fatto perdere nulla, a parte Knuckles. Invece ora capiva che lui le aveva tenuto nascosto molte cose, per non farla sentire in colpa. Le aveva parlato spesso di Sonic, ormai era come se lo conoscesse. Ma non ricordava una sola volta in cui avesse menzionato la riccia. Decise che i suoi dubbi avrebbero aspettato. Il dovere prima di tutto.
-Comunque non vedo perché sia importante girare armati. Se il radar non sbaglia lo smeraldo dovrebbe essere nei pressi del villaggio più a nord di Half-Moon. Quella è gente tranquilla.-
-Forse avremo compagnia.-
-Ma che dici Maya. Ti riferisci ai Guerrieri?-
-No, al riccio nero e al pipistrello bianco sotto di noi con in mano una specie di radar.-

Tutto era fermo. Come un quadro, una foto o la scena impressa sulla pellicola di un film. Intorno a loro tutto si era paralizzato. Non avevano mai visto animali come quelli, ma dubitavano che abitassero nella foresta. Alcuni di loro sembravano sul punto di attaccarli.
-Bra… bracconieri?-
Chiese Vector, balbettando. Sembrava immobile, ma in realtà la sua pelle squamosa era percossa da piccoli e diffusi brividi. Una tigre bianca, sporca di sangue, fece loro cenno di no. I Chaotix emisero un sospiro di sollievo. Non abbassarono comunque la guardia.
-Cosa facciamo Nigel?-
Chiese una lince al suo fianco. Sibilò quelle parole, accompagnate da un soffio, tipico dei felini.
-Non sono dei loro e non ci stanno attaccando. C’è bisogno di chiedere.-
L’adrenalina della battaglia stava perdendo il suo effetto e la tigre cominciò a risentire delle ferite che portava.
-Se qui abbiamo finito dobbiamo pensare a curare i feriti e a seppellire i nostri compagni caduti.-
Abel si guardò intorno. Avevano perso quattro uomini e non erano ancora all’inizio.
-Se fossimo passati per lo stretto non sarebbe successo.-
Il commento di Ice fece trasalire tutti, anche i detective che cercavano di captare tutto il possibile da quel dialogo.
-Ne parleremo dopo, adesso andiamo.-
I corpi erano stati raccolti e gli altri si erano rimessi in fila. Come quando erano entrati, i Guerrieri se ne stavano andando compatti e a testa alta.
-Scusate.-
Nigel fermò il passo. Cosa potevano volere quei due?!
-Se proseguirete dritto troverete la città. Chiedete del servizio di soccorso alternativo. Non è un vero e proprio ospedale. Volendo vi daranno anche solo ciò che vi serve per medicarvi, senza chiedervi nulla, sono molto disponibili.-
Vector guardò Espio meravigliato. Li sta mandando da…
-Grazie straniero.-
Detto ciò Nigel guidò gli altri fuori dalla foresta, ma una parte di loro sarebbe sempre rimasta intrappolata là dentro.
-Ma sei impazzito Espio?! Sai chi c’è a capo del servizio di soccorso alternativo?-
Il coccodrillo gli aveva praticamente urlato in faccia quelle parole appena i forestieri furono lontani, molto lontani.
-Vanilla.-
Rispose il camaleonte come se niente fosse.
-Vanilla!!! Appunto! Non sappiamo nemmeno chi siano quelli e tu li mandi dalla mia innocente Vanilla!?-
Vector si era già voltato per andare ad avvertire la sua amica del pericolo quando Espio lo trattenne per un braccio.
-Hanno risparmiato noi, che non abbiamo l’aspetto di due sprovveduti, almeno non io. Sono stati vittima dei bracconieri. Non faranno nulla a Vanilla, prenderanno ciò che gli serve e se ne andranno. Ma dico, hai visto la ferita sul petto di quella tigre! Non sarebbe andata lontano senza le cure adeguate.-
Vector fece un respiro profondo. Espio aveva ragione. Quei tipi davano l’idea di chi si era appena difeso da un attacco. Avevano bisogno di aiuto e nessuno meglio di Vanilla era tanto indicato.
-Troviamo quello smeraldo e andiamocene di qui al più presto.-
Disse fra i denti il coccodrillo, addentrandosi nella foresta, senza guardare negl’occhi né l’amico né i cadaveri che man mano si materializzavano davanti a lui.
Charmy era stufo di aspettare. Alzò lo sguardo, sperando per l’ennesima volta di scorgere anche solo l’ombra dei suoi amici. Bhe delle ombre le vide, ma erano tante. Poi non furono più solo ombre. Quella specie di plotone lo sorpassò, considerandolo appena. Erano feriti e provenivano dalla foresta. L’apetta fece due più due. Appena si sentì sicura volò come un razzo verso quel luogo di morte, fregandosene altamente degl’ordini del suo capo. Nemmeno se ne era accorto e già saettava tra gli alberi, incurante del dolore all’altro e all’ala.
-E’ qui!-
Espio sollevò in aria la pietra azzurra. Sembrava emanasse più luce dell’ultima volta che l’aveva vista. Vector sorrise appena. Decisamente non nel suo esuberante stile, ma ritrovare quella gemma porta iella era l’unica cosa buona accaduta in giornata. Si spaventò a morte, quasi credette di morire d’infarto quando un petulante proiettile che piagnucolava i loro nomi lo colpì in pieno facendogli fare un considerevole volo.
-Vector! Espio! Li ho visti! Pensavo… we!-
Vector si era raddrizzato ed ora stringeva il suo amico, sperando di riuscire a calmarlo. Se aveva incontrato i tipi di poco prima, allora si spiegava il motivo di tanta apprensione. -Charmy adesso calmati! Maledetta vespaccia non ti avevo detto di non entrare qui. E’ pericoloso!- Appena fatto il riepilogo degli eventi, il coccodrillo realizzò che gli aveva disobbedito, che potevano essere altri nemici tra le foglie e che lasciandolo indietro l’aveva reso vulnerabile. Non l’avrebbe fatto mai più.
-Ti abbiamo lasciato da solo. Che stupidi. Espio non dobbiamo più commettere un simile errore!-
Il camaleonte annuì, trattenendo un sorriso per quella scenetta buffa. Mise lo smeraldo nella sua borsa, poi si avvicinò all’ape e la staccò lentamente da Vector.
-Hai visto Vec? Charmy è stato così coraggioso da entrare qui solo per vedere se stavamo bene.-
Al commento del collega Charmy ritrovò improvvisamente la sua energia.
-Brutti stupidi! Mi avete fatto preoccupare un sacco! Pensavo che vi fosse successo qualcosa di brutto! Ma in tal caso li avrei stesi tutti con il mio pungiglione! Nessuno fa del male hai miei amici e resta impunito!-
L’ape era ormai partita per la tangente ed era inarrestabile. Li insultò per tutto il viaggio di ritorno, per la gioia di Espio e Vector che se la risero per tutto il tempo. Sembravano quasi essersi dimenticati dello smeraldo. Nessun momento felice poteva associarsi a quelle gemme. E quello era un momento felice.

Tails non era riuscito a schivarlo. Sullo schermo del Tornado non erano segnalati oggetti volanti in avvicinamento. Quando si accorse del missile era troppo tardi. Virò velocemente, ma un’ala fu completamente distrutta e precipitarono. L’ultima cosa che vide furono le montagne. Le avevano superate e aveva intravisto la spiaggia lontano. Lui non riusciva ad aprire gl’occhi, le palpebre erano pesanti. poi sentì delle voci, due voci, una leggermente nasale, acuta nonostante fosse maschile, l’altra più grave, più decisa e forte. Qualcuno stava gridando. Strinse gl’occhi, come se quel gesto lo aiutasse a distinguere le parole. Tails. Le voci gridavano Tails. All’inizio sembravano preoccupate, poi divennero quasi imploranti di ricevere una risposta. Tails. Questo Tails non gli rispondeva. Aspetta… Sono io Tails! Sonic! Knuckles! Quei nomi uscirono dalle sue labbra come un sussurro. Ma fu abbastanza.
Aveva sempre gli occhi chiusi, sentiva che il suo corpo che veniva spostato, le due voci farsi speranzose, più sollevate.
-Hai preso una bella botta amico.-
Disse quella più acuta, scherzosamente, ma mascherava paura.
-Non sembra che si sia ferito, non sanguina nemmeno. Probabilmente avrà battuto la testa, ma se la caverà con un bernoccolo.-
L’altra voce, quella più adulta all’apparenza, sembrava più tranquilla e più razionale. Finalmente il volpino aprì gli occhi.
-Sonic. Knuckles.-
Ancora un sussurro, ma che lo riportava più vicino alla realtà.
-Aiutami a metterlo seduto. Controllerò se ha subito traumi celebrali.-
Sonic ringraziò il cielo. Knuckles per fortuna sapeva qualcosa di primo soccorso. Guardò attentamente il rosso che visitava il suo giovane amico, cercando di memorizzare ogni gesto, per poter essere d’aiuto in futuro. Ma più cercava di concentrarsi su l’echidna, più il suo sguardo cadeva su Tails. Aveva solo otto anni, no anzi, nove, li aveva compiuti in ottobre. Era un bambino, intelligentissimo, ma comunque ancora piccolo. A volte quando lo vedeva armeggiare con il Tornado dimenticava che quello che montava missili e avvitava cannoni era così giovane. Era diventato più di un amico con il tempo, quasi un fratello minore. Più volte lo lasciava indietro, quando rischiavano seriamente la vita, ma c’erano casi, come quello, in cui sbagliava a valutare le situazioni e gli effetti li aveva sotto gl’occhi.
-Sonic.-
La voce di Knuckles lo riscosse dai suoi pensieri.
-Sì?-
L’echidna conosceva bene quello sguardo. Non voleva che Sonic commettesse l’errore che lui aveva fatto con Maya. A volte ci sono più soluzioni ad un problema, alcune meno drastiche di altre. Che proprio un testone come lui lo avesse capito prima di uno sveglio e ottimista come Sonic lo divertiva.
-Tails sta bene. Nessun danno celebrale. Ora vorrei parlarti.-
Sonic assimilò le parole dell’amico una a una. Primo: Tails stava bene, si sarebbe ripreso. Secondo: Knuckles voleva parlare con lui, probabilmente dell’incidente. Sonic sapeva già cosa voleva dirgli, cioè che avevano bisogno di Tails e non potevano rimandarlo a casa solo perché era troppo pericoloso. Ma il riccio aveva già pronta un’argomentazione di riserva con cui chiudere il discorso. Almeno così credeva, perché le successive parole di Knuckles lo spiazzarono.
-So che è difficile accettare l’aiuto di persone che vogliamo proteggere, ma allontanarle da noi non le terrà al sicuro per sempre. Prendi Tails appunto. Vorresti rispedirlo a casa, giusto? Magari per un po’ ti darà retta, ma arriverà il momento in cui penserà con la sua testa e ti aiuterà che tu lo voglia o no.-
Il rosso sospirò. Sperava davvero che Sonic capisse senza doversi mettere in gioco, ma il riccio non gli diede scelta quando rispose al suo consiglio.
-Tu non puoi capire Knuckles! Lassù, su quell’isola, da solo, non sai cosa vuol dire essere tremendamente preoccupati per qualcuno. tu hai una pietra da proteggere, non delle persone.-
Sonic si pentì di ciò che aveva detto nel momento in cui gli sembrò di vedere gl’occhi dell’echidna lucidi.
-Maya viveva con me prima di trasferirsi a est con Cedric. i miei genitori la trovarono abbandonata ai piedi dell’altare del Master Emerald e decisero di tenerla con loro. Come sai, scomparvero misteriosamente e io a dieci anni mi ritrovai a sorvegliare un oggetto che era nelle mire degl’esseri più pericolosi e meschini del pianeta. Maya è sempre rimasta con me negl’anni del mio addestramento, ma mentre mio padre, Locke, voleva che anche lei imparasse a combattere per aiutarmi nel mio compito, mia madre si oppose. Aveva fatto lo stesso anche con me, fallendo, ma con Maya ebbe la meglio. Così lei si limitava ad osservare ed io le davo giusto delle dritte di autodifesa. Quando i miei vennero a mancare noi rimanemmo soli ed io mi resi conto di non potermi più occupare di lei. All’inizio pensavo di farcela, i visitatori indesiderati erano pochi e deboli, ma presto arrivarono avversari più temibili che difficilmente riuscivo a respingere da solo. Un giorno stavano per assestarmi il colpo di grazia quando lei si mise in mezzo. Ha rischiato di morire Sonic!-
Per tutto il tempo gl’occhi di Knuckles erano rimasti fissi in quelli del riccio, come se volesse trasmettergli ogni singola emozione provata durante quel periodo della sua vita. Sonic era rimasto basito, letteralmente senza parole. Sapeva che la vita del guardiano non era stata delle più rosee, ma non immaginava tutto questo. Improvvisamente l’immagine che si era fatto di Knuckles mutò. Era più maturo di quello che sembrava, anche più comprensivo. Sonic aveva sempre pensato di conoscere la vita, ma probabilmente Knuckles ne sapeva di più e anche molto. Si sentì inferiore a qualcuno per la prima volta, anzi la seconda. Abbassò lo sguardo e quando ebbe il coraggio di rialzarlo l’echidna fissava il vuoto davanti a sé.
-Alla fine lo sconfissi, ma lei era per terra e non si muoveva. Quando si svegliò mi arrabbiai. Litigammo come non era mai successo prima. Ti risparmio i dettagli della nostra discussione, sappi solo che decise di andarsene e Cedric andò con lei per poterla tenere d’occhio. Io ero sollevato, finalmente era al sicuro. Ma ho perso il suo affetto.-
Sospirò ancora, rassegnato a quella verità. Aveva più volte sperato, sognato di riabbracciarla un giorno. Ma il pomeriggio in cui era arrivata aveva capito che non era possibile.
-Mi stai dicendo che se provo ad allontanare Tails lo perderò?-
Chiese Sonic tentennando. La morale del discorso sembrava quella, ma sentiva che nelle intenzioni dell’amico c’era il desiderio di infondergli un insegnamento più importante.
-Sto dicendo che Maya è tornata. Adesso è forte, non ha bisogno della mia protezione. Che ho tagliato ogni legame con lei per tenerla al sicuro, ma che alla fine non è servito a niente. Non fare lo stesso errore. Aiuta Tails a diventare più forte, a crescere. Proteggilo standogli vicino, non lontano.-
Quando l’echidna guardò il riccio sorrise soddisfatto. Perché nei suoi occhi verdi lesse chiaramente il messaggio che presto poterono udire le sue orecchie.
-Ho capito. Grazie Knuckles.-
Il rosso si era già voltato quando Sonic chiamò il suo nome. allora fermò il passo.
-Mi dispiace, spero che il tempo aggiusterà le cose.-
Sonic per la prima volta gli aveva parlato con rispetto. Come un bambino che finalmente si rende conto che il padre è molto più saggio di lui. L’echidna si voltò nuovamente per dirigersi verso il compagno e gli porse la mano. Sonic la fissò perplesso per un istante poi strinse. Si sorrisero e un Sonic più consapevole fece la conoscenza di un Knuckles più profondo.
Tails si svegliò. La testa gli faceva male, ma constatò che riusciva a stare in piedi. Quando alzò lo sguardo vide due figure spuntare dall’oscurità in mezzo agl’alberi.
-Finalmente ti sei svegliato! mentre tu dormivi ha fatto notte!-
Disse scherzosamente Sonic dirigendosi verso l’amico ancora rintontito dagl’ultimi avvenimenti.
-Sonic!-
Il volpino gioì nel vedere il riccio senza un graffio e tirò un sospiro di sollievo quando si accorse che Knuckles era dietro di lui, anch’egli senza ferite.
-Che cosa è successo?-
Chiese infine Tails dopo aver riordinato le idee. Ricordava il missile, ma poi?
-Un missile ci ha colpiti, poco dopo aver superato le montagne. Non sappiamo chi l’abbia lanciato, non abbiamo trovato nessuno. Hai battuto una bella zuccata, ma quello che di testate se ne intende dice che sei ok.-
L’echidna guardò il riccio di sottecchi.
-In che senso scusa?-
Chiese Knuckles a braccia conserte, già pronte a reagire all’insulto imminente. -Bhe, mi sono sempre chiesto quante volte sarai caduto dal seggiolone per ridurti così!-
il ringhio di Knuckles fu seguito dalla risata di Sonic, mentre Tails chinò il capo rassegnato. La serietà e Sonic non si sarebbero mai trovati del tutto.
-Ora riposa, domani ci aspetta una giornata lunga. Il radar funziona. Quindi io e Knuckles andremo a cercare lo smeraldo vicino alla costa. Il Tornado invece ha subito danni seri e tu dovrai rimanere qui a riparlo.-
Sonic aveva parlato velocemente, così che nessuna interruzione potesse dare spazio a ripensamenti. A Tails sembrava un buon piano, ma qualcosa non lo convinceva.
-Intendi lasciarmi da solo?-
Chiese il volpino, come se insinuasse che Sonic si era sbagliato.
-Certo! Sei grande, puoi cavartela e io mi fido di te.-
Benché il riccio tentasse di sembrare naturale le mani si muovevano a scatti e i piedi tamburellavano nervosi a terra. Tails sorrise. Questo a Sonic bastò per capire che stava facendo la cosa giusta. Knuckles li aveva osservati e si voltò dall’altra parte. Tails pensò che l’echidna trovasse momenti come quelli una sciocca e sentimentale perdita di tempo, ma il blu capì il vero motivo. Il sorriso di Tails, che racchiudeva infiniti grazie per la fiducia di Sonic e per essere stato riconosciuto come compagno e non solo come supporto, Knuckles non lo avrebbe mai ricevuto.
-Non ti preoccupare Sonic, domani mi metterò di buona lena e farò tornare il Tornado in splendida forma.-
Dopo aver ricevuto dal riccio l’immancabile occhiolino, la volpe si rimise a dormire. Dall’eccitazione pensava che ci avrebbe messo chissà quanto a prendere sonno, ma la stanchezza ebbe il sopravvento in pochi minuti.
-Io vado a cercare altra legna per il fuoco, tu fai la guardia. Quando tornerò ti darò il cambio.-
Knuckles era già in mezzo agl’alberi quando Sonic commentò le sue direttive.
-Mi hai preso per un cane da guardia?-
Certo il riccio non si sarebbe mai aspettato la risposta di Knuckles che decretò il vincitore di quel breve e divertente scontro verbale.
-Oltre alla legna cercherò anche qualche osso, contento?-

Amy aveva realizzato subito la situazione. Avrebbero avuto grossi problemi per recuperare lo smeraldo. Da soli poi erano problematici, ma insieme Shadow e Rouge erano un’arma di distruzione. Si accorsero di loro, lo sguardo assassino del riccio la lasciò senza fiato. In più il Sole stava calando, lasciando spazio alle tenebre, che rendevano il duo sotto di loro ancora più spaventoso.
-Cedri atterra!-
-Ma sei matta! Li hai visti quelli?-
Il riccio verde aveva già un piede sull’acceleratore.
-Li conosco! probabilmente staranno cercando anche loro lo smeraldo, ma è meglio parlarci prima.-
La riccia rosa vedeva già la scena. Rouge avrebbe lanciato i suoi cuori, Shadow una scossa elettrica. Sarebbero precipitati.
-Ho già visto quel riccio. Cedric atterra, non sembrava cattivo.-
Due contro uno. Maya sembrava sicura delle sue sensazioni ed Amy abbastanza spaventata. Perse lentamente quota. Notò che il pipistrello e il riccio nero si erano fermati e atterrò davanti a loro. Ma prima di scendere voleva scambiare un’ultima parola con Amy.
-Dovremo combattere?-
-Spero di no. Rouge si può battere, ma con Shadow non avremmo speranze.-
-Questo è da vedere.-
Disse Maya con tono piatto e sicuro, prima di uscire.
Quando Shadow aveva visto la guardiana sull’aereo non era tanto sorpreso, ma sentì come una stretta al petto. Non riusciva a spiegarsi cosa fosse e non voleva nemmeno scoprirlo. Quando vide anche la riccia rosa non ebbe più dubbi sul fatto che avevano la stessa metà. Rouge gli aveva suggerito di fermarsi dopo averli visti scendere di quota. L’aveva ascoltata più che per considerazione per curiosità. Cosa avrebbero fatto i loro avversari? Come si sarebbero comportati? Non aveva visto Sonic, nemmeno l’echidna e il volpino, solo un riccio verde, somigliante al suo rivale. Non li temeva, probabilmente una scarica elettrica nel palmo della sua mano li avrebbe subito fatti desistere dalla loro impresa. Rouge invece sembrava nervosa, quasi ansiosa di sapere cosa, o meglio chi, aveva sconvolto le loro vite piombando all’improvviso in scena.
-Ciao Shadow. State cercando lo smeraldo anche voi?-
Il riccio sorrise davanti ai modi diretti della ragazza.
-Sì, suppongo anche voi.-
Rouge non approvava lo svolgersi di quel discorso. Fosse stato per lei sarebbe iniziato con qualche frase lasciata a metà e delle allusioni, invece entrambe le fazioni avevano subito scoperto le loro carte. Lei era fatta così. Pensava prima di parlare, ogni cosa che faceva seguiva un percorso preciso, una strategia dove ogni pedina si muoveva dove voleva lei. più di una volta le cose le erano sfuggite di mano, scherzare con delle forze della natura come Shadow e Sonic non le aveva portato altro che guai. Peccato che non imparasse mai dai propri errori. Cedric si era portato alla destra di Maya, come una guardia del corpo pronta a intervenire. Amy invece si teneva qualche passo indietro. Controllava le mosse di Rouge, che sebbene fosse meno forte era più imprevedibile.
-Già, ma lo stiamo facendo per una giusta causa.-
L’echidna stava per proseguire ma fu interrotta dal commento sarcastico del riccio nero.
-Per salvare il mondo, forse? Immagino che ci sia un grande pericolo da affrontare e che vi servano gli smeraldi per sventare la minaccia incombente, ma io ho bisogno di risposte particolari, di garanzie e non lascerò che sia il caso a decidere se darmele o meno.-
Come da copione Shadow fece schioccare le dita e scintille gialle, cariche di corrente, cominciarono a scivolare tra le sue dita, come serpentelli intorno a dei rami. Non ottenne l’effetto sperato o almeno non del tutto. Amy indietreggiò di un passo, mentre Cedric avanzò, in posizione di combattimento. Maya non si mosse.
-Porgimi le tue domande, vedrò se posso risponderti.-
La voce della guardiana era calda e melodiosa, come quella del suo collega dagl’occhi ametista. Infondeva fiducia, era quasi ipnotica, intrisa delle migliori intenzioni. Fu per questo che Shadow non le credette. Troppa sincerità nasconde per forza delle menzogne. In più una vocina dentro di lui, un sussurro, gli diceva di non ascoltarla. Come se avesse già vissuto quell’esperienze e la sua memoria perduta tentasse di proteggerlo dal riviverla. Eppure era impossibile, perché l’unica ragazza che avesse mai conosciuto ai tempi dell’Arca era Maria. Scacciò quella sensazione, non poteva distrarsi.
-Preferisco seguire il mio programma. Sono sicuro che così otterrò ciò che desidero, mentre tu non mi offri certezze, ma solo possibilità.-
Nemmeno Maya era una persona che si apriva facilmente al prossimo, perciò comprese bene la necessità del riccio. Rouge intanto aveva fatto lo spettatore passivo, ma ormai stava per giungere il momento di agire. I due avevano chiarito che non era possibile un accordo. Ora sarebbero toccati i fatti. Eggman le aveva detto qualcosa su quella ragazza, giusto le informazioni che la collegavano alle preziose gemme che tutti bramavano. Il pipistrello sapeva che non era tutto, ma del resto non le importava. Se lei avesse avuto gli smeraldi il resto non sarebbe più rientrato nei suoi interessi.
-Insomma, fatevi da parte. La ragazzina forse non ve lo ha detto, ma non vi conviene scherzare con i grandi.-
La voce di Rouge era suadente, ma allo stesso tempo minacciosa. Cedric ricordò di averla vista in compagnia di Knuckles, perché allora adesso era contro di loro?
-Con i grandi, con i vecchi vorrai dire? Bhe io non ho mai avuto molto rispetto per gli anziani.-
Le rispose a tono Amy con un coraggio nuovo, che l’insulto di Rouge le aveva infuso.
-Pensavo fossi amica di Knuckles.-
Le parole del riccio verde bloccarono il “come ti permetti” che già era sulle labbra del pipistrello. Cedric strinse i pugni al solo pensiero che il suo migliore amico si era fidato di nuovo della persona sbagliata. La cosa non era una novità, era sempre stato un po’ ingenuo, ma sembrava così legato a quella… quell’arpia. Quando era salito su Angel Island e lo aveva rivisto dopo tanti anni quasi non lo riconosceva solo per lo sguardo. Aveva un non so che di dolce, di vergogna mista a timidezza. Sembrava… Sentimenti in associabili a quel pezzo di pietra di Knuckles. E se davvero il suo amico le aveva concesso il privilegio, l’onore di avere accesso a parti così inesplorate del suo cuore, lei non poteva prendersene gioco così facilmente. L’avrebbe pagata cara.
-Ragazzone, per me quell’echidna è solo un passatempo.-
Cedric sgranò gl’occhi e i muscoli del suo corpo fremettero. Stava per perdere il controllo, aveva una voglia senza confini di toglierle quel sorrisetto dalla faccia. Shadow si era spostato leggermente verso il pipistrello, come per proteggerla. Si rese conto dopo del suo gesto, era stato istintivo, ma nella tensione del momento nessuno l’aveva notato, nemmeno la diretta interessata, troppo occupata a sostenere due occhi rosa scuro che la stavano scarnificando. Maya era stata colta da un sentimento a lei familiare, lo stesso di quel giorno in cui si mise tra Knuckles e quel farabutto che stava per ucciderlo. Era desiderio, desiderio di proteggere. Ma quella volta lei voleva proteggere una persona cara, quindi cosa significava ciò che provava? Che dopotutto voleva ancora bene e quel testone? Non fece in tempo a rifletterci su, perché la battuta del pipistrello fu l’inizio di uno scontro sconvolgente.
-Non è colpa mia se è tanto babbeo da fidarsi di tutti. E’ fin troppo facile prendersi gioco di lui.-

Seppellirono i loro compagni caduti poco lontano, all’ombra dettata dal tramonto, di un albero di cui non conoscevano il nome. Per loro quello era un privilegio, visto la scarsità di vegetazione nel loro habitat naturale. Nulla di troppo sfarzoso. Solo quattro croci in legno con scritto sopra il nome, perché nessuno li dimenticasse, e delle pietre intorno alle fosse, a circoscrivere un suolo da quel momento sacro e inviolabile, che nessun piede avrebbe mai più calpestato. Si presero qualche minuto per delle brevi preghiere. I Mobiani non avevano religione, ma loro sapevano quali forze li avevano creati, perciò raccomandarono all’Ordine ciò che sarebbe stato dei corpi e degli spiriti dei loro caduti. Ice fu l’ultimo a finire. Cercò di trattenere la sua rabbia, lui e Nigel si sarebbero confrontati dopo aver ricevuto le dovute cure. Ma l’ira lo circondava come un’aura tangibile, chiunque lo avvicinasse avvertiva la tensione e rabbrividiva. Anche la tigre siberiana venne turbata dalle occhiate glaciali che gli rivolgeva. Non era tempo di discutere, ma era una cosa che non potevano rimandare in eterno.
Infine, nonostante qualche dissenso, i Guerrieri dell’Ordine seguirono il consiglio del camaleonte. In più Nigel aveva assolutamente bisogno di cure, la ferita stava già buttando fuori pus, ciò stava a significare che si stava infettando. Pensarono fosse più cauto non farsi notare troppo, infatti fu una lince con solo qualche graffio a chieder indicazioni una volta nei pressi della città. Poteva andarci Ice, che non aveva ferite evidenti, ma volevano dare credibilità. Se uno sconosciuto apparentemente in perfetta salute avesse chiesto dov’era il servizio di soccorso alternativo sarebbe risultato sospetto. Le persone abituate ad una vita tranquilla e abitudinaria erano scosse dalle cose più banali, che faceva nascere in loro inquietudine e insicurezza. Comunque il passante che avevano fermato non sembrò così colpito dalla presenza di un animale mai visto. Tanto meglio. Gli diede le indicazioni che gli erano state richieste e se ne andò senza troppi sguardi indiscreti. La struttura che cercavano era vicino al confine ovest della città, non ci misero molto a raggiungerla. Una volta arrivati Abel bussò alla porta. Una coniglia gli aprì ed educatamente gli chiese chi fosse e di cosa aveva bisogno.
-Noi veniamo da lontano. Io e i miei… ehm… colleghi abbiamo attraversato la foresta e abbiamo dei feriti.-
Lui stesso riportava qualche taglio non proprio superficiale.
-La foresta?! Accidenti entrate e vi daremo tutto il supporto necessario.-
La coniglia pensò che fosse normale che degli stranieri non si fossero rivolti ad un ospedale. O forse loro erano la prima struttura ospedaliera che avevano incrociato.
-Possiamo fare da soli, ci serve solo il materiale.-
Il leopardo rifiutò gentilmente quell’invito. La donna uscì fuori a vedere gli altri.
-Non riuscirete a curare da soli una ferita come quella.-
Disse sempre in tono gentile e amorevole, indicando la tigre siberiana.
-Vi prego permetteteci di aiutarvi. Almeno lui. Agl’altri darò volentieri bende, disinfettante e quant’altro servirà loro per medicarsi. Ma lei signore ha bisogno di un occhio esperto e luminoso. Si sta facendo notte, non sarete in grado di prestarvi le dovute attenzioni.-
Nigel fece un cenno d’assenso col capo. Nessuno si oppose e non perché lo aveva deciso il capo, ma perché gl’occhi castani e grandi di quella coniglia infondevano un profondo senso di pace e fiducia. lei sorrise e si incamminò verso l’interno invitando con un gesto la tigre a seguirla.
-Siete molto gentile a fornire soccorso a me e ai miei uomini. posso sapere il vostro nome, per favore.-
-Vanilla. Mi chiamo Vanilla. Mi dia del tu.-
-Anche tu Vanilla. Chiamami pure Nigel.-

La notte stava trascorrendo tranquilla. Knuckles aveva dato il cambio a Sonic, il quale si era messo a sonnecchiare vicino al fuoco. La legna che l’echidna aveva raccolto era secca, senza traccia di muschio, quindi il fuoco sfrigolava, cullando con piccoli scoppi il riccio e il volpino. Knuckles aveva notato che ogni volta che quel falò improvvisato scricchiolava, i suoi amici sorridevano. Chissà a cosa associavano quel rumore nei loro sogni. Al rosso ricordava tanto un chicco, anzi tanti chicchi di mais, che esplodendo diventavano poccorn. Rise a quel pensiero e si accorse che da quando erano precipitati non avevano mangiato niente. Si disse che non era poi così grave, ma un gorgoglio al livello del suo stomaco gli fece velocemente cambiare idea. Dovevano procurarsi del cibo, ma lui non poteva allontanarsi dai compagni addormentati, li avrebbe lasciati senza protezione e in quel bosco c’era pur sempre qualcuno che aveva lanciato un missile contro di loro. Diede uno scossone al riccio che scattò in piedi pronto al combattimento.
-Vado a cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Controlla Tails e il fuoco, che non si spenga.-
In condizioni standard Sonic lo avrebbe infamato fino allo sfinimento, ma era rimasto sotto shock a causa del brusco risveglio. Ci mise quasi un minuto, ma alla fine riuscì a maledire il rosso mentalmente e cercò di ricordarsi ciò che gli era stato detto. prese un bastone e spostò della legna ormai carbonizzata per far posto ad un grosso ceppo che prometteva di bruciare bene. Come previsto le fiamme lo avvolsero, dapprima alzandosi velocemente, per poi assestarsi pian piano.
Knuckles ricordava di aver visto dei cespugli lungo la strada, sperò che contenessero frutti, ma non si aspettava niente, di fatto erano poche le piante selvatiche che maturavano in quel periodo. Non ebbe fortuna infatti, ma il suo naso avvertì un odore pungente, tipico dei fertilizzanti naturali. lo seguì, ricordando che quella zona era probabilmente abitata. Pochi metri e oltre gli ultimi alberi scorse delle luci. Abitazioni. Secondo Tails doveva essere gente pacifica, sempre che puntare lance affilate alle spalle e alla gola si potesse considerare un atteggiamento pacifico.
Knuckles non tornava e Sonic più che preoccuparsi, si stava annoiando. poi i suoi sensi si accesero, come se avesse premuto un interruttore, quando udì il fruscio di alcuni rami secchi. Svegliò Tails e quando il volpino aprì gl’occhi gli fece segno di fare silenzio con un dito. Sonic sparì di colpo, per materializzarsi alle spalle di due lepri nascoste tra gli alberi. Con una spinta li fece uscire allo scoperto. Quella mossa portò lui e Tails ad essere circondati da vari individui, una decina, che li minacciavano con mazze e forconi.
-Ok, calma ragazzi, veniamo in pace.-
Il riccio alzò le mani in segno di resa, ma nessuno abbassò le armi.
-Fermi lì! Siete stati voi a mandarci quelle strane creature metalliche!-
L’accusa fece rimanere interdetti Sonic e Tails.
-Non negate! Volavano e voi viaggiavate su quel mostro volante!-
A muovere quelle insinuazioni era un giovane gallo, la cresta era ancora poco sviluppata. Vestiva una camicia quadrettata e dei pantaloni sgualciti, più o meno come tutti i suoi compagni.
-Sonic, credo stiano parlando di robot.-
-Già Tails. E io credo di sapere addirittura a chi appartengono.-
I loro aggressori li guardavano senza capire molto del loro discorso e si scambiavano commenti.
-Dunque sapete chi ha mandato quei diavoli di ferro?-
La domanda veniva da una voce cavernosa, alla presenza della quale tutti tacquero. Era di un toro, un esemplare mastodontico. Quelle corna avrebbero intimorito chiunque.
-Se c’era disegnata sopra una faccia baffuta sì. Sono di un vecchio pazzo che vive su Deserto. Anche noi abitiamo là.-

Grazie a tutti i lettori, lascio spazio ai commenti.
Xelfilia grazie per aver commentato tutti i capitoli. Sono contenta che la storia ti intrighi, infatti è una gioia sapere di non essere noiosa, anzi di interessare. L'ho detto e lo ripeto, scrivere dei Chaotix è la cosa più esilarante. Con loro, anche durante un combattimento, c'è sempre spazio per le battute. Sto facendo penare anche lor, ma siamo solo all'inizio.
Polly98 grazie per aver letto la mia storia. Saperti avida delle mie pagine aumenta la mia considerazione per la mia opera. Che continuo a guardare con un po' di dubbio, essendo il mio primo scritto.
Grazie atutti quelli che commenteranno e non aspettatevi il prossimo capitolo presto. Ricomincia la scuola e non so quando potrò pubblicarlo.

  
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