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Autore: H o l l y    08/01/2011    7 recensioni
Nove ragazzi. Nove tavole da snowboard. Sette giorni di sospirata libertà.
Una, FOLLE, vacanza.
Tra cadute spettacolari e lettere d'amore le vacanze invernali si svolgono serene, tuttavia i nostri nove protagonisti faranno presto una sensazionale scoperta...
E' la mia prima fanfiction... andiamo, un po' di pietà!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Dispersi tra i Ghiacci
 
Capitolo uno
La neve fresca e morbida scorreva dolcemente sotto lo snowboard.
Hinata sentiva il vento freddo di Dicembre soffiarle tra i capelli, sul collo e attraverso i vestiti, facendola rabbrividire.
L’aria gelida le frustava il viso, arrossandole le guance.
Rallentò, osservando sua sorella Hanabi scivolare con grazia sulla neve fresca, come se nella vita non avesse fatto altro che quello.
-Coraggio Hinata! Vediamo se riesci a battermi!- le gridò la ragazzina, accelerando la velocità della discesa.
Hinata le sorrise tristemente, ben sapendo che ciò non sarebbe mai stato possibile. Era già un miracolo se riusciva a tenersi in equilibrio sulla tavola, senza finire con la faccia tra i ghiacci!
Un cumulo di neve apparve improvvisamente nel suo capo visivo. Andava troppo velocemente, non sarebbe mai riuscita a evitarlo… non poteva fare altro che superarlo.
-Triplo salto mortaleee!- Hanabi, davanti a lei, oltrepassò un dosso simile eseguendo un salto perfetto.
Hinata rallentò un poco, puntò i piedi e piegò le ginocchia, calcolando l’asse del salto.
Raggiunta la sommità della duna, spiccò un piccolo salto.
Non fece in tempo a sentirsi sollevata per la riuscita della propria impresa, che si ritrovò con la faccia tra la neve gelida e bagnata.
Al momento dell’atterraggio, infatti, aveva perso il controllo dello snowboard, e con esso anche l’equilibrio.
-Sempre la solita… Cugina, non ti smentisci proprio mai- la apostrofò una gelida, familiare voce.
Tossendo e scrollando i lunghi capelli corvini, la giovane si mise faticosamente a sedere.
Suo cugino, Neji Hyuga, la fissava sprezzante. Hinata poteva facilmente immaginare che le avesse raggiunte dopo l’ennesima delle sue discese impeccabili.
-M-mi d-dispiace… De-devo aver calcolato m-male la lunghezza del s-alto…- balbettò, mentre le guance s’imporporavano sempre più.
-Non è questo il punto- Neji la riprese severamente –ogni anno è la stessa storia. Per quanto ti sforzi, durante le altre stagioni, dimentichi completamente la tecnica; persino le cose più semplici, fondamentali! Sembra quasi che sia la prima volta che vedi la neve…-.
Hinata abbassò lo sguardo, afflitta, vergognandosi di essere così incapace… persino Hanabi, che aveva cinque anni meno di lei, riusciva a superarla.
Tentò invano, di rialzarsi, ma con entrambi i piedi saldamente legati allo snowboard, era un’impresa davvero ardua: più faceva leva sulle ginocchia, più scivolava lungo il pendio.
Sentii qualcuno frenare bruscamente alle sue spalle, una risata famigliare la fece voltare.
-Oh, Hina! Sempre con il sedere per terra, eh? Ti piace proprio stare bagnata!- Ridendo Kiba la afferrò per i fianchi e la aiutò ad alzarsi, facendola arrossire di nuovo.
Kiba Inuzuka era il suo migliore amico praticamente da sempre, si conoscevano da quando erano bambini (questo era il principale motivo per cui gli era permesso seguire gli Hyuga nelle loro frequenti vacanze) tuttavia non riusciva a fare a meno di diventare rossa a ogni minimo contatto con lui.
Neji sbuffò irritato, e mormorò qualcosa che assomigliava moltissimo ad un: “Incapace che non sei altro”.
Kiba lo fulminò con lo sguardo: non aveva mai sopportato quel altezzoso ragazzo.
Hanabi cominciò a lagnarsi, nel tentativo di convincerli a riprendere la corsa.
-Tutto ok Hinata? Ti sei fatta male?- Kiba assunse la sua migliore aria da “fratello-maggiore-iperprotettivo”. La ragazza annuì abbattuta.
-Sai che dovremmo fare?- Kiba sfoderò un sorriso sfavillante –iscriverci a un corso collettivo di snowboard! Perfezioneremmo la tecnica, e conosceremmo gente nuova!-.
La ragazza ci pensò per un attimo e tornò a sorridere, era davvero un’ottima idea!
 
 
 
 
-Grazie mille, e arrivederci!-
Ino Yamanaka usciva in quel momento dal più costoso negozio di attrezzature sportive della valle, carica di pacchi.
Sakura Haruno arrancava al suo fianco, sbuffando sotto il peso dei recenti acquisti dell’amica.
-Fantastico! Ora mi sento DAVVERO bene. Ci voleva proprio un po’ di shopping!- Ino era al settimo cielo, nulla la faceva sentire bene come acquistare capi costosi.
E poco importava se non li avesse mai messi.
-Abbiamo finito finalmente? Hai tutto il necessario!- piagnucolò Sakura –ora possiamo andare sulle piste? Ti prego!-.
La ragazza aveva ogni diritto di lamentarsi, infatti aveva lungamente litigato con i genitori per ottenere il permesso di partire per una settimana bianca, sola con la propria amica… ma finora, quella settimana, di bianco aveva avuto ben poco!
Da quando erano arrivate Sakura non aveva ancora visto un singolo fiocco di neve, poiché Ino non aveva fatto altro che trasportarla in giro per negozi alla ricerca del “completo da snowboard perfetto”.
Solo Ino Yamanaka era capace di partire per una settimana bianca senza un completo per l’inverno!
-Piste?! Sei impazzita per caso?- Ino era sconvolta.
-Ma è per questo, che siamo venute!- Sakura cominciava davvero a scocciarsi. Posò i pesanti acquisti per terra, e fissò i grandi occhi azzurri dell’amica.
-Non vorrai passare la settimana chiusa nella camera d’albergo?- chiese irritata.
-Perché no? Il cameriere è così carino!- rispose distrattamente la biondina, dopodiché indicò i pacchi ai piedi di Sakura –ti conviene raccoglierli sai, sono di Chanel-.
Sakura sorrise malignamente –lo farò solo se mi prometti che li userai. Oggi stesso, mentre collaudi il tuo nuovo snowboard firmato!-.
Scioccata, Ino abbassò lo sguardo sulle proprie braccia: erano così cariche di pacchi, che neanche se ne avesse possedute quattro sarebbe riuscita a raccogliere quelli che Sakura aveva appena gettato a terra.
Non poté fare altro che accettare quello spregevole ricatto.
 
 
 
 
-YYAAAUUUUH!!!!- Il grido di giubilo di Naruto Uzumaki si udì distintamente fino a fondo valle.
E probabilmente aveva provocato un paio di valanghe.
Il ragazzo scendeva a una velocità terrificante il crinale della montagna, i biondi capelli sferzati dal vento gelido. La tavola da snowboard produceva un suono ovattato, mentre scorreva sulla neve fresca.
-Naruto! Pezzo d’idiota, rallenta!- Sasuke Uchiha strinse i denti, frustrato, mentre lo seguiva nella sua spericolata impresa.
Se si fosse schiantato (contro un albero per esempio) sarebbe sicuramente finito all’altro mondo.
Non che la cosa lo preoccupasse particolarmente, intendiamoci.
Tuttavia il pensiero di doverne raccogliere i resti martoriati, bastava a fargli sperare che ciò non accadesse.
-Haha! Che c’è Uchiha? Ti spiace forse mangiare la polvere?!- la provocazione gli giunse alle orecchie trasportata dal vento sferzante.
Sasuke digrignò i denti, irritato. Quel emerito idiota l’avrebbe pagata.
E l’avrebbe pagata cara.
Sprezzante del gelido vento invernale che gli frustava il viso latteo, inarcò le ginocchia, facendo maggior presa sulla tavola: la velocità che toccò sfiorava l’inimmaginabile.
In pochi attimi raggiunse il compagno; una, due curve e l’aveva superato.
Le iridi azzurre di Naruto si spalancarono sorprese, mentre, superandolo, Sasuke gli faceva “ciao ciao” con la mano.
Ma se l’Uchiha credeva di aver vinto si sbagliava di grosso.
Naruto Uzumaki non avrebbe mai accettato di perdere; specialmente contro uno che aveva messo piede, per la prima volta, su uno snowboard appena tre giorni prima!
Nonostante mancassero appena pochi metri alla fine della pista, Naruto non calcolò minimamente il breve tratto di neve che rimaneva per la discesa, troppo preso dalla sua vendetta contro il moro.
Scalò il primo dosso che trovò, ed eseguendo (bisogna ammetterlo) un salto davvero spettacolare, atterrò davanti ad uno sconvolto Sasuke.
-NARUTO!- Più che sconvolto! Terrorizzato.
-HAHA! HO VINTOOO! Ho battuto il grande Sasuke Uchiha!!!!- Naruto esultava, euforico.
Si voltò, cercando lo sconfitto con lo sguardo. Sasuke gesticolava in modo incomprensibile, indicando presumibilmente qualcosa davanti a lui.
Naruto non se ne curò, era chiaro che cercasse solamente di distrarlo dalla felicità per la sua vittoria.
-Davanti a te!- perché Sasuke insisteva tanto?
Naruto volse lo sguardo: davanti a se non c’era ASSOLUTAMENTE null…
Si sbagliava.
Qualcosa c’era.
Qualcosa di grande, enorme, e di arancione.
Qualcosa che sventolava leggermente con il vento freddo.
Qualcosa di quadrato, sostenuto da sottili paletti di legno.
Qualcosa di un materiale che sembrava ruvida tela impermeabile.
Qualcosa su cui era scritto: “Vacanze Folgaria, un altopiano di divertimento”.
Qualcosa come… un cartellone pubblicitario!
E Naruto se ne accorse, quando era solo a pochi passi da esso. In procinto di schiantarcisi contro.
Sasuke frenò bruscamente la propria impeccabile discesa, disturbato da qualcosa.
E quel qualcosa era un groviglio di neve, tela arancione, invernale tuta del medesimo colore, e sottili capelli biondi.
Il mostro emetteva brontolii e gemiti indistinti, piagnucolando qualcosa come –Uchiha fammi uscire! Tanto… coff coff… tanto lo SO che sei… ecciù! Che sei li fuori!-.
Sasuke ghignò, soddisfatto della propria vendetta.
Lui l’aveva detto, che gliel’avrebbe fatta pagare.
Indisturbato riprese la propria corsa verso la meta.
 
 
 
 
Shikamaru Nara se ne stava tranquillamente sdraiato su una gelida panchina ai margini della pista.
L’unica cosa che sentiva era il vento soffiargli nelle orecchie.
L’unica cosa che vedeva era il placido migrare delle nuvole sopra di lui.
Nulla poteva disturbare la sua quiete, la sua pace interiore.
Il freddo pungente sulla faccia era un po’ fastidioso, questo doveva ammetterlo… ma l’idea di alzarsi ed infilarsi una sciarpa lo disarmava.
Quando i suoi due amici, Naruto e Sasuke, l’avevano obbligato a seguirli in quella folle avventura, una vacanza in un piccolo paesino sperduto tra i monti, si era sentito male.
Già si immaginava a dover scarpinare tra le alpi, sotto una tormenta, alla ricerca di una qualche baita solitaria… invece doveva proprio ammettere che quella vacanza non era male.
L’albergo era caldo e accogliente, Naruto e Sasuke non facevano altro che cavalcare la neve come degli indemoniati (perciò non si curavano troppo di lui), e lui passava le proprie giornate disteso a fare niente. Nulla. Nada.
Meglio di così non poteva andare.
Shikamaru sospirò soddisfatto.
-Che COSA?!- Un grido acuto disturbò la sua serenità. A giudicare dagli ottavi raggiunti doveva essere la voce di una ragazza.
-Senti Sakura, non è colpa mia. Sai quanta gente c’è, al mondo, che non sa andare sullo snowbaorde…-. Una seconda voce, anch’essa femminile, sembrava annoiata.
-Snowboard, Ino… SNOWBOARD!- Decisamente troppo acuta, per i suoi gusti.
-E’ uguale-.
Shikamaru aveva una mezza idea di alzarsi e cacciare quelle fastidiose ragazzine.
-Ma avrai speso miliardi in quel negozio, per procurarti l’attrezzatura migliore… come minimo devi essere una campionessa!-.
No, decisamente troppo sfiancante, muovere anche solo un muscolo.
-Quale parte, del concetto “non ho mai usato uno shnowbarde in tutta la mia vita, e mai lo farò” non comprendi?- Fece la seconda voce, in tono di vellutata minaccia.
Dei passi risuonarono, pericolosamente vicini al giovane.
-Sakura… litigare con te è così noioso…-.
Su quello, il ragazzo non aveva assolutamente NIENTE da ridire.
Ad un tratto nel suo campo visivo, prima occupato esclusivamente dal limpido cielo azzurro, apparve un volto.
Una ragazza dai capelli cosi biondi, che quasi si confondevano con il suo incarnato cereo, le guance rosee a causa del freddo pungente.
Morbide labbra rosse, sottolineate da un filo di lucidalabbra.
Incastonati in quel viso da fata delle nevi, vi erano due occhi blu, splendenti come zaffiri.
I suoi capelli erano così lunghi che quasi solleticavano il viso di Shikamaru, mentre la ragazza, leggermente china su di lui, chiedeva: -Potresti levarti, gentilmente?!-.
Certamente il suo tono non era delicato ed elegante quanto il suo aspetto.
Decisamente seccato, Shikamaru si sollevò sui gomiti, riconoscendo la seconda, noiosa voce che lo aveva strappato alla sua pace.
-Ma che vuoi, di grazia?- chiese, con grande sforzo.
-Sedermi su questa panchina! Sono stanca che ti credi?!-.
Con tutta la delicatezza che possedeva chiese allora –Ma forse non vedi, che è occupata?-.
Probabilmente quel blu così innaturale le ostruiva la vista.
-Senti un po’ bello, questo è suolo pubblico, io sono una signorina e tu un gran cafone, steso qui da chissà quante ore. Quindi, fa un opera buona e LEVATI DAI PIEDI, CHE NON E’ ARIA!- Ino era veramente furiosa.
Sakura si avvicinò correndo alla propria amica, nel tentativo di fermarla dal fare a botte con un perfetto sconosciuto. Quando faceva così, Ino era pericolosa.
-Ragazzina levati di mezzo!- gridò una voce trasportata dal vento.
Sakura scattò in avanti verso l’amica, ma all’improvviso qualcosa la travolse.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice…
Salve a tutti! Questa è la mia prima fan fiction, e sono fermamente convinta che sia un’emerita schifezza.
Non riesco ancora a capacitarmi di aver trovato il coraggio di pubblicarla….
Comunque, la dedico alle mie folli vacanze natalizie, evidentemente l’aria di montagna mi ha fatto male.
Ringrazio moltissimo chiunque si sia dato la pena di leggerla.
Naturalmente mi farebbe davvero piacere se riusciste a farmi sapere che ne pensate…così, tanto per dirmi di cambiare mestiere!
Ciao ciao!

Holly 

  
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