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Autore: Mary_Whitlock    10/01/2011    3 recensioni
Elanth Riddle è forse la ragazza più brillante che Hogwarts abbia mai visto, è forte e coraggiosa ma cresce anche all'ombra del padre con il quale vive dal primo secondo della sua vita. Voldemort la guida, le dice cosa fare, la istruisce; pensando di aver costruito così un'arma da guerra imbattibile.
Ma nessuno può essere creato, nessuno può scegliere il futuro di una persona. Appena Elnath mette piede fuori dalle mura domestiche si ritrova a lottare contro se stessa. Tutte le certezze che aveva prima sembrano svanire, tutti i suoi piani crollargli davanti. E in mezzo a quei ruderi compare solo un ragazzo dagli occhiali tondi.
BETA: MARLTERIO & KYARA
FINALE APERTO
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Una Riddle non andrà mai d’accordo con un Potter


Scusatemi taaaaantooooooo!

Sono scomparsa per mesi e non vi ho detto niente.

Ma credetemi se vi dico che è colpa di quel cacchio di computer che mi trovava!
Mi cancellava i capitoli, mi bloccava internet un vero disastro! ma "Babbo natale" è stato buono con me e mi ha regalato un bel computer nuovo quindi... eccomi qua a porgervi le mie scuse.

Non mi stupirò se nussuno recensirà questo capitolo anche perchè pure io con quei problemi ho fatto fatica a seguire le vostre e mi dispiace tantissimo.

Hermana e sonoqui87 e malterio scusatemi davvero tanto. Ho letto i vostri capitoli (grazie all' aipad di mio papà) ma rencensire con quel coso è davvero complesso-.-" Provvederò al più presto promesso=)

E ora cosa fare se non lasciarvi?? Vi ringrazio per continuarmi a seguire (chariss  hermana luly_95 maltrerio roxy_black - messa tra i preferiti-  Ely_91 stellinagiocosa90 - da ricordare - Books Celly87  Crazy Owl   ilaila92apras89 leonedifuoco   ludox  luly_95   Malandrina94  maltrerio MicroCuts mikyvale prelude10 Rebecca Lupin Scorpioncina  tamakisskiss vicky_principessa - seguite )

Bacioni e scusate ancora

Mary

 

 

 

 

 

Mentre intorno il mondo incominciava a risvegliarsi io restavo ferma, ferma immobile a fissare il vuoto.

Lì seduta su quello scomodo sgabello non avevo il coraggio di fare un passo.

Sentii la professoressa sfilarmi il cappello dalla testa, ma come se non fosse successo niente io non cambiai la mia posizione.

Era tutto finito, nella mia testa tutto era crollato: la terra sotto i miei piedi, il mio futuro.

Tutto raso al suolo, tutto completamente distrutto.

Tutti i miei piani dissolti nel nulla, degli obbiettivi che mi ero prefissata neanche l’ombra.

Solo io è una nuova strada da percorrere, solo io e dei rudere da cui ricostruire una casa.

Ma non ero sicura di potercela fare.

Io ero sempre stata una Serpeverde, sapete era una di quelle certezze che si ha e che non metti mai in discussione, un po’ come prononci il tuo nome, un po’ come dici che sei maschio o femmina.

Io ero sempre Elanth Riddle la Serpeverde e ora… e ora cosa ero?

Di una cosa ero certa: non ero Elanth Riddle la Grifondoro perché una casa non può cambiare una persona. Piuttosto mi sarei definita Elnath Riddle la Serpeverde traditrice ma non sarei mai stata un grifone.

Ora che penso a tutto questo un piccolo sorriso mi percorre il volto, quanto ero piccola e ingenua, quanto ero ignara di quello che a poco sarebbe accaduto e che io fino a poco prima avrei continuato a ritenere impossibile. Quanto ero cieca di fronte all’evidenza, perché sapete il cappello parlante, anche se può risultare irritante e maleducato, non sbaglia mai.

“Non puoi restare qui in eterno” la mia mente tutto ad un tratto ricominciò a funzionare dandomi vita.

Aveva ragione non potevo restare lì per sempre ma che altro potevo fare? Raggiungere il tavolo dei grifoni come se non fosse successo nulla?

No direi di no, perché alla fine anche se ora avessi evitato il problema non l’avrei eliminato.

Non so bene quanto tempo stetti lì seduta, so solo che a me sembrò un’eternità e quando finalmente trovai il coraggio di alzarmi il corpo mi risultò pesante come se facesse di tutto pur di non farmi andare avanti.

Feci un passo e poi un altro senza pensare al resto del mondo.

Fissavo il vuoto davanti a me e continuavo ad avanzare.

Non avevo il coraggio di guardare nessuno, non volevo che nessuno mi vedesse.

Ma poi tutto cambiò.

Tutto ad un tratto.

Il mio nome incominciò a risuonare nell’aria diventando sempre più forte.

Come era successo per tutti gli altri studenti divenni per quei due minuti la protagonista.

Applausi, urla che mi fecero sentire per un attimo nel posto giusto; che mi fecero ricordare perché avevo sempre sognato quel giorno: non mi importava più del giudizio degli altri, non mi importava più di dovermi sedere tra i grifoni, oggi avevo trovato la mia casa e nulla avrebbe cambiato questo.

Raggiunsi il tavolo che un grande sorriso mi segnava il volto.

Mi sedetti tra i primi posti guardandomi per la prima volta, da quando mi ero alzata da quello stupido sgabello, intorno e il mio sguardo cadde sull’unica persona che non volevo vedere. Bella se ne stava lì con la testa tra le mani fissando il tavolo ed ignorando le parole di conforto che gli poneva chi gli era intorno.

Era crollata, la grande Bellatrix Lestrange era crollata per una cosa che non la riguardava…

- Elnath giusto?-

La voce mi fece voltare e distaccare gli occhi da quella che per anni era stata la mia unica compagna di gioco.

La ragazza che mi aveva chiamata mi sedeva accanto con un sorriso malandrino stampato in volto.

Ricordo che rimasi affascinata dalla stranezza di quella fanciulla che sembrava come uscita di un fumetto.

Aveva lunghi capelli biondo grano che le cadevano sciolti e scompigliati lungo il viso a cuore e due occhi di un blu mare che sfumava infondo all’iride di viola.

Indossava una divisa come la mia ma messe qua e la sul mantello erano attaccate delle spille raffiguranti chitarre o scritte del tipo “I LOVE ROCK 'N' ROLL” che rendevano il tutto meno serio.

Ma la cosa che più tra tutte quelle stranezze mi colpì fu una treccina di un rosso vivo e brillante che a differenza degli altri capelli era lunga quasi fino alla vita e che terminava con due lunghe piume.

- Sì mi chiamo Elanth – risposi io senza riuscire a staccare gli occhi dalla treccina.

- Bene Elnath, tanto piacere io sono Rebecca Jane Lupin…fai Becky il mio nome è troppo lungo –

Quando il suo cognome giunse alle mie orecchie un pugno invisibile colpì il mio stomaco.

“Fantastico è una Lupin! Primo giorno di scuola e l’unica persona che ho conosciuto è una di quelle con il quale non dovevo proprio parlare. Lei è la figlia…”

- Tu sei la figlia di Remus Lupin e Ninfado…..- affermai dando vita al mio pensiero.

- E Dora Toncks si sono io - mi corresse velocemente lei- Ma chi se ne frega dei genitori insomma siamo qua e loro non ci sono! Ergo divertiamoci. Eih Jammy passami un tovagliolo – concluse poi indicando il mucchio di tovaglioli rossi al centro del tavolo.

Solo allora mi resi conto che James Potter sedeva solo due posti in la rispetto a me.

- Prenditelo no – rispose lui fermandosi a scuodrarmi.

- Tu sei più vicino non rompere – gli rispose a tono lei.

- Parolina magica?-

- Jammy è una cosa da bambini! Passami quel stramaledetto tovagliolo devo soffiarmi il naso! -

- Niente parolina magica niente tovagli…-

- E va bene – disse Rebecca con ormai la mano davanti al naso – per favore –

- Ecco brava – disse passandogli infine il tovagliolo.

- Grazie – si soffiò il naso e riprese – scusami ma mi sa che oggi in treno ho preso un colpo di freddo. Comunque non credo che dovremmo preoccuparci dei genitori, capisci cosa intendo? -

- No è troppo stupida – rispose James Potter facendo scoppiare a ridere il gruppo di ragazze-galline che gli stavano intorno.

- Oh povero Potter non sa trattenere il proprio istinto. Lo sai che quelli come te vengono chiamati animali?- risposi con voce calma e pacata attirando l’attenzione dei grifoni vicini.

- Io so trattenere benissimo il mio istinto- rispose scompigliandosi i capelli.

- Non mi pare dato che ti sei intromesso in un argomento che non ti riguardava per attaccare un’ innocua preda, che sarei io, senza motivo. A meno che non ammetti di essere egocentrico, beh quella sarebbe tutta un'altra storia. -

- Innocua?- esordì scoppiando in una falsa risata – se tu sei innocua io cosa sono? E poi non mi pare che tu non abbia agito d’istinto. Sbaglio o hai ribattuto? -

- Per rispondere alla prima domanda beh ci sono vari aggettivi Potter con i quali puoi essere definito: immaturo, viziato,vanitoso e anche demente.-

Non rispose alzando il mento e invitandomi a proseguire. Chinai il capo in segno di ringraziamento e continua con voce calma e placata il mio discorso: - Per rispondere alla seconda domanda certo io ho ribattuto ma difendersi è una cosa oltre che animale anche umana. Noi umani ci difendiamo per riuscire a restare in vita, Potter è una cosa più che logica! Attaccare un’altra persona senza un motivo di fondo non ha senso invece. Riguardo alla parola innocua non mi pare di averti attaccato fino ad ora ergo per cui… sì posso ritenermi innocua.-

Zittii tutti compreso lui. Non sapere cosa ribattere è la sconfitta più grossa che si può ricevere.

- Balle – ribatté infine incapace di stare zitto.

- Sei incapace di accettare di avere torto questa riconferma la mia teoria -

Lo vidi irrigidirsi sulla seria, chiudendo le mani in pugni.

- Eih basta così! - esclamò Lupin intromettendosi – siamo qui per divertirci!-

Sorrisi a James che mi rispose con un sorriso altrettanto falso.

- Lascialo stare quello-

Stavo per rispondere che la voce del preside sovrastò quella di tutti gli studenti imponendo il silenzio – Benvenuti e bentornati. Prima di lasciarvi al banchetto che credetemi sarà una grande delizia, vi annuncio che il professor Piton verrà sostituito per i primi mesi dal professor Remus Lupin che…–

-  Che cosa?!?- urlo di Rebecca riecheggiò nella stanza attirando l’attenzione di tutti i ragazzi seduti intorno – prima non c’era, quando è arrivato? -

-  Sono sicuro che vi unirete a me nel dargli il benvenuto ma ora…– proseguì il professore Silente che sembrava non essersi accorto di niente. E mentre il discorso proseguiva e la bocca di Rebecca si apriva facendo uscire sbuffi e parole poco garbate, la mia attenzione si posò sui professori e in particolare su quello seduto sull’estreme sedia a destra che come me non sembrava prestare attenzione al preside bensì a un’altra persona : l’uomo tarchiato e anziano continuava a fissarmi come se tutto ad un tratto il sangue gli si fosse ghiacciato nelle vene. Come era successo prima con il guardiacaccia quest’uomo mi guardava pieno di terrore.

- Ma l’hai visto mio padre che sorride a tutti? Vuole fare tanto il simpatico!- la voce di Rebecca Lupin mi fece tornare nel mondo reale distaccandomi da quel buffo uomo. Alzai semplicemente le spalle e mi concentrai poi su Silente, la cui voce aleggiava ancora nell’aria facendo raccomandazioni e elencando nomi di insegnanti.

- Il signor Gazza come ogni anno mi ha chiesto di rammentarvi che….-

- Non alzare spallucce! Insomma è una cosa seria! Ti sembra che potrei essere tua amica con lui qua? No! Mi farebbe il lavaggio del cervello! ”Tu non devi stare con quella lì bla bla bla”. Poi ci insegna a non avere pregiudizi sulle persone! Lui è il primo ad averli. Con lui qui la nostra amicizia è rovinata….-

- Chi a parlato di amicizia? Ci conosciamo da solo 5 minuti - risposi io interrompendo il suo sclero.

- Beh sembri un ragazza intelligente e piena di idee, mi sarebbe piaciuto conoscerti e diventare tua amica insomma…..-

- Non ti preoccupare io no –

- Tu no cosa?-

- Io non ho intenzione di diventare tua amica – risposi tranquillamente come se avessi enunciato un teorema geometrico piuttosto che una cattiveria.

- Bene! è questo che vuoi? - rispose lei alzando il tono della voce sempre di più - per me non ci sono problemi! Vuoi stare sola e allora resterai solo Riddle

Le sue mani strette in pugni che non avrebbe mai usato e la sua treccia penzolante come prima ma di un nero pesto.

- Sai – dissi con tono pacato – a volte forse è meglio avere pregiudizi–

  Appena tacqui il preside fece lo stesso e dopo 4 parole buttate lì a caso aveva fatto comparire la cena.

Al contrario del resto degli studenti non mangiai nulla, presi una coscia di pollo ma finii solo per giocarci.

Il banchetto non fu lungo quanto il resto degli avvenimenti di quella giornata, in meno di un’ora infatti eravamo già ordinatamente in fila verso la sala comune.

Davanti a me Rebecca raccontava dell’accaduto a Potter che ogni tanto si girava verso di me e rideva.

Per lui ormai sfidarmi era diventato il gioco preferito.

Voleva vedermi cedere.

Voleva vedermi urlare e chiedere scusa a Lupin.

Ogni minuto sembrava avere un modo diverso per provocarmi: alzava la voce quando pronunciava il mio nome, si girava lanciandomi occhiate…

Ma io non mi arrendo facilmente.

Forse non mi sono nemmeno mai arresa in tutta la mia vita.

Raggiunta la sala comune ci raggruppammo ad ascoltare il capo-scuola che ci illustrò nuove regole e i vari settori della scuola. Dopo dieci secondi di spiegazione eravamo finalmente soli.

Mi sedetti accanto al fuoco e mi immersi negli avvenimenti di quella giornata, presi un libro che era lì appoggiato sul tavolino di cristallo di fronte al divano e incomincia a sfogliarne le pagine senza concentrarmi davvero sul’argomento.

Quando i miei occhi incominciavano a invocare di andare a letto e il libro era ormai diventato noioso, sentii il mio nome.

Proveniva da un gruppo di ragazzi non molto distante da me intento in  un’ animata conversazione.

- Possibile Potter che Elnath Riddle non ti intimorisce neanche un po’?-

- Perché dovrebbe? Insomma ha 11 anni proprio come me! Saprà fare due magie così un po’ come tutti insomma… e poi si sa che i Potter sono nettamente più forti dei Riddle….-

- Ma davvero Potter? - incominciai alzandomi e facendo aprire il gruppo di ragazzi in modo tale che potessi fissare il mio avversario dritto negli occhi – a me non pare –

- Ah davvero Riddle. Strano perché è proprio così. Basta chiedere in giro qui dentro e tutti sono dalla mia parte.Tu chi hai qui? –

- Cosa speri con questo? Che io ci rimanga male perché mi hai appena detto che sono sola in questa grande “dimora"? Ma sai Potter a differenza di te io so essere forte e dimostrare quanto valgo anche da sola. Tu invece, come tuo padre d'altronde, hai sempre bisogno degli amici, del supporto, dell’aiutante. –

La sala comune era come terrorizzata. Tutti avevano bloccato ciò che stavano facendo concentrando la propria attenzione su di noi. Io dritta che lo fissavo senza paura, lui con le spalle in avanti ma comunque con un sorriso pieno di coraggio stampato in volto. Se quella di prima a tavola era stata una semplice discussione tra due bambini che si odiavano ora si trattava di una vera guerra tra famiglie.

- E questo sarebbe un male?- rispose lui a tono - Avere degli amici sarebbe sbagliato?-

- No che non lo è, ma contare sempre sulla loro presenza sì. Perché sai Potter quando tu sarai solo diventerai piccolo ed impotente mentre io non cambierò, poiché sono abituata a stare in entrambe le situazioni. -

- Tu non hai amici. –

- Mi conosci da neanche un giorno e credi di sapere tutto di me?-

- Non è difficile da immaginare sei identica a tuo padre –

Non risposi. Cercai di mantenere la calma, di sanare quello strano sentimento che cresceva sempre di più dentro di me. Io non ero uguale a mio padre. Non che provassi ribrezzo per il sottoscritto (anzi provavo immensa stima nei suoi confronti ) ma non avrei mai osato paragonarmi a lui. Troppe volte avevo sentito quelle parole, troppe volte la gente mi giudicava per la somiglianza sia fisica (o almeno di una volta) e caratteriale tra me e lui.

Ma io ero me stessa non lui. Io in mio ero unica e uguale a nessun altro.

- Hai trattato malissimo la mia migliore amica - Potter tutto ad un tratto era arrivato al punto. Aveva scagliato ciò che gli dava fastidio come una freccia inaspettata ma io sono molto agile e la afferrai usandola poi contro di lui.

- Fa come vuoi Potter, non voglio le tue inutili scuse e poi non mi pare di aver fatto niente di male alla tua amichetta –

- Niente di male? Hai offeso i suoi sentimenti. Ti sembra poco? A già giusto a te dei sentimenti non frega niente! Sai cosa ti dico Riddle che ti odio come non ho mai odiato nessuno!

- Provalo allora se nei hai il coraggio -

- Diffindo!-

Un getto rosso mi passò accanto strappandomi una manica del vestito.

Io restai immobile, niente del genere doveva accadere quel giorno.

- Cosa c’è Riddle lanci la sfida e poi non l'accetti? Non ne sei capace o sei semplicemente codarda?-

Non so cosa sbottò dentro di me so solo che alla parola codarda il mio corpo reagì d’ istinto prendendo la bacchetta e buttandolo a terra.

- Expelliarmus - James mi disarmò aspettandomi impreparata. Inutile. Una scintilla rossa uscì dalle punta delle mie dita, dritta verso la sua faccia lasciandogli un graffio profondo che incominciò in breve a sanguinare. Non volevo fargli del male. Quel giorno era già abbastanza incasinato.

-  Non voglio farti del male Potter - gli dissi poi aspettando che si rialzasse.

-  Non ne sei capace, questa è la verità, Stupeficium –

Nuovamente una luce rossa mi passò accanto. Ma al contrario del precedente non aveva sbagliato mira: voleva intimorirmi non farmi del male.

Ma se nessuno voleva fare del male perchè combattevamo? Sembrava quasi come se combattere tra di noi fosse un nostro dovere, come fare i compiti o essere educati. Ma un vero motivo non c'era.

-  Allora credi di potermi battere? - mi chiese poi in segno di sfida incitato dal resto della sala comune.

Una scintilla rossa molto più potente lo colpì e lo fece crollare a terra dal dolore. Non tenni tanto la maledizione, anzi in relatà non durò più di un secondo ma non volevo ferirlo, volevo solo dimostrargli che ero io la più forte. Probabilmente nessuno l’aveva riconosciuto, se non fossi stata io a farlo l'avrei scambiato per un banale expelliarmus. Ma anche se il "crucio" era durato davvero poco il ragazzo stava ancora disteso sul pavimento e mi fissava terrorizzato.

Mi avvicinai e lo fissai con uno sguardo troppo cattivo per una bambina di undici anni – Sì Potter credo di poterti battere –

-  Che diavolo sta succedendo qui – la voce del prefetto riecheggiò nell’aria facendoci bloccare. James si ritirò a fatica in piedi e io nascosi la bacchetta sotto il mantello.

Tutti i ragazzi si dileguarono mentre io e James continuavamo a fissarci.

Il ragazzo che era apparso era alto e molto magro. Aveva i capelli folti e color del fuoco, piccole lentiggini gli rigavano il volto rigato da una grande stanchezza.

-  E’ tutto ok Fred – rispose Potter riconoscendolo.

-  Tutto ok un corno Jammy! Cosa è successo?–

-   Fred noi non abbiamo fatto nulla! - si giustificò il ragazzo facendo un passo avanti e cercando di convincere il cugino con un viso angelico.

-  Non prendermi in giro ok! Potresti essere espulso per questo!-

Il ragazzo  sbuffò portandosi indietro.

-  In quanto a voi signorina Riddle – disse poi il prefetto rivolgendosi a me - non mi capiti di ritrovarla in una situazione del genere.-

-  Non capiterà –

- Bene.Oggi è il primo giorno e ho sonno quindi facciamo finta di niente. Ora andate a letto forza.-

Senza rispondere girammo e ci dirigemmo verso le nostre camere.

Lo fissai fino a quando mi fu possibile poi imboccai la scala a chiocciola che portava al dormitorio femminile.

-   Anche se sono del quinto anno non conosco quell’incantesimo, ma dava l’idea di essere molto potente. Se fossi in Potter non la sottovaluterei –

La voce proveniente dalla prima stanza mi fece sorridere. Ora mi ritengo una stupita per aver considerato la fine di quella frase come l'unica cosa ositiva della giornata ma a quel tempo ero molto diversa da quella che sono ora. Per me quelle parole suonarono come la più grande vittoria della mia vita.

Salii le scale velocemente e raggiunto il letto mi ci sprofondi senza prestare attenzione agli strani colori delle coperte.

“ Se fossi in Potter non la sottovaluterei “ e senza pensare ad altro mi addormentai.


 

spero con tutto il cuore ch vi sia piaciuto.

Spero di ricevere qualche recensione.

Mary

   
 
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