II. Life Is A Highway
L’ha
guardata andare via senza dire una parola, i capelli scuri che le saltellavano
con allegria sulla schiena. L’ha guardata mettere in moto e scappare verso il
futuro, con una fretta che non riuscirebbe nemmeno a descrivere. È rimasto
fermo sulla porta per due minuti buoni, indeciso sul da farsi. Poi ha guardato
la scatola, ne ha saggiato il peso, ha dato un’altra occhiata al viso
sorridente del cowboy, e si è deciso a rientrare.
Ora
Andy è nella sua vecchia stanza, che ha appena finito di arredare in un modo
più consono alla sua età: invece nella carta da parati a nuvolette bianche, un
sobrio azzurro senza stampe. E sugli scaffali, niente più romanzi d’avventura e
giocattoli rotti, ma pesanti volumi dalla copertina spessa e rigida. In un
angolo, vicino alla finestra, un tavolo da disegno. Woody approfitta di un
attimo di distrazione dell’uomo per dare una sbirciata e informare i compagni
di viaggio: “Andy è un architetto!” bisbiglia, non appena il suo sguardo
incrocia il diploma di laurea, incorniciato e lucido, esposto in bella vista.
“Sapevo
che ce l’avrebbe fatta, il ragazzo” approva Buzz, dando una pacca sulla spalla
al vecchio sceriffo, mentre continua a tenere per mano la bella cowgirl Jessie.
Jessie
è preoccupata, glielo si legge in volto. “Ragazzi, non pensate anche voi che
Bonnie avesse una voce strana, quando ha parlato con Andy?”
“Strana?
Che cosa intendi per strana?”
“Ecco,
Woody, a me sembrava che…” inizia lei, costretta ad interrompersi, perché Andy
sta per aprire la scatola.
Andy
è cambiato, tutti i giocattoli se ne accorgono. Eppure tutti riconoscono il suo
tocco: li afferra come quando aveva otto anni e doveva proteggerli dalle
insidie di Molly. Chuckles, Dolly e gli altri imparano ben presto a conoscere
la sua mano, e si abbandonano alle carezze del giovane.
“Non
riesco a credere che siano passati dodici anni. Siete come nuovi, com’è
possibile?” si stupisce, accarezzando con un dito le molle di Slinky. “Sembra
quasi che vi abbiano restaurato!”
Solleva,
per curiosità, il piede destro di Woody, e il marchio è ancora lì. A-n-d-y. Andy. È strano che la scritta
sia ancora così nitida, dopo più di vent’anni. Avvicina lo sguardo allo
stivale, e finalmente nota che la scritta è stata ripassata, evidentemente con
un pennellino molto fine. Esamina meglio il cowboy, e allora nota che uno strappo
è stato ricucito, che uno sperone è stato limato per togliere una scheggiatura…
e che il cappello è stato ridipinto. Il suo sguardo torna sulla suola dello
stivale destro del cowboy, e poi, per caso, finisce sulla suola dell’altro. B-o-n-n-i-e. Bonnie. Sorride. Non è da
escludere che sia stata Bonnie a rimettere in sesto tutti quei giocattoli.
Tutta
quella fatica per rimetterli a nuovo, e poi li ha regalati a lui. “Andy e
Bonnie” sussurra. Suona persino bene, quasi quei due nomi fossero stati fatti
per… “No, Andy” dice, ad alta voce, scuotendo la testa. Bonnie è una bambina,
lui è un uomo. E poi non hanno niente in comune, se non… l’amore per i
giocattoli. L’amore.
La
porta si apre cigolando, e un bambino di cinque anni entra incespicando. “Zio
Andy, che cosa fai?”
Andy
sorride. “Un’amica mi ha restituito dei giocattoli che le avevo regalato tanti
anni fa.”
“Non
le piacevano più?” chiede il bambino, quasi stupito dall’ipotesi che egli
stesso ha sollevato.
“No,
Chris, le piacevano. Solo che è cresciuta, e non aveva più tempo per loro”
spiega paziente lo zio Andy, mettendosi il bambino in grembo. “Io li avevo dati
a lei per la stessa ragione.”
“Posso?”
chiede timidamente il bimbo, allungando una mano verso il dinosauro Rex.
Andy
annuisce, e rimane a guardare mentre Chris si alza, esplora, sorride e si
stupisce. Per lui si spalanca un nuovo mondo, fatto di rapine al treno e viaggi
intergalattici.
“Devi
però promettermi una cosa, Chris. Promettimi che li tratterai con cura. Ci tengo
molto a loro, sono stati i miei primi amici.”
Chris
annuisce. “Zio Andy, vuoi giocare con me?”
“Ma
certo…” sorride l’uomo.
Mentre
Jessie, in groppa a Slinky, tenta di salvare la galassia dagli attacchi del
malvagio clown Chuckles, in combutta con Rex, Andy riporta alla mente una delle
ultime frasi dette da Bonnie. A tuo
figlio faranno piacere. Avverte un improvviso vuoto allo stomaco, come se
di colpo lo avessero svuotato di ogni emozione. Davvero Bonnie ha creduto che
lui… ma come, non ha visto che non è sposato? Non ha pensato che potesse essere
suo nipote?
Si
sofferma ad osservare Chris: ha gli occhi azzurri, i capelli biondi e una
sfrenata fantasia. Se Bonnie lo avesse visto giocare in giardino, non avrebbe
avuto difficoltà nel pensare che fosse figlio suo. E invece è figlio di Molly.
Dopo qualche anno trascorso nella parte opposta del Paese, Molly è tornata e si
è trasferita temporaneamente a casa della madre, mentre suo marito cerca una
casa giù in città. Chris è figlio di Molly, non di Andy. Tra l’altro, Andy non
ha mai nemmeno pensato di sposarsi: non ha mai avuto la fortuna di trovare una
ragazza che dividesse con lui le stesse passioni e gli stessi interessi. Anzi:
di solito, quando dice di amare i giocattoli, le ragazze non ci pensano due
volte, prima di fare dietrofront. Come se nei giocattoli si nascondesse il
diavolo…
C’è
solo una ragazza che non lo abbandonerebbe mai, nemmeno sapendo di questa sua
passione. Anche perché lei, di questa passione è già al corrente.
“Zio
Andy, stai bene?”
“Certo,
certo, sto bene. Su, continuiamo a giocare.”
*
Jennifer
rientra nella sua stanza felice come non mai: ha appena superato un esame molto
importante, ed è felicissima. Saltella, lancia estatici gridolini di gioia, e
quando vede la compagna di stanza distesa a corpo morto sul piumone a
fiorellini, non può fare a meno di interrompersi di colpo. “BonBon, ti senti
bene?”
Bonnie
sbuffa e biascica qualcosa che rimane imprigionato tra bocca e cuscino.
“Eh?”
Bonnie
solleva la testa. Sperava che il college le avrebbe dato una nuova vita, e
invece, due mesi dopo il suo arrivo, è già tornata ad essere BonBon. Anche se
nel BonBon di Jennifer c’è qualcosa di diverso dal BonBon di sua madre. “Mi ha
bocciata.”
“Oh,
BonBon, mi dispiace” osserva Jennifer, sedendosi sul bordo del proprio letto. “Ehi,
quello da dove sbuca?” aggiunge poi, all’improvviso, notando un nuovo disegno
sulla parete già gremita di fogli appesi.
“Oh,
quello. Quello è il motivo per cui mi
ha bocciata” osserva Bonnie, tirandosi a sedere.
“Sai,
somiglia al tuo amico. Andy” osserva Jennifer, indicando la fotografia che Bonnie
ha appeso il primo giorno. “Stai dicendo che tu hai disegnato una simile
meraviglia, e lui ti ha bocciata?”
“Non
è una meraviglia. È carino. Comunque sì, mi ha bocciata.”
“Perché?”
“Perché
dovevo disegnare una natura morta, ecco perché.”
“Oh.”
“Già.
Oh. Però c’è un lato positivo. Il professore mi ha detto che ci sarà un concorso
per una borsa di studio, e che vorrebbe che partecipassi.”
“Una
bella notizia, no?”
“Già,
ma intanto ho fallito…” si interrompe quando un cuscino le atterra in faccia. “Stai
cercando la guerra, Jenny?” risponde, sorridendo, rispedendo indietro il
cuscino.
Prima
di iniziare una battaglia all’ultima piuma con la sua migliore amica, Bonnie dà
un’ultima occhiata al disegno. Non assomiglia
a Andy. E’ Andy.