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Autore: sihu    10/01/2011    7 recensioni
La loro non era mai stata una vita facile, mai.
Fin da quando erano venuti al mondo avevano dovuto fare i conti con la crudeltà delle persone, sperimentando fin da subito l’isolamento e l’abbandono. Per gli altri non erano altro che rifiuti della società, i figli del demonio.
Trovare un motivo per tirare avanti ogni santo giorno, magari sorridendo, non per niente facile. A volte neppure per un tipo vulcanico come Rufy.
Era lui il vero fulcro del trio. Nei momenti peggiori ai due fratelli più grandi bastava guardarlo ridere, ingenuo come quando era bambino, per trovare il coraggio di continuare a sfidare il mondo. Tutto sommato si era sempre trattato di uno scambio piuttosto equo: i due fratelli più grandi insegnavano al piccolo a vivere, lui li faceva ridere e li metteva di buon umore.
Ora però, ogni cosa è andata persa; il trio è distrutto.
Tre uomini sull’orlo del baratro incontrano tre donne destinate ad influenzare le loro vite, sia nel bene che nel male. Riusciranno i tre fratelli a tenere fede alla promessa?
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 2

CAUSE E CONSEGUENZE

Diventare un delinquente per Sabo era stata la lineare conseguenza del precipitare di tutte le poche certezze che aveva mai avuto nella sua vita. Chiunque avesse analizzato a mente fredda la sua vita avrebbe finito per concludere che in fin dei conti era inevitabile.

Gli eventi inoltre, avevano contribuito ad accentuare sempre più questa spirale negativa, presi uìil fato trovasse incredibilmente divertente prendersi gioco di lui.

Alla fine il ragazzo era persino arrivato a pensare che da quando era venuto al mondo non ci fosse stato giorno nel quale una divinità bizzarra non avesse influenzato negativamente la sua vita. Un bambino maledetto che crescendo era diventato un uomo destinato a soffrire. Tutti i traguardi che aveva raggiunto, tutte le persone di cui si era circondato e a cui voleva bene alla fine lo avevano abbandonato o peggio erano morte. La felicità, o almeno quello che lui aveva creduto tale, era stata solamente un breve attimo, illusorio.

Era stato tutto così normale, che lui si era reso conto dei guai nei quali si era cacciato solamente quando era troppo tardi per rimediare. I suoi compagni avevano provato a convincerlo a reagire, lasciandosi il passato alle spalle, ma era stato tutto inutile. Fatica sprecata.

Certe cose non si dimenticano, ne si lasciano indietro.

Poteva non pensarci, ma i fatti non cambiavano; mentre lui inseguiva i suoi stupidi sogni, i suoi due fratelli morivano. Da soli, completamente abbandonati a se stessi, senza che lui sapesse nulla di quello che stava accadendo o di dove fossero, combattendo una guerra senza che lui nemmeno sapesse il perchè. Quando aveva letto il giornale ormai era tardi.

La marina militare aveva annunciato con grande orgoglio di avere finalmente giustiziato un pericoloso criminale, suo fratello Ace, e che in quella carneficina che loro chiamavano freddamente scontro era morto anche un pirata chiamato Rufy, noto per avere recentemente causato parecchi grattacapi al governo mondiale. Fine. Poche righe per distruggere la vita di un uomo, il fratello che era sopravvissuto, all'oscuro di tutto.

Dopo molti anni Sabo era tornato a pensare a tutti i sogni e a tutte le promesse che si erano scambiati da bambini, quando ancora credevano che nel mondo ci fosse qualcosa per cui valeva pena combattere. Quando credevano di avere un futuro, nonostante nelle loro vene non scorresse sangue comune.

I suoi fratelli erano sempre stati la sua certezza più grande, anche quando combatteva per i Rivoluzionari. Il suo pensiero andava sempre a loro e al giorno in cui si sarebbero ritrovati. Non c''era scontro o battaglia che riuscisse a spaventarlo perchè lui sapeva di dover vivere almeno fino al giorno che avrebbe ritrovato Rufy ed Ace. Ogni tanto prima di dormire Sabo provava persino ad immaginare come sarevve stato il loro incontro. Vedeva I visi dei sui fratelli, I loro sorrisi, la loro sicurezza e la loro voglia di vivere. Sarebbe stata una grande festa quel giorno, proprio come piaceva a Rufy. Un sacco di cibo, carne e musica.

La notizia della loro morte era giunta inaspettata ed aveva rovinato tutti i programmi del ragazzo. Anzi, aveva letteralmente stravolto la sua vita. Nulla era più stato come prima.

L’idea di non avere fatto nulla, e di averlo addirittura saputo solamente dopo quando tutto era finito e non c'era più nulla da fare lo torturava ancora di più, portandolo alla pazzia e quindi alla vita criminale.

Lentamente aveva finito con l’abbandonare ogni cosa; soldi, amici, sogni e persino i suoi ideali. Per Sabo la vita era diventata un'illusione, la più grande delle prese in giro. Non c'era più nulla per cui valesse la pena vivere, figurarsu per combattere.

Ormai era diventato poco più di un’ombra che si muoveva fra la gente, rubando a quelli che stavano meglio di lui, sperando di portare nelle loro vita la stessa disperazione che albergava nella sua. Persino il nome sui manifesti era cambiato: non più Sabo il Rivoluzionario, ma Sabo lo Sciacallo.


Il ragazzo era arrivato per caso al villaggio di Shirop, dopo un lungo peregrinare in lungo ed in largo. Aveva visto molte isole, molti villaggi ed un sacco di città, tuttavia ogni posto che vedeva gli sembrava noioso, uguale al precedente. La gentilezza della gente lo nauseava a tal punto da spingerlo alla solitudine più assoluta.

Non appena aveva visto il piccolo ammasso di case aveva subito identificato quella che sarebbe stata la sua prossima vittima. Si trattava di una grande villa arroccata su una piccola collina, lontana dalle altre case. Era talmente bella che pareva quasi disegnata dal tratto di un pittore particolarmente capace e tanto era bastato a Sabo perché avesse preso la decisione di derubarla. Chi ci abitava era secondario, un dettaglio insignificante. Sia che fosse un gigante grande e grosso piuttosto che una vecchia signora sola, era deciso a mandare a rotoli la sua vita esattamente come il destino aveva fatto con lui.

***

Alla fine Nojiko aveva portato a casa lo sconosciuto;

Ufficialmente lo aveva fatto per prudenza, per evitare che il ragazzo dormisse un’altra notte sotto ai mandarini della madre, ma entrambi sapevano che si trattava di una scusa. O meglio, che fosse a meno una scusa non era importante per Ace esattamente come non gli importava di avere o meno un tetto sopra la testa. Vivere, sopravvivere o morire erano concetti che nella sua mente annebbiata dal rum e dal dolore si equivalevano. Certo, c'era stato un tempo in cui le cose andavano diversamente, ma era stato tanto tempo prima. Troppo, prima che la sua vita era finita con l’andare definitivamente a rotoli facendo si che le conseguenze delle sue azioni ricadessero sulle persone a cui teneva di più al mondo.

Per quanto riguardava Nojiko, la verità era che quell’uomo la incuriosiva e che lei voleva conoscerlo più a fondo. Per la ragazza il comportamento dell'uomo era del tutto assurdo, così come le pareva assurdo che lui sembrasse quasi scocciato dall'aiuto che la ragazza gli offriva. Quando Nojiko aveva chiesto allo sconosciuto di seguirla, dicendogli che lo avrebbe ospitato per la notte lui si era limitato ad alzare le spalle ed annuire. Non sembrava particolarmente grato, ne felice di non dormire al freddo. Aveva preso la notizia con freddezza, quasi riguardasse la vita di qualcun altro.


Il ragazzo aveva passato la notte sul divano, mentre Nojiko era rimasta sveglia per assicurarsi che respirasse. Più ci pensava e più sembrava assurdo, ma non era riuscita a farne a meno. C'era qualcosa in quello sconosciuto che la faceva stare in pena per lui.

Il suo sonno, agitato e convulso, ricordò alla ragazza quanto fosse stata impulsiva.

Non conosceva nulla di lui, nemmeno il suo nome. Per ingannare l'attesa Nojiko iniziò a studiare a fondo il viso dell'uomo, cercando qualche particolare che potesse aiutarla ad identificarlo. Il primo dettaglio che gli saltò all'occhio furono le lentiggini, chiare, che gli puntellavano il viso e che gli conferivano un'aria infantile.

Sembrava un bambino cresciuto troppo in fretta e stravolto dal dolore.

- Visto che hai dormito da me, sei in debito! -

Comunicò Nojiko la mattina seguente, mettendo una tazza fumante tra le mani dello straniero. Lui si sorprese un istante, poi tornò alla sua solita apatia. Prese la tazza, butto giù il contenuto tutto d’un fiato e restituì la tazza alla ragazza. Ancora una volta Nojiko si fermò a studiarlo con attenzione, facendo caso per la prima volta al pallore dell'uomo.

Sembrava fosse reduce da una brutta malattia o comunque da una lunga convalescenza che lo aveva tenuto per molto tempo a letto. Non aveva per nulla l'aspetto di un pirata fatta eccezione per il grosso tatuaggio che portava sulla schiena. Si trattava di un teschio, quasi del tutto cancellato da una ernorme cicatrice.

- Non ho denaro con me, puoi sempre farmi arrestare.. -

Rispose il ragazzo, a testa bassa. Nojiko sentiva la rabbia divampargli dentro; perché era così deciso a buttare via la sua vita in un modo tanto stupido?

Dietro a quel viso sconvolto e trascurato doveva nascondersi un uomo deciso, che per qualche motivo aveva deciso di rinunciare a tutto e di arrendersi.

All’inizio Nojiko aveva pensato di fare domande, ma si era arresa quasi subito. Lo sconosciuto non aveva la minima intenzione di risponderle o di dirle il suo nome, figurarsi di raccontare la storia della sua vita e lei non aveva certo voglia di insistere.

- Niente denari? Allora vorrà dire che lavorerai per me. Gratis. -

Concluse Nojiko, decisa. Una mano alla piantagione le faceva senza dubbio comodo, soprattutto se ad aiutarla era un ragazzone grande e grosso come lui. Inoltre, vivendo a stretto contatto con lui avrebbe avuto l’occasione di scoprire qualcosa di più circa la sua vita, il suo passato o quanto meno sui problemi che sembravano tormentarlo.

- Bene. -

Rispose Ace, alzando lo sguardo.

Lavorare, bighellonare oppure perdere la giornata vagando senza meta non faceva la minima differenza per lui. Quella ragazza lo incuriosiva, certo, ma non al punto da arrivare a sfogarsi con lei. Certamente non avrebbe mai capito, nessuno poteva. La gente non capisce cosa si prova a vedere morire il proprio fratello minore sotto gli occhi, figurarsi perderne due.

- Sembra che i tuoi propositi suicidi dovranno aspettare. -

Esclamò Nojiko, sicura, con un filo di ironia nella voce. Aveva deciso che lo avrebbe salvato ed era più determinata che mai a portare a termine I suoi propositi.

Il ragazzo aprì la bocca per ribattere ma alla fine preferì non dire nulla. Seguì la ragazza al campo, si mise a lavorare e non disse più nulla fino a sera.

Lavorare non gli pesava. Al contrario, lo aiutava a non pensare al suo fallimento.

In qualche modo era riuscito a salvarsi, ma il suo fratellino No. Aveva vinto la sua battaglia personale, ma non aveva tenuto fede alla promessa fatta tanto tempo prima a Sabo; Rufy era morto.

***

La strana figura, non del tutto umana, seguì silenziosamente Rufy stando attenta a non farsi scoprire. Muoversi nell'ombra e senza fare rumore non era certo un problema per lei che conosceva quell'isola come le sue tasche. Sapeva bene che il ragazzo era solo. Aveva visto il vecchio che era stato a lungo insieme a lui partire un paio di giorni prima. La creatura lo aveva preso per un segno. Keira sorrise tra sé. Senza il Re Oscuro tra i piedi avrebbe certamente potuto avvicinarsi facilmente al ragazzino.

Fin da quando lo aveva visto la prima volta, circa un anno e mezzo prima, era rimasta affascinata da quello spirito tormentato ma allo stesso tempo deciso. All’inizio voleva solo prendersi la sua vendetta. Dopo tutto il moccioso aveva invaso la sua isola, come avevano fatto tanti altri umani prima di lui, aveva sparso il sangue dei suoi mostri ed aveva violato la foresta. Con il tempo, tuttavia, aveva cominciato ad apprezzare quel piccolo insetto. Era invadente, certo, ma tutto sommato nemmeno troppo fastidioso. Lo aveva tenuto d’occhio a lungo, e si era più volte stupita di come sorridesse sempre nonostante la situazione non fosse delle migliori.

Decisamente non se ne incontravano spesso di tipi come lui, ma non era ancora riuscita a capire se questo fosse un bene oppure un male.

Keira ne aveva visto solo un altro così deciso ed al tempo stesso così strano, più di trenta anni prima. Si trattava di un uomo pieno di contraddizioni che portava sulla testa lo stesso cappello che aveva visto addosso al ragazzino.

Il suo nome era Roger, e si ricordava bene quando si era offerta di vedere nel suo futuro per indagare se c‘era qualche traccia di sventura.

La creatura della foresta non era mai riuscita a cancellare quella predizione dalla sua mente, nonostante fosse stata in assoluto una delle più brevi. Gol D. Roger l’aveva infatti fermata subito, non appena lei aveva detto che una grave malattia lo avrebbe ucciso solo qualche anno più tardi.

- Se davvero mi rimane così poco da vivere, non ha senso perderne dell’altro con te. Voglio fare le cose in grande e riuscire a conquistare tutti i mari del nuovo mondo. -

Aveva detto l’uomo destinato a diventare il Re dei Pirati, sparendo dalla sua vista e lasciandola in preda alla furia più nera; come poteva un ridicolo essere umano offenderla a quel modo? Mai nessuno prima e di lui, e nemmeno dopo, aveva osato trattarla come una veggente qualsiasi. Eppure, qualcosa in quel pirata l'aveva affascinata al punto dal persuaderla a trovarne altri come lui.


Uno stormo di gabbiani prese il volo, facendo oscillare le foglie degli alberi vicini a lei. Distratta nei suoi ricordi, Keira non si accorse di avere perso di vista Rufy.

ANGOLO DELL'AUTRICE

devo ammettere che i vostri commenti mi hanno affascinata; sono contenta che la storia venga apprezzata! come avrete notato la trama è decisamente più complicata dell'altra volta.

vediamo se riesco a chiarirvi un po' le idee: la storia sarà divisa in blocchi, o fasi, probabilmente due.

il primo blocco riguarderà i misteriosi due anni dei quali non ci è detto sapere nulla dal manga. 
le vicende di Rufy, Sabo ed Ace (ebbene si, è lui) si svolgono in questi due anni, non necessariamente nello stesso tempo. nel senso, non è detto che Sabo viene cacciato dalla nave nelllo stesso momento in cui Ace viene trovato da Nojiko. in linea generale, Sabo viene buttato giù dalla nave qualche mese più tardi rispetto alla guerra tra la marina e Barbabianca ed arriva nel villaggio circa un anno più tardi; Ace viene trovato da Nojiko qualche mese più tardi; Rufy invece viene notato da Keira (personaggio frutto della mia immaginazione) non appena arriva sull'isola, anche se gli eventi di questo capitolo si svolgono quando parte Rey.
insomma, spero di essere riuscita a spiegarvi che gli avvenimenti di questo primo blocco sono sfalsati.

il secondo blocco riguaderà quello che succede a partire da quando la ciurma di Rufy si ritrova fino alla fine della storia e credo sarà meno intrigato della prima parte..

ora passiamo ai commenti. ringrazio di cuore tutti coloro che recensiscono. davvero, vi adoro!

Akemichan: grazie mille!
mi fa sempre piacere sapere che i miei personaggi sono credibili, specialmente quando si parla di emozioni. per quanto riguarda le coppie, credo che avrai una delusione le prossimo capitolo; non dico nulla, ma prova a rivedere bene il prologo. Ace e Nojiko a me sembrano perfetti perchè hanno tutti e due un bel caratterino, inoltre nel caso di un possibile futuro incontro con Rufy, Nami potrebbe ritrovare la sorella.

Kuruccha: grazie mille!
non proprio, Sabo è su una certa isola con una certa ragazza (che non ha ancora incontrato).. gli altri ci hai preso! Rufy e Keira, che è un personaggio di mia invenzione. ho provato ad affincargli qualcuno di esistente, ma non trovavo nessuno che mi convinceva. l'uomo misterioso invece è Ace, che non è mai stato nominato perchè di fatto per Nojiko è uno sconosciuto, non sa chi è o come si chiama.

Raffa_chan: grazie mille!
sono felice che hai apprezzato la mia vecchia storia. credo sia stata una delle storie che mi è piaciuta in assoluto di più e sapere che questa secondo te è persino più bella mi rende felice! riguardo alle tue riflessioni: ebbene si, sono tutti e tre vivi; giusta anche la seconda, ognuno crede che gli altri due sono morti; Barbabianca però è morto.

Tre 88: grazie mille!
allora, Ace è vivo, come credo sia ovvio in una storia scritta da me. non credo che avrei il cuore di ucciderlo, nemmeno in una storia. keira è un personaggio che ho creato perchè non trovavo nessuno che potesse essere affiancato a Rufy. per quanto riguarda la tua raffica di domande su Ace, davvero, muoio dalla voglia di risponderti, ma finirei con il rovinarti tutto. credo ti tocchera aspettare uno o due capitoli. :D

Chibi_Hunter: grazie mille!
la prima recensione è sempre un onore, così come i complimenti alla vecchia storia! fammi sapere cosa ne pensi di questa, mi raccomando!

Brando: grazie mille!
ebbene si, quello è Ace, è vivo, ma i suoi fratelli pensano sia morto. ti assicuro che avrai una spiegazione, ma se te la scrivo io qui poi ti rovino tutto.. no?:D

Micyu_chan: grazie mille!
ebbene si, Rufy e Sabo danno Ace per morto. insomma, ognuno da gli altri per morto... se a questo punto ti è venuto il mal di testa sta tranquilla, è assolutamente normale!

  
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