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Autore: Gold Scorpio    18/12/2005    1 recensioni
Salve a tutti, sono felice che abbiate trovato il tempo di leggere questa mia fan-fic, che è in assoluto la prima storia che scrivo: vi chiedo quindi di avere pazienza se non risulterà essere granchè. Avevo veramente voglia di scrivere qualcosa ambientato nel mondo di Harry Potter, quindi ho deciso di provare a vedere cosa ne viene fuori. Sono molto curioso di sapere cosa ne pensate e, nel caso, sarò felice di accettare consigli e suggerimenti. Ho pensato di utilizzare un personaggio del tutto inedito, Milo, e di ambientare le vicende durante gli avvenimenti narrati ne "Il Calice di Fuoco". Non ci sono assolutamente spoiler, anche perchè non ho ancora letto il sesto libro... :) Devo inoltre avvisarvi che ho pesantemente rivisto i primi capitoli, per correggere gli errori e renderli più coerenti con i successivi: anche se li avete già letti sarebbe meglio dare loro un'altra occhiata. Bene, ho detto tutto: buona lettura!
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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18.

- E' tardi! –

La voce risuonò nel silenzio della sala, echeggiando negli angoli più lontani. Milo sollevò la testa, riprendendosi dal torpore che lo aveva colto.

- Oh si, è vero. Che strano... –

Milo riconobbe subito i proprietari delle due voci: quella che lo aveva destato era di Pansy, la seconda era sicuramente quella del fantasma di Tassorosso.

Strinse gli occhi per cercare di mettere a fuoco la scena: la ragazza era davanti alla porta del sotterraneo e a quanto pareva stava armeggiando nel vano tentativo di aprirla.

- Quella stupida vecchia, ci ha chiusi dentro! Se aspetta ancora un po' a venirci a prendere ci farò la muffa in questo sotterraneo! – disse assestando un calcione allo stipite.

- Ci ha chiusi dentro? – chiese Milo, dimenticando di essere arrabbiato con la compagna.

- Oh, mister "sono arrabbiato con te e non ti parlo" si è svegliato! Dormito bene? – lo apostrofò lei sarcasticamente. Era evidente che doveva essere piuttosto alterata. Milo, che stava ancora mettendo a fuoco la situazione, si grattò la testa gettando contemporaneamente un'occhiata all'orologio.

- Ma sono le nove! – sbottò con un moto di stupore.

- Già, bella scoperta. L'ora di cena è passata da un pezzo. Quella si è dimenticata che noi siamo qui, te lo dico io... –

- Oh, su, non dica così signorina Parkinson – la rimproverò bonariamente il fantasma dell'Abate – sono sicuro che c'è una spiegazione per questo ritardo –

- Bella forza, parli tu che sei morto e non hai problemi. Ma per la cronaca io ho fame e sete e sono stanca e devo lavarmi e... –

- Va bene, va bene – la interruppe lo spettro – se mi prometti di calmarti andrò io stesso a vedere cosa succede, d'accordo? Aspettatemi qui e fate i bravi. – e detto questo svanì oltre la porta sbarrata.

Pansy si girò verso Milo, aveva i pugni serrati sui fianchi e il viso rosso:

- Ma lo senti come ci trattano? Come se fossimo dei mocciosetti del primo anno! Pensano forse di poterci tenere chiusi qui dentro per sempre? – sbottò, tirando un altro calcione, questa volta alla colonna posizionata alla sua destra. Il colpo fu talmente forte che un sostegno si staccò e la torcia che sorreggeva si staccò e cadde a terra. Il fuoco sfrigolò per qualche istante sul pavimento di roccia, quindi si spense del tutto, lasciando la zona dove si trovava la ragazza completamente al buio.

- Ehi, fai attenzione! – la sgridò Milo.

Pansy uscì dall'oscurità avvicinandosi a lui: sul suo viso la rabbia aveva lasciato il posto alla preoccupazione. Avanzava lentamente, con le braccia conserte in vita e gli occhi dilatati.

- C'è qualcosa che non va, non te ne rendi conto? La McGranitt non è tipo da lasciarci qui così, solo per il gusto di infliggerci una punizione. –

Milo trovò sensato il ragionamento ed annuì: - Hai ragione, è strano... –

Si guardarono intorno, smarriti. Ora il sotterraneo sembrava più scuro, e le poche torce fornivano solo un tenue bagliore in un mare di oscurità.

- Se almeno avessimo le bacchette... –

Milo decise che era il momento di darsi da fare e scattò in piedi:

- Vieni – disse rivolto a Pansy – prendiamo una delle torce e vediamo di darci una mossa –

- Cosa vuoi fare esattamente? – gli chiese lei.

- Vedere se troviamo qualcosa di utile per uscire di qui... –

- Tipo un passaggio segreto? –

- Qualcosa del genere... –

 

 

L'Abate Grasso passò attraverso la porta solo per trovarsi davanti ai visi indagatori e corrucciati di Silente, della professoressa McGranitt e di Severus Piton: la sorpresa fu tale che fece un passo indietro, ma anche i tre docenti parvero stupirsi e lo guardarono con una muta domanda negli occhi.

Il primo a parlare fu il fantasma:

- Oh, buonasera signori, stavamo giusto domandandoci dove fosse finita la professoressa McGranitt, dato che ormai l'ora di cena è passata da un pezzo... – disse in tono gioviale, ma dovette interrompersi di fronte alla curiosa espressione che vide stampata sul volto dei suoi interlocutori.

- Ehm, ho detto qualcosa che non va? – domandò.

Solo allora i tre parvero riprendersi.

- Oh, ci scusi tanto, non è colpa sua – disse Silente, schiarendosi la voce – è che siamo rimasti un poco sorpresi... –

L'Abate li fissava ancora con aria interrogativa.

- Se avrà la compiacenza di voltarsi – intervenne ancora Silente – capirà la ragione della nostra sorpresa -

Il fantasma si voltò e rimase a bocca aperta: dietro di lui non c'era la porta attraverso la quale era sicuro di essere appena passato, ma un solido e spoglio muro di pietra.

- Lei arriva dal sotterraneo? Come stanno i ragazzi? – gli chiese preoccupata la McGranitt.

- Stanno... stanno bene, per ora – le rispose titubante lo spettro, mentre tornava sui suoi passi. Infilò la testa dentro il muro, ma dall'altra parte non trovò la stanza che aveva appena lasciato. Non trovò nulla, solo oscurità e vuoto.

- Non capisco... – disse.

- Evidentemente la stanza è ancora lì da qualche parte, solo che non la possiamo vedere, né possiamo entrare – borbottò Silente, assumendo un'aria pensierosa.

- Se proprio doveva smarrire degli studenti poteva scegliere dei Grifondoro, mia cara professoressa. Con che diritto stava punendo dei Serpeverde? – domandò Piton con tono caustico, rivolto all'anziana docente.

- Su, su, non preoccupatevi, credo di aver capito di cosa si tratta. – intervenne Silente - Ci vorrà un po' di tempo, ma riusciremo a recuperare entrambi i nostri studenti. Dovrò solo lavorarci un po' sopra... mi ci vorrà tutta la notte, probabilmente. Meglio non perdere tempo, allora. Se volete scusarmi, prima di cominciare devo andare a prendere alcuni artefatti che mi torneranno parecchio utili... –

Il preside si allontanò di gran lena, tradendo così la sua preoccupazione, nonostante le parole confortanti appena pronunciate.

- Eppure non è la prima volta che vengo qua sotto, e non era mai accaduto niente – disse infine la responsabile della casa dei Grifondoro.

- Evidentemente uno dei due ragazzi deve aver fatto scattare qualcosa... – le rispose Piton

- Questo è certo – concordò la McGranitt – Ma quel che più mi preoccupa è che un simile incantamento deve essere molto potente, per essere rimasto occultato da chissà quanto tempo, senza che nessuno ne avvertisse la presenza... –

- Già, deve esserci qualcosa di oscuro dietro questa faccenda... – concluse il professore di Pozioni.

Dopodichè i due insegnanti ed il fantasma rimasero in silenzio a fissare il muro, in attesa del ritorno di Silente...

   
 
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