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Autore: Viki_chan    11/01/2011    2 recensioni
“Parli come San Potter dannazione” si allontanò e iniziò a misurare il corridoio a grandi passi “Non ti ho chiesto io di metterti con me, ti ho detto più di una volta che non ero quello giusto. Io non sono Potter o Weasley. Nessuno ha fiducia in me, nessuno si aspetta che io sia fedele o che mi sacrifichi per lui. Quando faccio quel genere di cose mi sforzo dieci volte di più di quei due perché non è la mia natura." (cap. XVII) .
Storia ambientata dopo la sconfitta di Voldemort. Harry, Ron e Hermione vengono riammessi ad Hogwarts per frequentare l'ultimo anno. Molte cose però sono cambiate nelle vite dei protagonisti, molte le ferite da curare.
La storia viene raccontata dal punto di vista di Hermione.
**************** EPILOGO PUBBLICATO*****************
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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7. La Foresta


Pochi giorni dopo quel bacio, mi ritrovai con Harry nella foresta di Dean sempre più confusa. Montammo la tenda e proteggemmo tutta l’area alla vista dei babbani, poi ci concedemmo una cioccolata calda.

“Come hai passato il natale?” mi chiese tra un sorso e l’altro.

“Bene, i miei mi hanno regalato una nuova divisa, la mia mi stava stretta. A te come è andata?”

“Ho passato il natale con Malfoy. Andromeda sta cercando di ricucire il rapporto con la sorella, quindi ha invitato Narcissa e Draco a pranzo. E’ stato meglio di quello che pensavo.”

Aveva passato il natale con Draco. Chissà che gli aveva detto, no, non gli avrebbe detto nulla, lo sapevo.

Iniziammo a parlare del più e del meno quando un Patronus ci raggiunse. Era il Jack Russel Terrier di Ron e per questo parlò con la sua voce “Arriveremo domani mattina, vi salutano tutti. Herm, mi manchi.” e sparì in una nebbiolina argentea. Restammo ad osservare il punto in cui il cane era scomparso per un po’.

“Rispondi.” Dissi come se fosse un ordine. Non potevo far dire al mio Patronus una bugia, Ron non mi mancava, non lo amavo più e questa cosa mi bruciava l’anima. Presi d’istinto le tazze vuote e mi precipitai in cucina, lasciando Harry a parlottare con il suo cervo.

“Harry.” lo chiamai quando mi accorsi del suo silenzio prolungato. Lui non rispose. Lasciai la piccola cucina e lo cercai in salotto, non c’era. Frugai in entrambe le stanze da letto, entrai in bagno ma niente, doveva essere uscito. Mi misi un altro maglione e la giacca e uscii al freddo, nella boscaglia innevata.

“Harry” urlai ancora. Non rispose. Fui presa dal panico e iniziai a correre. Non poteva essersi allontanato di molto.

Lo trovai alle rive di un piccolo stagno ghiacciato e mi ricordai del suo racconto. Li Piton doveva aver lasciato la spada di Grifondoro. Mi sedetti accanto a lui e insieme ascoltammo quello che la foresta voleva dirci: il rumore della neve che cadeva dai rami, i passi veloci degli animali sul terreno gelato, il dissestarsi dell’acqua ghiacciata davanti a noi.

Mi resi conto che il secondo profumo dell’Amortentia era quello della foresta e iniziai a respirarlo con gioia. Potevo sentirlo senza rompere nessun equilibrio, senza andare contro la mia natura.

Quando ormai le mie gambe si erano intorpidite, Harry si voltò a guardarmi.

“Dobbiamo parlare.” disse alzandosi.

Io annuii e lo seguii sulla strada del ritorno.

 

Arrivati nella tenda, si spogliò di tutti gli strati superflui di vestiti, rimanendo con una camicia a quadri. Si accomodò sul divano e aspettò che mi sedessi accanto a lui.

“Malfoy mi ha dato una cosa da darti.” esordì. “Mi ha detto che è un compito di recupero per Lumacorno, ma non sono scemo. Quello è un ricordo.” fece una pausa. “Non l’ho portato con me, non vorrei finisse nelle mani sbagliate. Te lo darò al ritorno.” rispose alla domanda prima che la formulassi. “Ne sai qualcosa?”

“Non con precisione. Però posso fare un’ipotesi.” Aggiunsi dopo essere stata colpita da uno sguardo scettico.

Gli raccontai della nostra sfida, dell’amortentia e dell’effetto che mi aveva fatto. Quel ricordo doveva essere la parte della serata che mi ero persa, quella in cui ero sotto l’effetto del filtro d’amore.

“Capisco.” Commentò Harry asciutto.

“Non credo tu possa capire.” continuai con lo sguardo basso “da quel giorno l’Amortentia non ha più lo stesso profumo. Credo di amarlo.”

“Hermione.” Disse abbracciandomi.

Mi cullai tra le sue braccia, ero al sicuro, lontano dal mio amore impossibile.

“Di cosa profuma la tua Amortentia?” chiesi per distrarmi dal ricordo di Draco.

“E’ un po’ che non la sento, però qualche anno fa profumava di torta di melassa, manico di scopa e fiori della Tana, cioè il profumo di Ginny. Non so se ora profumerebbe così, ho sentito tanti buoni odori in questo arco di tempo.” Disse alzando gli occhi al cielo, evidentemente perso nei suoi ricordi olfattivi.

“La mia Amortentia profuma di Draco Malfoy. Tra tutti, Draco Malfoy.”

“Quel profumo non conta niente, è quello che provi la cosa importante.”

“Non c’è molto da dire. Lo amo da poco ma è come se fosse sempre stato così, me ne rendo conto giorno dopo giorno.” Ripensai a quante volte lo cercavo nel tavolo di Serpeverde, alle volte che mi voltavo a lezione anche solo per constatare la sua presenza, ai baci negati a Ron quando lui era nei dintorni.

“E’ un amore strano, spiacevole e doloroso. E’ come se si chiedesse ad un gatto di amare un cane. E’ fastidioso come un cane, puzza come un cane, abbaia come un cane. Ma è pur sempre il suo cane.” Conclusi.

Harry scoppiò a ridere e io lo seguii, arrivando alle lacrime, a sentire dolore ovunque.

“Dovrai dirlo a Ron. Non merita di essere preso in giro.” disse ritornando serio.

“Lo farò al più presto. Ci ho pensato tante volte ma non ho ancora trovato un modo per non spezzargli il cuore.”

“Non penso che esista. L’unica cosa che ti consiglio  è di tenere nascosta l’identità del cane per ora.” Sorrise “Dagli tempo.”

Annuii e andai a preparare la cena.

Dopo aver riempito lo stomaco di manicaretti preparati da Andromeda, ci stavamo addormentando sul, così decisi di farmi una doccia e mettermi il pigiama.

“Dormiamo insieme stanotte?” gli chiesi con naturalezza.

“Veramente io…” iniziò lui.

“Harry sono io, Hermione! E’ solo per non mettere in disordine entrambe le stanze.” Lo tranquillizzai.

Ci mettemmo a letto, ognuno nel suo angolo, schiena contro schiena. Rimasi ad ascoltare la neve scendere sopra al nostro rifugio.

Nonostante tutto Harry era riuscito a ridarmi un po’ di buon umore.

“Ti voglio bene.” gli sussurrai.

“Anche io” rispose dopo qualche secondo.

E mi addormentai.

   
 
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