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Autore: sara chan 92    10/01/2011    0 recensioni
La musica è qualcosa di più che musica, è un potere nascosto dentro di te che ti fa sognare, combattere, rialzarti e arrivare fin dove vuoi tu...al successo, o anche a qualcos'altro. Sei ragazzi in cerca del successo e della libertà che combattono fino alla fine , fino all'ultima nota.
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5. Quando tutto va al meglio....

Passata la nottata e riposatami dalla fatica della serata, mi alzo e, con noncuranza per l'abbigliamento, mi dirigo a prepararmi un caffe, necessario per il mio risveglio totale. Entrando noto subito Jas che parla con Gael del tempo, sorrido e decido di chiamare papà.

< Hi > Mi risponde mia mamma con la sua voce squillante e dolce nel medesimo istante.

< Ciao Mamma, è bello il posto? > La sento ridere e ricambio < Ora scappo, baci a tutti e due >

Come capirsi con poco, ecco il rapporto tra me e mia madre; con mio padre è tutto un altra cosa, amiamo parlare, forse anche troppo.

Mi attirano alcune risate dal salotto e li ritrovo tutti lì; osservo l'ora e mi decido a sbrigarmi.

< Gran mattinieri > scherzo e Ed mi fa la linguaccia. Jas, Buck e Gael stanno ancora dialogando sul tempo e vederli tutti insieme mi rallegra; ritorno da Ed e noto che al suo fianco non c'è l'inseparabile amico. Rivolgo uno sguardo interrogativo all'albino e lui alza le spalle, mi nasconde qualcosa e io lo voglio sapere: quel giovane mi sconvolge troppo.Poi Gael mi distrae piombando all'improvviso. Noto la sua velocità sempre crescente e lo guardo, mentre lui mi fissa , interrogativo, ma  lascio correre e vado in camera a prepararmi per la scuola.

 

Iniziamo ad  avviarci verso le moto e in poco tempo arriviamo a scuola. Iniziamo le lezioni e devo dire che sento un po’ la mancanza delle risa dei ragazzi in queste ore, ma la vicinanza di Gael mi conforta.

Così poco tempo, così tanto legame: è destino che i begs sopravvivano per sempre, famosi o sconosciuti non ha importanza.

Osservo Gael che, attento, prende appunti sulla lezione e sorrido: quei ragazzi hanno sconvolto la nostra routine, ma nulla cambia del tutto, mai.

All’intervallo  approfittiamo e sgattaioliamo in cortile. Mi sono arresa ormai all’insistente presenza di Brad, alla dolce irruenza di Ed e alla eccessiva riservatezza di Buck, così come in precedenza ho già fatto con l’allegria di Gael e la sagacia di Jasil.Pochi hanno notato che lentamente ho iniziato a ricambiare le attenzioni del moro, mi piace ma ho paura che non durera. Sbuffo.

La campana suona, altre due ore e poi a casa; entrando in classe osservo il mondo intorno a me, nella di interessante, neanche la lezione mi migliora questo umore passivo.

All’uscita tutti i ragazzi scherzano e ridono, ma io mi chiudo nelle mie cuffie. Brad mi prende i fianchi e sorride, sembra che tutti perfino Jasil capiscano perché si comporta così. < Stamattina ho lasciato lì alcune cose. Ti scoccia se passo a prenderle ? > faccio segno di diniego con il capo e la treccia si affloscia sulla spalla, lui me la sposta < Passo per le tre>

Ci salutiamo, ognuno va per la propria strada, ognuno con i propri programmi e i propri impegni. Oggi non proviamo, c’è una settimana di scuola troppo impegnativa.

 

Entrando in casa quasi istintivamente saluto accorgendomi che mi ascoltano solo le piccole piante all’ingresso. Cucino canticchiando un motivetto dolce e poi mi metto a studiare in salotto, sotto la coperta. Mia sorella, Monica, non sarebbe tornata fino a sabato perché era all’università quindi ero sola.

Il campanello suona e alla porta mi ritrovo davanti proprio il moro dei Begs; lo invito ad entrare e gli offro qualcosa , ma lui sfuggente prende le sue cose e va. Sulla soglia di casa si volta e mi afferra il viso, facendomi arrossire all’istante. < Principessa > mi sussurra < Lo sai anche tu che ci siamo già incontrati tante altre volte > Mi lascia sbigottite, scomparendo, ma restando nella mia mente con quelle parole.

 

Ci ho pensato  tutto il giorno, ma non credo di averlo mai incontrato. Sono stanca e chiudo gli occhi, mentre una sfilza di ricordi troppo recenti mi ritorna alla mente; poi un improvvisa fitta mi colpisce e decido di chiamare il più esperto.

Alzo la cornetta all’aria in attesa che mi passino lo zio. Sento una voce che mi chiamo < Ciao Zio > Lui sbuffa < che cosa hai combinato stavolta ? > < Zio come si recupera un ricordo distrutto ?> Rimane sbigottito dalla mia domanda ma non mi delude < Farà un po’ male e devi impararlo da sola , ma ti do un suggerimento : è come scassinare una porta > La linea cade e io mi concentro sul mio ricordo. Poi il telefono squilla di nuovo < Ciao Piccola > Sorrido < Buongiorno Sir > Ridacchia pregustando il tutto < Ho una buona notizia per i Begs > Lo ascolto senza batter ciglio < Spara > < Demien, il fidanzato della mia cara sorellina,mi ha detto che tramite lui io potrei farvi da manager e farvi diventare famosi. Abbiamo entrambi la stoffa, ha detto su di noi ragazzi >

< Così tu, piccolo topo di biblioteca, vorresti renderci delle Star ?!> ironizzo e faccio divertire il mio gentleman < Avverti gli altri e vedi  di sorridere , sbruffoncella >  Riattacca, oggi nessuno mi saluta.

 

Questa settimana è stata un inferno, tra Gael che non ci lasciava respirare con l’aspettativa della celebrità e i professori che sentono la pungente fine del trimestre, sono veramente stanca.

Tra l’altro non ho avuto neanche il tempo di parlare a Brad e , benché sia ancora sconcertata, ho deciso di comportarmi come se niente fosse successo, come se il suo colpo di fulmine sia quello che è. Poi finalmente è arrivato il sabato, giorno del riposo scolastico. Con i Begs  giungo a scuola e oggi sono felice, più o meno. Davanti al portone, mi fermo. Il mio cellulare vibra, guardo il display poi Jasil.

< Andate avanti, vi raggiungo dopo > Mi tiro da parte e accetto la chiamata.

< Capo? > < No, Sam. Sono Neor > Inizio a preoccuparmi. < Una missione? > chiedo speranzosa . < Mi dispiace Sam > Ora sono terrorizzata, inizio a respirare male < Cosa succede? > Un singulto < I tuoi sono scomparsi e … ho bisogno di parlarti, ti farò venire a prendere finita la scuola >  Non mi capacito per qualche minuto, mentre le lacrime iniziano a bagnarmi le guancie. Sento la campanella di inizio delle lezioni in lontananza, Neor  ormai urla il mio nome. Reagisco con calma, inspiro.

< Ma erano in vacanza ….> Neor sospira < Ne parleremo con calma nel pomeriggio. Vado > Attacca, la sua voce era rotta quanto la mia. Mi dirigo verso la presidenza, non riesco proprio a concentrarmi ora come mai è successo prima. Forse è arrivata la mia fine o forse no?!

 

Da tre ore sono seduta sul muretto dove ci incontriamo all’intervallo, isolato e tutto nostro. Il preside ha sospeso le mie lezioni della settimana, mi ha detto che però per oggi devo aspettare che un adulto venga a prendermi: maledetti i miei diciassette anni!

Così sono seduta qua, aspettando che qualcuno mi recuperi come uno stupido pacco. Osservo le nuvole, libere e sento un moto di invidia e nostalgia. Sento le lacrime agli occhi e  il groppo alla gola, sono stanca; il suono della campanella distrugge il silenzio. Compare Gael, vedo a scatti tra le lacrime.

Ecco anche gli altri, per ultimo Jasil come al solito. Mi fissano, io fisso loro, non mi hanno mai visto piangere. Sono sicura però che sanno che è successo qualcosa di grave, ma Gael  mi conosce e da me non caverà nulla.

Si allontana e fa partire una chiamata; Jasil si siede vicino a me, mentre gli altri tentano di scrollarmi dal mio torpore. Il giovane mi osserva impassibile , poi mi fa accoccolare tra le sue braccia; io rimango immobile, mentre le grosse lacrime bagnano la sua felpa. Percepisco  i passi di Gael che torna e allontana i ragazzi per dare spiegazioni. Mischia verità  e finzione, rido. Jasil mi risolleva e mi asciuga le lacrime; non fa commenti, benché abbia capito cosa è successo, e sento la sua mente vuota come non mai.  < Grazie > sussurro tra lacrime e risa. Continuo a ridere, quando un braccio mi solleva. Mi volto e vedo da dietro le spalle di Kevin  mia sorella, gli occhi gonfi e un braccio avvolto intorno a quello dell’uomo , come un ancora di salvataggio.

Il ragazzo dice qualcosa , io rido mentre le lacrime bagnano continuamente il mio viso . Poi il mondo si spegne.  

 

Non so quanto tempo è passato, ma noto che sono a casa e percepisco anche dei movimenti. Una mano mi accarezza la guancia , apro gli occhi e vedo il volto tirato di jasil, i suoi occhi nocciola sbarrati dietro le spesse lenti e ostruiti dalle ciocche marroni; lui sa cosa potrebbe accadermi. Noto che è accoccolato su una delle punte del mio letto; poi vedo Gael sull’altra sponda che mi sorride preoccupato. Di seguito  ci sono Brad , Ed , e Buck , anche loro scuri in volto.

< Novità ? > riesco a chiedere con un filo di voce. Nessuno mi risponde, sento la mano di Jasil che inizia ad accarezzarmi la testa e un moto di irritazione mi prende: stavolta è mio, non voglio essere calmata! Brad si avvicina e mi tocca il braccio, mentre l’altro mi inonda di notizie futili. Mi parla e mi parla, lasciando trapelare anche troppe cose < Finalmente ricambio > Sorrido della sua sfacciata gentilezza, ma poi mi rendo conto che mi stanno “sedando”. < Basta > urlo e balzo in piedi , sotto gli sguardi allibiti di tutti; esco superando senza dire nulla mia sorella e tutti gli altri. Parto con la mia moto, le lacrime rigano il casco, ma so già dove andrò.

   
 
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