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Autore: H o l l y    11/01/2011    6 recensioni
Nove ragazzi. Nove tavole da snowboard. Sette giorni di sospirata libertà.
Una, FOLLE, vacanza.
Tra cadute spettacolari e lettere d'amore le vacanze invernali si svolgono serene, tuttavia i nostri nove protagonisti faranno presto una sensazionale scoperta...
E' la mia prima fanfiction... andiamo, un po' di pietà!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo due
-Ragazzina levati di mezzo!- gridò Sasuke in direzione di una strana tipa dai capelli rosa. La ragazza si trovava esattamente sulla sua traiettoria di corsa.
La giovane non sembrava intenzionata ad ascoltarlo, così Sasuke fu obbligato a modificare la parabola della curva perfetta che stava eseguendo.
Tutto accadde in un attimo, con uno scatto fulmineo ella era nuovamente di fronte a lui, così vicina da non lasciargli spazio di manovra.
Come un tornado, la travolse in pieno.
Mezzo secondo dopo Sasuke si ritrovò disteso sulla neve gelata, specchiandosi in due pozzi verdi, che solo dopo qualche secondo riconobbe come gli occhi della ragazza.
I loro visi erano a un palmo di distanza, la ragazza sembrava folgorata.
Sasuke si rialzò più in fretta che poté, considerato l’impedimento costituito dallo snowboard, sbuffando.
-Fa attenzione a dove cammini- le disse bruscamente, tendendole sgarbatamente una mano per aiutarla ad alzarsi.
La ragazza lo fissava a bocca aperta, gli occhi verdissimi spalancati, i corti capelli pieni di neve.
“ Fantastico” pensò Sasuke “un’altra mentecatta priva della facoltà di parola”.
L’espressione inebetita della ragazza mutò a una velocità incredibile, dallo stupore passo alla rabbia, tanto velocemente che Sasuke temette di aver parlato ad alta voce.
-Attenzione a dove vai?!- gli fece il falsetto lei -ma se mi hai investita come una valanga! Sei tu che dovresti fare attenzione!-.
Sasuke era davvero sorpreso, mai si sarebbe aspettato una tale forza d’animo da quella piccoletta.
-Avresti potuto farmi del male!- continuò imperterrita.
-Ti sei fatta male?- chiese, mezzo annoiato, mezzo scettico.
-No, ma…-
Sasuke la interruppe bruscamente –allora non vedo quale sia il problema- poi si rivolse a Shikamaru, ancora tranquillamente seduto sulla panchina, intimandogli di seguirlo a cercare Naruto, quindi ritornare in hotel.
-Ah, e un'altra cosa- Sasuke, rivolgendosi nuovamente a Sakura, indicò un manifesto appeso alla ringhiera vicina –dovresti proprio iscriverti, sai? Hai allacciato gli scarponi al contrario-.
Con un ghigno soddisfatto se ne andò, trascinandosi dietro uno sbadigliante Shikamaru.
Frustrata dal comportamento di quello strano ragazzo, Sakura lanciò un’occhiata all’annuncio in questione.
-Corsi collettivi di snowboard???-.
 
 
 
 
Naruto scendeva in quel momento dalla pista: seccato, congelato e bagnato fino al midollo.
Finalmente libero dalla soffocante stretta della ruvida tela arancione, trascinava lo snowboard sbuffando. Nella caduta, infatti, aveva strappato i lacci che glielo legavano ai piedi.
S’irritò ancora di più ricordandosi improvvisamente che la tavola era a noleggio.
Masticando insulti e progettando una terribile vendetta contro Sasuke, si fermò slittando di fronte all’entrata del negozio d’attrezzature sportive.
Sogghignò, decidendo che Sasuke avrebbe cominciato a scontare la sua pena pagando i danni.
Entrando un piacevole tepore lo avvolse da capo a piedi. Si tolse dal volto la mascherina semi congelata.
Cercò la commessa con lo sguardo, una ragazzetta mora con due buffe crocchie sulla testa, ma si accorse che era impegnata a servire altri clienti.
Scrollandosi la neve dai capelli, e inzuppando la moquette, si accinse ad attendere tranquillamente il proprio turno.
Dico “si accinse”, giacché ditranquillo quell’attesa non ebbe poi molto.
Lasciandosi cadere malamente su una sedia, infatti, Naruto urtò per sbaglio una lunga serie di tavole da neve, accuratamente allineate tra loro.
Le tavole si urtarono l’una con l’altra, cadendo in successione come tessere di domino.
Un gemito si levò dal fondo della stanza.
-Oooooops- fu il suo unico commento.
 
 
 
 
-Signorina? Si sbriga a portarmi quegli scarponi?-.
Tenten sfoderò il suo migliore, falsissimo sorriso; quindi si affrettò a servire il maleducato cliente.
“Finirà questo strazio, prima o poi finirà!” ripensò disperatamente all’orribile mattinata passata.
Tenten, figlia del proprietario del negozio d’impianti sportivi, passava le giornate relegata in quel buco di bottega lavorando come commessa.
Odiava il suo lavoro, che le impediva di uscire alla gelida aria invernale e sfogarsi sulle piste da sci.
Quel giorno poi, era stato particolarmente stressante. Suo padre era dovuto assentarsi tutta la mattina per sbrigare “pratiche burocratiche”, e aveva lasciato il negozio nelle sue giovani mani.
Non che fosse una ragazza irresponsabile, anzi! Ma come i clienti la vedevano dietro al bancone (essendo una giovinetta priva della supervisione paterna), si sentivano autorizzati a trattarla come una schiavetta.
-Ragazzina, gli scii nuovi!-.
-Hei tu! Questo snowboard non va bene-.
-Commessa, sbrigati a portarci quelle giacche!-. Sbraitavano sgarbatamente.
Tenten si sentiva vicina a Cenerentola, come mai nella sua vita.
Arrampicandosi con l’abilità di un ragno sull’alto scaffale dove erano riposti i caschi da sci, canticchiava per tirarsi su di morale:
Cenerella, Cenerella...
Sempre in moto, Cenerella!
Su in soffitta, giù in cucina…”
Ridacchiò, rendendosi conto di quanto doveva essere buffa, scalando scaffali e cantando come Cenerentola.
-Ehi, Bella Addormentata nel Bosco! Avremmo bisogno di aiuto-. Una voce attirò l’attenzione della ragazza, che con un agile balzo piombò ai piedi dello scaffale.
La voce apparteneva a un ragazzo che, a giudicare dai vestiti innevati, era reduce da una mattinata sui campi sciistici. I lunghi capelli castani sgocciolavano sulla moquette rossa.
Con lui vi era una brunetta graziosa che doveva avere sì e no l’età di Tenten, una ragazzina minuscola che stringeva al fianco uno snowboard alto il doppio di lei, e un giovane con i mossi capelli castani scompigliati dal vento freddo.
-Cenerentola- precisò freddamente la giovane commessa.
“L’ennesimo spocchioso ragazzo ricco che non conosce nemmeno la differenza tra Cenerentola e la Bella Addormentata nel Bosco!” fu il suo reale pensiero.
-Comunque sia- il ragazzo liquidò la faccenda con un gesto della mano, come se stesse scacciando una mosca fastidiosa –desidero acquistare quattro nuovi ski-pass -.
Le tessere a punti che garantivano l’accesso agli impianti sciistici.
-Mi fornisce nome e carta d’identità?- chiese Tenten, mettendo da parte l’irritazione e gettandosi a pesce nel suo ruolo d’impiegata.
Con la coda dell’occhio notò la ragazza dai capelli corvini appoggiarsi delicatamente alla parete fondamentale; proprio accanto ad una lunga serie di tavole da neve da lei accuratamente disposte le une accanto alle altre.
Pregò il cielo che non le urtasse. Aveva impiegato ore a sistemarle!
Il giovane, che in quel momento le stava educatamente porgendo i propri documenti, seguì la direzione del suo sguardo.
Tenten provò un improvviso moto di gratitudine verso quel ragazzo, quando lo sentii dire –Hinata per l’amor del cielo, vedi di non fare danni-.
Le ultime parole famose.
Con un fragore assordante le tavole caddero in successione, sommergendo la piccola ragazza che era semplicemente vittima della inettitudine di Naruto.
 
 
 
 
-Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace!-.
Kiba decise di odiare quell’irritante biondino che da dieci minuti buoni non faceva che scusarsi, mentre aiutava la sua amica a emergere dalla sua prigionia.
Prigionia di cui lui era la causa.
Hanabi ridacchiava, con la piccola mano bianca a coprire le labbra. Neji li fissava gelido.
-Potresti sforzarti di fare attenzione a dove metti le mani?!- ringhiò Kiba –Avresti potuto romperle qualcosa!-.
-Su su… Kiba, non e-esagerare… non m-mi sono fatta n-nulla…- mormorò Hinata mentre, tossendo, riemergeva dal cumulo di tavole.
Il ragazzo sospirò, conosceva fin troppo bene la sua amica.
Delicata com’era, gli sarebbe toccato portarla a fare un paio di lastre, per accertarsi che stesse davvero bene.
Hinata era sempre stata così: quando si faceva male non si lamentava mai, tanto meno ne faceva una colpa a qualcuno. A quel biondino dei suoi stivali era andata davvero bene, ad aver investito una ragazza dolce come lei.
Per di più lui sembrava starle simpatico, poiché da due minuti la ragazza non faceva che rassettarsi i pantaloni bianchi e balbettare scuse a vanvera.
E perché diavolo Hinata continuava ad arrossire?!
Kiba sbuffò, quel ragazzo gli stava sempre meno simpatico.
La giovane commessa giunse come un tornado, e quando notò il casino che avevano (che NARUTO aveva) combinato, quasi scoppiò a piangere dal nervoso.
Tenten ingoiò un paio d’insulti e minacce di morte –Ma come… cosa… chi, CHI?!- riuscì solo a balbettare mentre la rabbia montava dentro di lei.
Lo sconosciuto sbiancò notando la faccia irata della commessa.
-M-mi dispiace m-m-moltissimo… è…è ovvio c-che rimetterò t-tutto in ordine per-personalmente…- balbettò spaventato.
“Perfetto!” pensò Kiba felice “così sarà troppo occupato a lavorare per nuocere ad altri, e noi potremmo finalmente andarcene e…” ma i suoi pensieri furono bruscamente interrotti da una fioca vocina al suo fianco.
Arrossendo sempre più Hinata sussurrò –Ti aiuteremo anche… anche n-noi. Io… io m-mi sento in col-colpa per ciò che è… che è successo…-.
Ma cosa aveva quella ragazza? Perché insisteva nell’aiutare un perfetto sconosciuto che, tra l’altro, aveva anche attentato alla sua vita?
-Cosa?! No, no, no e NO! Mi rifiuto categoricamente di…- Kiba venne di nuovo zittito dallo sguardo implorante dell’amica.
Lo sconosciuto rivolse a Hinata un sorriso di sincera gratitudine che la fece arrossire ancora di più, ma le provocò un piacevole tepore alla bocca dello stomaco.
-Be divertitevi!- cinguettò Hanabi, mentre s’incamminava verso l’uscita.
-Ci vediamo all’hotel- fu l’unico commento di Neji.
Prima di uscire tuttavia, si voltò nuovamente e, puntando i grandi occhi grigi in quelli della ragazza, disse –Vedi di non scordarti l’iscrizione ai corsi, cugina-.
Hinata si limitò ad annuire.
-Corsi? Quali corsi?- fece il biondo interessato.
Kiba roteò gli occhi al cielo, e pregò che non s’iscrivesse anch’egli; l’idea di vederlo di nuovo gli dava ai nervi.
 
 
 
 
La porta della segreteria si aprì per l’ennesima volta, una brezza gelida serpeggiò nel caldo locale.
Iruka Umino fece il suo ingresso, cercando con lo sguardo i due destinatari del suo messaggio.
Trovò chi cercava stravaccati su un comodo divanetto della caffetteria, sorseggiando caffè fumante dopo una lunga giornata sulla neve.
-Si batte la fiacca, eh Kakashi?- annunciò con un ghigno, sedendosi a sua volta sul morbido sofà.
A rispondergli fu invece una giovane donna, con i mossi capelli neri pieni di neve –Si chiama “meritato riposo” Iruka- annunciò placidamente Kurenai Yuhi.
-E mai nome fu più azzeccato. Ho passato una mattinata orribile, sopportando bambini frinanti che non sanno neanche da che parte s’infila uno scii- sospirò il giovane maestro.
-E’ il tuo lavoro Kakashi- gli fece gentilmente notare Iruka –comunque, vi porto liete notizie-.
-Purché non riguardino bimbetti iperattivi- il maestro era chiaramente esasperato, a causa del proprio lavoro.
Iruka ghignò, visibilmente compiaciuto –meglio, molto meglio!- e, detto questo, gettò sul tavolo alcuni fogli.
Kurenai fissò con un sopracciglio alzato l’elenco di nomi sconosciuti che le si presentava davanti, quindi chiese –Che significa? Non capisco-.
-Siete stati scelti, come insegnati per un gruppo di ragazzi- spiegò Iruka –corsi collettivi sulla neve-.
-Cooosa?!-.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice…
Ecco a voi il nuovo capitolo! Ho cercato di fare il più in fretta possibile, spero di non averci impiegato troppo tempo…
In ogni caso, ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno aggiunto la mia storia tra le seguite/da ricordare/preferite.
Mi rende così felice sapere che la mia storia v’interessa!
Naturalmente ringrazio anche chi l’ha solo letta.
Ma soprattutto GRAZIE a chi l’ha commentata, le vostre recensioni sono state davvero illuminanti^^.
Spero che continuerete a farmi sapere che ne pensate, accetto sempre molto volentieri le critiche (costruttive, è ovvio).
Bene, ora è meglio che vada… al prossimo aggiornamento!
Ciao! Holly_94
  

  
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