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Autore: Allegra Yep    12/01/2011    1 recensioni
Davide e Martina stanno assieme da tre anni, quando lui improvvisamente la lascia senza spiegazioni lasciando solo un biglietto con su scritto uno stralcio di canzone: ""Non venire mai a cercarmi/Sono andato dove il vento mi chiama/Stasera sarò mille miglia/Lontano da casa...". Martina soffre, Davide soffre. Una storia introspettiva che si svolge nell'arco di un'unica giornata in dieci capitolo, basata su amore, mare e musica.
[Scritta per la Community Sette Note]
Genere: Romantico, Song-fic, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi con il terzo capitolo, scritto dal punto di vista di Davide. So che può apparire strano che non sia scritto anche questo in prima persona, ma essendo una ragazza mi sono immedesimata un sacco in Martina e... la differenza di approccio stilistico evidenzia anche la differenza fra i due. Il terzo capitolo di questa storia (scritta come i precedenti per la Community Sette Note) è ispirato a "Pensieri e parole" di Lucio Battisti. Buona lettura!


SONO ANDATO DOVE IL VENTO MI CHIAMA

CAPITOLO 3

Davide guarda il mare. Ha un'aria un po' selvaggia con la barba bionda sfatta e i lunghi dreadlocks fermati da una bandana rossa. Non si capacita ancora di aver lasciato Martina così, di punto in bianco. In verità non è andata proprio così: spesso si è alzato nel cuore della notte per andare a fare lunghe passeggiate sulle spiaggia, oppresso da pensieri tanto nebulosi da non apparire chiari nemmeno a lui. Quando tornava a casa e vedeva Martina dormire ranicchiata su un fianco, apparendo ancora più minuta, si sentiva stringere il cuore nel profondo, oltre che profondamente in colpa.

È per questo che ora è qui, sulla spiaggia, con una chitarra in spalla e un borsone di tela al fianco. Alla fin fine si è reso conto che era ora di mettere fine a quella relazione, non perchè non fosse più innamorato, anzi, ma perchè... c'era qualcosa che lo chiamava. La chiave era in quelle passeggiate senza senso, nell'attrattiva esercitata dai venti, nelle lunghe chiaccherate coi musicisti di strada. Da ragazzino, si spingeva fuori dal suo paesino di montagna ogni estate e a diciott'anni l'aveva lasciato definitivamente: era per questo che si trovava là. Ora però la necessità di fuggire l'aveva colto di nuovo e per quanto amasse Martina non poteva chiederle di lasciare il suo lavoro, la sua famiglia, i suoi amici per un bisogno di fuga e di libertà non ben identificato.

Si tira su le maniche delle larga camicia bianca, etnica. Sospira, dando un'ultima occhiata alla casa dove ha vissuto gli ultimi tre anni. Per quanto abbia desiderato questo momento, è difficile dire addio a tutto in un istante. Afferra il borsone e cammina verso il molo: Martina passerà di sicuro di li. Con un grosso indelebile nero scrive sulla pietra del molo dove si sono scambiati il primo bacio una frase di una canzone di Battisti "Davanti a me c'è un'altra vita, la nostra è già finita. D." certo che capirà che è stato lui a scriverla, e forse capirà il rimpianto che traspare da quel già: è stata una compagna con le palle, adatta a lui. Gli mancherà.

Grazie d'aver letto,
Allegra

  
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