Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Semplicemente G    11/01/2011    2 recensioni
La famiglia Potter e la famiglia Weasley, sei anni dopo la sconfitta di Voldemort, si troveranno a combattere una forza oscura a loro ignota... distruttiva. Dovranno proteggere tutti, la famiglia... il Mondo Magico. Ma i nostri eroi ci riusciranno? Per scoprirlo basta solo leggere.....
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 19

Capitolo dedicato all’ episodio 12 delle quarta stagione di Numb3rs: Potere, da cui ho preso l’ispirazione. Tutti i dati si riferiscono all'episodio e le frasi che ho tratto dal capitolo sono sottolineate.

 

Capitolo 19: Potere

18/03/2005

La mattina seguente all’interrogatorio di Warton era una giornata molto piovosa, con delle grandi nuvole grigie che ricoprivano il cielo dell’Inghilterra.

Harry e Ginny erano a letto, si erano appena svegliati a stavano parlando a bassissima voce, per non svegliare tutti gli abitanti della casa.

- Harry, ti prego, stai attento. – gli ricordò Ginny, guardandolo con un’aria preoccupata.

- Stai tranquilla. So come cavarmela... Come va la pozione? –

- Bene. Tra una settimana dovrebbe essere pronta, secondo i calcoli di Hermione. – lo informò la moglie.

- Perfetto. Tu come stai? Il piccolo James ti fa preoccupare? –

- Harry, ancora con questa storia... sarà femmina. Lily. Punto e basta. – sbuffò Ginny. Lei era convinta che fosse una femmina, mentre Harry sosteneva che fosse un maschio... James Sirius... Pazzo. 

- Va beh, meglio che scendiamo a fare colazione.... – propose lei, oppure sarebbero finiti a litigare se il bambino doveva essere maschio o femmina.

Ginny si accarezzò la pancia con tutte e due le mani.

- Non ti preoccupare... faremo vedere al papà che si sbaglia... – gli mormorò prima di scendere al piano di sotto insieme al marito.

In cucina trovarono gli elfi domestici e Agnes che mangiavano tranquillamente.

- Ciao, Agnes... dormito bene? – chiese Ginny, sedendosi accanto a lei.

- Oh, si grazie cara. Benissimo. Grazie di avermi offerto un posto dove stare, anche se provvisorio. –

- Figurati, per noi è soltanto un piacere. – rispose Ginny sorridendo.

Scesero dopo poco anche Ron ed Hermione e puntuali alle otto, Harry e Ron si trovavano del loro ufficio, mentre le donne nel laboratorio dove Hermione preparava la pozione.

- Credi che finalmente potremmo andare a parlare con Natasha Cole? I Guaritori hanno detto che era ancora sotto shock. – disse Ron, scrivendo distrattamente su un foglio.

- Io penso che se era veramente sotto shock, neanche oggi potremmo interrogarla. Eppure abbiamo così bisogno di sapere com’è andata quella sera... ci aiuterebbe e molto anche. Potremmo avere altri nomi e quindi, di conseguenza altri indiziati. – snocciolò Harry giocherellando con la penna che reggeva tra le dita.

- Già... io proporrei di portarci dietro Hilary. La Cole non ci dirà niente. Ha sicuramente bisogno di parlare con una donna... forse anche più di una. –

- Se stai pensando a Hermione... – lo interruppe Harry, ma fu a sua volta interrotto da Ron.

- No, veramente stavo pensando a mia sorella. –

- Ginny? No, Ron, ti prego. Sta aspettando mio figlio, se non te ne sei accorto, e non voglio che si stressi troppo. È già quasi alla fine del sesto mese... –

- Ma Harry! Non corre nessun pericolo! Ci siamo io e te!! E poi, siamo al San Mungo!! Quale posto è più sicuro di un ospedale? – disse Ron con ovvietà.

Harry ci pensò su per qualche minuto e poi diede ragione a Ron.

- Va bene. Mandiamo un gufo al San Mungo per chiedere se possiamo parlare con la Cole. - propose Harry alzandosi dalla sedia.

- Non ce n’è bisogno. – intervenne un voce profonda. Roberson fece il suo solito ingresso teatrale nella stanza. Con tanto di mento all’insù e mani dietro la schiena.

- L’Ospedale per le ferite magiche San Mungo, mi ha appena mandato una lettera, dicendomi che se vogliamo, la signorina Natasha Cole si è ripresa dallo Shok e possiamo andare a parlare con lei. Ho inavvertitamente. – qui Ron sbuffò scettico, ma Roberson non se ne accorse. – ascoltato la vostra conversazione e penso che l’idea di Ronald vada molto bene. Potete andare quando volete. –

Rimase un po’ a guardali. Harry e Ron si sporsero avanti, aspettando che dicesse qualcos’altro. Vedere Roberson nelle vesti del Capo Auror con i modi pomposi non succedeva certo tutti i giorni.

- Allora? Come sono andato? Figo, vero? E avete visto la mia entrata? Potrei andare a recitare in quel teatro babbano... Bro... Brodway!!!! Farei un sucessone... -

Ron e Harry scoppiarono a ridere, mentre il Capo Auror si ricomponeva e uscì dalla stanza nello stesso modo con cui era entrato.

- Andiamo. –

 

Un’ora dopo, al San Mungo:

- Signori, se volete, potete parlare con la signorina. Vi devo chiedere di nono farla stancare troppo, perchè è ancora molto debole e preferirei che non facesse troppi sforzi. Grazie. – disse loro un Guaritore con degli assurdi modi pomposi.

- Grazie a lei. – rispose Ron rivolgendo all’uomo un cenno di gratitudine.

- Entriamo? Voglio vedere Natasha! – esclamò Hilary impaziente di rivedere la sua amica.

Lei, Ginny, Harry e Ron erano nello stretto corridoio del San Mungo, pronti per interrogare la signorina sull’accaduto.

- Andiamo. – mormorò Ginny accarezzandosi la pancia.

Con Hilary in testa al gruppo, spinsero la porta ed entrarono nella stanza.

La stanza era molto grande, e sul lato sinistro giaceva la povera Natasha.

- Natasha!! – esclamò Hilary correndo verso di lei. La signorina Cole era distesa sul letto con un’espressione neutra sul viso, che però si aprì in un radioso sorriso alla vista della sua più grande amica.

- Hilary... – riuscì a mormorare. – Chi sono quegli uomini! Non li voglio nella mia stanza.... ti prego... – sussurrò pianissimo, mentre le lacrime cominciavano a scendere sul suo viso.

- Sono Harry Potter e Ronald Weasley! Gli Auror che ti hanno salvato la vita! E mi stanno anche ospitando a casa loro. Sono così gentili!! Non ti faranno del male... non ti preoccupare. Ci sono io. – la rassicurò Hilary, accarezzandole la testa.

- Buon giorno, signorina Cole. Sono Ginny Potter, la moglie di... –

- So chi è lei. Chi non conosce la moglie del Bambino Sopravvissuto. – mormorò. – Oh, aspetta un bambino. Che bello... – mormorò. Altre lacrime scesero dai suoi occhi.

- Mi sarebbe piaciuto avere un figlio. Con un bel marito. Una perfetta famiglia felice. Purtroppo non ho un marito e credo che non ne avrò mai un altro e per il figlio... beh, si vede che non era destino... – spiegò a Ginny, cercando in tutti i modi di sorridere.

Il suo bel viso era deformato, pieno di lividi violacei e di tagli appena cicatrizzati.

Gli occhi di Ginny si riempirono di pietà per quella povera donna, a cui la vita non aveva offerto niente.

- Non si preoccupi. Per avere un figlio può sempre adottare un bambino. Nel mondo ci sono un sacco di maghetti o streghette negli orfanotrofi che aspettando solo di ricevere affetto da qualcuno. – le disse Ginny sorridendo. – Non sarà figlio suo, ma sarà una persona che le darà amore e a cui lei potrà dare amore. Ci pensi. – continuò dolcissima Ginny.

- Mio marito e mio fratello sono qui per una questione molto importante. – disse Ginny, senza cambiare espressione, solo per dare un po’ di coraggio a quella povera donna.

- Sappiamo chi è stato. L’ha detto lei a Hilary. Vorremmo solo che lei ci raccontasse cos’è successo quella notte. –

Natasha cominciò a singhiozzare.

- Vi prego, signori, vi spiacerebbe uscire? – un altro singhiozzo. -  Vi prego, non ce la faccio... – mormorò tra le lacrime la donna, rivolgendosi a Harry e Ron, che guardavano le tre donne da lontano.

- Certo. – scomparvero immediatamente e Natasha si tranquillizzò leggermente.

- Mi spiace, ma... – tentò di scusarsi ma fu interrotta da Ginny.

- Non si preoccupi. – deglutì e poi si rivolse di nuovo a Natasha. – So che per lei sarà un dolore immenso, ma deve parlare di quello che è successo. So che lei vorrà solo dimenticare ciò che le è successo. Ed è perfettamente comprensibile, ma se ne parla con qualcuno che le è amica, come me o con chi ne vuole un mare di bene, come Hilary, riuscirà a dimenticare più velocemente l’accaduto. –

Natahsa la guardò negli occhi spaventata.

- Mio marito e mio fratello prenderanno quei bastardi. Non si preoccupi. Finiranno in carcere ad Azkaban per i crimini contro il Ministero e per ciò che le hanno fatto. Deve aiutarci. Con la sua confessione potremmo sbatterli in prigione per tutta vita. – continuò Ginny, guardando Natasha negli occhi, nonostante lei cercasse di evitare di incrociarli. Natasha volse lo sguardo verso la sua migliore amica. Lei le rivolse uno sguardo di incoraggiamento a raccontare ciò che era accaduto quella sera del 5 marzo. Aprì la bocca leggermente. Fece poi un respiro profondo e parlò, con la voce insicura e tremolante.

- Hilary era sparita e Frederick, il mio maggiordomo, pure. Ero sola a casa. Nonostante tutti gli incantesimi di protezione che avevo applicato alla casa erano riusciti ad entrare. – singhiozzò Natasha, piangendo.

- C’erano il mio ex marito, il mio ex maggiordomo, quel bastardo, Haydn, Hillman, O’Connor. –

- Chi sono questi signori, Natasha? – chiese Ginny. Afferrò il primo pezzo di carta che le si presentò davanti e scrisse i nomi.

- Mangiamorte. Sackville è uno di loro. – confessò. Si strinse di più nelle lenzuola dove era avvolta e si asciugò gli occhi.

- Poi cos’è successo? – chiese Ginny.

- Qualcuno di loro mi ha scagliato una fattura. Non ho avuto il tempo di reagire. Credo fosse la maledizione Imperius... non riuscivo a smettere di fare ciò che mi dicevano!! – esclamò singhiozzando e portandosi le mani al volto.

- Ginny, non potresti farle quelle domande in un altro momento? È troppo scossa.... per oggi potrebbe bastare. – mormorò Hilary, alzando lo sguardo verso l’amica.

- No. Ormai a cominciato. Deve raccontare tutto. Si sentirà meglio se ci avrà confessato quello che le hanno fatto questi bastardi. Deve sfogarsi e togliere quel macigno enorme che ha sul cuore. – disse Ginny determinata.

Natasha fece una risata tristissima.

- Non lo sento più il cuore. Me l’hanno spezzato e calpestato quei bastardi! – urlò, per poi ricominciare a piangere.

- Lo so. Ora però, voglio sapere com’è andata quella sera. La prego. – la implorò Ginny.

Natasha si asciugò le lacrime dal viso e fece un respiro profondo.

- Sono entrati, le ripeto, non so come abbiano fatto. Uno di loro mi ha lanciato una maledizione Cruciatus. Sono caduta a terra. Poi mi hanno sollevato in aria. Ero appesa a testa ingiù, come se a tenermi su ci fossero dei fili. Loro intanto si sono ubriacati. Avevo in casa degli alcolici. A volte li usavo quando ero particolarmente depressa. Ma non bevevo così tanto da ubriacarmi. E ogni... – Natasha si interruppe un attimo. Chiuse gli occhi e li serrò forte. Quando li aprì, erano di nuovo pieni di lacrime. – Ogni tanto mi lanciavano alcune Cruciatus. Non riuscivo a dire niente. Non riuscivo a parlare. Credo che mi avessero fatto un incantesimo per farmi stare zitta. Poi hanno cominciato a... toccarmi e a ridere. Ridevano come cretini. -

Un singhiozzo echeggiò nella stanza. Anche Ginny chiuse gli occhi. Riusciva quasi a percepire il dolore, ma anche la grande vergogna che provava in quel momento la povera Natasha. Odiava guardare negli occhi quelle donne. La paura e la vergogna. Anche se non hanno nessuna colpa.

Vedeva nei loro occhi tutto ciò che era successo. Vedeva il loro dolore immenso. Riusciva a sentire la loro inadeguatezza. Era terribile.

- Natasha... – mormorò Hilary, piangendo anche lei. 

Ginny riaprì gli occhi, per poi puntarli verso la donna stesa sul quel letto d’ospedale.

- Poi... – disse la donna singhiozzante. – uno di loro, credo Hillman, mi ha fatto scendere. Mi ho costretto a bere dell’acqua. Poi ricordo che il mio... – un altro singhiozzo potente scosse il corpo di Natasha. – il mio ex marito mi ha detto qualcosa... non ricordo bene... – mormorò confusa scuotendo la testa di lato.

- La prego, cerchi di ricordare. – la incitò Ginny. Allungò la mano per stringere quella di Natasha, ma lei si ritrasse velocemente.

- Non mi tocchi! – urlò.

- Mi scusi. – bisbigliò Ginny mortificata. – Non volevo... io... non pensavo... –

- Mi scusi lei per la mia reazione. – disse l’altra, abbassando lo sguardo.

- Vada avanti, la prego... – chiese Ginny, sorridendole gentilmente.

- Mi ha detto che sapevo troppo. Che ero una sgualdrina. Però mi ha detto che un certo Capo Bancroft stava mettendo in atto un grande piano. Che avrebbe dovuto coinvolgere tutti i suoi Mangiamorte. Poi hanno riso e ha detto “Addio Ministero”. E poi... beh, vi risparmio il resto. – disse amaramente. Cercò di rimanere impassibile, ma continuò a piangere, coprendosi il volto con le mani, per non mostrare la sua debolezza. Ecco che si manifestava la vergogna che in quel momento Natasha provava. . – Il mio cervello non funzionava. – riuscì a dire tra i singhiozzi. – Non riuscivo neanche a dire basta! Cercavo di dirgli smettetela, ma era come se mi avessero annientato tutti i miei sensi. Ora capisco perchè lo stupro è chiamato “Omicidio dell’anima”. –

Una lacrima solitaria fece capolino sul volto di Ginny.

- Non si preoccupi. Sono sicura che mio marito e mio fratello faranno tutto ciò che in loro potere per prendere quei bastardi e chiuderli in prigione. – promise Ginny, sorridendo alla donna, tra le lacrime che le offuscavano la vista.

Natasha continuò a piangere, ma riuscì a fare a Ginny un sorriso tirato e a mormorarle un:

- Grazie. -

Ginny uscì dalla stanza silenziosamente, lasciando Hilary e Natasha da sole.

- Non appena aprì la porta si ritrovò davanti Ron e Harry. si tuffò tra le braccia di suo marito, piangendo a dirotto.

I due uomini non dissero niente, la lasciarono sfogare. Ron mise a sorvegliare la stanza due Auror della sua squadra, mentre Harry cercava di rassicurare la moglie.

- Vieni, Ginny. Andiamo in ufficio. Abbiamo sentito quasi tutto. Ma ci racconterai meglio dopo. Ora vieni. – la chiamò Harry. Lei alzò lo sguardo e si staccò leggermente dal marito.

- Va bene. –

 

Dieci minuti dopo al Ministero...

- ... Ecco ciò che è successo. Ma sai cosa mi ha colpito veramente? – mormorò Ginny, seduta accanto al fratello e al marito.

- No. – bisbigliò Ron. Durante il racconto di Ginny non aveva aperto bocca. Neanche una sillaba aveva detto. Era stato completamente muto.

- Natasha mi ha detto, l’ultima frase prima che me ne andassi: “Ora capisco perchè lo stupro è chiamato “Omicidio dell’anima”. –

Harry e Ron abbassarono lo sguardo.

- Ma sai che ogni due minuti e mezzo accade uno stupro, senza che noi possiamo fare qualcosa e l’84% dei casi non vengono dichiarati?!? E che in un anno ci sono più di 200.780 casi di stupro? – gridò improvvisamente Ginny alzandosi dalla sedia.  - Ora vado. È meglio che faccio qualcosa che mi tenga mente e mani occupate, per non pensare. Ciao. – disse piano, recuperando il controllo, dando una bacio a suo marito e uno sulla guancia a suo fratello.

- Vado giù da Hermione. –

I due annuirono. Quando la porta si fu chiusa dietro le spalle di Ginny, Harry e Ron si guardarono.

- Dobbiamo trovare assolutamente quei bastardi. Ginny ci ha dato dei nomi. Il maggiordomo, Frederick Harper, Haydn, Hillman e O’Connor. Tutti mangiamorte. – Harry si alzò dalla sedia e uscì dal ufficio per un attimo, mettendo solo la testa fuori. – Thomas!! – gridò Harry. – Vieni dentro! –

Harry tornò dentro la stanza seguito dallo stesso ragazzo a cui aveva chiesto informazioni sugli Auror appostati davanti a casa sua.

- Vorrei che tu mi trovassi quante più informazioni puoi su questi signori. Ecco i nomi. – gli porse un foglietto.

- Perfetto. Ah, Harry, ho fatto la ricerca che mi hai chiesto. Non c’è niente di sospetto. Laureati all’Accademia Auror con 75 e 82. Nessun precedente penale... puliti. – decretò.

- Va bene, grazie. Ora avrei urgenza che tu mi cercassi questi tizi. Grazie mille. Dirò al Capo di darti un piccolo aumento. – Harry gli strizzò l’occhio, complice.

- Grazie, Harry. Ron. – salutò e se ne andò.

- Visto? Non c’era niente che non andava con quei tizi. Tutto bene. Non devi preoccuparti. –

Gli disse Ron.

- Va bene, avevi ragione tu. Andiamo a prendere le donne? Non possiamo fare nient’altro di utile qui. – propose Harry.

- Ok. Andiamo. –

Ron si alzò dalla sedia su cui era seduto e insieme a Harry uscì dalla stanza, chiudendosi la porta dell’ufficio alle spalle.

 

Buon giorno!!

Questo capitolo mi piace... Ho fatto molta fatica a scriverlo... il tema non è semplice...

Spero che vi piaccia come piace a me... Ho deciso di cambiare il rating ad arancione, spero che voi siate d'accordo.

Come si deduce facilmente da questo capitolo, la situazione sta migliorando per Harry e Ron. Hanno dei nomi che Natasha ha riferito loro e una pista da seguire. 

Le frasi sottolineate le ho ricopiate direttamente dalla puntata 12 della 4 Stagione di Numb3rs.

Ringrazio tutte quelle splendide persone che hanno recensito tutti i miei capitoli... Vi adoro!!!! :)

Ora corro a scrivere...

Con tantissimo affetto,

Luna Renesmee Lilian Cullen :=)

 

Pubblicità!!!

Everybody Loves Me (Castle - Detective Tra Le Righe)

Tutto Tra I Banchi Di Scuola (Originale)

Montepulciano (FanFiction su Attori)

Take Five (Originale)

Ragione e Istinto (Twilight - S. Meyer)

Marry Me (Numb3rs)

 

Grazie a tutti e al prossimo capitolo!

Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit: Dona l’8 ‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni. Farai felice milioni di scrittori.

'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Semplicemente G