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Autore: Miyan    17/12/2005    1 recensioni
Questa è la storia di una giovane ragazza che si ritrova ad aver di nuovo a che fare con Hogwarts qualche anno dopo al suo diploma... la storia di simpatie, amori e il proseguimento della vicenda di Harry, ipotizzando la morte di Lord Voldemort alla fine del settimo anno... spero che vi piaccia... è stato scritto prima dell'uscita del sesto libro...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

CAPITOLO 2

Quel mattino May aveva preparato il suo baule e una grossa borsa per il viaggio. E adesso non sapeva come trasportarli a Hogwarts.

"Fammi pensare… come facevo ad andare a Londra con i bagagli prima dell’inizio della scuola?"

si domandò cercando di ricordare.

"Ah chiamavo i fattorini… farò così anche oggi"

Prese carta e penna, la intinse nell’inchiostro e incominciò a scrivere la lettera che poi inviò alla società di fattorini magici di cui si serviva la sua famiglia quando avevano dei trasporti ingombranti da fare. La borsa poteva anche portarsela da sola, quindi la prese tra le mani e urlò prima di entrare nel camino:

"Mamma io vado. Ci vedremo appena avrò il permesso di tornare a casa!"

sua madre le rispose da un’altra stanza

"Va bene, a presto!"

May entrò nel camino, buttò una manciata di polvere magica a terra e disse

"Hogwarts"

poco dopo apparve nel salone d’ingresso. Non c’era nessuno. Tenendo ben stretta la larga borsa tra le mani si diresse verso la scalinata principale.

"Buongiorno signorina Pereights"

disse una voce dietro di lei. May si voltò e riconobbe il professor Vitius.

"Buongiorno professore. Che piacere rivederla"

rispose con un sorriso la ragazza.

"Ma bene. Dovrò ricordarmi di chiamarla professoressa Pereights invece che signorina" precisò il professore.

"Sa, non mi ci sono ancora abituata neanch’io. Bene, saprebbe dirmi ora che sono arrivata che cosa dovrei fare?"

domandò imbarazzata la ragazza.

"Andiamo in sala professori…" rispose l’uomo.

"Sala professori? Non sapevo che esistesse un luogo del genere…" disse la ragazza sorpresa.

"È una specie di sala comune per noi professori. Le camere da letto dei professori che non sono responsabili di una casata e dei nostri ospiti si trovano vicino ad essa" spiegò l’uomo, contento di dare informazioni.

"Ah, bene. La seguo."

Il professore salì al primo piano, poi prese il corridoio che portava nella parte nord del castello e si fermò davanti ad un grande quadro che rappresentava un giovane mago dagli occhi chiari che chiese

"Parola d’ordine, prego"

Vitius disse: "Genziana e rabarbaro"

Il quadro si mosse e si spostò lasciando libero il passaggio ad un corridoio poco illuminato. Alla fine del corridoio c’era una sala molto elegante. Un grande camino di marmo, per ora spento, era la prima cosa che si notava. Molte poltrone ed alcuni divani di broccato occupavano la stanza, mentre un lungo tavolo era posto sotto le finestre. In un lato c’era una scala a chiocciola e May si domandò subito dove portava.

"Oh, ben arrivato Vitius, vedo che ci porti la nostra nuova collega."

May vide alzarsi da una di quelle poltrone la professoressa McGranitt che si diresse verso di loro.

"Oh ragazza mia, dovrò abituarmi a non averla tra i miei studenti."

Disse la donna stringendo la mano della ragazza.

"Ma venga, la conduco nella sua stanza."

Minerva McGranitt si diresse verso la scala a chiocciola, May la seguì accorgendosi in quel momento che altre persone erano sedute nelle poltrone dagli alti schienali. Giunte in cima alla scala c’era un altro corridoio illuminato da delle torce. Passarono davanti a parecchie porte e poi si fermarono davanti ad una di esse. La professa McGranitt l’aprì e May vide una bellissima stanza arredata nel rosso rubino. A terra c’era una moquette porpora, ampie tende sempre purpuree non permettevano alla luce di entrare da una grande finestra. Un divano, una poltrona e un tavolino basso erano una specie di salottino privato e poi c’era una porta. May entrò ma la professoressa le disse "Si riposi un po’ se vuole, il suo baule, che è arrivato poco prima di lei, è già stato portato in camera sua. Ci raggiunga giù quando vuole" e poi la salutò. May chiuse la porta dell’appartamento, perché era un vero e proprio appartamento, e si diresse curiosa verso la sua stanza da letto. C’era un ampio letto a baldacchino dai veli anch’essi del colore delle tende delle finestre, che erano aperti e permettevano di vedere che anche le coperte erano rosse. Ai piedi del letto era posato il suo baule. Una scrivania era vicino alla finestra con la sua seggiola, ed un armadio era appoggiato ad un muro della stanza. Poi c’era un’altra porta. May si diresse verso di essa ed entrò nel bagno. Piastrelle fulve ricoprivano il pavimento e le pareti della stanza, con una grande vasca nel centro. Poi, oltre ai servizi, c’era una specchiera e un mobile su cui era appoggiato un catino, e delle mensole dove erano appoggiate varie salviette di ogni misura.

May si sedette sul letto incredula.

"Se mi vedessero Victoria e Shannon…" disse a fil di voce guardandosi attorno.

Si tolse il mantello grigio chiaro e andò a rinfrescarsi un po’ il viso, poi uscì dalla stanza e si diresse verso la sala comune dei professori. Appena entrata si sentì raggelare il sangue, tutti i professori della scuola erano lì, tranne Hagrid che sicuramente si trovava nella sua casetta ai margini della Foresta Proibita. Si avvicinò alle poltrone dove tutti erano seduti e si sedette anche lei.

"Salve" fu l’unica parola che riuscì a pronunciare.

"Ragazza mia, non devi essere così imbarazzata. Non sei più una studentessa, siamo tuoi colleghi ora" disse la professoressa Sprite con un largo sorriso. May poté solo rispondere al sorriso, sentiva lo sguardo di Piton su di lei, le era proprio seduto di fronte.

"Silente è nel suo studio. Mi ha detto di farti sapere che nel pomeriggio vorrebbe vederti per discutere del programma dei corsi" disse la McGranitt mentre si sistemava gli occhiali sul naso.

"Va bene. La ringrazio."

"Professoressa Pereights…"

May sobbalzò a sentire quella voce fredda e insidiosa

"…se non riesce a mantenere un certo contegno, credo che i miei Serpeverde si divertiranno molto a prendersi gioco di lei" Piton sibilò con una nota divertita nella voce.

"Non si preoccupi, con gli studenti non avrò alcun problema… devo solo abituarmi a dover condividere la tavola e il salotto con voi…"

rispose la ragazza, molto più sicura nella voce

"Bene, professoressa. Ora riconosco la fierezza di quando era una studentessa." Concluse Piton che se ne andò verso la scala a chiocciola.

"May… mi scusi, meglio professoressa Pereights, vorrebbe venire con me in giardino? Potremmo parlare un po’ di quello che ha fatto in questi due anni…" propose la professoressa McGranitt.

"Sì, molto volentieri." Rispose la giovane. Si alzò dalla poltrona e lisciò la gonna dell’abito verde che portava quel giorno, poi insieme alla donna lasciarono la sala professori.

Giunte nel grande parco del castello le due si misero a chiacchierare.

"Allora May, Silente mi ha detto che lavora come cacciatrice di creature magiche…"

iniziò la donna per introdurre la conversazione

"Sì, cacciatrice è una parola un po’ forte… diciamo che ci occupiamo di creature magiche che creano problemi."

"Bene. Si è inventata una nuova professione a quanto vedo. E con chi lavora?" domandò.

"Con Shannon Bubbleslow e Victoria Smallwasp. Non so se si ricorda di loro. Erano Corvonero come me e ci siamo diplomate nello stesso anno."

"Oh sì, Smallwasp era una dei cacciatori della vostra squadra, mentre Bubbleslow era molto brava in Trasfigurazione… mi ricordo di entrambe."

"Durante l’ultimo anno non eravamo molto convinte di quello che volevamo fare una volta fuori dalla scuola, ma un giorno ci è venuta questa idea per caso."

Avevano raggiunto il lago e si fermarono sulla riva.

"Siete sempre state molto amiche. Spero che lavorare insieme non vi crei problemi"

"Problemi? No, ci conosciamo così bene che tra di noi non c’è alcun problema."

"Mi fa piacere ricevere informazioni su di voi, purtroppo dopo il diploma perdo di vista molti dei miei ex studenti e non si sa più nulla."

Continuarono a parlare ancora per un po’, poi tornarono al castello e pranzarono. Nel pomeriggio May si diresse verso l’ufficio di Silente accompagnata dalla professoressa Sprite.

"Quest’anno la parola d’ordine per l’ufficio di Silente è Crostata di lamponi. La tenga a mente e non la dica a nessuno dei nostri studenti."

May rispose affermativamente con il capo, poi pronunciò la parola d’ordine e raggiunse l’ufficio di Silente. Era ancora identico all’ultima volta che c’era stata, tre settimane prima. L’uomo era seduto alla sua scrivania e lei si sedette di fronte a lui con un quaderno di appunti in mano.

"Professoressa Pereights, bene. Vedo che è arrivata prima del previsto. Ha preparato il programma dei corsi?"

la ragazza aprì il quaderno e lo passò al preside per mostrargli il piano di studio.

"Seguirò i libri dei vari anni, introducendo i vari argomenti con dimostrazioni pratiche, quando ciò è possibile. Mi piacerebbe mostrare varie creature oscure quando c’è la possibilità di farlo con sicurezza e poi… vorrei tenere al sesto e al settimo anno un approfondimento sugli incantesimi e le pozioni oscure e i loro controincantesimi e rimedi."

"Spero solo che i suoi studenti non usino gli incanti oscuri… creerebbero non pochi problemi alla scuola."

"Mi ritengo fortunata ad aver avuto un insegnante che me li abbia mostrati… senza sapere nulla di essi, sarebbe impossibile riconoscerli nel caso che qualcuno li utilizzasse contro di noi. È vero che ormai Lord… Voldemort… è stato sconfitto da anni, ma alcuni dei suoi adepti sono riusciti a evitare la prigione di Azkaban e se qualcuno se li trovasse davanti con cattive intenzione c’è il rischio di morte se non si riesce almeno a parare determinati incantesimi."

May aveva parlato a lungo cercando di spiegare le sue motivazioni…

"Sono d’accordo con lei, vedo che ha preparato un ottimo programma. Se le servisse qualcosa per i suoi corsi, mi faccia sapere."

"Per ora niente… ma terrò presente la sua proposta."

May sorrise sentendosi sollevata per aver ottenuto l’approvazione dell’uomo.

" Ora vado nella mia aula… è ancora quella che utilizzavamo quando ero studentessa qui?"

domandò la ragazza.

"Sì è ancora quella. Vada pure a prepararsi. Fra pochi giorni i nostri studenti saranno di ritorno"

May si congedò e si diresse alla sua aula. Nell’entrare notò che non era cambiata per nulla. Dalle vetrate entrava la luce del sole, i banchi erano divisi uno a uno e ben allineati, la cattedra era rialzata rispetto ai banchi, ed alcuni armadi si trovavano dietro di essa. Li aprì e rivide le pozioni, le pergamene e oggetti che anche lei aveva utilizzato. Le venne un po’ di nostalgia.

Si rivide seduta al secondo banco, con Shannon e Victoria sedute ai suoi lati, le pergamene srotolate e le penne in mano mentre cercavano di non perdere una parola di quello che stava spiegando il professore, l’inchiostro che le macchiava le dita e la bacchetta appoggiata accanto a lei, sul banco.

Si ricordò di quando il professore aveva mostrato un Molliccio e la confusione che si era creata… ma con pochi gesti e un colpo di bacchetta lo aveva immobilizzato e lei aveva capito che quella era la materia che faceva per lei…

Ricordò gli esami per il G.U.F.O. prima e per il M.A.G.O. dopo e la gioia che aveva provato nel prendere il massimo dei voti in quella materia… ma anche la tristezza nel dover lasciare la scuola per sempre… anche se non era per sempre, ma a quel tempo non lo sospettava nemmeno.

Richiuse le ante dell’armadio e si diresse verso la vetrata. Osservò il giardino sottostante e Madama Bumb che controllava le scope di riserva.

"La mia scopa!" gridò allarmata la ragazza. Se l’era dimenticata a casa.

Tornò di corsa nella sua stanza, prese carta e penna e scrisse a casa sua di farsi spedire la sua scopa il prima possibile. Poi scese nella sala professori e vi trovò soltanto il professor Piton. L’uomo alzò lo sguardo dalla pergamena che stava leggendo e lo posò su di lei.

"Buongiorno professoressa Pereights"

"Buongiorno professor Piton"

poi uscì, e si diresse verso la guferia. Quando trovò Shade le diede il messaggio e le sussurrò:

"Mi raccomando, sta attenta. E assicurati che me la spediscano subito."

Poi la sua civetta nera prese il volo e la vide allontanarsi verso casa sua.

Erano passati alcuni giorni, e la sua scopa era arrivata a destinazione. Quella sera gli studenti sarebbero arrivati con il treno e Hagrid avrebbe accompagnato gli studenti del primo anno che sarebbero stati smistati nelle loro case.

May si sentiva agitata… conosceva la prima sera ad Hogwarts, ma era diverso viverla dalla parte dei professori.

Era in sala professori con un libro in mano e una mela nell’altra. Se ne stava seduta in una poltrona, completamente sola. Vedeva entrare il sole dalla finestra e allora si alzò e decise di scendere in giardino. Nello scendere la scalinata principale si vide comparire di fronte una persona. Di scatto alzò lo sguardo su di essa e riconobbe il ragazzo.

"Buongiorno" salutò la ragazza per cortesia.

"Buongiorno a lei" rispose egli guardandola negli occhi con i suoi strani occhi verdi.

Quella cicatrice… cosa ci faceva il signor Potter a Hogwarts? … May si poneva spesso mille domande sulle persone che incontrava, e anche Harry Potter aveva inavvertitamente scatenato la sua curiosità. Si incrociarono solo per un secondo, May poco dopo si voltò ad osservare dove andava, ma non poteva capirlo. La ragazza attraversò l’ingresso e uscì in giardino. Si diresse verso le serre di erbologia, in una di esse intravide la professoressa Sprite che stava trapiantando una Mandragola. Superò le serre e si sedette sotto un albero ben nascosta dai vari cespugli. Riprese in mano il libro e lo aprì alla pagina dove era arrivata, ma non riprese a leggere, diede un morso alla mela succosa e appoggiò la schiena al tronco mentre osservava il cielo.

"Perché Harry Potter non è venuto ad insegnare Difesa contro le Arti Oscure al posto mio?"

Questa domanda le rimbalzava in testa dal primo momento. Tutti sapevano che Potter era sempre stato il migliore di tutti in quella materia. Volente o nolente aveva dovuto farne il suo punto di forza per sconfiggere l’Oscuro Signore. E ora, dopo averlo vinto, era anche diventato un Auror.

"L’amicizia con Silente lo rende il primo candidato per il posto… non capisco."

May era sempre stata diffidente e curiosa, secondo lei per ogni cosa che accadeva c’era un motivo ben preciso, e il fatto che Harry Potter non avesse insegnato al posto suo quell’anno la infastidiva… odiava essere il ripiego di qualcun altro.

Tutti amavano Potter, lo ammiravano, lo riverivano e lei riconosceva che era effettivamente merito suo se Voldemort era definitivamente scomparso, ma ciò non era giusto. La vita di quel ragazzo da quel momento era stata sempre in discesa, non aveva più incontrato ostacoli…

May si era addormentata. Quando si svegliò il sole stava calando all’orizzonte. Appena si rese conto dell’ora che fosse, balzò in piedi, riprese il libro caduto sull’erba e si mise a correre per il giardino e per le scale del castello per raggiungere la sua stanza il prima possibile.

"Signorina Pereights, sa bene che non si può correre per il castello!"

la rimproverò la professoressa McGranitt

"Mi scusi ma sono terribilmente in ritardo. Chiuda un occhio per questa volta. Sarà la prima e l’ultima."

Si scusò la ragazza.

"Lo spero bene. Da questa sera dovrà dare il buon esempio. Col suo comportamento sembra ancora una studentessa, non una professoressa."

Continuò la donna mentre la osservava con la sua aria severa.

"Lo so. Le prometto che non succederà mai più. E ora mi scusi ma devo prepararmi. Tra meno di un’ora i ragazzi saranno arrivati."

La donna la congedò con un gesto della mano. La ragazza si trattenne dal correre sulla scala a chiocciola, e si diresse con passo veloce verso la sua stanza. Appena entrata corse nella stanza da letto, si sfilò il leggero abito di un viola pallido e lo lanciò sul letto. Poi andò in bagno e si immerse nell’acqua calda e profumata della vasca.

Gli studenti stavano arrivando. Quelli del primo anno stavano attraversando il lago guidati da Hagrid. May scese in quel momento in sala grande. Gli altri studenti si stavano accomodando al loro tavolo. May passò tra di loro senza osservarli, sentendosi terribilmente in imbarazzo per il ritardo, gli altri professori erano già seduti ai loro posti. Quando raggiunse la tavolata salutò i presenti.

"Buona sera. Scusate il ritardo."

Il preside Silente le sorrise

"Si sieda tra la professoressa Sprite e il nostro ospite"

May si sedette accanto al signor Potter. Aveva le mani sudate e le passò sulla lunga gonna dell’abito rosa pallido. Si sentiva un confetto con quel vestito, ma era uno dei pochi abiti eleganti che avesse, e sua madre glielo aveva regalato per l’occasione. Si portò la mano al collo per stringere il medaglione che indossava sempre, le sembrava che da esso scaturisse una forza che le desse coraggio.

"Preoccupata per qualcosa?"

quella domanda la fece destare dai suoi pensieri. La ragazza si voltò verso Harry Potter cercando di non essere sgradevole.

"Sì"

era di poche parole, ma sperava che il tono della voce fosse sembrato gentile.

"Il preside mi ha parlato di lei. Dice che sarà un’ottima insegnante."

Il ragazzo la osservava da dietro i suoi occhiali rotondi.

"Speriamo."

La giovane sospirò lieta nel veder entrare i ragazzi del primo anno guidati dalla professoressa McGranitt… grazie a loro non avrebbe più dovuto conversare con Potter almeno per un po’.

Il Cappello Parlante venne messo al suo posto, e uno alla volta assegnò i nuovi arrivati alle varie case. La ragazza osservò la tavolata dei Corvonero. Desiderava essere ancora seduta tra loro. Intravide il fratello con i suoi amici Micheal, Andrew e Neil.

Il preside si alzò per il suo solito discorso di inizio anno. May lo ascoltò attenta diventando rosea in viso quando egli la presentò agli studenti.

"…la signorina Pereights sarà la vostra docente di Difesa contro le Arti Oscure per quest’anno. Si è diplomata in questa scuola ormai due anni fa, ma molti di voi dovrebbero ricordarla, era il prefetto di Corvonero. Inoltre il fratello, Gary, è al sesto anno e l’anno scorso è stato tra i migliori nel G.U.F.O. di Pozioni…"

molti si voltarono ammirati verso suo fratello

"…La professoressa Pereights è stata così gentile da farmi questo favore, quindi comportatevi con rispetto verso di lei e sono certo che sarà un’ottima insegnate."

Anche dopo la fine del discorso molti studenti la continuavano ad osservare, ma altrettanti osservavano il suo vicino. Tutti si domandavano perché lui fosse lì.

"Buono questo arrosto vero?"

il suo vicino voleva chiacchierare.

"Sì, gustoso."

Era più forte di lei, non riusciva ad essere più gentile. Forse era un po’ invidiosa di lui, doveva ammetterlo, ma di Potter conosceva solo quello che gli altri dicevano di lui e non la persona vera. Il giovane sorrise.

"Professoressa Pereights, è proprio di poche parole."

"Non sempre. Dipende dalla persona."

"Vuole forse dire che dipende da me?"

il giovane la scrutò negli occhi, lei li abbassò verso il piatto.

"No, sì, nel senso che con le persone che conosco poco per me è quasi impossibile conversare"

tentò di dare una spiegazione.

"Conoscermi poco? Chiunque sa più di me che di suo fratello."

Affermò sarcastico il giovane. La ragazza si fermò ad osservare il volto del suo interlocutore prima di parlare. Pensò che era diverso dal ragazzo che frequentava la scuola nel suo periodo. I capelli erano molto più corti e non nascondevano più la cicatrice, il viso aveva perso i lineamenti gentili dei ragazzini e aveva una mascella più pronunciata, era sempre snello e sembrava più alto.

"Non capisce. Io conosco l’Harry Potter grande eroe e salvatore, non l’Harry Potter persona con amici, interessi e gusti culinari…"

Potter rise di gusto e la ragazza si sentì umiliata. Nessuno si era mai permesso di prendersi gioco di lei.

"Non credevo che le mie parole fossero così ridicole!" disse stizzita.

"Oh, ha ragione. Ma nessuno ha mai guardato a me come una persona qualunque e… e questo mi piace molto."

Potter posò le posate accanto al piatto e appoggiò i gomiti sul tavolo incrociando le dita delle mani.

"Strano che non mi ricordi di lei quando andavamo a scuola…"

"Lei era quattro anni avanti a me, e aveva molti pensieri più importanti per la testa che imprimersi nella mente i volti di tutte le studentesse di Hogwarts, soprattutto una non del suo stesso anno, né della sua stessa casata."

La ragazza fissava negli occhi il giovane, il suo viso era molto serio, forse fin troppo.

"Ha ragione, avevo sempre altri pensieri per la testa. Ma dovrei ricordarmi della Hermione Granger dei Corvonero."

Il ragazzo accennò ad un sorriso…

"No, non sono al suo livello di conoscenza. Io sono più intuitiva…"

"Lei piacerebbe a Hermione, dovrebbe conoscerla."

"Ognuno ha i suoi impegni, se ci sarà l’occasione potrei conoscerla."

Ci fu qualche minuto di silenzio, May abbassò lo sguardo concentrandosi sulle sua mani appoggiate ai lati del piatto.

"È sempre così scostante?"

Nel sentire quella domanda così inaspettata la ragazza si voltò di scatto verso l’interlocutore, incuriosita.

"Mi scusi? Non comprendo."

"Sì, è scostante, scontrosa e fredda."

Il giovane sembrò pronunciare quelle parole tutto d’un fiato.

"Sì, sono sempre così"

"Io non ci credo."

"Pensi pure quello che vuole. Ma ora mi scusi ma devo andare via."

May si sentiva ribollire il sangue nelle vene… se si voleva vederla reagire bisognava colpire il suo orgoglio e Potter l’aveva fatto. Scese tra le tavolate e raggiunse suo fratello che stava chiacchierando con i suoi amici.

"Ciao Gary. Come va?"

domandò al fratello che le strizzò l’occhio nel vederla arrivare.

"Sorellina, mi invidiano tutti. Pensano che me le farai passare tutte lisce."

"Scordatelo" affermò la ragazza.

"Ma May! E noi che pensavamo di avere finalmente qualcuno dalla nostra parte!" subentrò Micheal, l’amico più pazzo del fratello.

"Signor Grow, anche se ci conosciamo da quando lei era un bimbo piccolo, anche lei dovrà portarmi rispetto!" disse la ragazza ridendo di gusto nel vedere il broncio che aveva messo quest’ultimo.

"Va bene professoressa Pereights, ma la prego sia indulgente" sospirò il ragazzo.

A May veniva da ridere ma cercò di trattenersi e di mantenere un contegno dignitoso.

Gli studenti stavano raggiungendo i loro dormitori, May vide i prefetti che li guidavano e vide i Corvonero dirigersi verso il corridoio che lei aveva attraversato molte volte in sette anni. May si diresse verso la sala professori.

"Genziana e rabarbaro" May pronunciò la parola d’ordine e si aprì al passaggio verso la sala. Alcuni professori erano seduti nelle poltrone e parlavano, May prese un libro e si sedette in disparte a leggere.

"Che cosa legge di interessante?"

la domanda la portò alla realtà.

"Antidoti e controincantesimi alle Arti Oscure"

la ragazza alzò il volto e vide Potter in piedi accanto a lei che osservava il libro.

"Non crede di esagerare nel studiare anche prima di andare a dormire?"

"Veramente è una lettura leggera…"

May voleva essere seria ma sorrise nel vedere il volto stupito del giovane.

"Scherzavo. Non mi ricordavo un ingrediente per la pozione contro i folletti di palude."

"Mi ricorda Hermione. Si comporta come lei."

Harry si sedette nella poltrona accanto alla sua, sprofondando nei cuscini ed appoggiandosi all’alto schienale.

"Beata lei. È fortunata a poter lavorare qui!"

affermò Potter.

"Pensavo che il professor Silente le avesse proposto di insegnare al posto mio…"

"Oh no, non ne avrei il tempo. Essere un Auror comporta compiti impegnativi…"

"Ora che Voldemort è morto non dovrebbero esserci grossi problemi."

La ragazza chiuse il libro inserendovi un segnalibro alla pagina che le interessava, e si concentrò sul giovane.

"I problemi ci sono sempre, professoressa. Ma non parliamo di queste cose. Piuttosto non sentirà la mancanza degli amici qui?"

il mago giocherellava con la sua bacchetta magica mentre osservava la ragazza.

"Mi terrò in contatto… ma ora mi scusi, mi ritiro nella mia camera."

May si alzò e si diresse verso camera sua.

Il mattino dopo May entrò in classe, sentiva le farfalle nello stomaco peggio degli esami. Aveva di fronte alunni del terzo anno, alcuni già seduti e composti, altri che si affrettavano ad imitarli. La giovane professoressa si sedette alla cattedra osservando i volti dei suoi studenti. Fece un respiro profondo poi incominciò la sua lezione.

La sera, a cena, May vide che Potter non era presente. Incuriosita chiese informazioni alla professoressa Sprite.

"Professoressa Sprite, il nostro ospite se n’è già andato?"

"Ho sentito che è stato richiamato d’urgenza al ministero nel pomeriggio, è partito subito."

May portò il bicchiere alla bocca sorseggiando il succo di zucca. Osservò la sala gremita di ragazzi vocianti e pensò che era cambiata molto da quegli anni.

Dopo cena si alzò e il professor Silente le fece cenno di avvicinarsi per parlarle.

"Professoressa Pereights, come è andata oggi?"

domandò l’uomo con voce calma.

"Credo bene… non ho avuto problemi, tranne un Serpeverde che ha tentato di fare uno scherzo a un Tassorosso in corridoio, ma l’ho mandato dal professor Piton per la punizione."

May accennò un sorriso per congedarsi.

"Se posso andare ora"

"Vada pure. A domani."

La ragazza uscì in giardino, il sole era già tramontato ma il cielo non era ancora scuro anche se era imbrunito. Si allontanò dal sentiero principale inoltrandosi nel giardino e raggiungendo l’albero dove ormai era abituata ad andare a sedersi. Si sedette a terra e alzò il viso verso il cielo. Le prime stelle si potevano scorgere nel buio non ancora inoltrato.

Dopo circa un’ora decise di andare in camera sua. Nel raggiungerla osservò i corridoi in cerca di studenti disubbidienti che avevano lasciato i loro dormitori fuori dall’orario consentito, ma non vide nessuno. Sentì solo Pix che stava preparando uno dei suoi soliti scherzi.

Arrivata in sala professori vide Piton che parlava con Vitius. Si voltarono verso di lei nel vederla entrare.

"Buonasera"

salutò la ragazza.

"Buonasera professoressa."

Risposero i due.

May salì la scala a chiocciola e si diresse verso la sua camera. Nel corridoio incrociò la professoressa Sinistra che stava lasciando la propria stanza.

"Buonasera Professoressa." Salutò la giovane.

"Buonasera. Ho una lezione con gli studenti del quarto anno ed è proprio un’ottima sera. Le stelle sono luminose e non ci sono nuvole."

Disse la professoressa Sinistra.

"Allora buon lavoro"

le due si lasciarono e May entrò in camera sua. Si sedette nella poltrona e scaraventò le scarpe dall’altra parte della stanza. Camminando scalza raggiunse il bagno e preparò l’acqua nella vasca. Poi tornò in camera sua e si sedette alla scrivania. Prese carta e penna e scrisse un biglietto alle sue amiche.

Ciao ragazze,

è appena finito il primo giorno di lezioni e sono stanchissima. È strano vivere qui in un ruolo diverso da quello a cui ero abituata. Gli studenti non mi hanno ancora creato problemi e i professori sono gentili, ma mi mancate.

Fatemi sapere come va a lavoro.

Un bacio

May

Piegò il foglio e lo mise in tasca. Si rimise le scarpe e uscì. Attraversò i corridoi e raggiunse la guferia. Shade era appollaiata con gli altri gufi e civette dei professori, in una stanza separata da quella degli altri uccelli. Le diede la missiva e poco dopo tornò in camera sua.

Ringrazio chi ha letto il mio racconto e chi è stato così gentile da commentare. Spero che ci sia altra gente che voglia lasciarmi un commento, sia positivo che negativo…

Un saluto

Miyan

  
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