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Autore: Kaimy_11    11/01/2011    3 recensioni
[Era la ragazza più antipatica, viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli, era più furba di me. Era migliore di me. Tuttavia, quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele, eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di gravita che esercita su di me il pianete che lei è...] Storia già pubblicata ma cancellata durante un momento di follia. Ovviamente revisionata, spero che vi piaccia rivivere i setti anni ad Hogwarts visti da una ragazza che seguirà la vita di…Draco! Se amate questo personaggio e volete vedere come sono stati i suoi anni a scuola e come ha vissuto la battaglia contro Voldemort…leggete!. (la storia segue i Film e i libri)
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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23. Opposti.

 

 

 

La sala grande, adornata con un tema prettamente invernale, era gremita di gente festante, abiti eleganti e volti sorridenti. Abeti natalizi erano sistemati ai quattro angoli della sala, e le pareti erano agghindate con finte lastre di ghiaccio e ghirlande. Il tetto incantato riproduceva una tenue nevicata. Il pavimento stesso sembrava una pista di pattinaggio sul ghiaccio sulla quale tuttavia non si scivolava.

Areal scorse appena le due coppie sedute poco lontano da lei. Canni conversava serenamente con Erick, Jude ed il suo accompagnatore. Sembravamo molto sereni e allegri, i ragazzi sorseggiavano una bevanda. Emma stava ballando nell’angolo della sala ancora dedicato ai lenti.

John era vicino a lei, a dire il vero non si era staccato dal suo fianco per tutta la serata. Adesso rideva animatamente con dei suoi compagni di scuola e tre ragazze di Hogwarts, tutte più grandi di Areal. Quest’ultima era distratta, e si lasciava incantare dal movimento attorno a lei. Non aveva tanta voglia di discutere con quelle persone che non conosceva affatto.

E poi si sentiva strana. Inquieta.

-Ti va di fare un giro fuori?- le sussurrò John in un orecchio. La sua voce era melodica e tranquilla, tradendo appena una nota d’ironia.

-Certo- affermò Areal, sforzando un sorriso.

Era molto strano quel suo largo cucino che non aveva mai visto, e ancora non capiva quanto realmente Foreberth fosse. Aveva ideali identici a suo padre e a suo nonno? O come lei rappresentava un’accezione?

La sua domanda avrebbe presto trovato risposta.

Quando raggiunsero l’esterno innevato, si accomodarono sotto i portici sedendosi sui muretti. A dire il vero fu Areal a sedersi, poiché dopo due secondi il ragazzo si alzò e iniziò a passeggiare, facendo avanti e indietro.

-Allora- esordì –cosa vi fanno fare ad Hogwarts per divertirvi?-

Areal fece spallucce –niente di che-

-Quindi è vero quello che si dice?-

-Cosa si dice?- chiese Areal, le sopracciglia incurvate.

John fece una breve risata, poi alzò gli occhi al cielo. Si era avvicinato alla ragazza, aveva un piede appoggiato al muretto e il gomito sul ginocchio sollevato.

–Che Hogwarts è una scuola per santarellini, che obbediscono solo alle regole-.

-E tu invece? Non le segui mai le regole?-

-Sì che l seguo. Ma non sempre.-

Areal abbassò la testa, uno strano dubbio le si insinuò dentro.

-Quindi,- proseguì il giovane, –non hai mai provato magia nera, giusto?-

-No.- Areal trafisse John con un’occhiata truce.

-Peccato. Sai, io non sono un mago cattivo come potrai pensare in questo momento, ma provare qualche gioco di tanto in tanto non fa male.-

-Gioco?- strillò Areal, alzandosi in piedi. –Non sono giochi e lo sai, non sei stupido.-

John inarcò le sopracciglia, e staccò il piede dal muretto mettendosi in posizione eretta. Studiò Areal, poi sorrise.

–Ma io avevo intenzione di farti vedere una cosa che ho imparato. Scommetto che alla fine ti piacerà-.

Senza che Areal potesse fare altro che indietreggiare, il ragazzo estrasse la bacchetta da sotto il mantello e la puntò contro il palmo della mano libera, su cui si accese una sfera nera. Areal non riusciva a staccare gli occhi da quella sfera crescente, e riprovò le sensazioni provate nel sogno della sera prima, quando si sentiva inevitabilmente attratta dalla mano del Mangiamorte.

Quella storia non le piaceva.

–Basta!- strillò, riscoprendosi la gola secca. –voglio tornare dentro-.

John mise fine all’incanto e la sfera nera scomparve. Mise via la bacchetta e puntò i suoi occhi scuri in quelli di Areal.

–Non volevo certo farti arrabbiare. Dai, non ti scaldare così tanto…-

Areal indietreggiò quando il ragazzo azzardò un passo verso di lei. Era stata una stupida a fidarsi, i Foreberth erano tutti uguali.

Erano cattivi.

Non aveva conosciuto altre donne della sua dinastia, ma tutti gli uomini conosciuti tendevano sempre alla magia oscura. E quel John Foreberth non era da meno, anche se un suo parente aveva litigato con un capostipite per difendere una nata Babbana.

-Dai, fai la brava. Stai tremando, ti scaldo soltanto…- sussurrò il ragazzo, fattosi estremamente vicino, pronto a stringerla.

-No, voglio che te ne vai.-

-E io voglio che ti dai una calmata!- all’improvviso i modi gentili ed eleganti di John scomparvero dietro una maschera autoritaria e impenetrabile.

Areal capì di essere sola, nessuno era nel cortile, faceva troppo freddo. John era ad palmo da lei.

-Non osare fare un altro passo verso di lei.-

Areal sussultò e spalancò gli occhi come un topolino davanti ad un serpente.

Quella voce.

Era facile da riconoscere, era acuta ma maschile, e apparteneva ad una persona che lei conosceva bene.

Davanti a lei John Foreberth scattò allerta e scrutò con rabbia la figura appena arrivata.

Draco Malfoy era fermo a poca distanza da loro, il corpo rigido e minaccioso nonostante mostrasse una certa indolenza. Lo sguardo autoritario ed il mento sollevato non ammettevano repliche. I capelli biondi erano accuratamente pettinati, peccato che ciocche ribelli gli coprissero la fronte. Vestiva con un classico ed elegante smoking nero e la giacca era a mo dì mantello, la camicia ed il papillon bianchi.

Con un sorriso trionfante, John costatò che Draco era più masso di lui e soprattutto meno largo di spalle.

-Cosa vuoi? Non hai niente di meglio da fare, Malfoy?- lo derise lo studente di Durmstrang.

Draco assottigliò lo sguardo. –Dovresti temerlo il mio cognome, anziché beffeggiarlo, e sai anche perché…-

Qualcosa di nuovo balenò sul volto di John, ed Areal lo notò. Era come se il ragazzo avesse capito l’avvertimento nascosto nelle parole di Draco.

La ragazza fece scivolare il suo sguardo da un ragazzo all’altro, entrambi erano seri mentre si fissavano negli occhi. Areal capì che fra i due stava avvenendo una conversazione silenziosa su un argomento che lei ignorava.

John piegò la testa all’indietro e rise. –Tuo padre non è qui, e al momento non credo tu sia in grado di fermarmi. Forse quando avrò finito con questa ragazza avrò tempo per occuparmi anche di te.-

-Forse.- rispose Draco senza cambiare atteggiamento. Non batteva ciglio. –Ma se farai anche una sola delle cose disgustose che hai in mente di fare alla ragazza, ne informerò mio padre, che come ricordi è un caro amico del preside della tua scuola. Se glielo chiede mio padre, il tuo preside non potrà che prendere provvedimenti… Io dico che ti butterà fuori a calci…-

John ringhiò silenziosamente. Alzò il mento, e senza guardare minimante Areal, abbandonò la scena sparendo chissà dove.

Areal si lasciò cadere sul muretto e tornò seduta, la testa abbassata.

Si sentiva uno schifo.

Uno schifo per essersi fidata di un ragazzo, illudendosi che qualcun’altro con il suo cognome potesse rivelarsi una brava persona. Uno schifo, perché ancora una volta aveva avuto bisogno di Draco Malfoy per uscire dai guai.

La ragazza si accorse di stare gelando dal freddo solo quando una giacca di caldo tessuto si posò cautamente sulle sue spalle.

-Fa molto freddo. È meglio se ti riaccompagno dentro.- Disse Draco con noncuranza. Appariva ancora arrabbiato, forse per quello che era successo. Ma soprattutto, Areal lo trovò maledettamente distaccato, come se stesse discutendo con un perfetto estraneo.

Areal osservò appena la giacca nera del ragazzo posata su di lei, poi il ragazzo stesso, con il capelli scompigliati, gli occhi color tempesta, e coperto solo dalla camicia bianca.

Tutto quello, fu troppo per lei.

Scattò in piedi lasciando che la preziosa giacca di Malfoy cadesse rovinosamente a terra inumidendosi con la neve residua. Draco seguì la caduta della giacca così come avrebbe seguito il ronzare di una mosca.

-Dimmi perché, Draco!- infuriò la ragazza. –Spiegami perché devi rispuntare fuori ogni volta che sono in pericolo! Perché ti diverti a sconvolgere la mia vita? Perché salti fuori quando decidi tu, mentre quanto ti vorrei vedere io, tu non ci sei?-

Calò il silenzio, Draco teneva gli occhi bassi sulla giacca ai piedi della ragazza, le mani in tasca.

Areal riprese parola, con voce appena più calma di prima.

–Perché ti allontani da me, se poi torni in momenti come questi? Sono stanca di questa giostra, Draco, voglio scendere. Voglio che decidi se stare con me oppure no.-

Il ragazzo non alzò lo sguardo. –Siamo troppo diversi, Areal. La mia scelta l’ho fatta da tempo. Noi non possiamo frequentarci. Fine della storia.-

Areal sentì distintamente il pugnale affondare dentro il suo cuore e il gelo invaderla. Fu quasi scioccata quando, abbassando lo sguardo, si accorse che non c’era nessun pugnale a farla sanguinare. Oltre a sentirsi atterrita, però, si accorse di poter anche essere molto arrabbiata.

Stava per aprire bocca, ma Draco continuò.

-Non voglio più sconvolgerti l’esistenza. Non dovrai più vergognarti di avere un amico malvagio o fare finta che non lo sia mai stato. Io sono quello che sono e non intendo cambiare. E tu… tu sei troppo immacolata per unirti a me-.

Areal era sconvolta, si sentiva come se una bufera l’avesse appena investita, e il freddo nella voce di Draco la gelò ancora di più.

Scosse il capo. –E se a me non importasse? Se io fossi disposta a fingere di non vedere ciò che fai quando non sei con me?-

Per la prima volta Draco la guardò negli occhi, ma la sua espressione era solo rabbiosa e quasi disgustata. –Sei disposta a fingere che non sia io quello che fa impazzire Vitious durante le lezioni? Sei disposta a fingere che non sia io quello che crea scompiglio in tutta Hogwarts?-

-Sì- fu la risposta.

Draco tradì un attimo di incertezza, poi sorrise amaramente, prima di nascondere le mani in tasca e avvicinarsi minacciosamente verso di lei.

Per la prima volta Areal ebbe paura.

-Io voglio solo ripulire la terra dai Babbani.- spiegò con voce fredda e monocolore. –Voglio circondarmi solo di gente del mio rango. E tu non ne fai parte.- fece una pausa nella quale indietreggiò. –Ho scelto io per entrambi. Non possiamo essere amici. Dimenticami e basta.-

Dopo aver pronunciati tali orribili parole, Draco si chinò per raccogliere la giacca e, nel farlo, sfiorò Areal.

Si voltò e se ne andò, lasciando la ragazza pietrificata. Quest’ultima provò a controllarsi, a dirsi che andava tutto bene, ma fallì.

Cadde in ginocchio, il suo vestito panna che si confondeva con il candore della neve. Si coprì il volto con le mani ed iniziò a piangere.

Draco, anche se di spalle, aveva udito i suoi singhiozzi e si era voltato. Anche se per pochi secondi, aveva visto con i suoi occhi la peggiore delle scene: Areal che piangeva per lui. Era orribile veder piangere una ragazza per colpa sua, ma il sapere che quelle lacrime venivano versate per affetto nei suoi confronti, gli diede un brivido piacevole. D’altra parte non si lasciò piegare dal dolore, serrò la mascella e tornò dentro.

Doveva farlo.

Areal si ripromise, fra le lacrime, di dimenticarsi per sempre del Serpeverde, ma era una promessa infranta già in partenza.

Dentro gli occhi cattivi di Draco c’era ancora una luce a cui lei voleva bene.

 

 

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

Grazie tante a:

JuliaSnape

ViolentFlames

BumBj

Per aver recensito, spero che il capitolo sia piaciuto e chiunque volesse lasciare un commento mi farebbe felice.

Grazie e a presto ^^

 

 

 

 

   
 
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