Sua madre sembrava di
buon’umore: stava fischiettando allegramente, mentre apriva una bottiglia di
brandy da versare a Bobby, seduto al bancone.
«È la menopausa che ti
rende così lunatica, o solo il tuo essere donna?» le disse il cacciatore per infastidirla,
genuinamente divertito. Jo, intenta a riempire un sandwich con maionese e
prosciutto, sogghignò.
«La menopausa non
colpisce le donne che hanno a che fare con i demoni, il loro
tanfo infernale aiutata a mantenersi giovani.»
«Questo te lo sei inventato.»
«Potrei dire la stessa
cosa sulla mia presunta vecchiaia.» Passandole di fianco, Ellen le
toccò una spalla. «Tesoro, andresti di sopra a prendermi una fila di monetine
da 20 centesimi per la cassa?»
Jo annuì. «Faccio in un
lampo.»
Sua madre le sorrise.
«Senza fretta, oggi ci sono pochi clienti.»
Abbandonando il
sandwich sul bancone, rubato in un lampo da Bobby ricevendo una bacchettata di
Ellen in cambio, Jo salì le scale che portavano al primo piano,
nell’appartamento che dividevano lei e la madre, e qualche occasionale amico.
Non si sarebbe nemmeno
accorta della loro presenza, se, passando accanto alla porta della sua vecchia
stanza da letto, non avesse sentito l’imprecazione colorita di Dean.
Incuriosita, si fermò
all’uscio, con l’orecchio teso a captare la discussione.
«Ne sei proprio sicuro,
Sammy?»
Poteva già immaginare
Sam annuire con aria grave. «Ho controllato anche col pendolo: sembra che ieri
un demone si trovasse vicino alla nostra vecchia casa e che adesso si stia
spostando veloce verso est.»
«Non c’è tempo da
perdere, partiamo immediatamente.»
«Ma, Dean, forse potremo fermarci per–»
«Ora.»
Quando Sam aprì la
porta e la guardò con uno sguardo intriso di pietà, Jo non vi badò neppure: si
appoggiò con la schiena allo stipite – in una posa che in una diversa occasione
avrebbe potuto manifestare la sua indifferenza, ma che in quel caso le serviva
come un vero e proprio appoggio – e si rivolse direttamente a Dean.
«Partite?»
Il ragazzo sembrò
esitare per una manciata di secondi, poi rispose:
«Sì», senza traccia di scuse.
Jo sospirò, toccandosi
la tempia.
«E questa volta non
tornerete per un bel po’.»
«Sai anche tu cosa
significa essere un cacciatore.»
Avrebbe voluto urlargli
che non ne aveva assolutamente idea; che vedeva decine di cacciatori, ne
riconosceva i segni, sentiva le loro storie, conosceva ogni razza di creatura
demoniaca, e sapeva usare le armi tranne che su quelle creature, non avendone
mai incontrate prima; che non si sarebbe mai mossa da quel rifugio perché sua madre
non glielo avrebbe mai permesso (ed è per questo che
la spaventava l’idea che Dean le piacesse); invece serrò le labbra in una morsa
tenace e, a occhi bassi, si scostò dalla porta, per fargli spazio.
«Ciao, Jo» le disse
Sam, a bassa voce, toccandole un braccio con delicatezza.
Dean si limitò a
passarle di fianco e seguire Sam, guardandogli le spalle fedelmente come faceva
da una vita.
Jo si rifiutò di
guardarli sparire per l’ennesima volta e continuò a mordere le labbra.
Era una di quelle volte
in cui desiderò che Dean fosse capace di dire “addio”.
Spin-off, più
o meno, che dovrebbe completare la scorsa shot.
Prendetela così! ^_^
Ringrazio per la recensione
MaddyS_1991 (e mi scuso ancora per il fraintendimento/gaffe da me fatta XD), e la Ele per il commento telefonico.
<3
Grazie a tutti!
Bye,
Kaho