Passata la nottata e riposatami dalla fatica
della serata,
mi alzo e, con noncuranza per l'abbigliamento, mi dirigo a prepararmi un
caffe,
necessario per il mio risveglio totale. Entrando noto subito Jas che
parla con
Gael del tempo, sorrido e decido di chiamare papà.
< Hi > Mi risponde mia
mamma con la sua voce squillante e dolce nel medesimo istante.
< Ciao Mamma, è
bello il
posto? > La sento ridere e ricambio < Ora scappo, baci a
tutti e due >
Come capirsi con poco, ecco il
rapporto tra me e mia madre; con mio padre è tutto un altra
cosa, amiamo
parlare, forse anche troppo.
Mi attirano alcune risate dal
salotto e li ritrovo tutti lì; osservo l'ora e mi decido a
sbrigarmi.
< Gran mattinieri >
scherzo e Ed mi fa la linguaccia. Jas, Buck e Gael stanno ancora
dialogando sul
tempo e vederli tutti insieme mi rallegra; ritorno da Ed e noto che al
suo
fianco non c'è l'inseparabile amico. Rivolgo uno sguardo
interrogativo
all'albino e lui alza le spalle, mi nasconde qualcosa e io lo voglio
sapere:
quel giovane mi sconvolge troppo.Poi Gael mi distrae piombando
all'improvviso.
Noto la sua velocità sempre crescente e lo guardo, mentre
lui mi fissa ,
interrogativo, ma lascio
correre e vado
in camera a prepararmi per la scuola.
Iniziamo ad
avviarci verso le moto e in poco tempo
arriviamo a scuola. Iniziamo le lezioni e devo dire che sento un
po’ la
mancanza delle risa dei ragazzi in queste ore, ma la vicinanza di Gael
mi conforta.
Così poco tempo,
così tanto
legame: è destino che i begs sopravvivano per sempre, famosi
o sconosciuti non
ha importanza.
Osservo Gael che, attento,
prende appunti sulla lezione e sorrido: quei ragazzi hanno sconvolto la
nostra
routine, ma nulla cambia del tutto, mai.
All’intervallo approfittiamo e
sgattaioliamo in cortile. Mi
sono arresa ormai all’insistente presenza di Brad, alla dolce
irruenza di Ed e
alla eccessiva riservatezza di Buck, così come in precedenza
ho già fatto con
l’allegria di Gael e la sagacia di Jasil.Pochi hanno notato
che lentamente ho
iniziato a ricambiare le attenzioni del moro, mi piace ma ho paura che
non
durera. Sbuffo.
La campana suona, altre due
ore e poi a casa; entrando in classe osservo il mondo intorno a me,
nella di interessante,
neanche la lezione mi migliora questo umore passivo.
All’uscita tutti i ragazzi
scherzano e ridono, ma io mi chiudo nelle mie cuffie. Brad mi prende i
fianchi
e sorride, sembra che tutti perfino Jasil capiscano perché
si comporta così.
< Stamattina ho lasciato lì alcune cose. Ti scoccia
se passo a prenderle ?
> faccio segno di diniego con il capo e la treccia si affloscia
sulla
spalla, lui me la sposta < Passo per le tre>
Ci salutiamo, ognuno va per la
propria strada, ognuno con i propri programmi e i propri impegni. Oggi
non
proviamo, c’è una settimana di scuola troppo
impegnativa.
Entrando in casa quasi
istintivamente saluto accorgendomi che mi ascoltano solo le piccole
piante
all’ingresso. Cucino canticchiando un motivetto dolce e poi
mi metto a studiare
in salotto, sotto la coperta. Mia sorella, Monica, non sarebbe tornata
fino a
sabato perché era all’università quindi
ero sola.
Il campanello suona e alla
porta mi ritrovo davanti proprio il moro dei Begs; lo invito ad entrare
e gli
offro qualcosa , ma lui sfuggente prende le sue cose e va. Sulla soglia
di casa
si volta e mi afferra il viso, facendomi arrossire
all’istante. <
Principessa > mi sussurra < Lo sai anche tu che ci siamo
già incontrati
tante altre volte > Mi lascia sbigottite, scomparendo, ma
restando nella mia
mente con quelle parole.
Ci ho pensato
tutto il giorno, ma non credo di averlo mai
incontrato. Sono stanca e chiudo gli occhi, mentre una sfilza di
ricordi troppo
recenti mi ritorna alla mente; poi un improvvisa fitta mi colpisce e
decido di
chiamare il più esperto.
Alzo la cornetta all’aria in
attesa che mi passino lo zio. Sento una voce che mi chiamo <
Ciao Zio >
Lui sbuffa < che cosa hai combinato stavolta ? > <
Zio come si
recupera un ricordo distrutto ?> Rimane sbigottito dalla mia
domanda ma non
mi delude < Farà un po’ male e devi
impararlo da sola , ma ti do un
suggerimento : è come scassinare una porta > La linea
cade e io mi concentro
sul mio ricordo. Poi il telefono squilla di nuovo < Ciao Piccola
> Sorrido
< Buongiorno Sir > Ridacchia pregustando il tutto
< Ho una buona
notizia per i Begs > Lo ascolto senza batter ciglio <
Spara > <
Demien, il fidanzato della mia cara sorellina,mi ha detto che tramite
lui io
potrei farvi da manager e farvi diventare famosi. Abbiamo entrambi la
stoffa,
ha detto su di noi ragazzi >
< Così tu, piccolo
topo di
biblioteca, vorresti renderci delle Star ?!> ironizzo e faccio
divertire il
mio gentleman < Avverti gli altri e vedi
di sorridere , sbruffoncella >
Riattacca, oggi nessuno mi saluta.
Questa
settimana è stata un inferno, tra Gael che non ci
lasciava respirare con l’aspettativa della
celebrità e i professori che sentono
la pungente fine del trimestre, sono veramente stanca.
Tra l’altro non ho avuto
neanche il tempo di parlare a Brad e , benché sia ancora
sconcertata, ho deciso
di comportarmi come se niente fosse successo, come se il suo colpo di
fulmine
sia quello che è. Poi finalmente è arrivato il
sabato, giorno del riposo
scolastico. Con i Begs giungo
a scuola e
oggi sono felice, più o meno. Davanti al portone, mi fermo.
Il mio cellulare
vibra, guardo il display poi Jasil.
< Andate avanti, vi
raggiungo dopo > Mi tiro da parte e accetto la chiamata.
< Capo? > < No,
Sam.
Sono Neor > Inizio a preoccuparmi. < Una missione?
> chiedo speranzosa
. < Mi dispiace Sam > Ora sono terrorizzata, inizio a
respirare male <
Cosa succede? > Un singulto < I tuoi sono scomparsi e
… ho bisogno di
parlarti, ti farò venire a prendere finita la scuola > Non mi capacito per
qualche minuto, mentre le
lacrime iniziano a bagnarmi le guancie. Sento la campanella di inizio
delle
lezioni in lontananza, Neor ormai
urla
il mio nome. Reagisco con calma, inspiro.
< Ma erano in vacanza
….> Neor sospira < Ne parleremo con calma nel
pomeriggio. Vado >
Attacca, la sua voce era rotta quanto la mia. Mi dirigo verso la
presidenza,
non riesco proprio a concentrarmi ora come mai è successo
prima. Forse è
arrivata la mia fine o forse no?!
Da tre ore sono seduta sul
muretto dove ci incontriamo all’intervallo, isolato e tutto
nostro. Il preside
ha sospeso le mie lezioni della settimana, mi ha detto che
però per oggi devo
aspettare che un adulto venga a prendermi: maledetti i miei diciassette
anni!
Così sono seduta qua,
aspettando che qualcuno mi recuperi come uno stupido pacco. Osservo le
nuvole,
libere e sento un moto di invidia e nostalgia. Sento le lacrime agli
occhi
e il groppo alla
gola, sono stanca; il
suono della campanella distrugge il silenzio. Compare Gael, vedo a
scatti tra
le lacrime.
Ecco anche gli altri, per
ultimo Jasil come al solito. Mi fissano, io fisso loro, non mi hanno
mai visto
piangere. Sono sicura però che sanno che è
successo qualcosa di grave, ma
Gael mi conosce e
da me non caverà
nulla.
Si allontana e fa partire una
chiamata; Jasil si siede vicino a me, mentre gli altri tentano di
scrollarmi
dal mio torpore. Il giovane mi osserva impassibile , poi mi fa
accoccolare tra
le sue braccia; io rimango immobile, mentre le grosse lacrime bagnano
la sua
felpa. Percepisco i
passi di Gael che
torna e allontana i ragazzi per dare spiegazioni. Mischia
verità e
finzione, rido. Jasil mi risolleva e mi
asciuga le lacrime; non fa commenti, benché abbia capito
cosa è successo, e
sento la sua mente vuota come non mai.
< Grazie > sussurro tra lacrime e risa.
Continuo a ridere, quando
un braccio mi solleva. Mi volto e vedo da dietro le spalle di Kevin mia sorella, gli occhi
gonfi e un braccio
avvolto intorno a quello dell’uomo , come un ancora di
salvataggio.
Il ragazzo dice qualcosa , io
rido mentre le lacrime bagnano continuamente il mio viso . Poi il mondo
si
spegne.
Non so quanto tempo è
passato,
ma noto che sono a casa e percepisco anche dei movimenti. Una mano mi
accarezza
la guancia , apro gli occhi e vedo il volto tirato di jasil, i suoi
occhi
nocciola sbarrati dietro le spesse lenti e ostruiti dalle ciocche
marroni; lui
sa cosa potrebbe accadermi. Noto che è accoccolato su una
delle punte del mio
letto; poi vedo Gael sull’altra sponda che mi sorride
preoccupato. Di seguito ci
sono Brad , Ed , e Buck , anche loro scuri
in volto.
< Novità ? >
riesco a
chiedere con un filo di voce. Nessuno mi risponde, sento la mano di
Jasil che
inizia ad accarezzarmi la testa e un moto di irritazione mi prende:
stavolta è
mio, non voglio essere calmata! Brad si avvicina e mi tocca il braccio,
mentre
l’altro mi inonda di notizie futili. Mi parla e mi parla,
lasciando trapelare
anche troppe cose < Finalmente ricambio > Sorrido della
sua sfacciata
gentilezza, ma poi mi rendo conto che mi stanno
“sedando”. < Basta > urlo
e balzo in piedi , sotto gli sguardi allibiti di tutti; esco superando
senza
dire nulla mia sorella e tutti gli altri. Parto con la mia moto, le
lacrime
rigano il casco, ma so già dove andrò.