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Autore: nonjon    05/01/2011    2 recensioni
Crossover Firefly/Harry Potter. Post Serenity. Sono passati due anni da quando il segreto del pianeta Miranda è stato trasmesso in tutto l'universo nel 2518. L'equipaggio della Serenity trova un nuovo membro, ma è un po' particolare.
Genere: Generale, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: Traduzione, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Browncoat, Green Eyes
Traduzione a cura di Paradorn




* Note del traduttore. Le trovate alla fine della fanfiction.

Disclaimer: non possiedo niente; Harry Potter e gli elementi del suo universo appartengono tutti a J.K. Rowling. Firefly/Serenity e gli elementi del loro universo appartengono tutti a Joss Whedon. Io sto solo prendendo in prestito i personaggi per giocarci per un po’. Questo lavoro è finalizzato solo al divertimento, non ne ricavo nessun profitto e non ho nessun’intenzione di violare il copyright.

 

Capitolo 3 - E' un talento naturale

 

"Mal," intervenne Jayne. "Non dovremmo mettere un po' di distanza tra noi e quel problemino successo al bar... magari immediatamente?"

 

Mal si accigliò visibilmente. "Non è una cattiva idea, ma mi domando perchè non abbiamo rintracciato nessun segnale d'allarme a riguardo."

 

"Colpa mia, probabilmente," Harry ammise, ancora seduto a godersi il suo tè. “Potrei essere stato descritto da testimoni in quel bar e a un mio amico piace ritardare possibili azioni dell'Alleanza nella mia zona. E' un amico parecchio utile."

 

"Direi di sì," disse Mal con tono curioso. "E qualcosa mi dice che ulteriori domande su questo amico risulterebbero come ficcare il naso nei tuoi segreti di nuovo, non è vero?"

 

Harry sorrise. "E' solo una questione di ‘fiducia contro necessità’. Quando mi fiderò maggiormente di voi, o qualora voi aveste proprio bisogno di conoscere uno dei miei cosiddetti segreti, sarò felice di condividerli. Ma ci siamo incontrati appena qualche ora fa, e sono abbastanza sicuro che neanche voi vi fidiate completamente di me, ancora."

 

"Vero," Mal ammise sardonicamente. "Un uomo aperto e onesto è più accomodante, ma dubito che me ne potrei fidare. Allora... dove siamo diretti? Qual è il piano?"

 

"C'è un piccolo pianeta fuori dai confini chiamato Hornshoot*," Harry disse scrutando i volti dei presenti per notare segni di riconoscimento.

 

Mal annuì mentre Zoe e Jayne scambiarono un'occhiata. "Lo conosciamo."

 

"Perfetto," Harry sorrise. "Perchè devo ancora capire per quante mani sia passata quella dammata** pistola, ma ho scoperto dove è finita; da un collezionista di nome Jimmy Christmas."

 

"Dobbiamo riappropriarcene da lui?"

 

"Non esattamente," spiegò Harry. "La pistola è di sua proprietà, ma nella sua infinita saggezza l'ha data in prestito a un piccolo museo che al momento la tiene in bella mostra. La recupereremo da lì."

 

"Ha dato a un museo un oggetto rubato?" chiese Jayne guardando gli altri. "A chi non sembra una cosa un po' yu bun duh da fare?"

 

Harry fece una smorfia e si morse il labbro. "Be', Hornshoot è praticamente in mezzo al nulla, quindi forse non è molto preoccupato che lo scoprano. Oppure, suppongo sia possibile che non sappia neanche che sia un oggetto rubato. Forse pensa di aver scoperto un nuovo Lassiter e di averlo comprato in saldo o qualcosa del genere. Non saprei."

 

"Lassiter?" Inara disse entrando nella sala da pranzo. "Non l'avete già rubato? Dio se ricordo quanto tempo hai continuato a sudare freddo alla semplice vista di un incrociatore dell'Alleanza."

 

"Non sudavo," Mal piagnucolò. "Ero solo cauto."

 

Harry sorrise. "E per l'esattezza, il tizio a cui l'avete rubato è quello che mi ha chiesto di riaverlo indietro."

 

Inara guardò Harry curiosamente. "Sei sicuro che sia una cosa... saggia?"

 

Harry lanciò un'occhiata a Mal, il quale sembrava pensare la stessa cosa. "Saggia?" Il suo sorriso divenne abbagliante. "Ne dubito. Ma sarà divertente. Diciamo solo che mi piace mettere in difficoltà Durran."

 

"Durran?" chiese Inara.

 

"Durran Haymer," spiegò Mal. "Alleanza, bio-armi, abbiamo rubato la sua spazzatura su Bellerophon, etc."

 

"Non è quello sposato con tua moglie?" gli ricordò Jayne.

 

Mal imprecò a bassa voce. "Jien tah-duh guay! Quella non era mia moglie!"

 

"E' vero!" esclamò Harry mettendo insieme i pezzi di quel che sapeva. "Mel me l'aveva detto che eravate un gruppo di idioti rimbambiniti."

 

"Mel?" chiese Inara ridacchiando. "Ha detto di chiamarsi così a te?"

 

Harry sorrise divertito a Inara. "Dio no! Ma ho scoperto che quello era il nome col quale sua madre la chiamava prima che iniziasse a inventarsene di nuovi come se continuassero a passare di moda."

 

"Mel e Mal," Kaylee ghignò. "Come suona... male."

 

Mal si limitò a scuotere il capo. "Riuscirò mai a sbarazzarmi di quella donna odiosa?"

 

"Credo solo finchè morte non vi separi," Inara puntualizzò con aria compiaciuta.

 

"Non è così male," lo rassicurò Harry. "Durran non è esattamente uno che chiamerei amico, ma è una brava persona. Anche Monty è un brav'uomo. Ed entrambi hanno la loro storia personale di Yolanda e Bridget sulla cara, psicotica Mel."

 

Mal scosse di nuovo il capo.

 

"E ad essere del tutto sinceri," Harry aggiunse, "quella donna è decisamente una bella gnoccolona."

 

"E quello fa quasi dimenticare tutto il resto, non è vero?" Jayne meditò profondamente.

 

"Sei un uomo semplice, Jayne," Harry sorrise. "Forse se Mel verrà mai liberata, possiamo provare a vedere se sposerà anche te."

 

L'uomo sembrò pensare seriamente all'idea per qualche momento.

 

"A cuccia, Jayne," lo ammonì Mal. "Solo perchè l'abbiamo spuntata l'ultima volta, non vuol dire che sia un animale che possiamo mettere in gabbia. O addomesticare."

 

Harry alzò le mani davanti al petto, mimando una delle forme più famosamente lusinghiere di una donna. La sua bocca si mosse per pronunciare silenziosamente le parole 'bella gnoccolona' in direzione di Jayne.

 

L'uomo si voltò immediatamente, diretto verso la porta. "Me ne vado a letto."

 

La maggior parte dei presenti mostrava un leggero sorriso mentre lo guardava uscire.

 

"'Semplice' è uno dei modi più gentili col quale ho mai sentito descrivere Jayne," affermò Simon.

 

"Forza," Mal fece un cenno ad Harry. "Andiamo a programmare il piano d'azione e a correggere la rotta verso Hornshoot. Entreremo nei dettagli della missione una volta in viaggio."

 

Harry ringraziò nuovamente Inara per il tè e la baciò sulla guancia, guadagnandosi numerosi sguardi sorpresi dall'equipaggio e uno curioso da Mal. Poi seguì doverosamente il Capitano.

 

"Questo qui è il cervello di questa bellezza," disse Mal una volta arrivati sul ponte.

 

Harry lanciò un'occhiata intorno e vide River guardarlo torvo dal sedile di pilotaggio. "Da quanto tempo è con voi?"

 

Mal osservò Harry curiosamente e il giovane immediatamente aggiunse, "Serenity, intendo."

 

Dopo un attimo d'esitazione, Mal iniziò a parlare con affetto evidente sul volto. "Vediamo… è con me da... circa otto anni ormai."

 

Harry guardò con attenzione l'uomo e vide con che sentimenti ne parlava. "E' davvero importante per lei, non è vero?"

 

Mal si limitò a fissare Harry per un minuto prima di annuire. Vide anche l'occhiata gelida che River stava riservando al giovane. "Tutto okay, mei-mei***?"

 

"Perchè sei così ching-wah tsao duh liou mahng?" la ragazza domandò ad Harry tranquillamente.

 

Il nuovo pilota si voltò verso Mal e disse, "Ora, lo conosco a malapena il cinese io, ma sono abbastanza sicuro che quello non era un complimento."

 

Mal sorrise di gusto. "Su questo hai ragione."

 

"Dovrei offendermi?" Harry chiese cercando di ignorare l'occhiataccia maligna di River.

 

Il sorriso di Mal divenne un ghigno compiaciuto. "Non sembri il tipo da offendersi facilmente."

 

"Questo è vero," ammise Harry. "Allora... come la faremo funzionare questa cosa? Prima mi hai presentato River, qui, come il co-pilota. Mi limito a chiederle gentilmente di portarci a Hornshoot? O mi conviene lasciare un sentiero di pancetta a cubetti per cercare di attirarla lontano dalla cabina di pilotaggio?"

 

"Pancetta a cubetti?"

 

Harry alzò le spalle. "Non ho portato nessun dolcetto con me."

 

Mal si chiese brevemente se ciò significava che Harry davvero avesse portato pancetta a cubetti con sé, ma decise di non domandare. "River," disse invece, "Pensi di poter lavorare con quello zombie non-morto laggiù?"

 

La ragazza sbuffò prima di alzarsi e superarli, pestando nel frattempo il piede di Harry, già che c'era. "Me ne vado a letto."

 

Harry alzò le spalle di nuovo e si sedette sul sedile. Iniziò ad armeggiare con più o meno tutte le leve e manopole a portata di mano, prestando ben poca attenzione al silenzioso controllo del Capitano.

 

"Hai molta esperienza nel pilotare le Firefly? A parte l'addestramento in accademia, intendo," chiese Mal notando quanto a suo agio sembrasse Harry.

 

Il giovane continuò ad accendere e spegnere spie finchè non sembrò soddisfatto. "No. Questa è la prima volta che salgo su una di queste. E per quanto riguarda l'accademia..." Harry ridacchiò tra sè e sè. "Be', diciamo solo che le uniche lezioni di volto che ho ricevuto, lei non le considererebbe molto utili." Harry si bloccò un attimo e alzò gli occhi su Mal. "La cosa non rappresenta un problema, vero?"

 

Il Capitano della Serenity si limitò a fissare Harry, incerto. "Non eri mai salito su una Firefly?"

 

L'altro scosse la testa. "In un certo senso, si potrebbe dire che ho vissuto in una caverna fino a un paio di anni fa."

 

Mal mantenne il suo sguardo attento su Harry finchè questi non sembrò soddisfatto dal suo armeggiare ed iniziò a pilotare a poco meno della massima potenza. "Come fai a sapere come farci volare se non sei mai stato su una Firefly prima d'ora?"

 

Harry spostò gli occhi su Mal. "Sono un talento naturale quando si tratta di volare."

 

Il Capitano lo guardò sospettoso.

 

Il ragazzo vide il dubbio palese sul viso dell'altro e spiegò, "Per tutte le cose legate al volo, è come se le conoscessi istintivamente. Pensi a Kaylee per esempio. A come sappia il modo di mantenere la Serenity in cielo. Anche lei è un talento naturale nel suo campo, ci scommetto."

 

"Come fai a sapere che Kaylee è il nostro meccanico? Nessuno l'ha menzionato."

 

Harry sorrise. "Be', prima di tutto, ho avuto una conversazione con Inara mentre lei, Capitano, non era presente, ma è vero che non ci siamo scambiati opinioni sull'equipaggio in quel caso. Seconda cosa invece... che altro poteva fare? La ragazza profuma di olio caldo, e non è lo stesso tipo di olio del quale potrebbe profumare Inara ogni tanto."

 

Mal spostò lo sguardo sullo spazio vuoto e vide che stavano viaggiando parecchio velocemente. "Almeno lo sai dove stai andando?"

 

Harry annuì. "Hornshoot."

 

"Sai dove si trova?"

 

Harry indicò dritto davanti a sè. "E' da quella parte."

 

"Vuoi dirmi che sai cosa c'è da quella parte?"

 

"In realtà," ammise il giovane, "no. Ma è a questo che servono i sensori di prossimità, no?"

 

Mal sospirò. "Non mi stai esattamente impressionando al momento, Harry. E il tuo co-pilota sembra odiarti quanto si odia una malattia, con un'intensità che non avevo mai visto il lei prima d'ora."

 

"Be'," suggerì Harry, "potrei andare a cercare un campo di asteroidi per impressionarla con le mie manovre, ma non credo che le importerebbero le mie abilità di navigatore a quel punto. E per quanto riguarda River..." Harry strizzò l'occhio. "Entro la fine di questo lavoretto, quella ragazza non potrà stare lontana da me."

 

Mal guardò Harry dubbiosamente mentre River salì come una furia sul ponte. "Che go se hai detto?" strillò ad indirizzo di Harry.

 

Il giovane annuì al Capitano. "Visto?"

 

Mal guardò River e vide che era infuriata. Vide anche che l’atteggiamento allegro di Harry non era diminuito per niente. “Lo sai, Harry, stai pilotando verso qualche livido al momento. Potresti voler lavorare sulle tue capacità interpersonali per quanto riguarda Miss Tam.”

 

Harry si limitò a sorridere al Capitano. “Penso che riusciremo ad appianare le nostre divergenze.”

 

Mal ascoltò le sue parole e poi lo osservò mentre si voltava dando le spalle a River. A quel punto pensò si fosse trattato di un inganno della luce, ma avrebbe potuto giurare che gli occhi di Harry avessero luccicato in direzione della ragazza. Fu distratto dalla sua osservazione dall’esclamazione di sorpresa di River, che intanto fece un passo indietro. “Sei una strega!”

 

Il giovane per un momento sembrò sorpreso e mostrò al Capitano un’emozione genuina che non aveva ancora manifestato sul suo viso. Durò solo un secondo prima che il sorriso tornasse prontamente. “Ci sei quasi, ma no.” Si voltò verso Mal e chiese, “C’è una cabina dove posso sistemare le mie cose? Dovrei anche chiamare un amico e fargli sapere dove sto andando prima di oltrepassare l’area delle comunicazioni.”

 

L’uomo rimase in piedi, immobile, cercando di mostrare ad Harry quello sguardo di muta determinazione che solo i Capitani hanno il permesso di mostrare. Dopo un silenzio carico di tensione, Mal sorrise e gli diede una pacca sulla spalla. “Ma certo. Seguimi. River, puoi tenere d’occhio la situazione sul ponte?”

 

“Oh,” intervenne Harry. “Se lo preferisce, Capitano. Ma passeranno due ore prima di dover anche solo pensare ad un cambio di rotta.”

 

Mal si bloccò e pose la domanda che aveva intenzione di porre da un po’. “Sei anche tu un telepatico per caso, o come cavolo li vuoi chiamare?”

 

Harry esitò ma decise di rispondere. “No, non lo sono, ma posso esserlo se lei vuole. E’ solo che la trovo una cosa un po’ scortese quella di leggere negli altri senza il permesso.”

 

“Non potresti insegnare a River a controllare questo potere?” Mal chiese speranzoso.

 

La rabbia negli occhi della ragazza sembrò trasformarsi in strabuzzata curiosità.

 

Il giovane si prese il suo tempo prima di rispondere e poi annuì. “Sì, credo di poterlo fare. Ma non prima di un po’ di tempo.”

 

Il Capitano Reynolds vide l’ombra di un sorriso sul volto di River ed Harry aggiunse un po’ riluttante, “Anche qualora dovesse averne il controllo però, penso che le rimarrebbero problemi più grossi.”

 

“Perché non puoi insegnarglielo subito?” Mal chiese.

 

Harry si voltò verso River e sorrise tristemente.

 

La ragazza sbuffò e scalpitò via di nuovo. “Ti odio lo stesso.”

 

Il giovane la indicò mentre spariva. “Ecco perché non subito. La cosa richiede una completa fiducia da parte sua. E credo di dover lavorare un po’ prima di guadagnarmela.”

 

“A quante persone hai già insegnato a controllare il loro potere di telepatici prima d’ora?”

 

Harry scosse la testa. “Non ci ho mai provato. Ma con River, sono piuttosto sicuro che ci riuscirei. La ragazza ha fegato.”

 

“Ma quanti anni hai?” Mal chiese accorgendosi di cominciare a sentirsi più giovane del suo nuovo pilota.

 

Harry scosse il capo. “Questa è una risposta che se anche fossi disposto a darle, lei non sarebbe pronto a sentire.”

 

Mal alzò gli occhi al cielo e scosse la testa cominciando intanto a guidare Harry verso la cabina che avrebbe dotuto occupare. “Quella non era una risposta inquietante. No, proprio per niente.”

 

Harry si limitò a seguire il suo Capitano in silenzio, portandosi dietro il suo piccolo bagaglio con un sorriso.

 

 

 

 

“Ce ne hai messo di tempo,” Mal disse dalla tavola da pranzo, buttando via le carte da gioco e facendo capire a Kaylee che era arrivato il suo turno.

 

“Un pochino,” Harry ammise. “Mi scusi, ma mentre parlavo col mio amico sono entrato in possesso di alcune informazioni interessanti.”

 

“Ah sì?” Mal chiese mentre teneva d’occhio Jayne per assicurarsi che non barasse.

 

Il nuovo pilota annuì. “Già. E riguardano voi.” Detto questo, Harry si voltò e saltellò aggraziatamente via verso il ponte.

 

Mal e Zoe si scambiarono uno sguardo strabuzzato di preoccupazione. L’uomo poi gettò le sue carte sul tavolo e corse dietro al ragazzo, imprecando tra sé e sé, “Ai ya, women wanle.”

 

“Fermo lì!” il Capitano urlò avendo finalmente raggiunto Harry.

 

Il nuovo pilota si voltò e vide che la pistola di Mal era puntata esattamente in direzione del suo petto. Si limitò a sollevare un sopracciglio, senza mostrare alcun segno di preoccupazione. “Qualcosa non va, Capitano?”

 

“Che cosa cavolo pensi di fare?” Mal ringhiò, il suo sguardo adirato fisso su Harry.

 

Il giovane si voltò completamente così da fronteggiare completamente l’altro. “Stavo per cambiare rotta visto che i sensori di prossimità daranno l’allarme entro i prossimi tre secondi.”

 

Mal era a malapena riuscito a elaborare quella nozione quando le sirene dei livelli inferiori iniziarono a ululare. L’uomo indicò con la pistola il ponte. “Va’.”

 

Harry girò sui tacchi e continuò la sua marcia verso i comandi, spiegando nel frattempo la situazione a voce molto alta per superare il frastuono delle sirene. “Una volta che avrò finito di aggirare qualunque cosa stia causando questo macello, stavo pensando che potrei prendere Zoe e Jayne e ideare il modo di portare avanti il lavoretto al museo. Presumo siano loro i membri dell’equipaggio che di solito scendono a terra con lei, Capitano. Ma se lei dovesse volerne altri è liberissimo di farlo.”

 

Mal stava cominciando a sentirsi irritato di fronte alla noncuranza di Harry.

 

“Una delle cose che ho ricevuto durante la mia chiacchierata col mio amico è stato il set completo di documenti, cartine e manuali di procedure operative dell’Alleanza riguardanti il museo,” Harry spiegò semplicemente. “Il lavoretto dovrebbe essere una passeggiata.”

 

“Hai ottenuto tutte quelle informazioni?” Mal chiese impressionato.

 

Harry annuì. “Già, ma sono anche riuscito a sentire una storia parecchio personale del mio amico, in aggiunta a quel paio di cosette su questo equipaggio.”

 

“E questa potrebbe essere la ragione per cui hai una pistola puntata alla schiena,” il Capitano Reynolds rispose al di sopra degli allarmi. “Ti dispiacerebbe condividere che cosa esattamente hai scoperto e che cosa hai in mente di fare con quelle informazioni?”

 

I due arrivarono al ponte di comando prima che Harry potè rispondere e Mal immediatamente vide che la sua nave stava volando dritta dritta verso numerose e imponenti ondate di rocce. “Gos se!” imprecò.

 

Harry si limitò ad accomodarsi con calma sul suo sedile e a sollevare due levette di fronte a sé finchè la Serenity non decelerò tanto significativamente quanto dolcemente. Continuò poi abbassando al massimo la cloche e guidandoli tutti attraverso una strettoia tra gli enormi asteroidi diretti verso di loro. Harry evitò agilmente le rocce più vicine e si tenne a distanza di sicurezza dal resto della prima ondata.

 

La pistola di Mal non era più puntata contro Harry, e l’uomo si sedette con cautela, ancora un po’ intontito per il grosso rischio che avevano appena corso. Il suo nuovo pilota schiacciò un altro pulsante per far smettere agli allarmi di suonare, prima di chinarsi verso gli autoparlanti ed attivarli. “Ci scusiamo per l’inconveniente, signori, e so quanto possano essere fastidiose quelle sirene. Non corriamo alcun pericolo, ma potrebbe essere consigliabile sedersi e stare calmi per i prossimi minuti. Capitano, perché non dice ‘ciao’ alle truppe, così che non pensino che l’abbia uccisa?”

 

Mal non era propriamente pronto ad essere piazzato sotto i riflettori e si fece scappare un “Ciao!” in una voce un’ottava sopra il normale. Si accorse a malapena di ciò considerato che il suo cuore stava ancora battendo all’impazzata per la quasi-collisione. Mentre l’ondata seguente si avvicinava, l’uomo notò che Harry non stava cercando affatto di girare a largo per sperare di evitare una delle prossime ondate, ma invece si limitava a fissare dritto davanti a sé, non muovendosi e non muovendo niente minimamente. Poi lo vide sbattere le palpebre mentre il suo corpo si rilassava leggermente e si voltava verso di lui, seduto nel sedile accanto.

 

Il ragazzo adesso fronteggiava completamente Mal e non stava neanche tenendo d’occhio le rocce in avvicinamento. Invece, si assicurò che i suoi occhi incontrassero quelli del Capitano e spiegò, “Quello che ho scoperto sono solo ulteriori esempi riguardanti il suo carattere e quello del suo equipaggio. Perché è saltato fuori che questo mio amico sa chi siete e parla davvero bene di voi.”

 

L’attenzione di Mal rimase divisa tra gli asteroidi in rotta di collisione e il trucchetto no-look**** del giovane.

 

Senza neanche un’occhiata, la mano destra di Harry afferrò la cloche e fece virare la Serenità abbastanza da evitare la prima roccia. Il ragazzo mantenne lo sguardo fisso sul Capitano mentre continuava a destreggiarsi tra le decine di asteroidi. Quando vide di avere la totale attenzione di Mal addosso, continuò. “Dopo aver sentito la sua storia, e dopo aver analizzato le mie prime impressioni, ho capito di voler far parte di questo equipaggio,” proseguì Harry, manovrando con calma la nave tra i pericolosi asteroidi giganti.

 

“E questo tuo amico…” Mal chiese guardando di nuovo di fronte a sé e ogni tanto ad Harry. “Ha un nome?”

 

Il ragazzo annuì tristemente. “Sì,” spiegò. “Ma mi dispiace dire che non posso divulgare questa informazione, non ancora almeno. Questo è uno di quei grossi segreti che sono disposto a condividere con i miei compagni, ma se c’è ancora la possibilità di ricevere un bel calcio in culo dopo questo lavoretto, allora non è esattamente mia intenzione rivelarlo. Quindi posticipiamo questa cosa a dopo che avrete votato riguardo la mia presenza. E quando mi avrete preso,” Harry affermo con certezza dando uno strattone alla cloche per evitare una roccia che si era fatta un po’ troppo vicina per i suoi gusti, “vi… concederò un po’ della mia fiducia così che potremo ideare modi migliori per sfruttare quello che posso mettere in campo, cosa che potrebbe anche cambiare il modo in cui lavoriamo.”

 

Mal rimase per un po’ a fissare dritto di fronte a sé, mentre gli ultimi asteroidi passavano loro accanto a una distanza più accettabile. Poi voltò lentamente la testa e chiese, “Sei davvero così sicuro di voler lavorare con noi?”

 

Harry staccò le mani dalla cloche e incrociò le braccia sul petto, annuendo. “Quando mi metto in testa una cosa, posso essere parecchio cocciuto.”

 

“E’ praticamente tutto coccio là dentro, vero?” suggerì Mal con un sorriso.

 

“Esatto,” si disse d’accordo Harry, forse un po’ troppo in fretta. “Aspetti… cosa?”

 

 

 

“Vuole tutti presenti per questa cosa, Capitano?” Harry chiese una volta tornato in cucina con il suo strumento di comunicazione specializzato.

 

“Certo, perché no? Non ci sono segreti tra noi su questa nave,” Mal rispose sfacciatamente.

 

Harry notò la punta di sarcasmo nella voce dell’uomo. “Capisco e la cosa mi andrebbe anche bene, ma devono per forza guardarmi tutti a quel modo?”

 

Mal lanciò uno sguardo al suo equipaggio e notò che il loro interesse non era propriamente nascosto. “Oh, non badare a loro. Hanno quelle facce quando si avvicina l’ora di pranzo.”

 

Il giovane vide che nessuno smise di fissarlo dopo quelle parole e solo Kaylee annuì. “Comunque… dalle informazioni che ho ricevuto, posso dire di aver bisogno di solo un’altra persona a terra con me. E dovremmo finire la cosa in meno di un paio di minuti.”

 

“Quindi hai già stabilito che scenderai a terra,” Mal disse, in tono di affermazione e non domanda.

 

Harry esitò un momento prima di decidersi. “Sì. Questo è il mio lavoretto, lavoretto che sto proponendo anche a voi. Non è un ammutinamento da parte del pilota nei confronti del suo Capitano. Io voglio quel libro, quindi voglio scendere a terra nel caso la situazione si faccia… problematica.”

 

“Problematica,” ripetè Jayne ed Harry annuì.

 

“Ho sentito un gran numero di storie da Monty e da altri. Mi pare che Fanty mi abbia detto che voi avete il brutto vizio di rendere difficili delle cosine facili.”

 

“Mah, io non arriverei a dire-“ Mal intervenne in difesa di sé stesso e del suo equipaggio e si voltò verso il suo primo ufficiale come in certa di supporto.

 

Ma sul volto di Zoe trovò solo incredulità. “Signore?”

 

“Okay,” Mal ammise eventualmente, annuendo. “Forse, è possibile, che qualche volta sia... capitato che le cose… si siano fatte… problematiche.”

 

“Quindi, sì,” Harri ribadì. “Io scendo a terra. Un’altra persona è tutto quello di cui ho bisogno, ma se lei, Capitano, ne vuole di più, e se il numero è ragionevole, per me va bene quello che vuole lei.”

 

“Qual è il piano?”

 

“Il piano è…” Harry sistemò meglio il suo strumento di comunicazione sul tavolo e schiacciò un bottone. Una mappa tridimensionale del museo venne proiettata verso l’alto in una luce trasparente ma brillante. L’immagine ruotava lentamente. “Il piano prevede di andare a mezzogiorno. Qualcuno dovrebbe entrare e aspettare, mentre io metto fuori gioco l’unica videocamera presente all’esterno. La persona all'interno attiverà immediatamente l’allarme anti-incendio, facendo così evacuare il museo. A quel punto, mi intrufolerò dentro mentre tutti se la svigneranno fuori, e metterò a nanna le due guardie. E il mio complice rimasto dentro dovrà solo controllare l’ingresso per me.”

 

“Perché mezzogiorno?” Zoe chiese seccamente.

 

“Perché i controlli sono molto più stretti la notte, mentre durante il giorno la principale difesa del Lassiter è la teca rinforzata dentro la quale è sistemato. Niente di più.”

 

“E tu puoi superare quella teca?” volle sapere Mal.

 

Harry iniziò ad annuire, poi si fermò e scosse la testa. “Sì, be’… forse. Ma se dovesse risultare difficile, prenderò semplicemente la teca con tutto quello che c’è dentro.”

 

“Questo è…” Simon alzò gli occhi verso Harry con uno sguardo circospetto dopo aver ispezionato il marchingegno tecnologico che stava proiettando l’ologramma da sopra il tavolo. “E’ un hardware decisamente impressionante quello che hai lì.”

 

Il giovane annuì. “Già. E’ la prima cosa che ho preso in prestito permanentemente dall’Alleanza, per dirla tutta. E’ davvero utile.”

 

“Che cos’è?” chiese Simon, non riconoscendo il marchio di fabbrica.

 

“E’ un pezzo unico, fatto artigianalmente da un uomo ora morto, e del quale l’Alleanza ha sequestrato tutti i beni personali e non, compreso questo tra molte altre cose,” spiegò Harry. “Solo un giocattolino che sarebbe completamente inutile nelle mani dell’Alleanza.”

 

“Sono qualcosina di più di un giocattolino, Harry,” ribattè lo strumento, facendo sussultare dalla sorpresa Simon.

 

“Zitto tu,” Harry disse aspramente, parlando direttamente all’unità comunicativa. “Ricordati quello che abbiamo stabilito o ti spengo.”

 

La proiezione olografica smise di ruotare e rimase semplicemente ferma per un momento, prima di rispondere con tono petulante. “E va bene.”

 

Harry annuì trionfante.

 

Mal guardò strano il giovane, cercando intanto di ricordare dove aveva già sentito la voce familiare del comunicatore. “Bravo. Fai vedere a quel… a quello strano coso metallico chi comanda.”

 

“Sìssignore.” Harry annuì, abbastanza sicuro che l’altro lo stesse prendendo in giro.

 

“Chi volevi con te a terra?” il Capitano Reynolds chiese eventualmente.

 

Il ragazzo scrollò le spalle. “Ho pensato lo potesse decidere lei. Io ne vorrei solo uno, ma se lei ne vuole una mezza dozzina è una sua scelta.”

 

Mal si guardò intorno. “Kaylee, tu starai qui per tenere River concentrata e Simon fuori dai guai.”

 

“Ehi!” protestò il dottore.

 

“Joey, Zane,” Mal continuò. “Noi andremo con Harry.”

 

“Signore?”

 

“Quello che ho detto suonava strano, non è vero?”

 

“Suonava come due nomi maschili,” River disse criticamente.

 

“Ehi!” protestò Jayne, anche se probabilmente neanche era sicuro del perché si fosse offeso.

 

Harry ci pensò su per un momento prima di parlare. “Be’, la cosa avrebbe un senso se io diventassi Mary e lei Hal.”

 

“Hal,” Inara ripetè con una risatina. “Quello sì che è il nome di qualcuno con un caso grave di calvizie precoce.”

 

“Dannata Mary*****,” mugolò River.

 

“Ad ogni modo,” Harry disse a voce molto alta, mettendo fine ai vari tentativi dei suoi compagni di far arrabbiare un altro qualsiasi dei presenti. “Il piano è di voltare i tacchi e dirigerci verso Bellerophon non appena metteremo le mani sulla pistola. Quindi se qualcuno di voi vuole fare una visita guidata di Hornshoot o roba del genere, deve farla prima di tutta questa faccenda di furti e crimini.”

 

Mal scosse la testa. “Nessuno di noi ha intenzione di fare shopping. Noi quattro saremo i soli a scendere dalla nave, e lo faremo solo per completare il lavoretto. Subito dopo ce la filiamo.”

 

“Per me va bene,” si disse d’accordo Harry. “Mi sa che volete sparlare un po’ di me adesso, quindi credo che me ne andrò a controllare che non ci siano altri campi di asteroidi nelle vicinanze.” Il ragazzo chiuse la sua unità comunicativa specializzata e se la portò con sé sul ponte di comando.

 

Ancora una volta, l’equipaggio si limitò a osservare Harry saltellare agevolmente verso la cabina di pilotaggio.

 

Mal lo guardò sparire, incerto su cosa pensare del giovane.

 

“Capitano?” Zoe chiese. “Crede che sia prudente che sia lui direttamente a occuparsi di questo lavoretto?”

 

Mal osservò il suo primo ufficiale per un lungo instante. “Be’…” Ci pensò su ancora un po’ e poi finalmente rispose. “Credo che Kaylee, Simon e River saranno al sicuro.”

 

Jayne si limitò a sollevare curiosamente un sopracciglio e decise di considerare la frase con il significato di ‘portare granate’.

 

“O forse, solo Kaylee e Simon,” Mal si corresse.

 

“La sua fiducia e sicurezza sono impressionanti, Signore,” Zoe disse blandamente.

 

Mal alzò le spalle. “Per quanto ne sappiamo, questo tizio potrebbe semplicemente essere un pallone gonfiato. Nessuno di noi riesce a farsi un’opinione chiara su di lui, o almeno una che lui stesso non ci stia praticamente imboccando. Potrebbe benissimo bloccarsi dalla paura alla prima complicazione.”

 

“Problematica credo sia la parola che stava cercando,” suggerì Simon.

 

Inara si morse il labbro e decise di dire la sua. “Non credo succederà. In effetti, lo status di stella d’oro ce l’ha veramente, e non mi è vietato dirvi che quella è una lista che comprende solo tre persone nell’intero universo. Non è una cosa che si assegna facilmente.”

 

Jayne sorrise e sembrò fantasticare intensamente.

 

Inara se ne accorse e immediatamente puntualizzò. “E non è assegnato per le ragioni a cui stai pensando tu, quindi fai fluire di nuovo il sangue al cervello.”

 

“Forse non è vero, ma posso sempre pensare che lo sia,” disse Jayne chiudendo gli occhi, mentre il suo sorriso si allargava e la sua testa iniziava ad annuire.

 

“Potresti non farlo qua in sala da pranzo? Ci mangiamo qui,” Simon obiettò con un’espressione disgustata.

 

“Di che parli? Di pensare?” volle essere sicuro Jayne.

 

Il dottore annuì.

 

“Ti rendi conto che chiedermi di non pensare a quello mi fa pensare a te?” disse l’altro. “E ora a tua sorella. E ora a Kaylee. E ora a Kaylee insieme a tua sorella. E ora… ehi! Dove state andando tutti quanti?”

 

 

 

"Siamo arrivati," Harry anunciò semplicemente, facendo atterrare dolcemente la Serenity vicino a un gruppo di alberi nel bel mezzo del nulla.

 

Mal era già equipaggiato di tutto quello che poteva servirgli ed era andato a sedersi accanto al suo pilota in prova. "Sei pronto?"

 

Il giovane si alzò e stiracchiò schiena e braccia. Scrocchiò il collo e annuì. "Sarà una passeggiata."

 

"Faresti meglio a prendere la tua pistola," ordinò il Capitano, "se hai intenzione di scendere a terra con noi."

 

"Non ho mai avuto una pistola e non mi interessa averla," Harry spiegò.

 

"Non era un suggerimento," iniziò Mal, ma fu interrotto ben presto dal ragazzo al suo fianco.

 

"Un momento, Capitano," Harry lo bloccò, alzando la mano. "Non ho una pistola, ma ho un altro paio di segreti. E in questo caso ne ho uno riguardante un'arma a impulsi ad alta tecnologia che porto sempre con me. Perciò non si sorprenda qualora vedesse lampi di luce di colori diversi. C'è tutto lo spettro di colori a dirla tutta, ognuno per un effetto diverso."

 

La bocca di Mal si sarebbe aperta per la sorpresa, se non fosse che l'uomo stava facendo del suo meglio per nascondere le sue emozioni. "Tu... hai un'arma a impulsi ad alta teconologia?"

 

Per un momento, il ragazzo giocò con l’idea di vantarsi un po’, ma riuscì a resistere alla tentazione. "Esattamente, Capitano. Ma non funzionerà per nessuno tranne che per me, e passerà ancora un po' prima che possa condividere questo particolare segreto con voi. Ma se dovessi usarla oggi, probabilmente la attiverei in modo da stordire il bersaglio, e in quel caso, la luce sarebbe rossa."

 

Per un momento Mal considerò questa nuova informazione e quello che poteva rappresentare, e cioè la possibilità per Jayne di prendersi una bella cotta gay. "Okay," disse debolmente.

 

"Ma se non le dispiace..." Harry guardò l'uomo dritto negli occhi. "Preferirei che tenesse questa cosa per sè. Soprattutto qualora non dovesse essere necessario usare l'arma davanti agli altri e quindi spiegarla."

 

L'uomo si limitò a sollevare un sopracciglio.

 

"Volevo che lei lo sapesse, sia perchè glielo avrei detto ugualmente in quanto mio Capitano," spiegò il giovane, "che perchè volevo sapesse che sono armato e in grado di badare a me stesso."

 

Mal sembrò considerare la cosa prima di annuire. "Okay."

 

I due si unirono presto a Zoe e Jayne, che nel frattempo avevano preparato la mula.

 

"Quanto ci vuole per arrivare al museo?" Mal chiese dopo un po'.

 

"Più o meno cinque minuti," rispose Harry e l'uomo annuì.

 

"Bene. River, porta su la Serenity tra venticinque minuti e nascondila se pensi ci sia pericolo." Il Capitano si voltò verso Inara, Kaylee e Simon. "Voi altri, assicuratevi solo che se lo ricordi."

 

Detto questo, i quattro montarono sulla mula e partirono. Mal e Zoe avevano già quella che chiamavano la loro 'faccia d'affari' in bella vista, mentre Harry e Jayne stavano entrambi sorridendo eccitati... e cercando di nasconderlo.

 

Quindici minuti dopo, Harry aveva già spiegato a Jayne dove fosse l'allarme anti-incendio, dicendogli di aspettare che la telecamera saltasse prima di spaccare il vetro protettivo anche con il semplice gomito.

 

Zoe e Mal aspettarono dietro l'angolo fuori dal piccolo museo, entrambi con in mano la pistola, ma solo precauzionalmente e nascoste nella tasca della giacca. Jayne entrò con nonchalance nel museo, guardandosi attorno solo brevemente, e dirigendosi direttamente verso la sua posizione designata. Harry lo osservò dalla finestra finchè non fu appostato correttamente. Poi prese una pietra di discrete dimensioni da terra e lanciò alcuni incantesimi su di essa e sul suo stesso braccio. Si assicurò che non ci fosse nessuno nelle vicinanze e infilò semplicemente la mano nella porta socchiusa. Lanciando la pietra direttamente verso l'unica videocamera di sicurezza, riuscì a colpirla, e questa esplose in una pioggia di scintille e vetri rotti. Passò un secondo e l'allarme anti-incendio aveva già iniziato a suonare e Jayne si stava facendo strada per la folla accalcatasi.

 

In piedi vicino alla porta d'ingresso, Harry, Zoe e Mal rimasero ad aspettare che i visitatori uscissero.

 

Decidendo che era finalmente arrivato il momento giusto, il giovane si voltò verso gli altri, sorrise tranquillamente e dichiarò...

 

"Seguitemi."

 

 

 

Note del traduttore

 

* Un pianeta di invenzione dell’autore. L’ho lasciato in originale ovviamente.

 

** In originale “gorram”, neologismo della serie Firefly da tradurre con “dannato/a” o, adattato, “dammato/a”.

 

*** E’ mandarino e vuol dire “sorellina”, da intendere più che altro come “piccolina”.

 

**** L’ho lasciato in originale perché onestamente si sente abbastanza spesso nelle telecronache sportive, specialmente quelle di calcio e basket. Vuol dire “senza guardare” e di solito ci si riferisce ai passaggi quando se ne parla: un passaggio no-look.

 

***** In originale River dice “Bloody Mary”, che è un gioco di parole impossibile da rendere in italiano. “Bloody Mary” è infatti il soprannome di una famosa regina d’Inghilterra del 5oo (Maria la Sanguinaria) ma “Bloody” è un aggettivo che può significare anche “dannato” o “maledetto” oltre al più tradizionale “sanguinario”. Ecco quindi che River riesce a insultare Harry e allo stesso tempo fare una simpatica citazione!

 

Hanno da poco rimandato il film Serenity su un canale di Sky, AXN sci-fi. Inutile dire che l’ho registrato e rivisto un’altra decina di volte, sia in italiano che in originale. La bellezza di quel capolavoro mi ha spinto a riprendere in mano questo progetto che avevo abbandonato da tanto tempo. Ecco a voi il nuovo capitolo di “Browncoat, Green Eyes”, quindi! Ho già iniziato a tradurre il seguente. Buona befana!

 

Paradorn

 

 

 

 

 

 

  
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