PRIMA DI TUTTO,
VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO, MESSO
TRA LE PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE,AUTORI PREFERITI E ANCHE A QUELLE
PERSONE SILENZIOSE
CHE SONO PASSATE A LEGGERE LA MIA STORIA. FA SEMPRE PIACERE.
UN
RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A Giselle S PER
I CONSIGLI E IL SUPPORTO
NECESSARIO. GRAZIE INFINITE.
Attenzione!
Mi
piacerebbe avere una copertina o foto per la mia storia.
Chi
mi può aiutare?
Grazie
Capitolo
8
Pov
Edward
Ha
detto che non mi
vuole vedere!
Perché?
Non ce la
faccio a stare lontano da lei!
No!
Lei
è il mio amore.
Devo riuscire a farle capire quanto l’amo!
È
stato tutto un
equivoco! Un
maledettissimo equivoco!
Quante
persone hanno
intralciato il nostro amore!
Ora
sono qui che
piango, piango e non riesco a smettere.
Vorrei
essere con lei,
abbracciarla consolarla e... baciarla.
Sento
qualcuno che mi
parla -Edward... non preoccuparti, vedrai che si sistemerà
tutto. Devi solo
aver pazienza. Anche lei ha sofferto molto- alzo lo sguardo vedo che
è mio
padre.
Mi
guarda preoccupato,
sa che sono vicino al baratro in cui ero caduto tre anni fa.
Ha
paura per me, per
noi!
Mi
fa alzare e mi
accompagna in camera.
-Edward
devi
riprenderti, tra poche ore devi andare in televisione. Non puoi andare
in
questo stato. Ora ti do delle gocce per calmarti- si avvicina alla sua
borsa da
medico e prende il “solito” flacone, le mette
nell’acqua e me le fa prendere.
-
grazie- sussurro lo
guardo e l’abbraccio – Bella sta veramente bene?-
chiedo a fil di voce
-
sta tranquillo, ha
solo qualche graffio e la perdita di coscienza è dovuta allo
spavento e allo
stress, che probabilmente ha dovuto subire negli ultimi giorni- si
allontana e
si mette a sede infondo al letto e sorride
-
grazie. È così
fragile... – sospiro
-
ma... al parco era
pieno di paparazzi, speriamo solo che non l’abbiano
fotografata in volto.
Almeno la sua identità è salva- guardo mio padre
come per avere conferma.
-
tranquillo... ci ha
pensato Alice, le ha coperto il volto con la sua giacca, e i poliziotti
ci
hanno fatto da scorta. È già stato avvertito
tutto il personale dell’hotel che
se trapela una sola parola di quello che è successo o solo
un singolo nome,
verranno tutti denunciati.- si alza e mi tocca una spalla
-
è tutto sotto
controllo. Ora riposa che più tardi devi andare- mi saluta
ed esce dalla
camera.
Sento
bussare alla
porta – avanti- vedo che entra mia madre con un sorriso sulle
labbra
-Edward
come ti senti?-
si avvicina e mi abbraccia
-
sto meglio, anche se
è molto dura...- non mi lascia finire
-Edward...
forse non
te lo dovrei dire... ma Bella ci ha assicurato che ci
parlerà, e soprattutto
parlerà con te- mi guarda e sorride
-
davvero? Quando? –
spero che sia al più presto
-
sai da quello che ho
potuto capire, anche se lei non ha detto nulla, anche lei ha molto
sofferto- il
suo sguardo da felice diventa all’improvviso triste.
-
lo so... abbiamo
sofferto tutti e due- mi alzo dal letto e inizio a camminare per la
stanza
-Edward...
stai a
letto, devi riposare, hai davanti una giornata pesante- mi prende per
un
braccio e mi fa stendere sul letto.
-
ora ti lascio
solo... ma mi raccomando...- non la lascio finire
-Tranquilla...
ora
cerco di riposare, tanto tra poco più di un’ora
devo andare- la bacio e lei
esce dalla stanza.
Riesco
a riposare per
un po’, grazie hai calmanti.
Mi
preparo e arriva a
prendermi James, con lui e la mia co-star ci dirigiamo verso
Cinecittà
Alla
trasmissione ci
fanno tante domande, anche dell’incidente di questa mattina,
ma non rispondiamo
a nessuna, parliamo solo del film che stiamo promuovendo.
Finalmente
la mia
parte è finita, quindi riesco a lasciare gli studi, e con la
macchina mi faccio
accompagnare in Hotel.
Ad
attendermi c’è
Alice tutta allarmata- Edward... non ti arrabbiare... ma siamo di nuovo
su
Internet- non la lascio finire – hanno riconosciuto o
fotografato Bella in
volto?- chiedo con un moto di rabbia- no non ce l’hanno
fatta, nelle foto ci
siamo solo noi della fam. Cullen- sospiro, almeno questa ci
è andata bene.
Ci
avviamo verso la
mia camera- come sta? È stata bene o ci sono stati
problemi?- la guardo e
sorride
-no...
tutto bene, sta
bene. Hanno ritrovato la sua borsa, ma ovviamente sono spariti i soldi
e le
carte, che prontamente, la sua assistente ha bloccato.-
Alice
mi guarda e
sembra che voglia dirmi qualche cosa
-cosa
c’è Alice? Devi
dirmi cosa?- chiedo agitato
-no...
stai
tranquillo. Non è niente di che... solo – sospira-
ok te lo dico ma non ti
illudere più di tanto- mi guarda e mi accarezza una guancia-
ha detto che
appena se la sente ci parlerà, in particolar modo a... te.
Quindi vedi di avere
pazienza. Anche lei ha sofferto tanto- mi abbraccia e mi sorride
-o.ok...
ma quando lo
farà?- sono impaziente
-Edward...
non avere
fretta. Vedrai, quando meno te lo aspetti, ti parlerà, ti
spiegherà vi
spiegherete...- si butta sul letto e ha un sorriso meraviglioso. Forse
sta
pensando che i momenti bui sono finiti.
Speriamo.
Arriva
James – Edward
domattina ale 10,00 avete la conferenza stampa, finita quell’
intervista ne
avete un’altra alla radio, e per finire... festa di Halloween
domani sera qui
in hotel- si mette comodo sul divano e mi guarda
-ok
va bene, ma...
Bella... riuscirà a venire? Non è forse il caso
che stia a riposo con quello
che le è capitato oggi?- mi verso da bere un goccio di
whisky e lo do anche a
James
-tranquillo,
Carlisle
ha detto che domani sarà perfettamente informa-
-
va bene... speriamo
che si possa sistemare tutto-
-basta
Edward... vedi
positivo una volta tanto- sbuffa, finisce quello che ha nel bicchiere
– ci si
vede domattina- detto questo esce dalla stanza.
Ordino
che la cena mi
sia consegnata in camera. Non ho voglia di veder nessuno.
Quando
arriva la cena
mi accorgo che l’appetito non c’è. Devo
sforzarmi di mangiare, devo rimanere in
forza. Devo stare bene per lei. “La
mia
unica ragione di vita.”
Mettete
in sottofondo:
http://www.youtube.com/watch?v=VHMLClvvmH8
Sono
ore che sono steso
sul letto, sto pensando a tutti questi anni che gli
eventi ci hanno diviso, le persone malvagie che ci hanno solo fatto del
male.
Sento
che ti stai
muovendo nella stanza accanto alla mia, quanto vorrei essere con te ma
per ora
non mi è possibile.
Farò
di tutto per
tornare insieme a te.
È
notte fonda non
riesco a dormire.
Mi
metto a sedere con
la schiena appoggiata alla porta di comunicazione.
Stai
dormendo? Se si.
Cosa stai sognando? Mi stai sognando? Io sono tre anni che sogno di
poter
tornare con te, ma così non è stato.
Spero
con tutto il
cuore che tu stia facendo dei bei sogni.
Sogni
d’oro amore mio.
Bella
pov.
Finalmente
dopo una
notte abbastanza tormentata mi sono svegliata. Sono le 7,00.
Ho
sognato che venivo
aggredita, tormentata dai paparazzi e poi ho sognato lui...
Ho
sognato i suoi
occhi così tristi, il suo sguardo tormentato.
Anche
tu hai sofferto?
Forse... ma mai come me.
Non
so se parlargli
oggi o più avanti. Ho tanta confusione per la testa, non so
cosa fare.
Sento
bussare alla
porta, mi alzo e vado ad aprire la porta- Alice... cosa ci fai qui?-
chiedo
ancora con la voce assonnata.
-Bella
è tardissimo,
alle 10,00 devi accompagnare Edward alla conferenza stampa, poi
intervista in
radio, poi giro per Roma e poi... questa sera festa di Halloween qui in
hotel-
nel dire ciò si avvicina all’armadio e inizia a
tirare fuori dei vestiti.
-Alice...
ma... no!
Tutto ma non la festa di Halloween, questa sera non posso. Devo andare
da
un’altra parte.- dichiaro risoluta
-
e dimmi... dov’è che
dovresti andare questa sera?- si gira e mi guarda con il suo solito
sguardo
imbronciato
-non
posso dirtelo...
non offenderti- spero che non faccia domande, come non detto
-no!
Tu adesso mi
spieghi perché questa sera non puoi presenziare a questa
festa? Sai che sei a
sua disposizione per tutta la settimana.- scuote la testa- Bella... non
vuole
obbligarti a stare con lui se non vuoi, ma sappi... –
l’interrompo
-no
Alice non è per
tuo fratello, e che ho promesso a tre persone che avrei passato la
serata con
loro- mi rimetto a sedere e mi prendo la testa tra le mani
-cosa
c’è Bella? Mi
devi dire qualche cosa ?- si siede di fianco a me e mi abbraccia
-
Alice...- sospiro-
non è semplice. Ci sono cose difficili da dire, ci sono
state delle cose che
hanno cambiato per sempre la mia vita...- mi stringe a se
-
cosa Bella? È così
terribile?- chiede allarmata
-
in un certo senso
sì! Ma ora non è il momento, devo prepararmi,
devo andare prima al comando di
Polizia per fare la denuncia- non finisco di parlare che mi suona il
cellulare
-pronto-
-ciao
Marie, tutto
bene?- chiede Claudio
-si...
non
preoccuparti. Riesci a venire con me alla Polizia?-
-no...
mi spiace. Ho
un impegno fuori Roma per le 9,00 e non riesco. Fatti accompagnare da
quella
tua amica. Ti porto la macchina, così puoi muoverti come
vuoi- sento le voci
dei miei piccoli in sottofondo che vogliono parlare con me- aspetta ti
vogliono
salutare-
-ok...
passameli-
spero che Alice non capisca – ciao Tom, come stai-
-tao
mama quado toni?-
chiede con la voce triste
-presto
non
preoccuparti –
-va
bene ti vole Soph
–
-ciao
piccola come
stai?-
-tao
tao mi machi. Tai
che Lizzie ha panto? Ti ceca- dice ridendo
-oh
tesoro anche tu...
tanto, passami Lizzie- sono allarmata. I miei cuccioli hanno bisogno di
me
-tao...
m.mama- sento
che piange- no... tesoro mio non piangere la mamma torna presto. Ora
passami
Claudio- sono disperata, i miei figli hanno bisogno di me.
-
cos’è successo?
Perché piange?- non ragiono più
-tranquilla,
non è
niente di che... solo che hanno bisticciato e allora Lizzie ti cercava.
Tutto
qui.- cerca di rassicurarmi
-sei
sicuro? Non mi
convinci!-
-Marie...
sai che ti
puoi fidare. Stanno bene. Ora vanno all’asilo, e
passerà tutto. –
-va
bene... ma- mi
interrompe
-ok
basta! Pensa a te
per una buona volta! NON.TI.DEVI.PREOCCUPARE.- stavolta è
arrabbiato
-
va bene, riesci a
farmi avere la macchina per le 8,00?-
-si...si...
per le
8,00 sarà lì. Ora ti saluto. Ti saluta anche Anna
– non mi lascia dire
nient’altro che ha già messo giù.
Sconsolata
mi giro e
vedo... Alice! Oddio! Mi sono scordata che con me
c’è Alice! Ora lei ha capito
tutto! Dal suo sguardo, capisco che le devo dare delle spiegazioni.
-mamma?-
chiede
incredula -ma allora... non mi hai detto la verità... tu con
Claudio...- la
interrompo
-no...
Alice... fammi
spiegare- mi avvicino a lei e l’abbraccio
-allora...
due mesi
dopo che ho lasciato Los Angeles, mi sono sentita poco bene, sono
ricorsa
all’ospedale dove ho scoperto di essere incinta...- Alice mi
guarda allucinata-
m.ma... Bella... come hai potuto tenerci nascosta e soprattutto a lui
una
gravidanza- si allontana da me arrabbiata
-
lasciami finire...
in quel periodo facevo dei lavori saltuari, e tal volta andavo a
Cinecittà per
fare da interprete. Un giorno ho incontrato Tanya Denali, la manager di
Edward... – non riesco a continuare che scoppio a piangere
-
Bella... scusa per
la reazione... ora tranquillizzati – mi abbraccia e mi
incoraggia a continuare
-
dicevo... ah...
sì... Tanya Denali, l’ho incontrata a una
convention e mi ha riconosciuta.
Quando si è accorta che ero incinta, mi si è
avvicinata e mi ha detto “se provi a
dirlo a Edward sei morta. Lui è
mio! Non gli rovinare la vita! Tanto lui ti ha già scordata.
Si è rifatto una
vita con la sua Megan e pensa che abitano addirittura nella vostra
casa! E
quando finirà questa storia, perché
finirà. Farò in modo che lui sia mio.
Chiaro! Non. Ti . avvicinare. A .lui.!
Se lo farai, potrebbe capitarti qualcosa di brutto a te...
o alla
creatura che porti in grembo” . – mi
butto sul letto e inizio a
singhiozzare. Alice cerca in tutti i modi di calmarmi e piano piano ce
la
faccio.
-Bella...
basta se ti
fa male... lascia perdere. Ora capisco tutto- sento che borbotta
qualche cosa
del tipo “quella troia me la
pagherà
molto cara.”
-
Alice...- prendo la
mia borsa e tiro fuori una foto dei piccoli – guarda- e
gliela passo
-M.ma...
sono
tr..tre!- esclama – s.sono b.bellissimi.... come si
chiamano?- non sta più
nella pelle inizia a girare per tutta la stanza e inizia a saltellare
-allora...
c’è il
maschietto che si chiama Thomas Edward Anthony
Junior,
le due femminucce si chiamano Elisabeth Alice Carlie
e Shopie Lilian Esme Swan.
Sono nati il 20
Giugno 2009- Alice si volta verso di me, sembra shoccata e non riesce a spiccicare
parola
-
sì Alice... sono
nati lo stesso giorno del padre- ora mi sono tolta un po’ del
peso che avevo
sullo stomaco. Almeno lei sa come stanno in un qualche modo le cose.
-Alice...
prometti che
non dirai nulla a nessuno e quando dico nessuno deve essere
così- la guardo
molto seria
-s.sì
Bella lo...
p.prometto- continua a girare con le foto dei nipoti stretta sul cuore
-
che bello! Ho tre
fantastici nipoti. Quando lo sapranno gli altri... ma ad Edward quando
hai
intenzione di dirlo? Devi farlo subito!- mi si avvicina e mi fa sedere
sul
divano
-
ascolta Bella...
anche Edward è stato molto male... anche a lui, la stessa
persona che ha fatto
del male a te, ne ha fatta tanta anche a lui. Forse ancora di
più.- in questo
momento è molto seria.
-
Quanto male?- chiedo
ansiosa. Non riesco a rimanere fredda. In fondo al mio cuore, io lo so,
che lui
sarà il mio solo ed unico amore.
-
ti basti sapere che
era andato in forte depressione. Tanto che abbiamo temuto di...- non
riesce a
finire perché i singhiozzi la bloccano
-
cosa gli hanno
fatto? Perché è andato in depressione! Dalle foto
che giravano, sia su i
giornali di gossip che su internet, sembrava che fosse molto felice.
Sorrideva
sempre...- Alice mi blocca
-Bella
hai detto
bene... sembrava, ma non era
così.
Ricordati... nulla è come sembra- si
alza e si avvicina alla finestra- quindi... non farlo soffrire, ha
bisogno di
risposte, come ne hai bisogno tu- mi sorride e mi fa segno che mi devo
vestire.
-vedi
di fare in
fretta. Devi farti bella per Edward- la lascio dire, tanto lo so che
con lei
non ho speranza-
Ora
è al telefono ma
non riesco ad afferrare quello che dice, dopo pochi minuti mette
giù e dice
-
Bella... allora
adesso vado da Edward, ha bisogno. Ci vediamo esattamente tra 30 minuti
alla
reception, precisamente alle 8,30. Vengo con te- si gira e vedo che va
verso
quella porta che fino ad ora è rimasta chiusa. Vedo che gira
la chiave della
porta e l’apre – ma... Alice... dove vai? Quella
non è l’uscita- si mette a
ridere –lo so Bella che questa non è
l’uscita. È la porta di comunicazione...-
la fisso truce
-la
porta di
comunicazione... con chi?- chiedo. Tanto so già chi
c’è al di là di quella
porta
-
dunque... vediamo...
con Edward- esclama. Detto questo scappa al di là della
porta e la richiude.
Non.
È. Possibile.
Quando ci si mette è troppo... e un malefico folletto.
Sento
bussare alla
porta. E il cameriere di piano che mi consegna la colazione , sul
vassoio c’è
una rosa rossa con un biglietto:
“Perdonami.”
Tuo
Edward
Sono
commossa. Non so
cosa devo fare.
Mi
vesto alla svelta,
pantalone nero attillato, camicetta azzurra ,giacca nera, scarpe tacco
12, è
pazza penso. I capelli li lascio sciolti.
Penso
a Edward, che è
al di là di quella porta.
Devo
parlargli, devo
farlo. Altrimenti non riuscirò a stare al suo fianco
Mi
faccio forza e
busso alla porta
-Avanti-
è Alice che
parla
-vieni
Bella... ora
vado. Ci vediamo dopo- mi sorride e scappa via.
Edward
è meravigliato
del mio ingresso.
Per
un tempo infinito
ci guardiamo. Non riusciamo a parlare.
Dopo
un po’ riesco ad
articolare alcune parole- Edward... – continuo a guardarlo e
mi fa segno di
mettermi comoda.
-grazie-
sussurro
Prendo
coraggio –
grazie per la rosa.- si vede che è felice.
-non
è niente in
confronto a te- si avvicina e si mette a sedere nella poltrona vicino
al
divano.
-Edward...
lo so che
dobbiamo parlare... solo che per il momento non me la sento.- mi
interrompe
-Bella...
ti capisco.
È passato tanto tempo... e anch’io ora, non me la
sento...- ora sembra
disperato
-non
voglio che questa
giornata sia interminabile. Sappiamo che dobbiamo parlare. Ma non
è il
momento... purtroppo il lavoro ci aspetta.- non riesco a stare seduta,
quindi
mi alzo in piedi
-Bella...
tutto quello
che vuoi...- mi sorride e si avvicina a me, fa per accarezzarmi una
guancia
-
no... Edward... non
farmi questo... ti prometto che parleremo. Non facciamoci del male
più di
quello che non ci siamo già fatti... o ci hanno fatto- lo
guardo fisso negli
occhi , ha capito tutto, quindi abbassa il braccio, sospira e si
allontana da
me
-ok...
va bene. Ma
dobbiamo parlare.- mi guarda, il suo sguardo è
tormentato,riesce a farmi un
sorriso, ma non è il suo solito. È spento.
Faccio
per avviarmi
alla mia stanza, ma mi chiama –ah... Bella... andiamo insieme
alla conferenza
stampa?- si passa una mano nei capelli. È nervoso
-no...
vado con Alice
al comando di Polizia, poi con la mia auto vi raggiungo. È
meglio così. Sai
anche per i paparazzi...-
-ok...
va bene. Ma
stai, state attente- sorrido poi mi volto e vado nella mia camera e
chiudo la
porta.
Finalmente
sono
riuscita a parlargli.
Ho
fatto bene o fatto
male, oramai l’ho fatto. Siamo più tranquilli
tutti e due.
Mi
accorgo che è
tardi, mi avvio verso la reception, e verso la mia giornata di
lavoro... con
lui.
Mi scuso per
eventuali errori.
Volevo
precisare che questa storia è di mia invenzione.
Se per puro
caso dovessi inserire frasi famose o frasi citate in altre storie, non
l’ho
fatto con l’intento di copiare.
Purtroppo,
leggendo varie storie, possono rimanere nella mente frasi, che poi
tornano a
galla.
Mi scuso fin da
ora.
Comunque per
qualsiasi problema, sono a vostra completa disposizione.
Metto questo
commento, onde evitare problemi in seguito al rumor che si è
creato, in questi
giorni, attorno all’autrice bannata dal sito.
Grazie.
Questi
personaggi non mi
appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer.