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Autore: littlemoonstar    11/01/2011    7 recensioni
-lo sai che scherzo. - dissi svelta,afferrando la valigia – e poi starò bene da papà. -
-d'accordo,Bella...ma fai attenzione. -
-non preoccuparti. Las Vegas non può essere tanto male,no? -
E se Bella non si trasferisse a Forks?
Se invece suo padre abitasse nella peccaminosa Las Vegas e fosse il proprietario di un noto casinò?
E cosa accadrebbe se in quel luogo non ci fossero solo umani?
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Las Vegas
poker face.jpg
14.
.Goodbye,my almost lover.
Las Vegas
xxx













Il mio sguardo si posò nuovamente sul soffitto bianco della mia stanza,vacuo ed inespressivo.
Non sapevo cosa fare.
Affondai il viso nella giacca scura di Edward,che era rimasto accanto a me ed in silenzio nonostante tutto,sempre e per sempre.
L'idea di lasciare Las Vegas mi terrorizzava: appena arrivata in quel posto il mio unico desiderio era quello di andarmene,tornare a Phoenix e da Reneè.
Ma ora...
Ora avevo ritrovato Charlie,e una nuova famiglia in cui mi sentivo così bene...
Avevo trovato Edward,e questo bastava per farmi rimanere in quel posto per sempre.
-Bella...- mi sussurrò lui all'orecchio,sfiorando la mia pelle accaldata rispetto alla sua.
Mi alzai a fatica,asciugando le lacrime rimaste sul volto arrossato,e afferrandomi nervosamente i capelli – gesto usuale,quando ero nervosa – iniziai a girare per la stanza senza uno scopo preciso.
Edward fu vicino a me in un attimo,e afferrandomi le spalle mi scosse lentamente e più volte:
-Bella,ti prego. Calmati. -
-io non so...che devo fare. - sussurrai,con voce tremante.
A dire il vero sapevo esattamente cosa fare,ma non volevo ammetterlo.
Lo sguardo che mi lanciò Edward era carico di amore,ma allo stesso tempo di tristezza:sapevo cosa avrei dovuto fare.
-devi andare – disse finalmente lui,stringendo la presa come se le parole non corrispondessero alla sua volontà.
-no! No,no! Non voglio...non voglio lasciare Las Vegas! Non voglio lasciare te! - gridai,anche se sapevo quando avrei voluto avere Reneè tra le mie braccia di nuovo.
-devi,Bella. Non preoccuparti,andrà tutto bene. -
-non è vero...- sussurrai,in preda al panico. - dov'è finito l'Edward strafottente di prima? Odiami,dimmi che non ti importa...dimmi di cavarmela da sola...-
Edward sorrise,e per tutta risposta mi strinse a se,baciandomi i capelli fluenti.
-non posso. Non posso più,ormai...- mi rispose lui,tranquillizzandomi.
Sapevo che l'unico modo era andare,e da sola: Edward non poteva certo accompagnarmi nella città più soleggiata degli Stati Uniti.
E comunque sentivo che dovevo affrontare quel problema da sola,con le mie sole forze.
Ma questo significava...addio?



Ultima chiamata per il volo AZ-546 diretto a Phoenix,Arizona. Ultima chiamata...
Salii sull'aereo con un groppo alla gola terrificante,trovando il mio posto con facilità.
Mi appoggiai al finestrino – non c'erano molte persone dirette a Phoenix,quel pomeriggio – e tentai di ritrovare la calma attraverso il freddo della vetrata,che mi ricordò in maniera incredibile la pelle marmorea di Edward.
In quel momento il telefonino trillò,e illuminando il display notai la presenza di due messaggi non letti.
Aprii il primo,sperando di non ricevere il richiamo della hostess:

Ho saputo,mi dispiace di non essere passato prima della
partenza,ma sei andata via così velocemente...
Ti prego,chiamami appena puoi.
E torna presto.
Ti voglio bene.
Jake.

Tentai di ignorare le lacrime che pungevano già sugli occhi arrossati,così infilai le mani nella borsa alla ricerca degli occhiali scuri e me li infilai sul viso con noncuranza,passando a leggere il secondo messaggio.

Ti prego,chiama appena arrivi.
Mi manchi tanto,e l'idea di non rivederti mi fa
stare male.
Ti siamo vicini,e ti vogliamo bene.
Alice.


Il messaggio,probabilmente,era da parte di tutti i Cullen: notai un paio di chiamate perse di Alice,un'altra di Jacob e altre due di Reneè,ma l'arrivo di una signorina in uniforme blu mi distrasse:
-signorina,devo chiederle di spegnere il cellulare – mi disse,sorridendo – siamo pronti al decollo. -
-ma certo...mi scusi. - sussurrai io,spegnendo il telefono e tornando ad osservare l'aereo che dava sulla grande vetrata del McCarran International Airport.
E nel momento in cui l'aereo fu vicinissimo alla struttura intravidi Edward attraverso il vetro.
E sperai con tutto il cuore – mai in fondo già lo sapevo – che anche lui riuscisse a vedere me.
Tornerò. E' una promessa.





L'ospedale di Phoenix era così grande che chiunque avrebbe perso la strada senza le indicazioni necessarie: il volo da Las Vegas era stato molto rapido,benché per tutto il tragitto non avevo fatto altro che ripensare a quello che stavo facendo.
Ma soprattutto a ciò che stavo lasciando.
All'accettazione una ragazza minuta e dal sorriso ampio e luminoso stava armeggiando con dei fogli colorati da impilare nei vari scaffali dietro l'ampio bancone bianco.
Mi avvicinai,chiedendo di Phil: in effetti non sapevo in che reparto si trovasse – Reneè era talmente scossa da non ricordarsi quasi il nome dell'ospedale – ma fortunatamente riuscii ad avere le indicazioni necessarie per raggiungere mia madre.
E il fatto che si trovasse in terapia intensiva mi bloccò il respiro.
Raggiunsi il quarto piano,contando mentalmente i secondi più volte per tentare di tranquillizzarmi.
Quando uscii lo spettacolo fu orribile: c'era un silenzio di tomba,e seduta sulle poltrone all'angolo della sala vidi mia madre,con la testa tra le mani.
I capelli castani le ricadevano,scomposti,sul viso e sulle braccia,e quando alzò lo sguardo notai un graffio profondo all'altezza della tempia e un cerotto di garza bianca sulla fronte.
Era pallida,gli occhi arrossati e le guance rigate da lacrime macchiate dal trucco quasi scomparso: stava malissimo.
-mamma...-sussurrai,prima di raggiungerla a grandi falcate.
-Bella! - ricambiò il mio abbraccio,scoppiando a piangere prima che potessi dire qualsiasi cosa.
-Phil? - chiesi,in un sussurro.
-sto...aspettando. I suoi genitori sono appena andati a dormire,sono rimasta qui perché volevo...-
-andrà tutto bene. D'accordo? Phil non se ne andrà,non ti lascerà sola. - dissi,ascoltando le parole di Edward nella mia mente,nella speranza di un conforto.
Mia madre mi scrutò,smettendo di singhiozzare.
Ahiahi. Sapevo cosa voleva dire con quello sguardo.
Mamma stava ipotizzando. E le sue ipotesi non erano mai buone.
-da dove viene tutta questa saggezza? - mi chiese,tirando su con il naso.
Cercai il pacchetto di fazzoletti che avevo trovato in casa poco prima della partenza,ed estraendone uno glielo offersi velocemente.
-l'estate fa maturare. - dissi,divagando.
-l'estate a Las Vegas non fa maturare,Bella: ti spinge nel tunnel della droga,o...dell'alcool. -
-mamma...-
-d'accordo,sto zitta. - disse lei,facendo segno di chiudere la bocca a chiave – allora...un ragazzo? -
Arrossii,distogliendo lo sguardo.
-forse – ammisi,tentando di lasciar cadere l'argomento.
-almeno mi hai fatto distrarre. - Reneè tornò a sedersi,sospirando – ne avevo bisogno. Mi sei mancata,Bella. -
In quel momento ebbi una fitta al cuore: come se una spada affilata mi perforasse da una parte all'altra,distruggendomi.
-anche tu. - dissi,con le lacrime agli occhi – e non preoccuparti...resterò con te. -
-come? Non vuoi...tornare a Las Vegas? -
-credo...credo che il mio posto sia qui,con te. Dobbiamo rimanere unite,per Phil. - dissi,con il groppo alla gola.
Reneè esitò un momento,ma alla fine tornò ad abbracciarmi.
-grazie -
Non riuscii a risponderle: forse perché non c'era altro da dire.
O forse perché stavo facendo i conti con il mio cuore in frantumi.




-dottore,la prego,come sta...? -
-mi dispiace,non possiamo ancora dirle nulla. -
-dottore,possiamo sapere qualcosa? -
-mi dispiace,signorina...le sue condizioni sono critiche,è ancora troppo presto...-
-dottore,come sta? -
-non posso dirle nulla,mi dispiace. -
-dottore,Phil...-
-le sue condizioni...stanno peggiorando,Reneè. Mi dispiace. -
Tutto questo per una notte intera e gran parte del pomeriggio.
Non potevo più sopportarlo.




La macchinetta emise qualche rumore sinistro,e il caffè iniziò ad uscire a deboli fiotti.
Se non lo avessi portato subito alla mamma probabilmente sarebbe crollata davanti ai miei .
Un cellulare suonò,e dopo qualche squillo mi accorsi che era il mio.
Ero davvero a pezzi,avevo sonno ed ero poco lucida.
Forse avrei preso un caffè in più.
-pronto? - sussurrai,senza controllare il numero sul display.
-Bella...-
La borsa mi cadde dalle mani.
Ti prego,non farmi questo.
-ciao...-sussurrai,afona.
La voce di Edward era ancora più bella dopo quei due giorni d'assenza.
-come stai? -
-da schifo. - dissi,sincera. In fondo non potevo mentigli,lo avrebbe sicuramente scoperto.
-come sta Phil? -
-non lo sappiamo. Non ci dicono nulla. - risposi,con un groppo alla gola.
Gli occhi pungevano e bruciavano terribilmente,cercai di spingere dentro le lacrime per evitare di piangere con lui.
Sapevo quello che dovevo dirgli.
E molto probabilmente lo sapeva anche lui.
-qui manchi a tutti. Alice si sta disperando. - rise,ed io con lui.
Ridere e piangere insieme non faceva un bell'effetto,e di certo io non facevo proprio una bella figura.
-anche voi mi mancate,ma devo rimanere qui con Reneè. - dissi,soffocando un singhiozzo.
E quindi non tornare, ma questo non lo dissi.
Quella conversazione non diceva nulla,sembrava un dialogo così normale.
Ma in fondo evitavamo di dire le cose più importanti.
-lo so. -
-dì ad Emmett di non esagerare,altrimenti Rosalie diventa gelosa. Oh,e dì a Jasper che il modo migliore per tranquillizzare Alice è portarla a fare shopping,e fagli le mie condoglianze per questo. -
Lo sentii ridere,e questo mi sollevò.
-d'accordo,e tu vedi di non combinare guai a Phoenix,altrimenti dovrò venire a salvarti. -
Sorrisi,ma anche lui si accorse delle lacrime che continuavano a scendere ininterrotte dai miei occhi.
-allora...ciao,Edward. -
Addio,Edward.
-ciao,Bella Swan. - rispose lui,con una voce così dolce da farmi sentire male.
Addio,Bella Swan.
Attaccai,senza andare oltre.
E poco dopo mi accasciai sulla parete,cadendo in ginocchio come un'idiota.
Ma non avevo più la forza di proseguire.
Non più.































Spazio note: Ma buonaseeeera :3 Visto che brava,questa volta ho aggiornato un pò prima del solito! Vi è piaciuto il capitolo? Il titolo è tratto da una bellissima canzone, "Almost lover" di A Fine Frenzy,che consiglio vivamente di ascoltare.
Per il resto,sono davvero felice che abbiate continuato a seguire questa storia: ultimamente i miei impegni sono aumentati,perciò mi fa piacere che continuate a leggerla nonostante non aggiorni regolarmente -.-
Coooomunque,spero che questo capitolo vi sia piaciuto,i commenti mi hanno fatto davvero tanto piacere,siete davvero tutte carinissime! :3
Non manca poco alla fine della storia,perciò rimanete incollate allo schermo! <3

See you next week!
LMS*


  
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