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Autore: Berenike    06/01/2011    24 recensioni
Kate Beckett è appena stata lasciata dal suo ormai ex fidanzato, Josh.
L'amica Lanie cerca di tirarle su il morale... Invitandola ad una festa in maschera.
Non poteva prevedere però che la detective, nascosta sotto ad una maschera, si trasformasse e si lasciasse trasportare in una storia di passione... Con un Cavaliere Misterioso.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Cenerentola va al ballo

Capitolo 2: Corruzione a fin di bene



Trovare un vestito ottocentesco a New York non era impresa facile.
La detective Kate Beckett non si muoveva bene per le strade affollate della città: di solito la sirena della macchina della polizia l'aiutava ad arrivare più velocemente; il suo distintivo solitamente era sempre ben in vista e spaventava tutti coloro che le passassero davanti.
Ma quel pomeriggio tutto era diverso: lei era una comune donna Newyorchese che si ritrovava a dover cercare un abito all'ultimo momento per una festa importante.
Non sapeva bene dove cercare: Lanie le aveva mandato un indirizzo di un negozio vicino Central Park, ed era proprio lì che si sarebbe diretta come prima tappa.
Capii subito perché l'amica l'aveva indirizzata in quel negozio: si trattava di una piccola bottega molto elegante, forse anche troppo, che confezionava vestiti su misura...
Vestiti d'epoca.
Come prima cosa la detective si domandò come un negozio simile potesse sopravvivere in quei tempi di crisi; poi, incurante delle vetrine scintillanti d'abiti ottocenteschi, entrò.
Dentro al piccolo negozio c'erano molti specchi, ed un odore di pelle inconfondibile. I sarti cucivano nel retrobottega, mentre delle affascinanti commesse servivano i clienti.
Kate, lo sguardo attento come se fosse ancora in servizio, notò che tutti l'avevano guardata come se fosse un' aliena: evidentemente non era l'unica a rivolgersi a quel negozio per la serata imminente.
A confronto degli altri clienti, si notava che la donna era di una classe sociale completamente diversa: non indossava abiti firmati, ma jeans e felpa; non portava con sé borse o gioielli costosissimi, ma un distintivo ed una pistola alquanto utili in circostanze come quelle.
Si guardò intorno: c'erano abiti ottocenteschi in ogni dove, sia da uomo che da donna. C'erano corpetti di ogni colore e di ogni taglia, gonne con i pizzi, gonne rigide, gonne strette e lunghe, strette e corte, larghe e lunghe...
Insomma, nonostante la bottega fosse parecchio piccola, i proprietari avevano chiaramente deciso di rifornirsi per bene per gli Eighteenth... e a quanto pare a buon ragione.
La detective aspettò una buona mezz'ora prima di essere servita; quando fu il suo turno, ci mise davvero poco tempo a capire che non avrebbe trovato l'abito giusto in quel negozio.
-Lei ha un fisico davvero perfetto per i nostri abiti... - la lusingò la commessa.
-Perché non prova questo meraviglioso bustino e... questa gonna? - la donna le prese una gonfia gonna color verde pisello. Kate non si soffermò sul colore, né sulla taglia. Ne cercò invece il prezzo e quando lo vide, rise tra sé e sé.
Quell'orrendo costume intero costava come il suo stipendio mensile.
Ecco come facevano a sopravvivere in tempi di crisi.


Dopo due ore di ricerche però, la detective non trovò nulla di interessante. Nessun abito sembrava adatta ad una simile occasione, nessun bustino sembrava abbastanza elegante, nessuna gonna così raffinata. Per tutto il pomeriggio la donna pensò agli abiti stupendi confezionati in quella bottega vicino Central Park, ma decise che per una sola serata era un prezzo troppo alto per le sue tasche già mezze vuote.
Non poteva andare alla festa mal vestita, ma allo stesso tempo non poteva chiamare Lanie per rinunciare alla serata: Kate Beckett manteneva sempre le promesse.
Tornando alla macchina, ancora a mani vuote, si fermò ancora davanti a quella bottega maledetta: la stava attirando con i suoi poteri malefici e sapeva che prima o poi sarebbe riuscita a spillarle tutte le sue dure ore di lavoro mal pagate...
Si accorse solo in un secondo momento di non essere sola: una signora di colore, seguita da una bambina si stavano lamentando sotto voce, nel retro del locale. Kate percepì le loro voci flebili dire:
-Ti fanno male le manine? - La bambina stava singhiozzando.
-Si, mamma... Per quanto dovremmo lavorare ancora? -
-Non lo so, mi niña, non lo so... -
Beckett sorrise, entrando nel negozio. La commessa di poche ore prima non c'era, forse aveva finito il turno. Le si avvicinò un'altra ragazza, molto graziosa.
-Posso aiutarla? -
-Mi chiami il direttore, subito. - disse, scandendo le ultime parole. Dicendolo estrasse il distintivo, facendo intravedere appena la pistola. Carica.
-Subito. - la ragazza corse nel retrobottega.
Come immaginavo pensò la detective.
Un uomo sulla cinquantina la raggiunse subito, il volto contratto e le mani sudate.
Segno che è preoccupato dedusse nei propri pensieri la donna.
-Salve, sono il proprietario. Posso aiutarla? -
Kate non rispose immediatamente. Guardò a lungo l'uomo davanti a lei, sapeva che per un colpevole, essere fissato da un giustiziere non faceva che aumentare la propria crisi interiore.
Infine, disse con voce alta in modo che tutti potessero sentirla:
-Mi è arrivata una soffiata anonima che la riguarda, Signor... -
-Signor Jonathan Weelson. - disse, tremando. Kate notò che le tre commesse si stavano dirigendo nel retrobottega, pronte forse ad avvertire i lavoratori di andar via.
-Nessuno si muova. - disse la donna, estraendo la pistola e puntandola verso le ragazze, che urlarono. I pochi clienti se ne andarono correndo, spaventati.
-Allora, Signor Weelson, arriverò subito al punto. Ho motivo di pensare che nel suo negozio lavorino extracomunitari sottopagati, forse anche minori e perché no... criminali? - ipotizzò a voce alta. L'uomo di fronte a lei non disse nulla. La detective cominciò a girargli intorno come fosse la sua preda, e lei il predatore affamato.
-Non ha prove. - disse infine l'uomo. Aveva ingrossato la voce, ma si poteva ancora percepire la paura nel tono supplichevole. Kate aveva capito di dover passare alle minacce forti; così gli sussurrò all'orecchio:
-Quanto pensa che ci metto a fare una chiamata? Farò sequestrare ogni suo abito venduto per la festa di sta sera... Pensa davvero che non troveremo della saliva, un capello o anche solo un unghia dei suoi lavoratori? Basta che anche solo uno di loro sia schedato e lei ha chiuso per sempre! -
Jonathan cadde subito nella trappola della detective.
-Vi prego, farò tutto ciò che vuole! - Kate lo guardò fisso negli occhi.
-Vuole una denuncia per corruzione ad un pubblico ufficiale, signor Weelson? - chiese aggressiva.
Stava per arrivare dove voleva. L'uomo di fronte a lei fece cenno negativo con la testa piccola, poi guardò verso il basso.
Beccato.
-Signor Weelson, pare che oggi sia la sua giornata fortunata... - l'uomo alzò lo sguardo speranzoso.
-Si da il caso che io questa sera abbia una serata molto importante e mi serva un abito... Il migliore che ha... - Il negoziante capì immediatamente.
Per quanto fosse un lurido, sporco sfruttatore, Kate pensò che almeno sapeva fare il suo lavoro. In dieci minuti le preparò l'abito più bello che avesse mai visto e glielo incartò come se fosse un regalo.
-Non è per corromperla, Detective. Lo prenda come... un regalo. - glielo porse con fare cerimonioso. Kate mise al suo posto la pistola e ringraziò generosamente.
Poi estrasse il telefono e davanti ad un signor Weelson sempre più spaventato, compose il numero della centrale.
-Pronto, Capitano? - attese la risposta. -Signore mandi una pattuglia al negozio del signor Jonathan Weelson, il negozio è omonimo. Nel retrobottega troverò dei lavoratori stanchi e sottopagati... -
Il negoziante non poteva credere alle proprie orecchie. Fece per riprendersi l'abito, visto che non era servito a molto, ma la detective fu più forte.
Stava per mettere giù quando disse:
-Ah, Capitano... Lo tratti bene. - e chiuse la telefonata, sorridente.
L'uomo la guardò pieno d'odio. Quel costosissimo abito non era servito a nulla.
-Ho detto di trattarla bene! - Si giustificò Beckett, uscendo dal negozio con l'abito nuovo in mano.


Nella strada verso casa la detective si sentì più in colpa che mai: non aveva mai abusato del proprio potere, né l'aveva mai utilizzato per secondi fini. Più volte aveva pensato di riportare l'abito al negozio, ma lo stesso numero di volte si era detta che quel verme meritava tutto ciò che gli aveva inflitto: i suoi prezzi erano esagerati, sopratutto contando che sottopagava la manodopera. Sperò solo di aver fatto del bene a quelle povere persone; allo stesso tempo pregava di non essere arrestata a sua volta per ciò che aveva appena fatto.
Promise a sé stessa che quella sarebbe stata l'ultima volta che faceva una cosa simile, i sensi di colpa erano troppo forti.
Sperò che almeno ne valesse la pena.


Alle otto e mezza spaccate, Lanie passò a prendere la detective a casa. Avevano deciso di andare in taxi per non sgualcire i vestiti e per non doversi preoccupare del parcheggio. Così la detective, quando scese dal proprio condominio, trovò un taxi giallo ad aspettarla.
Era incantevole.
L'abito confezionato apposta per lei era splendido, da vera principessa.
Lanie osservò ammagliata la maschera nera sul viso, con dei boccoli che le scendevano ai lati. La maschera era adornata con piccoli diamanti luccicanti ed ammaglianti.
Si intravedevano appena gli occhi finemente truccati, color nocciola e la bocca piccola e sensuale, lasciata libera per poter parlare e mangiare.
L'abito si intravedeva appena sotto il cappotto: non era gonfio, né spezzato da gonna e corsetto.
Era lungo, stretto come un tubino fino a terra, con un'importante scollatura sul polpaccio sinistro.
Anche l'abito era nero, con diamanti neri che scintillavano alla luce della luna.
Ma non era tutto qui: dalla maschera nera partivano delle lunghe penne d'oca lunghe parecchi centimetri di colore rosso acceso, lo stesso colore che Kate aveva scelto per il proprio rossetto.
Le stesse penne rosse adornavano anche il decolté dell'abito, che lasciava poco spazio all'immaginazione, e molto alla vista vera e propria.
Più che una donna dell'ottocento, la detective sembrava una famme fatale del ventesimo secolo; ma nessuno, tra tutti quegli invitati avrebbe mai notato la differenza.
La prima cosa che Lanie pensò fu che se non avesse saputo che quella era la detective Kate Beckett, non l'avrebbe mai riconosciuta.
Sotto la maschera coprente perfino la voce della detective appariva più bassa e sensuale. Sia il taxista che l'amica rimasero a bocca aperta di fronte a tanta bellezza.
-Kate, sei uno splendore! - disse Lanie, dopo averla aiutata a salire. -Non pensavo fossi così trasgressiva! - Kate alzò le spalle, sorridendo.
-Tanto nessuno mi riconoscerà! -
E partirono guidati dalla loro carrozza.










ANGOLO DELL'AUTRICE
Ecco a voi il secondo capitolo di questa nuova serie!
Prima o poi prometto che risponderò a tutte le vostre stupende recensioni... Per il momento mi sto dedicando alla scrittura!
Da quanto ho capito il primo capitolo è piaciuto: la storia si infittisce! Devo ammettere che anche questo secondo capitolo non è di grande aiuto; è puramente informativo...
Ma non preoccupatevi, fin dal prossimo capitolo capirete perchè il rating è SUPER ROSSO e gli avvertimenti LEMON...
Voglio parlare solo di una cosa ancora: della corruzione. So che non è nello stile della detective ma... ho provato ad immaginare un carattere forte come il suo di fronte ad una difficoltà così femminile: non è facile immaginare la reazione di Kate!
Forse perchè è sempre così dura, così fredda, così detective....
Spero che questo episodio non vi abbia rovinato la visione della storia, che FIDATEVI sarà una storia interessante!
Se pensate che Beckett sia OOC (out of character), rimedierò quanto prima, mettendo tra gli avvertimenti l'OOC appunto...
Spero di non doverlo fare e di aver giustificato il più possibile questo gesto...
A presto quindi! OGNI RECENSIONE SARA' BEN ACCETTA, sopratutto in questo momento di incertezza da parte mia...
Berenike
   
 
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