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Autore: whinydreamer    10/01/2011    4 recensioni
«Ci risiamo.» sospirò la donna sconsolata. «Minato, possibile mai che quando vai di fretta non capisci più niente?»
Il ragazzo si limitò a spostare lo sguardo altrove, puntando le iridi chiare sul campanellino causa della sua sconfitta.
«E’ tardi, devo andare…» disse, chiedendole implicitamente di lasciarlo libero.
La donna sorrise e si scostò, lasciandolo rialzarsi.
Minato si passò una mano tra i capelli, pensieroso.
Mi ammazzerà, sicuro.
«E dove dovresti andare?» chiese, facendo la finta ingenua, la donna dalla lunga chioma corvina.
«Come se tu non lo sapessi. Vado dalla figlia degli Uchiha.» dichiarò lui con un semplice sorriso, gli occhi color cielo illuminati.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie, Contesto generale/vago
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Capitolo II
»● Imparentarsi, che tragedia!

«COOOOOOSA?!»
L’urlo di Sasuke riecheggiò in tutta la villa, senza risparmiare neanche il giardino.
Fortunatamente casa Uzumaki era territorio del ragazzo, altrimenti Sasuke non avrebbe pensato due volte sullo sbatterlo fuori dalla finestra a calci nel sedere.
Mikoto, la sua primogenita, la sua bambina, la sua principessa, sposare il figlio di quel mentecatto dell’Uzumaki?
No, questo era un incubo. O semplicemente, c’era stato un errore e lui non aveva capito bene.
«Hai capito benissimo.» lo fronteggiò sicura e senza paura la sua dolce bambina, aggrappandosi al braccio sinistro del fidanzato.
«Non è meraviglioso?» proruppe subito dopo sua moglie, a peggiorare la situazione.
Le sue pargolette, che chi più, chi meno, si erano completamente sciolte alla lieta notizia, guardavano la coppia con aria sognante.
Il suo futuro consuocero non aveva ancora detto niente. O meglio, aveva la bocca spalancata in una bella e tonda “o” a cui si abbinavano perfettamente i due occhi aperti a palla.
Accanto a lui, la sua bella si era aperta in un dolce sorriso da “me lo aspettavo”.
I gemellini Uzumaki si erano guardati di soppiatto, complici, e la nuova arrivata aveva sbattuto più volte il suo giochino in segno di approvazione.
No, no no no no! Qualcosa non andava assolutamente!
Questo era sicuramente un tremendo incubo dovuto al ramen che ieri sera gli aveva offerto il biondo, quando l’aveva sorpreso a mezzanotte, ancora nel suo ufficio, a trangugiare quella roba tra una scartoffia e l’altra.
Lo sapeva: non avrebbe dovuto accettarlo!
Ed ora, si ritrovava catapultato in un mondo alternativo dovuto alla carenza di sonno e al troppo stress.
Si portò una mano alle tempie ed iniziò a massaggiarsele.
No, qualcosa non va…
«Naruto, ti decidi a chiudere quella bocca?»
I suoi pensieri furono interrotti dalla signora Uzumaki, che, prendendo in braccio il suo piccolo pomodoro, ovvero la bimba che da pochi mesi aveva aumentato la felicità della famiglia, aveva sollevato con la mano libera la mascella all’uomo biondo che ancora fissava il nulla inebetito.
E mia figlia dovrebbe sposare la progenie di quello li?
NO, è impossibile. Non se ne parla proprio.
Si portò anche l’altra mano alla testa e con entrambe si coprì il volto.
Poi, perché doveva sposarsi così giovane?
Sicuramente c’era qualche problema…
Un lampo gli attraversò la mente.
Si precipitò sul collo del maggiore dei fratelli Uzumaki e lo prese per il bavero attivando la sua abilità oculare.
«TU!» gli ringhiò contro, «Di la verità, l’hai messa incinta!» lo accusò sicuro.
Minato lo guardò sospirando: era esattamente la reazione che si aspettava.
Come non detto…
Il ragazzo stava per rispondere quando venne superato in velocità dalla sua futura moglie.
«Papà!» lo richiamò lei, «Non aspetto nessun bambino. Io e Minato ci sposiamo perché ci amiamo.»
Il capoclan sembrò non capire quelle semplici paroline.
La guardò spaesato e subito dopo, si diede un’occhiata intorno…
Dove prima era seduto, un po’ più a destra, Sakura li guardava con aria superiore: Sasuke aveva sempre ascoltato le parole della sua prima figlia come oro colato.
Lei era l’unica che riuscisse veramente a smuoverlo, e quella volta non sarebbe stata differente dalle altre.
Praticamente, aspettava la sua disfatta.
Naruto non aveva cambiato espressione: o non aveva ancora assestato il colpo, o ci era morto.
Hinata aveva un sorriso furbo, quasi divertito: controllava la reazione del figlio e ogni tanto spostava lo sguardo su di lui.
Tutti i giovani lo fissavano ad occhi spalancati, soprattutto le figlie, poiché in quell’uomo non riconoscevano minimamente il loro papà controllato ed imperturbabile.
Poi tornò a guardare Minato, che ora lo squadrava esattamente come si fa con un pazzo che sta mostrando tutta la sua follia.
Ed infine, girò leggermente la testa verso destra, dove per poco non sbatté contro il naso della sua primogenita che, con un‘espressione che non ammetteva repliche, lo fissava contraddetta.
Con uno sbuffo «C-i a-m-i-a-m-o.» scandì Mikoto con chiarezza. «E se proprio vuoi un nipotino, dovrai aspettare un po’.» concluse poi sfacciatamente.
Sasuke parve collassare.
E vide anche il mondo cadergli addosso.
Non aveva nulla contro Minato: erano i precedenti del padre che lo preoccupavano.
«Papà!» lo richiamò la figlia. «Lo vuoi lasciare?» gli intimò.
Ah, già.
Aveva ancora tra le mani il povero ragazzo, che effettivamente, era innocente e puro come se fosse appena uscito dall’uovo.
Cercò di ricomporsi e tossì. Tornò al suo posto bofonchiando delle scuse approssimative.
«Finalmente.» sospirò la sposa. «Guarda che senza di lui non mi posso sposare, quindi, sei pregato di trattarlo con gentilezza.» ordinò mettendo in luce il suo temperamento dominante.
Sasuke non si curò minimamente di cosa gli fu detto; si associò allo stato di Naruto: perso fuori dal mondo.
Mikoto si ristrinse a Minato, bloccandogli la circolazione sanguinea del braccio con possessività.
Certo che a famiglie strane siamo messi bene…
Povero Minato, lui non aveva fatto proprio niente.
Niente di niente. A parte sganciare la bomba, ovvio.
Come aveva detto Mikoto: «Beh, di solito è l’uomo che parla davanti ai genitori, no?»
E si era tirata indietro dal parlare davanti a tutti, rimanendolo solo in balia delle parole giuste da usare o dai parenti impazziti.
Fortunatamente, era intervenuta quando c’è n’era bisogno.
Dopo pochi minuti, appena il tornado si fu quietato, tutti quelli sotto i diciotto anni si buttarono addosso ai due ragazzi, complimentandosi, facendo battutine e tormentandoli con tantissime domande.
Hinata, colta l’occasione nel chiasso generale, ne approfittò per far riprendere suo marito, ancora mezzo imbambolato.
«Naruto!» lo chiamò insistentemente. «Naruto! Naruto!» lo scosse inutilmente.
«NARUTO!» gli urlò in un orecchio.
Il capofamiglia Uzumaki, con sguardo intontito si girò verso la moglie.
«H-Hinata…» tremò irrigidendosi, «Hinata, amore mio… dimmi…» iniziò laconico, «cos’ho fatto io per avere un figlio masochista? Perché è così giovane e vuole già rovinarsi?» concluse melodrammatico.
La Hyuga, anzi, l’Uzumaki, gli lanciò dapprima un’occhiata inquietante, come se l’avesse voluto incenerire li per li per quelle parole riportabili anche alla loro coppia, e poi lo riprese.
«Naruto. Ma che vai dicendo?!» iniziò decisa. «Ti sembra il momento per queste scene? Dovresti essere felice: tuo figlio ha appena fatto la sua prima scelta da uomo.»
La ignorò.
Già, perché scegliere di fidanzarsi con la figlia di Sakura è puro masochismo, considerando com’era sua madre a quell’età…
Così, la domanda di Hinata rimase senza risposta poiché l’uomo tornò al mutismo di poco prima.
Poco più in la Sakura tentava inutilmente di riscuotere Sasuke che, ritto sulle ginocchia e con sguardo vacuo, ancora si ostentava a rimanere perso nei suoi pensieri.
Certo che perdere così la sua prima figlia femmina, deve essere stato un vero colpo per lui…
Eh già.
Sasuke aveva ricevuto quattro bei doni: tutti al femminile.
Quando nacque Mikoto, poco gli era importato del suo sesso: faceva poca differenza se era un bambino o una bambina. Era comunque la prova vivente che stava per rifondare il suo clan e riportarlo agli antichi fasti.
Per il secondo figlioletto non sapeva proprio cosa aspettarsi, anche se, un maschietto gli avrebbe fatto molto piacere e comodo. Un erede maschio avrebbe dettato direttamente la discendenza genetica e poi, voleva proprio mettersi in gioco come padre: insomma, diventare quel padre che purtroppo lui non aveva potuto mai avere.
Così nacque la sua secondogenita e ne fu ugualmente felice.
Quando seppe che il terzo pargoletto era sempre di sesso femminile, iniziò a pensare che forse in lui c’era qualcosa che non andava e che avesse la capacità di concepire solo bambine.
Pensiero che si rinforzò quando Sakura gli chiese un altro figlio e lui non si fece affatto pregare.
Risultato? La quarta principessa Uchiha.
Comunque, non si era mai perso di coraggio ed aveva sempre trattato le sue figlie al meglio, insegnandogli tutto ciò che sapeva e proteggendole come doni preziosi.
Solo che al momento, per quanto Sakura tentasse di convincerlo, di far nascere la quinta stellina proprio non ne voleva sapere.
In fin dei conti, il clan era stato ripopolato: di soli elementi femminili, si, ma comunque si era ripreso.
Dopo tutta la fatica che ho fatto per crescerla ed allevarla, la dovrei lasciare proprio ora?
Ripercorreva l’infanzia della sua Mikoto, soprattutto i momenti in cui si era comportato più da duro con lei.
Forse la vita matrimoniale gli aveva fatto male: prima sarebbe rimasto impassibile ad una notizia del genere e ora, ora si sentiva un completo imbecille.
Con sguardo da ebete, lentamente, si alzò in piedi sotto lo sguardo di tutti e lasciò la stanza senza salutare, perso nelle sue riflessioni.
Se Naruto non l’aveva presa molto bene, Sasuke ci era rimasto anche peggio.
 
Casa Uchiha, crepuscolo.
Il capoclan, in tenuta da casa, è seduto sui talloni nella sua camera da letto da quand’è tornato.
Non ha voluto mangiare e non si è alzato nemmeno per andare in bagno.
Fissa il nulla, non si sposta di un centimetro e non fiata neanche al sentire le bambine strillare dalle stanza accanto.
Di tanto in tanto sua moglie andava a spiarlo, ma nulla.
Lo trovava sempre lì, come se stesse attendendo che il cielo gli cadesse addosso.
Tuttavia preferì lasciarlo così, a sbollire e a pensare.
Prima o poi gli sarebbe passata. O gliel’avrebbe fatta passare lei: con le buone o con le cattive. A lui la scelta.
Il grande capoclan Uchiha ridotto in quella maniera?
Impossibile.
E per che cosa poi?
E’ geloso e non vuole che sua figlia si sposi.
Ridicolo.
Sakura sospirò e si fece coraggio. Entrò chiamandolo per nome.
«Vuoi qualcosa da mangiare? Ormai è ora di cena…» chiese gentile.
Lui scosse la testa in segno negativo.
«Ehi Sasuke…» soffiò, ma lui niente, non  le badò.
«Sasuke!» lo chiamò più forte, irritata dall’idea di essere ignorata.
L’uomo le rispose con un suono vago.
«Oh, insomma!» schiamazzò lei, «La vuoi piantare?»
Continuò ad ignorarla, ma lei non si arrese.
«Tua figlia non è una cretina, sa quello che sta facendo!» esclamò con poca grazia, andando direttamente al nocciolo della situazione. «Perché non sei felice per lei come me? Eppure hai sempre tenuto tanto alla sua felicità.» continuò.
L’Uchiha perseverò nel suo mutismo.
«S-A-S-U-K-E!» Trillò lei perforandogli un timpano.
«Non sono sordo.» rispose infastidito.
«Iniziavo a crederlo invece.» lo canzonò sarcastica. «Lei è felice, e questa è la sua vita. Perché non ti fidi di lei?»
«Mi fido ciecamente di lei. Ma è troppo giovane per sposarsi.» disse solenne.
«Ah, si? Guarda che io già a sedici anni ti avrei sposato se tu non avessi preferito altro a me e non te ne fossi andato in giro.» sputò lei. «Mikoto è una donna. Una donna. Non solo tua figlia.» precisò. «Ti è chiaro o te lo devo ripetere ancora?» chiese con spavalderia.
«Lo so anch’io…» disse a bassa voce, quasi deluso che quella glielo ricordasse.
Poi si ricordò i ragionamenti fatti tutto il pomeriggio e tutti i pensieri concepiti.
«Ma la cosa che proprio mi infastidisce è che sposerà il figlio di Naruto!» sputò poi velocemente serrando i pugni.
«Minato? E’ lui il problema?» chiese confusa. «Guarda che quel ragazzo è buono come il pane.»
«No, non lui. Il problema è che è il figlio di quel deficiente.»
«Naruto è il problema?» Sakura iniziava a perdere il filo di quello strampalato discorso.
«Non mi voglio imparentare con un’ebete del genere, mai!» incrociò le braccia, come un bambino convinto sulla proprietà esclusiva del suo giocattolo nuovo.
Il problema è che non si vuole imparentare con Naruto?
La cosa le parve incredibile. Incredibile quanto stupida.
Scoppiò in una fragorosa risata, tenendosi quasi la pancia dal dolore.
Mio marito non vuole far sposare nostra figlia per questo?
Continuava a ridere, mentre Sasuke, in leggero imbarazzo, la guardava detronizzato.
«Sasuke, Mikoto deve sposare Minato, non Naruto. E se non hai confuso persona, lui è il contrario del padre!» continuò ridendo.
«E chi ci dice che non trasmetterà il gene della cretinaggine? Non voglio nipoti dementi.» continuò pensando al futuro.
«Non succederà.» si asciugò le lacrime dagli occhi. «E Mikoto non lo permetterebbe. Pensa invece a come resterà delusa se ti metterai contro di lei. Diventeresti l’opposto del genitore che lei ha sempre visto in te.»
Poi, aggiunge sottovoce: «Così sembri solo un bambino troppo cresciuto.»
«Dici che esagero?» chiese lui, considerando per la prima volta nella giornata il fattore a-Mikoto-non-farà-piacere.
Lei fece cenno di si e gli diede un bacetto sulla guancia.
«Mi sa che sarà dura…» si diede la prima botta di rassegnazione.
Sakura lo abbracciò.
«Sopravvivrai.» sorrise.
«Pensa quando succederà alle altre…» concluse.
COSAAAA?!
Nuovo, pesante colpo.
Ok, quella giornata era da far entrare nella lista nera per Sasuke.
 
In casa Uzumaki, quella stessa sera, regnò il putiferio.
Fortuna che Naruto era uscito abbastanza bene dallo stato di trance.
La notizia si era sparsa a macchia d’olio: si sa, di queste cose, basta dirle alla vicina, o semplicemente alla fioraia(ed Ino effettivamente aveva fatto la sua bella parte) e tutti ne sono a conoscenza.
Molte persone si erano precipitate subito a chiedere informazioni ai parenti stretti, e i vecchi amici di Naruto, avevano deciso quella sera di fare un brindisi (e magari anche qualcosa in più), tutto esclusivamente al maschile. Insomma, una sorta di addio al celibato in anteprima.
Così, tra una chiacchiera e l’altra, o meglio, tra un bicchierino e l’altro, metà dei presenti si era ubriacata.
Minato non aveva gradito molto quella festicciola, ma il pensiero che tutte quelle persone avevano avuto per lui gli aveva fatto davvero piacere.
Erano passate da un po’ di tempo le due e mezza di notte e lo sposo, che non aveva toccato neanche una goccia di champagne, si era seduto sul corridoio che dava al giardino e guardava lo scrosciare dell’acqua nel blu della notte.
Chissà che starà facendo Mikoto… la mamma ancora deve tornare. Probabilmente, lei e Sakura la staranno rimbambendo con chissà quali idee…
Sentì i passi di qualcuno avvicinarsi e voltò lo sguardo.
«Che fai qui? La festa è per te.» sorrise Naruto.
Minato sorrise di rimando.
«Veramente, a quanto ho capito, sono venuti a sfottere te: credono che oltre ad avere una nuora terribile tra poco avrai anche i pannolini per le mani.» lo informò sarcastico.
«Già: quando ho detto loro che non aspettate nessun bambino e che vi volete sposare per amore mi hanno riso in faccia. Kiba addirittura mi ha sputato la birra sulla camicia nuova.» sospirò. «Non ci credono decisamente.»Si fermò.
«Che credano quello che vogliono. Non mi interessa.» osservò lui deciso. «Però, a quanto pare, anche tu non mi credi molto.»
Naruto fece scattare automaticamente gli occhi su di lui.
Possibile che un ragazzo tanto sveglio sia figlio suo?
Abbassa lo sguardo, colpevole.
«Sai, anch’io mi sono sposato giovane con tua madre. Però… è strano.» cercò di aprirsi come amico più che come genitore.
«Da giovane ti sembra di aver il mondo ai tuoi piedi… e di fare sempre la scelta giusta. Quando diventi padre invece, sembra che le scelte dei tuoi figli siano sempre affrettate e spesso discutibili.»
Si fermò, sperando che Minato non travisasse le sue parole.
«Non ho mai avuto un padre e… non so bene come comportami, soprattutto in questa situazione.» si confessò.
Rimasero in silenzio, ognuno con i propri pensieri.
«Ehi, papà. Guarda che sono sicuro di quello che sto facendo.»
Naruto sorrise.
«Purtroppo ci credo.» disse con una nota di rammarico, tornando all’espressione imbambolata di quella mattina.
Perché purtroppo?
«Ti da così fastidio che sposi Mikoto?»
«Eh?» Naruto, preso di sorpresa, fu un attimo confuso. «No, no. Non è per lei.» gesticolò con le mani.
«Nonostante sia figlia di Sakura ed abbia ereditato molto del suo caratteraccio è davvero una brava ragazza. Contro di lei non ho nulla, anzi, penso che un po’ della sua astuzia ti possa svegliare…»
…bhe, effettivamente però, se considero quando sei con lei mi pari un imbambolato che scende dalle nuvole…
«Però?» lo incitò il ragazzo a continuare.
«Però è figlia anche di Sasuke. E l’ultima cosa che avrei pensato nella vita era di imparentarmi con lui. Non basta ciò che mi ha fatto passare in una vita intera, lo farà anche nelle mie generazioni!» disse sbuffando.
Minato lo guardò stralunato.
«Tutto qui?» chiese semplicemente.
«Tutto qui? »ripeté Naruto a bassa voce meravigliandosi della domanda fatta dal figlio, che doveva essere e che considerava un genio.
«TUTTO QUI?» tuonò subito dopo. «Ma sai cosa cazzo mi ha fatto passare quello li?» con i lampi negli occhi, Naruto si riaccese al ricordo dei vari inseguimenti e compagnia bella.
«Eppure i nostri acchiapparella dovrebbero essere sui libri di storia ormai!» sbraitò continuando.
«Vedi che non l’ho recuperato in una settimana! Quello stronzo mi ci ha fatto impiegare anni!» e continuò con frasi simili non molto carine.
Quando si fu calmato tornò il silenzio, disturbato solo dagli ubriaconi intenti a festeggiare.
Minato rifletté un po’…
Forse, quella domanda gliela potrei fare…
Sorrise.
«Ehi, papà. Ma essere sposati com’è?» chiese curioso.
Naruto si rilassò.
«Ognuno lo vede in modo diverso: poi, dipende molto dalla persona che hai accanto. Se lei ti ama, è la cosa più bella del mondo.»
«Per te è così?»
«Si. Io amo tua madre, e Hinata mi ama a tal punto che ha dato la vita per me.» proruppe serio.
«Ovviamente però, ci sono dei momenti in cui non vorresti affatto essere sposato e daresti l’anima pur di tornare indietro.»
«Davvero?» chiese ridacchiando.
«Si. Prendi ad esempio quando tuo madre mi manda a fare qualche commissione o mi da un ultimatum. O ancora meglio: quando mi minaccia di astinenza da sesso per un qualunque motivo. E ti dirò, a volte è anche successo.» rivelò depresso al solo pensiero.
«Comunque, figlio mio caro, ti sei messo proprio in un pasticcio. Col caratterino di Mikoto stai proprio rovinato. Credo che presto avrai molti dei miei problemi. Ed Hinata è una santa. Con lei, non so proprio come ti andrà a finire.» gli diede una pacca sulla spalla.
Minato ghignò muovendo su e giù i piedi come un bambino.
«Non penso sarà così…» provò ad immaginare lui, speranzoso.
Allora pensi proprio male…
-Già. Naruto, tuo figlio è un cretino. Se la ragazza già lo comanda a bacchetta, che gli può succedere di peggio?
Non seppe rispondere. Dopotutto la volpe aveva ragione, più succube di com’era già, come poteva diventare?
«Comunque, Minato. Tuo padre è una vecchia volpe e vuole darti due importanti consigli, e vedi di seguirli come regole.» Iniziò lui, allargando il braccio per prenderselo vicino al collo.
«Regola numero uno: una donna ha sempre ragione.» alzò l’indice indicando il numero in questione.
Bene, ma che bella regola. Come se con Mikoto non fosse già così.
Forse il ragazzo era abbastanza cosciente della sua situazione.
«Regola numero due: nel caso avesse torto, guardare la regola numero uno!» sorrise, alzando un secondo dito.
Ma che razza di regole!
«Grazie papà, ma non credo mi serviranno.» disse, scrollandoselo di dosso. «Sai, con Mikoto valgono già.»
Come immaginavo…
«E va bene. Allora, se ti serve qualche altra spiegazione chiedi pure.» si mise a disposizione.
«Per esempio,» iniziò, recuperandoselo sotto una stretta mortale, «se ti serve aiuto per la prima notte di nozze o per qualcosa sul sesso, chiedi pure. Tanto credo già ne saprai qualcosa, no?» chiese retoricamente. «In ogni caso, se non ne volessi parlare con me, invece di comprare giornaletti o simili, vai direttamente dal maestro Kakashi e fatti prestare qualche copia delle sue della serie IchaIcha. Credimi, sono ottime fonti di ispirazione e non farà problemi a prestartele…» lo spintonò leggermente, mettendolo un po’ in soggezione.
«C-credo di saperne quanto basti…» balbettò per levarsi di dosso l’asfissiante genitore.
«Eh, credimi: non se ne sa mai abbastanza. Anche io, all’inizio, con tua madr…» sproloquiò lui.
«Si, si, ho capito non ti preoccupare.» lo interruppe bruscamente.
Di lezioni ne aveva avute anche troppe quella sera.
Naruto lo guardò negli occhi, orgoglioso.
Forse Hinata ha ragione: è la sua prima scelta da uomo.
«Allora vado a vedere cos’hanno combinato quegli animali di la.» si alzò. «Non vorrei mai che quando tornasse tua madre trovasse la casa semidistrutta. Sarebbe un vero guaio, soprattutto per me.»
Sorrise ampiamente e fece un passo.
«Ah, Minato. Mi stavo dimenticando.» continuò fermandosi. «Io ti avverto: il sangue è sangue. Se solo un nipotino o pronipote o che sia si azzarda a farmi ripassare ciò che ha fatto Sasuke, io prima vengo da te e poi vado ad acchiappare loro. E non sarò molto gentile.» minacciò infine, ridendosela di gusto.
Traduzione: “fallo succedere e ti spacco il culo”. Certo che Hinata avrebbe dovuto ammettere che ora il suo Naruto era molto più fine nel parlare… almeno in certi casi.
Credo proprio che lo farebbe… e quando fa così che mi spaventa di più, perché fa sul serio…
Meglio prestare attenzione.
Eh, Minato! Non te ne va bene una!



Che ne dite di questo capitolo? I personaggi sono troppo OC forse?
Io comunque mi sto divertendo a scrivere questa storia(se non si vede bene, ho postato prima di quanto pensassi!), e spero voi vi divertiate tanto a leggerla.
Un grazie di cuore a tutti voi che leggete e seguite le mie storie!

   
 
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