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Autore: Seshiro_Sama    04/01/2011    1 recensioni
..."Tra tutte le ombre del mondo, quella del passato è sicuramente la più crudele"...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Lapidi, Tombe e Non-Morti

In quella buia e rigida sera d’inverno, il cimitero era immerso nella quiete più assoluta.

Tiranneggiando crudelmente tra le lapidi, aleggiava nell’aria un innaturale silenzio.

Lento e flebile come un sussurro strozzato.

Il silenzio della morte.

Nulla riusciva a porre fine al dominio della gelida ed inquietante calma che abbracciava ogni cosa.

La vita non esisteva più.

Il vento non soffiava.

La vegetazione non cresceva.

Nemmeno le stelle irradiavano con la loro brillante luce quel mero teatro, fatto di lapidi e mausolei.

Eppure, nel cuore di quella triste notte senza luna, un sinistro individuo procedeva impettito e deciso tra simulacri e croci in rovina.

Un uomo sulla settantina, alto e ben vestito, con barba e capelli bianchi, camminava nel camposanto alla ricerca di qualcosa.

Una cripta.

“Dovrebbe essere questa” pensò tra sé e sé, fermandosi dinnanzi ad una maestosa cappella funeraria; un cubico edifico corinzio, custodito all’esterno da due robusti angeli di pietra, posti, armati di spada, ai lati dell’entrata, e, decorato, al di sopra del portale, da una scritta alquanto lugubre e tetra:

 

Qui,tra le braccia della morte, giace il Re delle Ombre Anor Skiadow, detto Luce Nera, giustiziato nell’Anno Ventunesimo per esercizio di pratiche diaboliche e alto tradimento verso l’Ordo Magorum.

Possano i Cieli avere pietà della sua anima.

 

Senza ulteriori indugi, l’anziano figuro iniziò a salire gli stretti scalini d’ingresso quando, all’improvviso, la coppia di guardiani prese vita e gli sbarrò la strada, incrociando fragorosamente le lame delle spade all’altezza del cuore.

“Se di qui tu vuoi passare…” esordì il primo con voce atona.

“…il dazio, prima, devi pagare” concluse il secondo con lo stesso tono.

Ubbidendo, il vecchio afferrò la punta delle armi e le strinse con vigore, finché copiosi rivoli di sangue cominciarono a tingere il freddo metallo di un plumbeo color porpora.

Con impeccabile rapidità gli angeli riassunsero la loro naturale posizione e, nello stesso istante, la porta della cappella si aprì, cigolando e sollevando una consistente nube di polvere.

Con un largo sorriso l’uomo si osservò i palmi sporchi di sangue e commentò:”Gli stregoni e i loro trucchi… credono davvero che un incantesimo di reclusione semplice come questo possa fermarmi? Il sangue non è un problema per UNO come me”

Non fece in tempo a finire la frase che subito i due profondi tagli sulle sue mani si rimarginarono ad incredibile velocità senza nemmeno lasciare una cicatrice.

“E ora vediamo se qualcuno è in casa” concluse ironico, entrando nella cripta.

Date le dimensioni della struttura, non ci mise molto a trovare quello che stava cercando.

In fondo alla navata centrale si trovava una bara nera come la pece, posizionata orizzontalmente sopra una lastra di marmo.

Non perse tempo.

La raggiunse e l’aprì senza alcuna fatica, contemplando con soddisfazione la buona riuscita della sua missione.

Davanti ai suoi occhi si trovava, perfettamente conservato, un ragazzo di non più di diciassette anni, contraddistinto da un abbigliamento alquanto insolito e tenebroso: oltre ad avere gli occhi coperti da una sottile benda scura, indossava abiti di un cupo color blu notte, tra i quali una felpa con cappuccio, dei jeans attillati e un paio di scarpe sportive, rivestiti da un lungo cappotto aperto e sovrastati da un largo panama bianco e nero, che schiacciava una folta massa di ricci capelli castani.

“E’ giunta l’ora, caro Luce Nera…” esclamò, avvicinandosi sempre di più, “…di ritornare alla vita” concluse, quasi gridando, affondando con violenza i canini nella giugulare del defunto.

Subito il cadavere fu colto da convulsioni via via sempre più violente, poi, quando il vampiro mollò la presa, di colpo, s’irrigidì e cominciò lentamente ad alzarsi dalla sua postazione.

Al termine di quel macabro spettacolo, il giovane, pallido come un cencio, si guardò intorno con fare perplesso, finché, una volta in piedi, non si accorse della presenza del suo misterioso rianimatore che lo osservava compiaciuto.

“E tu saresti?” chiese serio.

“Perdona la mia poco ortodossa scortesia” disse il vecchio con un inchino, “Il mio nome è Bartholomew Blackbat, Capo Sanguinario dell’Oscura Baronìa; immagino che tu voglia conoscere la ragione della mia venuta in questo sacro luogo”proseguì, presentandosi.

Sgranchendosi il collo, il ragazzo rispose: ”Veramente mi stavo chiedendo cosa mi impedisse di farti a pezzi e di andarmene da questa topaia”

Con fare provocatorio l’uomo evidenziò: “Spietato, crudele e senza cuore; sei proprio degno della tua fama, le storie sul tuo conto non ment…”

“Alle corte, vampiro! Dimmi perché hai interrotto il mio riposo e lascia perdere il mio passato” replicò seccato, interrompendolo bruscamente.

“Mi interessa eccome il tuo passato invece” fu la risposta,”Il mio obbiettivo è quello di spodestare lo Stregone Supremo e solo tu, con i tuoi poteri e la tua conoscenza, sei in grado di aiutarmi”

“Perché dovrei farlo? Cosa potresti mai darmi tu, vetusto Non-Morto assetato di potere?”

“Quello che ti offro, illustre Re delle Ombre, non sono terre, donne o ricchezze; quello che ti offro è la vendetta; la vendetta verso coloro che ti hanno tradito; la vendetta verso l’Ordo Magorum; ora che anche tu sei un vampiro, valuta con attenzione la mia proposta e, semmai dovessi accettare, sai dove trovarmi”

Detto ciò, Blackbat scomparve nel nulla, lasciando lo stregone solo.

Solo con i suoi pensieri.


  
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