Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Exentia_dream    12/01/2011    4 recensioni
Edward è umano, ma non conosce né i Cullen né Bella.
E' figlio di Aro Volturi e fratello maggiore di Jane.
Aro è il boss di una della "mafia" di San Diego ed Edwrad, da buon figlio, dovrà seguire le sue impronte.
Ci sarà qualcosa che gli farà cambiare idea?
E se quel qualcosa fosse l'amore? E se questo sentimento non facesse altro che confonderlo? E se, alla fine, gli ideali risultassero più forti di qualsiasi sentimento ed Edward decidesse di tornare a casa, da Aro e riprendere la vita che aveva lasciato?
Beh, lo scoprirete solo leggendo...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and
video hosting by TinyPic
 Capitolo 7: Pomeriggio sulla spiaggia

Dopo aver mangiato nell’appartamento divideva con Bella, avevo deciso che potevo lasciare un po’ di libertà a Jane e, quindi, mi ero ritrovato seduto su un  sedile di un vecchio Chevy che doveva essere rosso un tempo.
-Caspita, che auto!
-Già. E’ più lento di una lumaca e non si può guardare, ma gli voglio bene.
-Vuoi bene ad qualche pezzo di ferro?
-Sì, mi ci sono affezionata: quest’auto ha segnato il mio arrivo qui!
-Non sei di qui?
-No, in realtà sono di Forks.
-Come mai qui?
-E’ primavera… ed ogni primavera sto un po’ di tempo con mia madre.
-E tuo padre?
-Forks.
Era il paesino più piovoso di tutta Washington e non riuscivo davvero ad immaginare Bella in quell’umidità.
Avevamo chiuso l’auto ed eravamo andati a sederci sulla sabbia umida e aprilina, su due grossi asciugami che Bella si era premurata di portare.
Il mare era calmo e scuro, un po’ come le nuvole che si erano sistemate attorno al sole, senza coprirlo.
Anche lei, come me, stava guardando la linea sottile che divideva i due immensi giganti blu.
-Sai come nasce l’orizzonte?
-No.
-Ricordo una favola che raccontava del cielo che si innamora del mare…
-Mai sentita.
-Davvero? E’ molto dolce.- disse, voltandosi e guardandomi. –Era una notte d’estate ed il mare se ne stava lì tranquillo. L’acqua si increspava solo quando un filo di vento soffiava. Il mare guardava il cielo, illuminato dalla luna, contemplava l’immensità che esso conteneva… e lo faceva ogni notte, perché ne era innamorato. Il cielo, che era sempre un po’ distratto, abbassò lo sguardo quella notte e vide riflesse tutte le sue stelle sul filo dell’acqua e si chiese come fosse possibile che qualcosa di così profondo e tenebroso, potesse riflettere delle meraviglie tali e s’innamorò del mare. Allora, decisero di correre, finché non si sarebbero incontrati… così nasce l’orizzonte: il punto in cui mare e cielo si incontrano.
-E’ bellissima, Isabella.
-Molto.
La osservai ancora e mi sentii totalmente rapito da quel tremore tipico dell’infanzia che aveva avuto nella voce mentre raccontava la sua favola.
Avrei potuto o dovuto dire qualcosa, ma restai in silenzio.
Passammo molto tempo a scambiarci qualche sguardo e, qualche volta, lei aveva addirittura sorriso.
Sentivo il vento fresco solleticarmi il viso e il calore leggero del sole primaverile che lo riscaldava subito dopo.
Più di tutto, però, sentivo una sensazione strana e piacevole che mi scuoteva le membra e mi annebbiava il cervello.
Quando il vento scompigliò i capelli di Bella, mi ero sporto a riportare un ciuffo di capelli dietro all’orecchio e mi ero soffermato ad accarezzare la guancia e la mascella.
Lei tremò ed allontanai la mano. –Perdonami.
La mia educazione mi aveva ben insegnato le buone maniere e la principale nei confronti di una donna era quella di non toccarla, fino a che lei non lo avrebbe esplicitamente richiesto.
Con lei, però, mi sentivo impedito dal rispettare quelle regole: la voglia di sfiorarla riusciva a mettere a tappeto la mia forza di volontà.
Bella aveva spostato di nuovo lo sguardo all’orizzonte e questo le aveva portato ad alzare la testa.
Il suo viso, allora, si illuminò di un arancio tenue misto ad un rosa pallido e i suoi occhi sembravano brillare.
-Sai, invece, com’è nato il tramonto?
Scosse il capo, poi mi sorrise. –No.
-Strano.
-Non mi hanno letto molte favole, quando ero bambina.
-C’era una volta il sole….
-Sembra l’inizio di un cartone della Disney.
Misi il broncio. –Vuoi che non la racconti più?
-Oh no, ti prego. Continua… non saprei come fare…- e sorrise, dopo aver messo su un’espressione inorridita.
-Bene. Dicevo…
-Sembra il discorso di un professore antipatico.
-Isabella.
-Sì, prego.
-C’era una volta il sole…- vidi il suo sorriso incresparsi ed ero certo che mi avrebbe interrotto ancora, quindi le posai una mano sulla bocca. –Ed era sempre lì, a rincorrere la luna. Gli diceva ogni giorno che era bellissima e che avrebbe voluto farla innamorare. Ma la luna fuggiva e così scendeva la sera. Era sempre più pallida e la sua luce si stava affievolendo, così, il sole le porse un po’ della sua luce, ma lei rifiutò. Una notte, la luce della luna era debole tanto che la luna non riuscì ad illuminare più di un triangolo di cielo… così, corse dal sole e gli si posizionò davanti. Così nasce un’eclissi.
-Dovevi raccontarmi come nasce il tramonto.
-Non ho ancora finito, infatti.
-Oh, d’accordo. Continua, allora.
-Il sole, allora, le donò la sua luce e la luna continuò a brillare. Ovviamente, doveva trovare un modo per ringraziare il sole… e lo lasciò brillare. Passarono un’altra notte ed un altro giorno, poi la luna si decise e, prima che le lasciasse il posto, la luna baciò il sole e lui arrossì… così nasce il tramonto.
-L’hai messa in piedi da solo?
-Può darsi.
-Fantasia a briglia sciolta.
-Sì.
Rideva di gusto ed io la imitavo: quando rideva, gli occhi diventavano più piccoli e il viso sembrava illuminarsi di luce propria.
Mi sentivo come il mare che ammirava il cielo e che non riceveva alcuno sguardo, alcun segno…se non l’indifferenza.
Eppure, Bella non mi sembrava irraggiungibile come quel cielo stellato: era stupenda, come ogni singola stella del manto blu. Era profonda e immensa come quel cielo, ma non irraggiungibile: se avessi allungato una mano avrei potuto sfiorarla. Se mi fossi sporto un po’, avrei anche potuto baciarla.
-Andiamo?
-Sì, direi che è ora.
-Restate da noi, questa sera?
-Non credo sia il caso.
-James e Jane si vedranno tra due settimane.
-D’accordo allora.
Tornammo allo Chevy e Bella mise in moto, avviandosi a casa.
Restammo nel silenzio più assoluto, ma nella mia testa, i miei pensieri urlavano e, più di tutto, sentivo a sentire quanto il suo nome fosse presente tra essi.
Bella. L’avevo vista una sola volta e non avevo smesso un attimo di pensarla. –Siamo a casa.- disse, fermando l’auto e scendendo.
Rimasi ancora un po’ sul sedile e mi decisi a scendere solo quando Bella venne ad aprirmi la portiera e e mi aveva guardato con aria di sfida.
-Che c’è?
-Scendi.
-Scommetti?
-Scommetto. A modo mio?
-Ognuno a modo proprio.
Alzò un sopracciglio e cominciò a farmi il solletico e non mi lasciava il tempo di recuperare un respiro, quindi, cercai di attaccarla allo stesso modo.
Bella, però, non lo soffriva il solletico: rideva per riflesso ed era bellissima.
Ci ritrovammo mani nelle mani e la guardai negli occhi… non era affatto inafferrabile come quel cielo.


***
Angolo Autrice:
Un solo giorno di ritardo!
Ben tornate a voi e a me... che mi sono data tanto da fare per scrivere questo capitolo ^^
Allora, cosa dire?
Il capitolo è solo di passaggio, ma almeno Bella ed Elwin si sono avvicinati, no?
Ok... ora vi lascio!

Ringrazio le 23 seguite, le 4 preferite e le 4 ricordate.
A presto, la vostra Exentia_dream
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Exentia_dream