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Autore: AlexBlack    07/01/2011    2 recensioni
Mentre Harry, Ron e Hermione sono alla ricerca degli Horcrux, cosa succederà nella nostra Hogwarts?
Tra nuove amicizie, amore, dolori, discussioni, sensi di colpa, scherzi e Arti Oscure...Ecco la mia idea, sperando che vi piaccia!
DAL NONO CAPITOLO:
« Sa, io non sono immune dal potere dei Gorgoprizzi, anche se sicuramente sono più abituata di voi. Papà dice sempre che le Radigorde, oltre ad allontanare i Plimpi Ghiottoni, hanno anche una particolare influenza su queste creature affascinanti. Dovrebbe assaggiarle, signore, le farebbero sicuramente bene… »
« LOVEGOOD! Senti, non mi interessa di queste Radiogorghe… »
« Radigorde »
« Sì, dicevo, non mi interessa nulla di questi affari! Dove sono… »
« Paciock e Habbot? »
« SI! » sbottò lui, più infuriato – e confuso - che mai: avevo fatto il mio dovere.
« Da quella parte » dissi tranquilla, indicando un punto infondo al corridoio « Là c’è un passaggio segreto, lo usano spesso »
« Ne è sicura? »
« Certo ».
I due fratelli partirono alla volta del punto da me indicato: un passaggio nascosto dietro una statua argentea che celava una ripida rampa di scalini, che con un semplice colpo della bacchetta si potevano trasformare in uno scivolo « Glisseo! », sotto al quale si poteva porre una gran quantità di Incantesimo Collante.
Era stato più facile del previsto.
Genere: Azione, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Neville Paciock, Seamus Finnigan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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4. SALVATI DAL MARCHIO NERO...

 

Bussai piano su una vecchia porta nera, nei sotterranei, una voce mi accolse dall’interno ed io accedei all’ufficio di Alecto Carrow.

« Buonasera signor Macmillan »

« Buonasera professoressa »

« Allora, le è passata la voglia di scherzare? »

« Mi faccia pensare... no, direi proprio di no, professoressa » mi finsi pensieroso.

« Questo lo vedremo dopo la punizione » mi disse melliflua lei
Non c’era rimorso nelle mie parole, non stavo rimpiangendo il mio gesto come un bambino piagnucolone, anzi ne andavo fiero.
Non ero neanche preoccupato, nulla mi avrebbe fatto creare rimorsi. Ormai quello che è successo non si poteva cambiare e io non volevo farlo.
Non risposi, ma mi guardai intorno: il suo ufficio era a dir poco spaventoso, tuttavia non mi lasciai intimorire. 
« Bene, se vuole chiedere scusa la punizione sarà leggermente meno dolorosa; ha cinque secondi per farlo » annunciò e poi incominciò a contare, alzando un dito ad ogni parola. Io la guardai con aria ribelle fino a che non arrivò al numero prestabilito.
« Ottimo » si alzò fece il giro della scrivania, mi invitò ad alzarmi a mia volta e quando fummo uno di fronte all’altro mi sferrò un pugno sul naso.
Ricambiai.
Non avevo mai dato un cazzotto a nessuno, ma in quel momento la rabbia mi fece muovere autonomamente il braccio.
Nel buio della stanza intravidi i suoi occhi: parevano essersi incendiati.
« Come ti permetti? » trillò, « Io sono una tua professoressa! » lo disse con una voce talmente stridula che per poco non mi misi a ridere, ma mi trattenni: non era il caso di peggiorare la situazione.
« Non mi lasci scelta, moccioso; l’Oscuro Signore non vuole che sparga sangue puro, quindi passeremo alla tortura più efficace, una che non lascia neanche un graffio » decretò con una vocetta infantile e poi mi guardò con una nota di follia negli occhi che mi fece quasi rabbrividire, poi riprese: « Sai già di cosa sto parlando vero? Uno studente sveglio come te ci dovrebbe essere arrivato…» non mi lasciò neanche tempo di rispondere che sfilò la bacchetta dalla veste e: « Crucio »
Caddi a terra, un dolore sovrumano invase ogni minima parte del mio corpo. Mi contorsi sul pavimento polveroso stando, però, attento a non gridare o a piangere: non volevo darle alcuna soddisfazione.
All’improvviso abbassò la bacchetta, il dolore si bloccò e lei mi sbatté contro al muro, premendomi una mano sul collo.
« Chiedi scusa! » sibilò la Carrow.
« No » ribattei deciso e lei mi sferrò un altro pugno, molto più forte di quello scorso. Sentii la bocca riempirsi di un liquido caldo e dolce: fortuna che non doveva sprecare il sangue puro.
Lasciò la presa sulla mia gola, mi prese per la collottola a mi scaraventò a terra.
« Ah, no? Bene… Crucio! »
La tortura riprese. Le ossa e i muscoli rincominciarono ad infiammarsi, a bruciare, sembrava che si stessero lacerando dal dolore. Mi ci volle tutta la mia forza di volontà per non urlare. Ricaddi a terra, mi appoggiai sul gomito destro e tossii, dalla mia bocca uscì del sangue.
« Allora? Che fai? » mi chiese convinta che mi sarei arreso, ma mi limitai a guardarla con odio: non avevo intenzione di cedere.
« Ah, beh se la metti così… » disse con tono noncurante giocherellando con la punta della sua bacchetta. Si girò un’altra volta ad osservarmi, come se fossi solo un giocattolo. Un’ondata di odio mi investì, sarebbe stato impossibile continuare così per tutto l’anno, dovevamo fare qualcosa, questo era chiaro.
« Crucio »
E il dolore tornò. Non gridai né mi dimenai, ma il supplizio continuò, il male aumentò e io chiusi gli occhi per non piangere.
All’improvviso si sentì un urlo, non il mio. Mi ritrovai ancora una volta a terra, con la faccia premuta sul pavimento; guardai curioso la Carrow che era piegata in due e si teneva il braccio sinistro con l’altro.
« Macmillan, devo andare. Sei stato fortunato, il mio Signore mi vuole vedere, devi solo ringraziarlo… o saresti morto » si abbandonò ad una risata malvagia e sparì fuori dalla porta invitandomi, o meglio, ordinando di andarmene. Non me lo feci ripetere due volte.
Appena fuori presi a correre, per quanto le mie gambe doloranti me lo permettevano, verso la sala comune di Tassorosso.
Basta, un’altra esperienza così e sarei davvero morto, ma sarei riuscito a trattenermi dal risponderle?
Attraversai la Sala sotto lo sguardo curioso degli altri ragazzi a mi fiondai in dormitorio, per fortuna era vuoto. Lanciai uno sguardo verso l’orologio: erano solo le nove; andai a lavarmi: ero tutto sporco di sangue sulla bocca, i capelli erano spettinati e in più avevo il resto della faccia pieno di fuliggine, a quanto pare la Carrow non teneva l’ufficio molto pulito.
Dopo essermi lavato per bene andai a sdraiarmi e mi addormentai subito: come primo giorno potevo dire che era stato davvero stancante.

 

***

 

« Draco, tutto bene? Draco? Mi stai ascoltando?! »

Mi girai lentamente verso il mio scocciatore e vidi il viso di Pansy che mi guardava preoccupato. Le feci un grande sorriso: era fastidiosa, vanitosa, rompiballe, impicciona e chi più ne ha più ne metta, ma era una delle poche persone che aveva mai avuto fiducia in me e che mi voleva veramente bene.
« Scusa Pansy, stavo leggendo » le risposi tranquillo.
« E’ da questa mattina che non fai altro che leggere quello stupido libro! » mi ribeccò lei.
Ok, forse, alcune volte era davvero troppo fastidiosa.

« Almeno io sono capace di leggere… » replicai acido.
« Ah-ah, spiritoso » disse con ironia « Poi non mi convince quel libro… »
« Beh, mi sembra di capire che a te non convince nessun libro »
« Non sto scherzando, Draco! Quello è un libro sulle Arti Oscure, ne sono sicura »
« Posso sapere che ti succede? Sembri la Granger… »
« Non mi paragonare a quello scempio babbano » rise malignamente e poi riprese « E soprattutto, non cambiare discorso! »
Per Salazar, è davvero l’incarnazione della Granger!
Non avevo voglia di litigare, così le scoccai un veloce bacio sulla guancia e uscii di corsa dalla Sala Comune.
Non sapevo dove volevo andare precisamente, ma sapevo soltanto che desideravo rimanere solo, lontano da tutto e da tutti, a leggermi il mio nuovo libro in santa pace. È pazzesco come la gente non si faccia mai gli affari suoi.
E poi che le importava a Pansy cosa leggevo? E se anche era un libro Oscuro? 
Solo perché lei non ha mai sfiorato un libro, non significa che leggere è diventato un reato…
Pensai infastidito. Corsi più velocemente per i sotterranei, volevo andare all’aria aperta, uscire ed isolarmi.
« Chiedi scusa! »
« No »

« Ah, no? Bene… Crucio! »
Mi fermai all’istante. Qualcuno veniva Cruciato… forse ne era valsa la pena uscire, allora.
Sarà qualche stupido Grifondoro che ha fatto troppo lo sbruffone, tipico…
Non urlava, però, il ragazzo. O la ragazza. Aveva la mia stima, chiunque persona essa fosse. Sapevo cosa voleva dire la Maledizione Cruciatus, l’avevo provata già un paio di volte, con l’Oscuro Signore come padrone era prevedibile. Sapevo a cosa andavo in contro quando mi sono unito ai Mangiamorte. O forse no…
« Crucio » Alecto Carrow aveva colpito ancora, ma ancora niente urla.
All’improvviso il mio braccio sinistro incominciò a bruciare.
Era il segno, Lui ci voleva radunare, ci voleva parlare.
La porta dell’ufficio della Carrow si spalancò e quest’ultima gracchiò:
« Vattene a dormire Macmillan… Subito! …Per Merlino, Malfoy cosa ci fa qua? »
« Mi scusi io stavo… »
« Sì, sì, va bene, ho capito. Vieni, il nostro Signore vuole anche te ».


*Angolino Alex*
Avevo per caso detto che avrei postato il capitolo ieri? Beh, no, scherzavo... u.u Chiedo perdono! XD
Comunque, ecco qua il capitolo! Spero che sia di vostro gradimento! :)
Sono stata un stata un po' troppo sadica nei confronti di Ernie, secondo voi? ù.ù  
poveretto, non vorrei essere nei suoi panni... comunque...
Non penso di dover spiegare nulla riguardo al capitolo, ma se avete dubbi chiedete :)
Finally, volevo ringraziare tutte le persone che hanno messo la storia nelle seguite/ricordate e in particolare chi ha recensito! Grazie Mille *__*
Ricordate che le recensioni sono sempre ben accette XD,
Un bacio,
Alex :)

 

   
 
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