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Autore: Seshiro_Sama    07/01/2011    0 recensioni
..."Tra tutte le ombre del mondo, quella del passato è sicuramente la più crudele"...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ombrosa Accoglienza

L’Oscura Baronìa.

Remota, buia, misteriosa; questi erano solo alcuni degli innumerevoli aggettivi con cui quel mero luogo dimenticato da Dio veniva definito nei miti, nei racconti e nelle leggende.

Un diroccato complesso urbano eternamente immerso nella nebbia e nell’oblio.

Sperduta tra le montagne e circondata da ingenti pinnacoli rocciosi, la spettrale città era costituita da svariati quartieri di legno e pietra, disposti con ferrea simmetria uno di fianco all’altro e illuminati soltanto dalla fiamma di qualche fioca lanterna.

Gli abitanti, vanitosi e altezzosi vampiri assetati di sangue e dominio, erano creature notturne malvagie e senza scrupoli, tanto combattute quanto evitate, che avevano scelto di isolarsi e nascondersi nel corso dei secoli, aspettando il momento opportuno per colpire e assumere il controllo delle altre razze del mondo; forse quel momento tanto atteso era finalmente arrivato.

Gli unici corpi privi di ombra sono quelli celesti…Interessante” pensò tra sé e sé Anor, sfogliando e studiando attentamente un piccolo libro rosso.

Si trovava al centro della più maestosa piazza cittadina: uno sterminato spiazzo circolare fatto interamente di marmo, decorato da macabre statue, mostruosi gargoyle e da una terrificante fontana centrale da cui sgorgavano vivaci zampilli sanguigni.

Appoggiato alla balaustra di quella sorgente da incubo, il giovane, immerso nella lettura, aspettava.

Era stato da poco riportato in vita, le forze di certo non gli mancavano, tuttavia il solo pensiero di dover vagare in quel postaccio in cerca di un tizio spuntato dal nulla di cui conosceva solo il nome non lo entusiasmava per niente.

Sì, l’avrebbe cercato, la sua proposta era troppo allettante per essere ignorata, ma a modo suo.

Attendeva.

Attendeva e pazientava.

Qualcosa sarebbe successo.

Prima o poi.

“Guarda, guarda” proruppe di colpo una voce in lontananza, “Che cosa ci fa un povero piccolo amante del sole tutto solo nella notte?” chiese con tono canzonatorio.

“E pensare che potresti vivere ancora se non fosse quasi ora di cena”

Poco a poco la fonte di quella voce emerse dall’oscurità: un vampiro alto e slanciato con il petto seminudo e i lunghi capelli neri legati dietro lo schiena, interamente avvolto da un ampio mantello rosso, fissava famelico il suo ormai prossimo pasto, leccandosi bramosamente le labbra.

“La mamma non ti ha mai detto di non fare tardi?”

Il Re delle Ombre non si scompose, rimase immobile con lo sguardo fisso sul suo libro e rispose:”La mamma non ti ha mai detto di farti gli affari tuoi?”

Sconcertato, per non dire infuriato, di fronte a tanta baldanza e spavalderia, il Non-Morto gridò:”Stupido umano! Sei ad un passo dalla morte, come puoi rimanere così impassibile? Tu non sai chi sono io!”

“Dicono tutti così…” rispose schietto.

Colto da un raptus incontrollabile, il mostro digrignò ferocemente i denti e si scagliò con fare animalesco verso la sua preda.

Anor non si mosse.

Rimase lì dov’era.

A leggere.

Il vampiro era vicino.

Troppo vicino.

Stava già pregustando, a meno di un passo di distanza, il sapore del sangue e della vittoria, quando, all’ultimo istante, un potente gancio sferratogli in mezzo allo stomaco lo fece violentemente ruzzolare all’indietro.

Non riuscì a rendersi conto di quanto era accaduto in quella frazione di secondo.

Era stato tutto troppo rapido.

Steso a terra da quel colpo micidiale, si tastò il ventre quasi sfondato e alzò faticosamente lo sguardo verso quello che si presentava come un inerme ragazzo pronto per essere letteralmente divorato.

In piedi davanti a lui saltellava, divertita e trionfante, un’ombra.

Un’ombra umana.

L’ombra dello stregone, che, in pochi secondi, ritornò al suo posto, sparendo ai piedi del suo padrone.

“M-Magia?”chiese ansimando il Non-Morto.

Il Re delle Ombre fece sparire il libro, si tirò in piedi e disse:”Se ti piace definirla così…Perdonami, ma ora devo proprio andare; ti mostrerò come estrarre un coniglio dal cappello un’altra volta”

Non ebbe il tempo di fare quattro passi che subito, dall’alto di un edificio, balzò di fronte a lui un possente energumeno che gli sbarrò prontamente la strada.

Un nerboruto vampiro, alto quasi tre metri, vestito di una possente armatura di ferro, lo squadrava, solenne della sua altezza, con due seri occhi verdi.

“Oh no, un altro”commentò esasperato Anor, massaggiandosi le tempie, “Senti amico, anche io sono un vampiro, ho il diritto di circolare liberamente in questa città, quindi,  potresti gentilmente levarti dai piedi e lasciarmi passare?”concluse, mostrandogli i segni del morso di Blackbat.

Il colosso non rispose; serrò il pugno sinistro e si preparò a colpire il suo bersaglio con tutta la forza che aveva in corpo.

“Deduco che la risposta sia “No” osservò lo stregone, “Allora ti farò un’altra domanda…”aggiunse, mentre l’altro sferrava il colpo,”Proporzionalità diretta tra velocità e forza; hai mai preso un calcio alla velocità dell’ombra, bestione?”concluse con un sorriso, citando un passo del suo libro.

Improvvisamente la sua gamba destra iniziò ad emanare un’accecante luce violacea.

Un attimo.

Un istante.

Sollevò il ginocchio, distese la gamba e assestò con la caviglia un poderoso calcio sul fianco destro del gigante, scaraventandolo lateralmente, nonostante le dimensioni, contro un edificio.

Una volta sistemato il nuovo arrivato, il giovane non perse altro tempo prezioso e s’incamminò verso il centro città per incontrare al più presto la persona che stava cercando, ma qualcosa attirò di colpo la sua attenzione.

Il primo Non-Morto, ripresosi dallo scontro, si stava rapidamente allontanando, saltellando di tetto in tetto al fine di cercare aiuto e chiamare rinforzi.

I vampiri erano orgogliosi e arroganti, ma non ottusi; la presenza, sebbene molto rara, di qualcuno che possedesse abilità tanto grandi da riuscire a far fronte alle loro straordinarie capacità suscitava in quelle creature forti istinti di sopravvivenza e collaborazione reciproca.

Il ragazzo lo sapeva bene, così come sapeva bene che presto si sarebbe ritrovato addosso una quantità esorbitante di Non-Morti affamati e pronti a tutto pur di farlo a pezzi.

Affrontarli tutti insieme sarebbe stato divertente, ma il tempo dei giochi era ormai finito.

Dal petto dello stregone partì un fascio di luce nero come la pece che, a folle velocità, rimbalzò da una parete all’altra delle case, finendo poi per scomparire a sinistra del fuggitivo.

Un’ombra.

-3,8 x 1023 m/s.

Nell’esatto punto in cui il fascio era sparito, Anor riapparve a mezz’aria, e, dopo aver eseguito una capriola all’indietro, sferrò sul cranio del vampiro un calcio d’innata potenza e rapidità.

Colto dallo stesso senso d’impotenza e inconsapevolezza dell’impatto precedente, il Non-Morto fu scaraventato contro la lignea sommità di un’abitazione che, per la violenza dell’urto subìto, non tardò a crollare da cima a fondo, riducendosi ad un cumulo di macerie.

Al termine di quello spettacolo tanto straordinario quanto devastante, il Re delle Ombre tornò prontamente a terra e si avvicinò con inquietante calma al miserabile fuggiasco che, interamente coperto da schegge e pezzi di legno, lo osservava sconfitto.

“Il divertimento non finisce mai, quando combatti con un vampiro” disse, puntando l’indice destro verso il Non-Morto, “Puoi colpirne uno finché vuoi, ma questo, in un modo o nell’altro, riuscirà sempre a rigenerarsi” aggiunse, mentre sul suo dito cominciava a formarsi una roteante sfera di colore violaceo, “Però, chissà cosa succederebbe, se il corpo di un vampiro venisse completamente disintegrato?” concluse con fare piuttosto sadico.

Man mano che lo scuro globo d’ombra ruotava, le sue dimensioni lentamente crescevano.

Di più.

Sempre di più.

“E pensare che avresti potuto vivere ancora se non avessi voluto fare il furbo”

Non c’era più scampo.

Ormai la fine era imminente.

  
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