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Autore: roxy_xyz    05/01/2011    14 recensioni
Le anime gemelle esistono davvero e sono destinate ad incontrarsi?
Harry e Hermione: in questa raccolta racconterò le loro varie occasioni, perché se il fato o la Rowling hanno deciso diversamente, la roxy_xyz production vi regalerà delle emozioni uniche.
7 vite, 7 occasioni in viaggio nel tempo ( dal 1585 al 2166) dove vedremo interagire i nostri eroi alla ricerca delle loro anime gemelle.
1. "Portami a vedere l'alba"
2. "Buona notte Harry. Buona Notte,Hermione"
3. "Vieni via con me"
4. "Qualcosa da ricordare"
5. " Oculus reparo"
6. "19 anni dopo"
7. "Ultima chiamata per Harry e Hermione"
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'An alternative Harmony Universe'
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[…] “Un tempo, gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v'era distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà, trovando la quale torna all'antica perfezione.
[…] Queste persone, quando incontrano l'altra metà di se stesse da cui sono state separate, allora sono prese da una straordinaria emozione, colpite dal sentimento di amicizia che provano, dall'affinità con l'altra persona, se ne innamorano e non sanno più vivere senza di lei- per così dire- nemmeno un istante. E queste persone che passano la loro vita gli uni accanto agli altri non saprebbero nemmeno dirti cosa s'aspettano l'uno dall'altro.”[…]





Tratto dal “Simposio” di Platone




ULTIMA CHIAMATA PER HARRY E HERMIONE



Anno del Signore: 2166
Località: Edimburgo, Scozia



16:55
Maledizione parte tra cinque minuti!

Stava correndo a perdifiato lungo la stazione nella speranza di non perdere il treno che l'avrebbe portata a casa.
Era la Vigilia di Natale e non aveva alcuna voglia di passarla da sola con le sue colleghe/coinquiline, di certo queste si sarebbero messe a parlare di lavoro e, almeno in quel giorno, voleva evitare di farlo.
A Natale si è tutti più buoni ma, era sicura che se avesse sentito, anche una sola volta, qualcosa che non riguardasse la festa, avrebbe perso tutta la sua bontà e pazienza in un attimo.
Per lei era sacro quel giorno e nessuno doveva permettersi di rovinarlo.
Quindi, aveva preparato in fretta e furia una borsa con un cambio e, alla fine del turno, si era catapultata fuori dall'ufficio, congedandosi da tutti e da tutto con un semplice “Buon Natale”.
Peccato che a quell'ora il traffico fosse terribile, sembrava che la gente vedesse la neve per la prima volta, stava infatti con naso al cielo, incantata da quel fenomeno, come se fosse qualcosa di speciale solo per via della ricorrenza.
Non era così per Hermione che, nella sua furia, travolgeva tutti, troppo presa dalla corsa disperata verso il binario.
L'aggettivo “disperata” calzava a pennello, perché quella stazione era enorme e i cinque minuti, che aveva a disposizione, non sarebbero mai e poi mai potuti bastare.
L'autobus aveva ritardato, quindi perché non poteva farlo anche il treno?
Da pendolare, era consapevole dei continui ritardi dei treni e che non rispettavano mai gli orari prestabiliti...tranne quelle volte, in cui eri tu ad essere in ritardo, mentre loro spaccavano il minuto.

Un po' di coerenza, per favore!
Aveva preso il biglietto dalla borsa senza smettere di correre, non potendo permettersi una sosta neanche per respirare.
Solo che, così facendo, non si avvide del povero sfortunato che le stava davanti e che, inevitabilmente, investì cadendogli addosso.
La borsa con i vestiti le era sfuggita di mano, come anche il biglietto, mentre lei, a causa dello scontro, aveva travolto l'uomo che come lei aveva cercato di obliterare il biglietto, non vedendo arrivare la piccola furia umana.
Gli era finita completamente addosso e, piena di imbarazzo, si era tirata su nel tentativo di rimediare al pasticcio che aveva combinato.
Alzò il viso che aveva assunto un colorito rosso peperone e mormorò qualcosa di incomprensibile. Sembrava che la sua bocca non fosse più collegata al cervello e non riuscisse a dire alcunché.
Il palato era completamente asciutto senza una ragione precisa e le impediva di emettere suoni più concreti di qualche borbottio incoerente.
L'uomo, al contrario, pareva piuttosto lucido e sembrava squadrarla con una certa curiosità mista ad un'irritazione che andava via via crescendo.
I suoi occhi erano incredibilmente belli ed Hermione si incantò, continuandoli a fissarli anziché alzarsi e interrompere quel contatto “visivo”.
“Sarebbe così gentile da alzarsi?”
Sbatté le palpebre, riprendendosi da quella trance e si alzò lentamente, recuperando la borsa e il biglietto che erano caduti poco distanti da lei.
Solo in quel momento si ricordò del treno da prendere e che, ovviamente, aveva perso.
Lo sconosciuto ebbe la sua stessa reazione, mentre si girava a guardare il binario ormai vuoto, trattenendo una qualche imprecazione.
A quanto pare non era l'unica in ritardo...
“Scusi, quando c'è il prossimo treno per Liverpool?”, aveva chiesto ad un uomo che, dagli abiti che indossava, doveva essere un funzionario delle ferrovie.
“Il prossimo è tra due ore, signore.”

Due ore? Cosa avrebbe fatto per due ore alla stazione?
Per di più, sarebbe arrivata troppo tardi per il cenone, al massimo avrebbe mangiato il dolce.

“Non ce n'è un altro prima, magari con qualche cambio?” aveva chiesto a sua volta Hermione.
“Signorina mi dispiace, oggi è la Vigilia” , rispose un po' dispiaciuto per i due sfortunati passeggeri, condividendo la stessa frustrazione, dopotutto anche lui si trovava in quella stazione per motivi di lavoro.
“La ringrazio lo stesso” commentò per poi guardare ancora una volta lo sconosciuto, che appariva anche più dispiaciuto di lei.

Forse doveva raggiungere la fidanzata...
Rivolgendogli un breve sorriso, anche perché si sentiva un po' in colpa, si allontanò dal binario per occupare quelle due ore di attesa.
Dopo neanche mezz'ora si era già stufata, ogni vetrina di negozio le ricordava il Natale e lei l'avrebbe passato su un maledetto treno!
Annoiata, si diresse verso la sala d'attesa con l'intenzione di ingannare le ore leggendo.
Cercò con lo sguardo un posto libero e, una volta trovato, si diresse verso di esso, accorgendosi solo dopo che il suo vicino non era altro che l'uomo dagli incredibili occhi verdi.
Aveva preso il libro con l'intenzione di leggerlo ma, dopo dieci minuti non aveva letto neanche due righe così, non riuscendo a concentrarsi, l'aveva chiuso e si era girata verso lo sconosciuto.
“É colpa mia se ha perso il treno, sono davvero mortificata.”
L'uomo le rivolse un sorriso sghembo prima di risponderle. “L'abbiamo perso entrambi e so che non era sua intenzione, non si preoccupi.”
Se prima si sentiva in colpa, ora era anche peggio, dato che lui era stato così buono da perdonarla, anche perché se fosse successo a lei si sarebbe arrabbiata e avrebbe cominciato ad urlargli come una matta. Chi la conosceva, sapeva dei suoi innumerevoli difetti, che per fortuna erano accompagnati da una grande forza d'animo, era capace di uscire le unghie se la situazione lo richiedeva.
Al contrario lo sconosciuto sembrava così calmo e tranquillo.
“Buon Natale ragazzi! Volete un goccio?”
Un clochard si era avvicinato per offrire loro un po' del suo vino scadente, ma utile per riscaldarlo in quella notte così fredda.
Hermione lo guardò e un po' esitante rifiutò con un cenno del capo. Non amava parlare con i barboni, si sentiva sempre a disagio con loro e preferiva ignorarli, piuttosto che essere sgarbata.
L'uomo, non contento della sua risposta negativa, continuò ad insistere.
“Suvvia ragazzi! Non fate quel muso lungo, è Natale.”
Non aveva tutti i torti, dopotutto loro avevano un posto dove festeggiarlo, a differenza dell'uomo che aveva solo il vino a fargli compagnia.
“Ha ragione, - gli rivolse un dolce sorriso- però non bevo vino, mi dispiace.”
“Non fa nulla, cara, lo berrò io per te. Ci stai?” disse facendole un occhiolino di intesa.
“Certo prego.”
“E tu ragazzo, me lo fai un sorriso? Se fossi io accanto a questa bella signorina, avrei uno stupido sorrisino stampato in viso. Diamine, porti gli occhiali ma, non credo tu sia così cieco da non notarlo.”
Il ragazzo l'aveva guardato un po' imbarazzato ma soprattutto un po' infastidito e, alla fine, aveva acconsentito. Era stato solo un breve sorriso, e anche forzato ma causò una scarica di emozioni in Hermione.
Un lungo brivido le aveva attraversato la colonna vertebrale quando aveva sentito la sua voce, durante quel breve scambio di scuse e Hermione si era sentita come un po' brilla, come se lui fosse un bicchiere di vino. Uno di quelli forti, corposi e con qualche bollicina di gas da renderla euforica.
Era euforica, ecco! Come se una parte di lei gioisse di quell'incontro...
“Bravo, così ti voglio. Dimmi, non la trovi bellissima?” chiese ancora il barbone.
Sia Hermione che il giovane erano diventati rossi per l'imbarazzo, soprattutto la ragazza che aveva subito lo sguardo attento dell'uomo. Dopo il simpatico rimprovero del barbone, lo sconosciuto l'aveva scrutata con quegli occhi verdi, spogliandola solo con uno sguardo.
Avrebbe voluto tuffarsi in quello sguardo...
“Più che bellissima direi.”
Il barbone gli sorrise e con una mano invitò la ragazza ad alzarsi.
Hermione, un po' titubante, allungò la sua, ormai certa che quell'uomo avesse solo buoni ragioni e non volesse fare loro del male.
Alzata e con una mano ancora stretta in quella dell'uomo, gli domandò “ Come vi chiamate?”
Il vecchio prima di rispondere prese con gentilezza anche la mano del ragazzo, invitandolo ad alzarsi. Ora erano tutti alzati e si tenevano per mano.
“Tu come ti chiami, ragazza?” chiese invece.
“Hermione.”
“E tu, figliolo?”
“Harry.”
“Harry e Hermione...allora io sarò Harmony per voi.”
Harry rise di gusto dopo questa affermazione.
“Suvvia, buon vecchio! Non ci vuole dire il suo vero nome?”
Gli occhi azzurri dell'uomo non sorridevano più, ogni traccia di allegria era scomparsa lasciando invece una profonda tristezza.
“E così importante per te un nome, Harry?”
“No, ma...non vi capisco, ecco”, aveva concluso un po' goffamente.
“Non sono più nessuno e il mio nome non è importante. Oggi ho incontrato voi due e quindi il mio nome sarà Harmony. Domani, magari, mi chiamerò in un modo anche più bizzarro, ho deciso di vivere alla giornata e di non perdermi nulla, apprezzando tutto quello che mi viene concesso.
Amo questa vita perché ho incontrato una donna che mi ha cambiato, rendendomi, forse, un uomo migliore. L'ho persa ma, non ho mai smesso di amarla, perché so che la rincontrerò e io sarò lì ad aspettarla. Non voglio e non posso essere triste, perché in questa vita ho incontrato lei, quindi non può essere così male, no? Ogni giorno è un dono, mi basta chiudere gli occhi per rivederla in tutta la sua bellezza. Mi basta ricordarla per continuare a vivere.”
Non aveva mai smesso di guardarli durante il suo breve monologo ed Hermione aveva gli occhi lucidi, rattristita dal dolore del vecchio.
Era solo al mondo, eppure non rimpiangeva nulla.
Il ricordo poteva aiutare veramente?

“Ricordatevi sempre di questo, Hermione, e di quello che avete provato.”(1)
Un breve flash l'aveva presa alla sprovvista, quelle parole e quella voce...era più che sicura di sapere a chi apparteneva quella voce.
Era quella di Harry.
Certo, era un nome comune, eppure era certa di non conoscerlo, sarebbe stato impossibile dimenticare un tipo così, ogni volta che lo guardava sentiva di provare qualcosa di forte verso di lui.
Non era una semplice attrazione fisica, anche se era da stupidi negare quanto lo trovasse affascinante. Hermione, però, sapeva che non era solo questo.
“Vivete appieno, senza mai trattenere le vostre emozioni, perché un giorno potreste non vedere più le persone a voi care e rimpiangere quei momenti per sempre. Siate franchi con voi stessi e con gli altri, urlate e non tenetevi nulla dentro. Capito, ragazzi?”
Harmony le sorrise e unì le loro mani, allontanandosi di qualche passo. Cominciò a canticchiare una canzoncina di Natale, storpiandola inevitabilmente.
I ragazzi risero allegri, non c'era nessuno più stonato come quel vecchio, ma a lui non sembrava importare. Harry si avvicinò di più ad Hermione e cominciò a muoversi in quello che poteva essere tutto, tranne che un passo di danza.
Hermione aveva gettato la testa all'indietro e aveva riso di gusto per la goffaggine del ragazzo. Si dondolava, ecco, non stava ballando, però la ragazza trovò quel gesto così dolce che decise di assecondarlo, cominciando a dondolarsi come una bambina.
Al contrario, Harry era emozionato dalla vicinanza della ragazza, poteva vedere ogni dettaglio del suo viso. I lunghi capelli ricci avevano cominciato a fargli il solletico e, senza rendersene conto, aveva cominciato ad accarezzarglieli e a canticchiare anche lui.
Dopo un po' Hermione aveva poggiato il capo sulla spalla del ragazzo, dimenticandosi che l'aveva conosciuto solo un'ora prima e che poteva essere uno di quei maniaci di cui si parlava spesso al telegiornale.
Si staccarono dopo qualche minuto, anche se a loro sembrava fosse passata un'eternità.
O forse avevano aspettato un'eternità per abbracciarsi e godere di quel contatto.



“Your eyes, your eyes
they tell me how much you care”(2)



Neanche un battito di ciglia, nulla.
Si stavano fissando e né Harry né Hermione sembravano volessero interrompere quel momento, come se fossero stati stregati e un incantesimo li tenesse incatenati.
“Signori, se volete, il vostro treno è pronto al binario venti.”
Era stato il funzionario delle ferrovie a parlare che, vedendoli nella sala d'attesa li aveva informati del loro treno.
Non si staccarono subito, dovettero impiegare tutta la loro forza d'animo per farlo.
Harmony non c'era più, chissà quando se ne era andato lasciandoli soli.
Abbozzando un timido sorriso, Hermione prese la sua borsa e fece per uscire dalla sala d'attesa, quando sentì la voce di Harry chiamarla.
“Hai dimenticato il cappellino, Hermione.”
Un po' delusa e un po' felice di avere un'altra occasione per guardarlo, gli sorrise ringraziandolo per poi uscire.
Si diresse verso il binario e salì sulla prima carrozza come una sonnambula.
Dopo qualche minuto, vide Harry fuori dal finestrino ed ebbe la tentazione di bussare al vetro per attirare la sua attenzione.
Fu difficile non cedere a quell'istinto, dopotutto chi era lei per disturbarlo ulteriormente quando per colpa sua aveva anche perso il treno?
Rimase seduta in quello scompartimento, mentre osservava il via vai della stazione, aspettando la tanto desiderata partenza per poter, finalmente, abbracciare sua madre e le sue sorelle.
Aveva bisogno di parlare con loro e di raccontare la strana giornata che aveva avuto.
Ben presto si addormentò, troppo stanca a causa del lavoro, in quel posto scomodo.
Sognò Harry. E sognò se stessa.
Erano più che altro frammenti ed Hermione si vide vestita nei modi più assurdi e nella situazioni più strane.
Accanto a lei c'era sempre lui.
Due occhi verdi la seguivano e la proteggevano, praticamente da sempre.
Era come un piccolo angelo posato sulla sua spalla, che si era ripromesso di salvarla da ogni avversità, solo che i sentimenti che provava verso di lui non erano poi così puri.
Si immaginò stretta a lui in un caldo abbraccio, mentre si scambiavano dei baci e una parte di lei non dovette neanche fantasticare molto, perché sapeva come fossero i baci del ragazzo.
Le sue lunghe ciglia stavano tremando.
Le sue mani le stavano accarezzando i capelli ribelli.
Quelle labbra sottili, che dopo un tocco delicato, l'avevano travolta lasciandola senza fiato e con un tremolio alle gambe.
Vide le sue mani afferrare gli occhiali e gettarli da una parte della stanza, mentre ignorava le proteste di Harry.
Calde lacrime scorrevano sul suo viso, mentre il giovane le baciava le punte delle dita e le prometteva di portarla a vedere l'alba.
Le scene si affollavano e si sovrapponevano.
Un momento c'era Harry e un momento dopo un grosso cane nero.
Temeva i cani sin da piccola, dopo che quello dei vicini le aveva morso la mano, infastidito dalle continue carezze, mentre nel suo sogno non ne aveva paura.
Sembrava un puzzle incasinato, come se qualcuno si fosse divertito a mischiare tutti i pezzi, affidandole l'arduo compito di mettere un po' d'ordine.
L'unica cosa che sapeva era la presenza di Harry in tutti quei pezzi.
La sua unica certezza.
Ora toccava a lei capire quale fosse il vero significato di quegli strani sogni.
Si svegliò madida di sudore ed era sempre sul treno, a metà del tragitto.
Non era la prima volta che faceva sogni così inusuali, solo che di solito le capitava dopo aver esagerato col cibo, mentre ora il suo stomaco stava brontolando per la fame.
Sicuramente il colpevole non era il cibo, forse solo la sua grande fantasia.
Aveva conosciuto una persona da poche ore e l'aveva anche sognato!
Per il resto del tragitto, non fece altro che pensare ad Harry, nonostante si sforzasse di non illudersi troppo, come invece faceva sempre.
Quando arrivò, non scese subito dalla carrozza, rimase seduta e lo vide allontanarsi dal binario.
Solo allora prese il suo misero bagaglio e si diresse verso l'uscita, incurante che se non avesse accelerato il passo non sarebbe arrivata neanche per il dolce.
Aveva perso ogni interesse per i dolci, i festeggiamenti e persino per il Natale.
Uscì fuori all'aria aperta e cominciò ad avviarsi verso la strada che l'avrebbe portata a casa.
La temperatura gelida aveva creato un sottile strato di ghiaccio sull'asfalto che, illuminato dai lampioni, creava un effetto magico.
La strada, infatti, sembrava brillare come un cielo stellato ed Hermione si incantò meravigliata dalla bellezza di quell'attimo.
Alzò lo sguardo e lo vide dall'altra parte della strada. Anche lui stava guardando l'asfalto e non appena notò la presenza di Hermione, sobbalzò per la sorpresa.
Le sorrise e lentamente mosse i primi passi verso di lei.
Il cuore di Hermione cominciò a battere all'impazzata, temendo e desiderando quel momento.
Fu grande la sua sorpresa quando lo vide scivolare e cadere a terra a causa del ghiaccio.
Si avvicinò subito per soccorrerlo, pensando con un mezzo sorriso che quella era la seconda volta che cadeva. Pieno di imbarazzo, si alzò subito cercando di pulirsi i pantaloni, mentre con uno sguardo cercava i suoi occhiali che, con la caduta, si erano inevitabilmente rotti.
Hermione, notandoli, li prese e ridendo esclamò “ Harry, ma quando imparerai a fare più attenzione? Devo passare tutta la vita ad aggiustarteli?”
Le parole le erano uscite dalla bocca senza una ragione precisa, lasciandola sorpresa.
“Preferirei che passassi la vita con me, anche per altri motivi, Hermione”aveva aggiunto il ragazzo ridendo.
Un momento dopo le aveva catturato le labbra in un bacio impossibile da dimenticare, capace di risvegliare in lei tutte le emozioni assopite da tempo.


“I've found in you
my endless love”(3)


Può un bacio dissipare ogni dubbio?
Fu come una folata di vento, improvvisamente ogni nube si era allontanata lasciando un cielo terso.
Le stelle brillavano più che mai, esultando per i due amanti finalmente liberi e consapevoli del loro amore.
Avevano aspettato, incuranti che il destino fosse stato quasi sempre avverso e, nonostante tutto, avevano vissuto alla ricerca disperata della loro anima gemella.
Due metà della stessa mela.
Due pezzi di puzzle che si incastravano alla perfezione.
E i destino non poteva che rallegrarsene.
Era stato spietato con loro mettendoli alla prova innumerevoli volte.
Ma Harry trovava sempre Hermione. Ed Hermione ora si ricordava di Harry.
“Come ho potuto dimenticarmi di te?” disse in un mezzo sussurro la ragazza.
Il ragazzo le aveva sorriso, in quel suo modo disarmante che, anche dopo mille vite, era capace di farla cadere ai suoi piedi.
“Buon Natale, Hermione.”
“Buon Natale, Harry.”



***FINE***



(1)Tratto da “Qualcosa da ricordare” by roxy_xyz!

(2) “e i tuoi occhi, i tuoi occhi
loro mi dicono quanto ci tieni”
(3) “In te ho trovato
il mio amore senza fine”




Ed eccomi qui a scrivervi per l'ultima volta, non sapete quanto mi rattristi chiudere questa raccolta, ma il mio lavoro l'ho fatto e spero di non avervi deluso con questa ultima storia.
A dire la verità, non è una delle mie preferite, anzi. Ho chiesto il parere di Jaybree88 prima di pubblicarla, altrimenti l'avrei cestinata. Purtroppo, sono così impegnata a lavoro che ho poco tempo da dedicare alla scrittura e l'ispirazione mancava.
Avevo promesso questa storia ad Herm735, che mi aveva chiesto una storia semplice e in cui Harry e Hermione si riconoscevano...ti è piaciuta Francesca?
Non ho messo la magia, ma dopotutto cosa c'è di più magico di loro due?
Ho iniziato con Platone, uno dei miei filosofi preferiti e ho concluso con alcuni versi di “Endless Love” di Lionel Richie e Diana Ross, sono state le mie muse. Ascoltate la canzone, è super romantica ragazzi. Magari dopo pubblicate qualche fiction :-) Infine, colgo l'occasione per ringraziare non solo chi ha recensito le mie storie, ma anche tutti coloro che hanno solo letto le mie storie.
Infine…se vi è piaciuta recensite, se vi ha fatto schifo recensite, se pensate che debba andare a zappare piuttosto che scrivere…recensite, se volete sopprimermi…recensite e dopo sopprimetemi!
Rimanete sul canale roxy_xyz, perché ho iniziato a scrivere il sequel di “Harry Potter e l'Alleanza della morte”, tremate perché finite le feste avrò più tempo per scrivere.
Un bacio, la vostra roxy_xyz !
   
 
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