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Autore: Goten    11/01/2011    13 recensioni
Adesso cominciavo sinceramente a essere curioso, chissà che razza di uomo era Charlie Swan. Avvertii il rumore dell'acqua provenire dal piano di sopra, sicuramente era una doccia, sospirai, volevo tornare a casa alla svelta. Scesi dall'albero e attesi che finisse i suoi bisogni umani, avevo intenzione di incontrarlo subito e se fosse stato possibile, lo avrei portato via con me ancora quella stessa mattina. Certo che per essere un uomo ce ne metteva di tempo sotto la doccia, erano già ventisei minuti buoni che stava sotto quel getto. Magari si era sentito male... no, il suo cuore batteva forte e armonioso. Decisi di attendere ancora un po'. Finalmente sentii chiudere la manopola dell'acqua e il suo ciabattare al piano superiore. Aveva un passo leggero per essere un uomo, notai. Contai mentalmente fino a mille, prima di bussare gentilmente alla sua porta, quando questa si aprì, mi trovai di fronte lei, la donna delle pulizie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 15

 

Due interminabili giorni erano già passati, il risultato era ancora nullo. Non avevamo scovato nulla. Mi sentivo impotente. Relegato a fare da spettatore, mentre i Quileute sondavano i dintorni.

Sbattei un pugno sul muro di mattoni antichi crepandolo.

<< Calma... >> Sospirò Emmett, che attendeva accanto a me notizie nuove. Per la prima volta lo vedevo serio, composto.

<< Mi sento inutile. >> Sibilai.

<< Ti capisco, ma non possiamo uscire con questo sole. Dobbiamo pazientare e attendere che Jacob torni con buone notizie. >>

Dovevo molto ai giovani Quileute, senza di loro non avremmo mai potuto battere la città durante il giorno, anche se i miei timori erano che ormai avessero trasferito Bella da qualche altra parte. Ma le visioni di Alice almeno servivano a calmarmi un po'.

L'orologio che Bella aveva costruito in questo momento non era di molto aiuto, non era preciso, segnava solo che lei era qui vicino, ma non il punto esatto. Il punto luminoso verde occupava una grande vastità di zona sul piccolo orologio, essere precisi era impossibile.

L'ultima visione risaliva a cinque minuti prima, Bella era sempre nella stessa stanza, c'era il sole e stava comodamente sdraiata a leggere un libro. Sembrava tranquilla. Almeno sapevo che stava bene e che non le avevano fatto alcun male.

<< Sono stato uno stupido. Come ho potuto lasciarla sola? Cosa diamine avevo in mente? >> Sospirai.

<< Sei un maschio, e noi maschi facciamo sempre cose stupide. >> Sentenziò Emmett, lasciando che il mio sguardo scandalizzato si soffermasse su di lui.

<< Ultimamente mi trovo spesso a confidarti i miei pensieri. >> Constatai.

<< Ho notato. Forse hai finalmente appreso la pura e semplice verità! Cioè che io sono il più furbo e intelligente di voi. Quando ho avuto la mia Rose fra le mani, non c'ho pensato due volte. Sarei stato uno stupido a lasciarmela sfuggire. >>

Avrei voluto ribattere, ma la sua arringa non faceva una piega. Era perfetta.

<< Cosa devo fare? >> Cosa diamine dovevo fare?

<< Io direi che stai facendo i passi giusti adesso, rimane solo una grande incognita. >> I suoi occhi dorati mi guardarono seri. << Io mi domanderei invece se Isabella ti potrà perdonare per averla abbandonata e se ti vorrà ancora con sé. Questo mi domanderei adesso. >>

Le sue parole mi freddarono, aveva ancora ragione.

Passai il resto della giornata immobile, risvegliato solo dalle visioni di Alice su Bella, mi rincuorava davvero il fatto che stesse bene. Sembrava serena, rilassata, cosa assurda se si considerava il fatto che l'avevano rapita. Ma forse la stavano trattando meglio di quanto sperassi.

Fu però la visione che Alice ebbe a fine serata che mi lasciò senza fiato. Bella era seduta sul letto e stava fissando una scatola di velluto blu con dentro un anello...

No, non era possibile!

<< E poi? Alice cerca di vedere! >> Ero terrorizzato a morte da quella scena, questo voleva dire che qualcuno stava cercando di portarmela via. Tutto adesso si basava sulla sua risposta, la mia vita si basava sulle visioni che Alice avrebbe avuto.

Afferrai Alice per le spalle, scuotendola, fortunatamente Jasper non era lì con noi o mi avrebbe staccato le mani con un morso!

<< Alice, ti prego, io devo sapere! >> Pigolai, ero disperato, dovevo sapere.

La visione arrivò potente. Isabella richiuse il piccolo anello nella scatola e lo gettò in mano a qualcuno, la mano era senza alcun dubbio bianca, quella di un vampiro.

Un ringhio esplose dentro e fuori di me. Chiunque fosse quel bastardo, lo avrei fatto a pezzi.

<< Edward ti prego, calmati. >> Sbottò esasperata mia sorella. Possiamo capire tutti come ti stai sentendo, ma in questo modo non ci aiuti. << Dobbiamo mantenere la calma e cercare di capire dove possa essere Bella, senza contare che nelle mie visioni non sembra che se la stia passando male. Hai preso in considerazione l'idea che magari non voglia essere salvata, ma che forse non voglia più avere niente a che fare con noi? >>

<< Che diavolo stai blaterando, Alice?! Certo che dobbiamo salvarla! >>

<< Ah si?! E perché? Non mi sembra che abbia tentato la fuga o abbia cercato di mettersi in contatto con noi. >> Sospirò aggiungendo. << Credo che l'esplosione sia stata causata volontariamente da lei, Edward. Probabilmente voleva che la credessimo morta. >>

Scossi la testa. << No.. no! E' assurdo quello che stai dicendo, non ha senso! Perché avrebbe dovuto farlo?! Che motivo aveva?! >> Non mi ero neppure reso conto che la mia voce era salita di volume.

<< Il bambino nel suo grembo, potrebbe essere la risposta. >> La voce di Jasper mi colse impreparato. Da quanto tempo era tornato?

<< Cosa centra il bambino? >> Sussurrai piano, cominciando a pensare che forse la supposizione di Jasper non fosse errata.

<< Quel bambino è tutto ciò che Bella ritiene di più prezioso, potrebbe aver inscenato la sua morte per deviare possibili minacce dal piccolo, ma a quanto pare non c'è riuscita. >> Di Jasper avevo sempre ammirato la sua freddezza davanti anche alle catastrofi che colpivano la nostra famiglia. << Comunque Alice non ha torto, Bella potrebbe non voler avere più niente a che fare con noi, e se fosse così noi, dovremmo rispettare la sua volontà. >>

Un ringhio sfuggì al mio controllo. << E' assurdo! Tutto questo parlare non ha senso! Io la rivoglio con noi, con me! E' qui il suo posto! >>

<< Così parla un Volturo, ma non un Cullen. >> Anche Carlisle era entrato nella stanza. << I Quileute sono tornati, non ci sono novità, mi dispiace. >>

Il mio sguardo si era spento nuovamente. << Scusatemi, ho bisogno di rimanere da solo. >> Mi rintanai sulla torre dell'orologio, lontano da occhi indiscreti e lontano dai raggi del sole che stava tramontando. << Dove sei Bella... >> Mormorai piano, lasciando che la mia voce si perdesse nell'aria tiepida.

Osservavo tutti quegli esseri umani, ignari del mio sguardo e della mia gelosia. Loro avevano potuto scegliere chi volere al loro fianco, senza paure, perché a me questo non era stato concesso? La donna di cui mi ero piano piano innamorato era fragile, per quanto il suo spirito fosse forte, il suo corpo era come porcellana, facile da rompere.

Il venticello mi stava scompigliando i capelli, la sera era finalmente giunta, le luci delle case cominciarono ad accendersi e le risate, le urla, le parole dolci sussurrate riempirono le mie orecchie.

Anch’io volevo quella vita, anch’io volevo Isabella al mio fianco.

Eppure, le parole di Jasper stavano scavando dentro di me, e se lei non mi avesse voluto con sé?

Stavo diventando come un Volturo? Assottigliai gli occhi, possibile che stessi perdendo il lume della ragione?

Appoggiai la mano sul muro della torre, era così ruvido, non trasmetteva nulla. Anch’io agli occhi di Bella dovevo aver sorbito lo stesso effetto. I suoi occhi delusi quando avevo rifiutato di rimanere con loro non mi davano tregua. Come avevo potuto essere così sciocco?

Sollevai ancora lo sguardo, perdendomi fra i tetti e comignoli della piccola roccaforte. Mi sentivo come al centro di un ciclone, tutto attorno a me vorticava furioso e non c'era pace. Mi serviva un appiglio, un pensiero sicuro per non soffocare, per non perdermi.

<< Le tue emozioni sono tutte aggrovigliate. >> Parlò Jasper, rivelandosi sotto la luce fioca della luna.

<< Jasper.. >>

<< So che vuoi rimanere da solo, Edward, ma le tue emozioni sono talmente forti da raggiungermi anche a chilometri di distanza. >>

Sospirai. << Mi dispiace. >>

<< E di cosa? Sei innamorato e hai perso la persona più importante della tua esistenza, non devi scusarti. >> Si appoggiò al muro accanto a me. << E' un bellissimo spettacolo. >> I suoi occhi erano rivolti al paesaggio.

<< Già. >> Riuscii solamente a dire.

<< I cambiamenti per noi vampiri sono pochi ma perenni. Se tu dovessi trovare Bella, cosa faresti, la legheresti a te per sempre? >> I suoi occhi color oro mi fissavano seri.

<< Non lo so, vorrei, ma la farei scegliere. Se lei non mi vuole accanto, dopo quello che ho fatto, la capirei, però al contrario, se lei mi accettasse, sarei il vampiro più felice del mondo. >> Sorrisi amaramente.

<< E se trovassi il suo rapitore? >> La sua voce si era abbassata di qualche tonalità. << Cosa faresti, Edward? >>

Fu solo questione di un secondo e i miei occhi divennero neri, profondi, cattivi. << Lo ucciderò. >> Sentenziai sicuro.

Jasper si staccò dal muro e avanzò verso il centro della torre voltandosi poi nuovamente verso di me. << Allora attaccami. >>

I miei occhi si ridussero a due fessure.

<< Io ho rapito Bella, sono io il suo carceriere, Edward. >> Sicurezza, c'era sicurezza nei suoi occhi.

<< No... non puoi essere tu... >> Sussurrai sconvolto.

Il ghigno di Jasper si fece sottile. << Perché no? Perché sono tuo fratello? >> Tirò fuori dalla tasca una scatolina familiare. << La riconosci questa? >> La aprì mostrandomi lo stesso anello della visione di Alice.

I miei occhi si allargarono sorpresi. No, non poteva essere lui, non Jasper, non uno dei miei fratelli.

<< Voglio renderti le cose più facili, Edward. Non ho fatto tutto da solo. >> E Alice arrivò in quel preciso istante al fianco del suo compagno.

<< Facili? >> Sibilai, sentendo la rabbia e la delusione farsi strada dentro di me, come un serpente pronto a sollevarsi e colpire.

<< Edward, ascoltami. >> Cominciò Alice. << Qualche giorno prima della vostra partenza una visione mi aveva lasciata senza fiato, c'era Bella, morta e tu poco distante da lei, ridotto a pezzi e bruciato. >> E mentre le sue parole mi arrivavano alle orecchie, le immagini di quella tremenda visione inondarono la mia mente. << Ero sconvolta, non riuscivo a capire come fermare quel futuro così imminente. >>

<< Si confidò con me, provammo a vagliare tutte le possibilità ma in ogni visione finivate morti entrambi. >>

Gli occhi limpidi di Alice mi stavano implorando continuare ad ascoltare. << Ho provato a inserire un elemento esterno a voi, Jasper. >> Il suo sguardo si posò su di lui. << Con lui presente, la visione e il vostro futuro erano cambiati. Entrambi eravate in vita. Sani e salvi. >>

<< Cosa è successo esattamente? >> Sibilai sentendo ancora rabbia dentro di me.

Jasper cominciò a ricordare e a parlare. << Quando avete lasciato la casa diretti all'aeroporto, sapevo di avere pochi attimi. Mi sono intrufolato in casa, Bella mi ha visto e ha cercato di scappare, ma grazie al mio potere l'ho calmata, inducendola ad ascoltarmi. Le ho detto chi fossi e perché ero lì. Mi ha creduto subito, si è fidata. Assieme abbiamo inscenato la sua morte, ho fatto scattare io la distruzione della casa, mentre Bella mi aspettava fuori. >>

Ancora non riuscivo a credere a tutto quello che mi stavano svelando. << Perché? Chi voleva la nostra morte? >> Cercavo di mantenere la mente lucida, dovevo farlo, anche se la mia parte vampiresca reclamava vendetta.

<< Non sono riuscita a capirlo dalle visioni, ma credo che possano essere solo quelli del clan di Denali. Nessuno poteva avercela con te e Bella se non loro. >> La voce di Alice, di solito così squillante mi pareva ora troppo seria.

Posai la mano su uno dei mattoni della torre, era un modo per distrarmi dai miei propositi non proprio fraterni. << Perché non mi avete detto la verità una volta arrivati qui? >> La mia voce era tesa, anche Alice e Jasper se ne erano accorti.

<< Bella non ha voluto. >> E quelle parole furono una pugnalata al cuore.

Non potei impedire al mio viso di scattare verso mia sorella.

<< Bella non ha voluto dirti niente perché non vuole che tu possa sentirti obbligato nei suoi confronti. Vuole che tu sia libero. >> I miei occhi si fissarono sulla figura longilinea di Jasper.

<< Lei non mi vuole? >> Mi era costato uno sforzo incredibile fare quella domanda, ma dovevo avere assolutamente una risposta.

<< No, lei non ti vuole, Edward. >> E lì il mio cuore si sbriciolò. Il volto di Jasper divenne sofferente, sentiva, avvertiva tutto quello che io stavo provando. << Ti voleva, aveva un sentimento in fiore per te, si sentiva attratta, era amore, Edward. Il suo era amore, ma tu, l'hai ucciso prima che potesse sbocciare. >> Continuò, lasciando che le sue parole facessero riaffiorare lo sguardo deluso di Bella, il giorno in cui io avevo deciso per me e per lei.

<< Mi amava... >> Mormorai piano.

<< Sì, ti amava Edward, lei ti amava. >>

   
 
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