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Autore: CherryBomb_    04/01/2011    6 recensioni
Arianna e Ilaria, sedicenni, amiche da qualche anno. Fanno parte di quelle ragazze che sono convinte che il principe azzurro non esiste.
Arianna non ha mai avuto il ragazzo, Ilaria non lo ha da due anni e mezzo. Ormai sono abituate a questo loro stato di "zitellaggio", ma una serata diversa cambierà le loro vite. Ci saranno molti intrecci, ritorni di fiamma, non sarà tutto semplice, anche se all'inizio potrà sembrare così.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 37

Ritorno a casa 

Ary POV
Finalmente, o forse in un certo senso no, il giorno del nostro ritorno a casa era arrivato.
Gli ultimi tre giorni li avevamo passati tra saune, fanghi, maschere facciali e massaggi.
Non avevo più incontrato Edo, forse era tornato a casa o forse aveva capito di starmi alla larga. Anche se mi era dispiaciuto non averlo più rivisto.
Fede lo vedevo ogni giorno con una ragazza diversa e una domanda mi sorgeva spontanea, ma noi ragazze siamo davvero così sceme? Cioè alcune ragazze ed io non mi consideravo tra quelle.
Stavamo preparando le valigia. Di lì a poco sarebbe arrivato Simo a prenderci.
Non volevo nemmeno immaginare cosa avrebbe fatto la Ila quando lo avrebbe visto.
Volevo assistere, ma allo stesso tempo no.
Bussarono alla porta e la Ila andò ad aprire.
Non sentii niente, nessun rumore. Nessuna voce.
Che alla porta fosse un serial killer che l’avesse uccisa e che poi avrebbe ucciso me?
Mi affacciai lentamente vero il corridoio che portava alla porta.
Ed eccola lì, avvinghiata stile Koala a Simo che si baciavano.
E io che mi ero preoccupata che l’avessero uccisa.  
Tornai a mettere a posto la mia valigia.
-Ciao Ary.- mi disse Simo facendomi prendere paura.
-Ciao.- gli dissi con un po’ di fiatone a causa del piccolo spavento che avevo appena preso.
-Finito di preparare la valigia?- mi chiese la Ila raggiante.
-Se. – risposi girandomi e guardandola male.
-Perché mi guardi così?- mi chiese facendo scomparire il sorriso dalle sue labbra.
-Tu mi hai fatto preoccupare un sacco prima.- le dissi puntandole il dito contro. La mamma mi aveva insegnato che non bisogna puntare con il dito le persone, ma in quel caso serviva.
-Perché?- mi chiese leggermente impaurita la Ila.
-Non ti ho sentito parlare con nessuno quando sei andata alla porta e ho pensato che un serial killer ti avesse ucciso e che avrebbe ucciso anche me. Poi mi affaccio verso la porta e dov’eri? Avvinghiata a Simo che vi baciavate. Ma vaffanculo. Io che mi preoccupo per te, quando non c’è minimamente bisogno.- tornai a guardare la mia valigia.
Improvvisamente mi sentii abbracciare da dietro.
-Grazie per esserti preoccupata per me e scusa per averti fatto preoccupare.- mi disse la Ila dolcemente.
Non eravamo ragazze da abbracciarci, da baci sulla guancia si, ma abbracci, difficilmente accadevano.
Ma quando accadevano erano pieni di affetto e di amore.
Chiusi la valigia e Simo la prese insieme al fattorino che nel frattempo era arrivato.
Uscendo dalla stanza guardai ogni particolare, ogni dettaglio, che sarebbero rimasti nella mia memoria per sempre.
Ovviamente avevo fatto delle foto, ma non si sapeva mai cosa sarebbe potuto succedere a quelle foto. Erano decisamente meglio i ricordi.
Salimmo sull’ascensore, arrivammo alla hall. Quella favolosa hall che avevo visto per una settimana. Quanto l’avevo amata?
Uscimmo dall’hotel. Lasciandoci alle spalle l’entrata.
Percorremmo la strada al contrario rispetto a quello che avevamo fatto una settimana prima.
Era passata solo una settimana e a me era sempre di essere da una vita in quel luogo favoloso, di aver sempre vissuto in quel luogo magico.
Parcheggiata davanti all’hotel, c’era l’X5 di Simo.
Quella macchina mi avrebbe riportato alla mia vita quotidiana, alla mia famiglia, al mio stupido paesino di provincia, al fatto che non ci fosse più Edo al mio fianco.
Avevo vissuto una settimana di quasi completa fantasia. Quasi perché non era vero, la realtà era venuta a farmi visita anche in quella settimana.
In quel momento la realtà reclamava la mia presenza ed io stavo rispondendo presente. Forse non come lei avrebbe voluto, ma risposi presente.
Salimmo sulla macchina di Simo e partimmo.
Ci lasciammo alle spalle quell’hotel, quella spiaggia, quella settimana. Tutto quello che  era successo quella settimana, stava per rimanere lì.
Fui di poche parole. Non ascoltai nemmeno i discorsi della Ila e di Simo, se li stessero facendo, non sapevo nemmeno quello.
Le tre ore di ritorno furono un massacro, come quelle di andata se proprio dovevo essere sincera. C’era un’unica differenza: all’andata non avevo pensato tutto il tempo ad Edo. A quel cretino che mi aveva lasciato e che durante la MIA vacanza, non mi aveva lasciato baciare un ragazzo fantastico, anche se stronzo. Ma quelli erano solo dettagli.
Quanto lo odiavo per quello che aveva fatto? O forse dovevo ringraziarlo. Mi aveva risparmiato un errore. Ma quale errore. Lo avrei solo baciato Fede, non ci sarei mica andata a letto insieme, almeno potevo avere la conferma del fatto che Edo baciasse bene.
Ecco, si spiegava tutto. Non mi aveva lasciato andare perché aveva paura del confronto, che io preferissi baciare l’altro a lui. Temeva il confronto. Si faceva così tanto schiappa?
Peccato che non potevo davvero sapere se lui fosse una schiappa o meno, rimanevo ancora con la convinzione che lui era il miglior baciatore, soprattutto con il piercing alla lingua.
Chissà se Fede ha il piercing sulla lingua.
Cosa me ne fregasse in quel momento, non lo sapevo nemmeno io.
Ma se lo avessi baciato avrei provato a baciare uno senza il piercing e avrei potuto fare un ulteriore confronto.
A quanto pareva Edo temeva davvero parecchio il confronto.
Tre ore. Le tre ore più lunghe della mia vita, soprattutto quando l’unico pensiero è una persona in particolare. 
Quando vidi la mia via, non ero mai stata così felice di tornare a casa, anche se sarei tornata in quell’hotel molto volentieri.
Quando Simo parcheggiò la macchina, scesi un po’ troppo di corsa e mi fiondai a suonare il campanello.
Aspettando mia mamma che aprisse il cancello, stranamente chiuso, Simo arrivò con le mie valigie, seguito dalla Ila.
Mia mamma aprii il cancello ed io salii le scale due a due, per quanto mi fosse possibile, data la mia altezza.
Arrivata alla porta mia trovai davanti mia mamma e mi fiondai ad abbracciarla.
-Allora, divertita?- mi chiese staccandosi da me.
-Tantissimo.- le risposi io con un sorriso.- Dov’è papà?- le chiesi non vedendolo davanti alla tv.
-è ancora al lavoro, tesoro.- mi disse un po’ sconsolata.- Ciao ragazzi. Prego entrate pure.- disse rivolta a Simo ed alla Ila.
-Allora, che cosa mi raccontate ragazze? Vi è piaciuto il posto? Devo dedurre dal vostro colorito scuro che siete state parecchio al sole.- notò mia mamma.
Il mio colorito scuro era quanto quello di un cagnolino bianco sporco di terra, cioè il colore di una persona normale quando era inverno.
La Ila, a mio confronto, sembrava originaria del Marocco o posti simili. Era davvero abbronzata.
-Si, be. L’abbiamo un po’ preso.- disse la Ila.
Vedendola in parte a Simo, che aveva la carnagione olivastra di suo, stavano benissimo.
-Niente. noi toglieremmo il disturbo. Ho voglia di andare a casa.- disse la Ila.- Ciao. Ci vediamo. Con te, Ary, ci sentiamo.- disse la Ila avviandosi verso la porta, mentre mia mamma si era alzata per accompagnarli.
-Ciao. Ci vediamo.- disse Simo sorridendo a mia mamma e facendola arrossire violentemente.
-Ciao ragazzi.-uscirono dalla porta e mia mamma chiuse la porta dietro di loro.
-Allora? Cos’è successo? Cos’è quella faccia?- mi chiese mia mamma che probabilmente aveva già capito che c’era qualcosa che non andava.
-C’era Edo nel nostro stesso albergo.- le dissi guardandola per notare ogni cambiamento della sua espressione.
-Come scusa?- mi chiese incredula.
-Hai capito benissimo. C’era anche lui con la bionda.- dissi sbuffando.
-E..? Cos’è successo?- mi chiese curiosa.
-Niente. Cioè, niente, quella mattina che lo abbiamo incontrato, ma il pomeriggio mi stava quasi per far sfumare un uscita con un ragazzo bellissimo, ma per fortuna ho risolto tutto io dopo.- le dissi sorridendo.
-Quindi, sei uscita con un altro.- dissi mia mamma.
-Si. Era davvero bello: alto, moro, occhio ghiaccio, fisico niente male.- le descrissi Fede.
-Be, decisamente niente male.- disse lei.
-La serata stava andando bene, ci stavamo per baciare io e quel ragazzo e chi arriva a portarmi via?- adoravo fare le domande ad effetto, anche se si sapeva benissimo la risposta. Era talmente ovvia.
-Edo. – rispose mia mamma.
-Edo. –confermai.-mi ha portata via di peso. Ma dico io che cosa vuoi? Mi sono un po’ incazzata. Come se non bastasse il fatto di averlo dovuto vedere tutto il giorno, l’ho sognato tutta notte. Ma la cosa più bella è l’uscita che ha fatto il giorno dopo che mi ha rovinato l’appuntamento.- continuai a raccontare a mia mamma.
-Che uscita ha fatto?- mia mamma seguiva curiosa tutto il racconto.
-La Ila era andata a prendere il cellulare in camera ed eccolo che se ne arriva tranquillo e si sdraia sul lettino della Ila. Vede che in spiaggia c’è il tipo con cui ero uscita la sera prima e mi chiede se quello non era il mio amichetto. Abbiamo avuto una serie di scambi di battute e poi mi ha definita la sua “amica”.- conclusi io, anche se di concluso non c’era niente.
-Non può essere finita così.- mi fece notare mia mamma.
-No, non è finita. Io gli ho detto che eravamo ex e non amici, perché un’amicizia tra amici e non può esistere, che uno dei due potrebbe essere ancora innamorato o attratto dall’altro. Lui mi chiede chi di noi due sarebbe ancora attratto dall’altro, quando mi giro me lo trovo a pochi centimetri dalla mia faccia. Per fortuna in quel momento è arrivata la Ila se no, avrei sicuramente fatto una figura di merda.- dissi io.
-E cosa gli hai risposto alla sua domanda?- certo che mia mamma non perdeva una parola. Per fortuna non aprivo la bocca per niente.
-Che di certo non ero quella che era ancora attratta da lui.
-Fatto bene, anche se non è vero. Non deve sapere che sei ancora attratta da lui, lo userebbe a suo favore. Mi dispiace davvero che sia finita.- disse alzandosi dalla sedia e andando a fare qualcosa in camera.
Non sapeva nemmeno quanto dispiacesse a me.
Avrei voluto tornare insieme a lui, ma non era possibile.
Lui aveva fatto la sua scelta, io dovevo solo accettarla e farmene una ragione, anche se sarebbe stata dura.
 

 

 

 

 

Buonasera! Eccomi qua con un altro capitolo. Allora, che ne pensate?
Capitolo abbastanza tranquillino, è un capitolo di passaggio in cui non succede praticamente niente. è anche abbastanza corto, ma dovevo farlo, mi spiace =(
Ary e Ila devono tornare a casa. Ila rilassatissima, anche se le mancava il suo Simo ( infatti hanno fatto preoccupare parecchio Ary xD), ma quella che si sarebbe dovuta rilassare è tornata a casa forse più stressata di prima. Povera =( Non la compatisco.
Sono davvero di poche parole stasera ragazze, ma non c’è molto da dire di questo capitolo. xD
Ah sì, stavo pensando, di cominciare a postare due volte settimana se per voi non è un problema. Vorrei arrivare velocemente alla fine di questa storia. Mancano 13 capitoli e poi è finita. =( Mi dispiacerà un po’ abbandonare questi ragazzi. =( Eh va be, fatemi sapere che ne pensate. Ovviamente, non assicuro di postare sempre due volte (causa impegni), ma state sicure che una volta a settimana è assicurata =)
Ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate e a quelle che mi hanno aggiunto come autore preferito. Davvero grazie *_*
Alla prossima ^_^  
 
   
 
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