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Autore: Heven Elphas    09/01/2011    1 recensioni
Parliamo chiaro, bunny, qui la gente non ha ancora capito una beata sega di come gira la vita… La nostra vita per essere precisi. Lascia parlare me, qualcosa ne verrà fuori di quella che realmente è la nostra vita. Ci puoi anche giocare il culo, questa sarà la nostra biografia speciale… Quei cazzoni capiranno che è anche l’ora che chiudano quella fottuta fogna. ----- Lou è un ventenne amante della musica punk di Erith, una cittadina sulla riva meridionale del Tamigi.Si narra del piccolo periodo di sfacelo nella sua vita... Enjoy it!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '...The laziest days of a life...'
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NeVEr MinD

NeVEr MinD

 

 

 

La prima volta che l’ho vista me ne stavo seduto sul lavandino del cesso della biblioteca, ero intento a grattare via il codice da un dvd per potermelo potare a casa senza che uscendo si mettesse a suonare l’allarme. Un lavoraccio che a quel tempo mi divertiva un sacco, per non parlare dell’adrenalina che aumentava ogni volta che combinavo qualcosa. Insomma ero lì a lavorarmi questo dvd quando lei è entrata in bagno di corsa, stando attenta a non sbattere la porta nonostante la fretta che sembrava avere. Alzai lo sguardo per poterla vedere ed ecco che mi ritrovai davanti questa ragazza vestita di nero con due codini in testa, gli occhi color miele e contornati da una spessa riga di eyeliner nero erano completamente sgranati dallo stupore di vedermi lì.

-Oh cazzo… Scusa! Non sapevo ci fossi tu, era aper…-

-No tranq. Stavo solo… pensando.-

Dissi io, nascondendo la cusodia sotto il chiodo per evitare che mi sorprendesse a derubare la biblioteca. Lei sorrise, appoggiando a terra la tracolla piena di libri e sospirando per riprendersi.

Era bellissima… Lo era seriamente. Fuori dalla portata di uno come me: smilzo, pallido e con qualche serio problema mentale ed economico. Mi sentivo una merda in suo confronto, per quello non ci provai come avrei fatto con qualsiasi altra ragazza che sarebbe potuta arrivare in quel bagno. Un segnale biologico mi stava avvertendo di non comportarmi come se fossi il migliore al mondo, perché forse non lo ero affatto. Il fattore che fece cambiare così di colpo il mio modo di ragionare ora sono sicuro che fosse dettato dalla sua presenza fisica. Una specie di aglio anti-vampiro che teneva a bada il mio istinto animalesco –almeno per il momento-.

-Bel posto per pensare… Almeno nessuno rompe le scatole. Ora, scusami ma devo fare una cosuccia.-

Mormorò sedendosi a terra con le gambe incrociate, per poi iniziare a rovistare nella sua borsa. Indossava delle Converse, delle calze a rete stracciate, una gonna a pieghe e una giubbotto in pelle… Tutto nero, ovviamente. La guardavo sbigottito, non avevo parole da dire in quel momento così strambo. La ragazza perfetta mi era stata mandata direttamente da Sid Vicious per ripagare la mia devozione…

Concentrato com’ero a contemplarla, non mi accorsi di ciò che stava combinando sul pavimento: con una lametta si cimentava abilmente nel togliere il codice ai libri… Lo stesso lavoro che stavo facendo pure io qualche secondo prima.

-Ohi, non credi che potrei denunciarti al bibliotecario pazzo che sta al piano di sotto?-

Sentii la mia voce sogghignare a quel punto, ricevendo una sua occhiata allibita. Poi la sua risata rimbombava nel cesso e io non capivo più un cazzo, se non che ora volevo farmela lì su quelle piastrelle grigiastre.

-Non mi sembri proprio tipo da denunciarmi! E poi finiresti nei guai anche tu con quel dvd… “Non aprite quella porta”, ah, l’unico film che non avrei mai rubato.-

-Devi avere dei cattivi gusti, allora. Senza dubbio questo è uno dei migliori horror della storia del cinema.-

Feci penzolare l’oggetto dell’argomento in questione e lei riprese la sua operazione di raspamento permettendomi di osservarla ancora. Tutto in lei mandava in palla i miei ormoni…

-Se ne sei convinto tu… Amante dei cult, eh? Scommetto che hai rubato pure Arancia Meccanica…-

Mise via i libri e alzò di nuovo lo sguardo verso di me, che quella volta riuscii a non reagire da idiota intimidito. Forse in qualche modo ero assuefatto della sua presenza.

-Chi non adora Arancia Meccanica? È uno dei migliori film mai fatti… E Malcom McDowell! Come si fa a non venerarlo nel ruolo di Alex? Solo i cretini amanti delle commedie romantiche non capiscono quanto Arancia Meccanica sia stupendo!-

-Wow… Abbiamo qui un vero cinefilo.-

Spalancai le palpebre colpito, prima di saltare a terra assordandomi con il tonfo dei miei anfibi. La mia coscienza mi stava strillando di non muovermi di un centimetro da lì e non fare battute, qualcos altro -che amo definire il “Sid dentro di me”- voleva che mi dimenassi in modo da attirare la sua attenzione un po’ come avrebbe fatto un animale. Fai vedere un po’ come si svolazza cantando, stupida cocorita ingabbiata…

Al contrario di ciò che alla gente piace dire di noi punk, assicuro che sotto quei capelli sparati a riccio c’è una mente fredda che ragiona. Il piccolo Sid fu martellato per bene dalla razionalità, la quale mi impose di limitarmi a fissare la ragazza. Non che l’opzione mi dispiacesse, potevo memorizzarla per bene in modo da potermela sognare quella stessa notte. Per il momento alla mia bramosia ciò sembrava bastare…

-Se non hai nulla da fare, guardati My Bloody Valentine… Nonostante sia un remake merita.-

Mi disse lei alzandosi a sua volta, sorridendo mentre sistemava per bene i libri nella sua tracolla. Mi arrivava giusto a livello degli occhi, così che riuscii a sentire il suo profumo: un aroma non fin troppo delicato ed inadatto ad una ragazza. Eppure su di lei, mischiandosi all’odore naturale della sua pelle, risultava buono ed allietante.

-Allora anche tu sei amante degli horror, eh? Non si direbbe affatto, sai, di solito le ragazze se la fanno addosso quando vedono delle budella…-

Ridacchiammo entrambi, io perché ero divertito dal fatto di aver incontrato una femmina che conosceva i film dell’orrore, lei perché –ora lo posso dire con certezza- era solita prendere tutto con sarcasmo.

-Una generalizzazione, questa. Non credi? Di te dovrei pensare che non ti lavi e puzzi come un bidone della spazzatura… Eppure non mi pare affatto.-

Sogghignò, voltandosi per uscire dalla porta del bagno e dirigersi nel reparto “psicologia”. La seguii velocemente e la gente seduta ai tavoli per studiare alzò lo sguardo verso di noi, una ragazza in partiolare si lasciò sfuggire una qualche smorfia guardando i miei capelli. A quel tempo li avevo quasi sempre neri con le punte verde brillante, tirati su a spuntoni di riccio sopra la testa. Non guadagnavo certo la stima della buona società… La ragazzina sembrava riscuotere le stesse reazioni, anche se meno esagerate rispetto a quelle che ricevevo io. Si bloccò in procinto delle scale per il piano terra, un secondo prima di voltarsi e rivolgermi un’occhiata obliqua.

-Se hai intenzione di seguirmi e offrirmi da bere, almeno fammi sapere come ti chiami…-

La risatina che si lasciò sfuggire mi colse alla sprovvista e con tutta probabilità arrossii come una femminuccia davanti al capitano della squadra di football che la invita al ballo.

-Louis Warren. Ma chiamami Lou…-

-Cass Healey.-

Disse prima di scivolare giù per la scalinata seguita da me, diretti entrambi verso l’uscita con la non chalance dei ladri esperti.

L’aria fottutamente fredda di Erith ci investì mentre le porte automatiche si chiudevano alle nostre spalle, causandomi un lieve tremolio di freddo misto ad eccitazione. Quel tremore dovuto alla consapevolezza innata che qualcosa sta andando nel verso giusto.

 

Un quarto d’ora dopo eravamo su pontile che si estendeva sopra il Tamigi, seduti su una panchina a sorseggiarci birra da una bottiglia. La palla arancione del Sole si rifletteva appena nelle acque torbide del fiume, affondando nell’orizzonte dalle parti di Londra. Cass era in equilibrio sullo schienale a fissare il luccichio dei palazzi sull’altra riva, nell’orecchio destro teneva l’auricolare per ascoltare qualche canzone che non arrivava fino a me. Potrebbe essere confuso per uno schifosissimo momento fa film romantico, uno di quelli dove ci si ambienterebbe il primo bacio tra i protagonisti. Il fatto divertente è che non era un film e ne ero pure contento… Non sono mai andato d’accordo con le cose dannatamente smielate. Due punk che si baciano davanti ad un tramonto sul molo è davvero una scena da rigetto. Poi diciamolo chiaro e tondo, noi mica eravamo come quelli che si dicono ti amo su facebook dopo il loro primo incontro. Prima di tutto perché io non amavo quello stupido social network per bambine in calore che cercano fidanzatini virtuali a cui far vedere le mutandine attraverso la webcam. Non era mio interesse osservare degli slip con gli orsetti di qualche tredicenne, ma nemmeno di una mia coetanea, anche perché se poi non potevo toccarla la cosa non aveva senso.

Comunque, tornando a noi due alla banchina, la visione era tutt’altra rispetto a quella che le menti più romantiche potrebbero immaginarsi. Ci si dovrebbe formattare il cervello da tutta la spazzatura che le belle commedie ci hanno mostrato riguardo il tramonto su un fiume. La verità è tutt’altra! La puzza della melma riempiva l’aria, i gabbiani stanziavano sui pali a gracchiare rumorosamente, i pescatori urlavano e bestemmiavano dalle loro barchette dirette all’attracco e attorno a noi i bambini iniziavano a piangere perché i nonni dovevano riportarli a casa. Una vera merda, ma mi piaceva lo stesso.

-Dimmi Lou… Ci vieni spesso in questo posto?-

Mi chiese Cass a quel punto, voltandosi verso di me mentre finiva la birra in qualche sorso.

-In verità no. È troppo lontano da casa mia… Giro più dalle parti di Church Manorway. Sto in Lower Road, sai...-

Lei fece una smorfia strana, prima di saltare giù dalla panchina e gettare a terra la bottiglia con poco delicatezza. Noi punk, che ci vuoi fare…?

-Una bella schifezza quella zona. Non è lontanissimo da dove sto io, comunque. Andiamo insieme a prendere l’autobus in stazione? Devo prendere il 99…-

-Io il 469, cavolo!-

Annuii, voltandosi verso la cittadina ed iniziando a camminare a ritmo di musica. La osservai per qualche istante, con il piccolo Sid dentro di me che si agitava nel tormento di volerle saltare addosso e mangiarsela come se fosse una mela proibita. Proibita dalla coscienza del sottoscritto, ovviamente… Non potevo permettermi di perderla dopo il primo incontro per colpa dei miei istinti animaleschi.

Ringrazio la visita che avevo avuto dal dottore prima di andare in biblioteca, che mi aveva permesso di rimanere pienamente sobrio. Se fossi incappato in Cass un altro giorno, probabilmente sarebbe anche stato l’ultimo in cui l’avrei vista. Per una fortuita circostanza, invece, ebbi la possibilità di fare una bella figura con quella ragazza che vidi cazzeggiare per tanto tempo al mio fianco…

 

 

 

 

 

----

 

 

 

 

 

Eccomi qui con il secondo capitolo di Never Mind che ha dovuto attendere un cifro perché mi sono intasata in altre storie.

È tutta mia intenzione continuare e quindi grazie a chi seguirà e a chi ha già iniziato a seguirla!!

 

FioccoDiNeve e EricDraven grazie mille per le recensioni!!!

 

 

 

XOXO

Miky

   
 
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