Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Silviettinax91    12/01/2011    2 recensioni
L'Oscuro Signore è tornato, presto la Guerra devaserà nuovamente il mondo magico. In Harry Potter l'unica speranza di salvezza, e se qualcosa andasse storto? Piton propone all'Ordine un'idea da tutti vista come folle, ma sostenuta da Silente, forse Harry potrebbe dare origine ad una nuova speranza che superi anche lui. Tra gli amori appena nati, una gran voglia di normalità e la preparazione per la guerra, i ragazzi dell'Esercito di Silente si troveranno a dover diventare adulti, forse troppo in fretta.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

COME UN BIMBO SPAVENTATO

Harry aveva deciso di stare un po’ da solo per pensare bene a quello che avrebbe deciso, era uscito in giardino e faceva avanti e indietro nei campi, vedendo comunque di non allontanarsi troppo per non preoccupare ulteriormente i signori Weasley, specialmente Molly, che, come poteva finalmente capire, era tutta un fremito.  Ginny si era spostata in cucina dove la madre si era messa a fare dolci, insieme a Ron ed Hermione, che, ancora, non era riuscita dire nulla.

“Io me la sento” disse all’improvviso Ginny, facendo sussultare Molly che con la bacchetta rompeva le uova in una grossa terrina bordeaux.

“ Non credo che tu ti renda conto” rispose invece Ron, razionale come non mai.

“ Mi  rendo benissimo conto invece, un tempo le streghe diventavano mamme molto preso, alla mia età lo erano già di certo”

“ sì, quando i babbani le bruciavano vive!”

“ Ron, tutti i membri dell’Ordine sanno che si tratta di un grosso sacrificio ma l’hanno chiesto ad Harry comunque, vuol dire che si fidano di me, sanno che posso farcela …”

“ L’hanno chiesto ad Harry, non a te! E… tu faresti bene ad aspettare prima di comprare le tutine!”

Hermione rimaneva ancora in silenzio,come non sentisse la discussione attorno a lei, fissava la finestra e la sagoma lontana di Harry che camminava come in preda ad un attacco isterico nel giardino incolto. Piton si era trattenuto con Arthur per dargli alcuni consigli su come trattare certe magie oscure che avevano fatto i mangiamorte sui babbani, mentre tutti gli altri membri dell’Ordine presenti quella mattina se n’erano andati ormai da un pezzo. Dopo aver stretto la mano di Arthur ed essersi risistemato il mantello nero sulle spalle, Severus uscì. Solcando il vialetto stava per smaterializzarsi quando vide Harry poco lontano che aveva fermato il suo peregrinare e si teneva la testa tra le mani. Non aveva voglia di andare a parlare con lui, non gli andava di rinfrancarlo, non gli andava di guardare gli occhi di Lily attaccati all’espressione di James, eppure gli si avvicinò.

“ Decisione difficile Potter”

“ Io voglio farlo, io devo farlo, l’ho promesso a tutti voi, non sono io il problema”

“Per l’appunto “

Piton guardava il ragazzo di sbieco, non si lasciò nemmeno per un secondo sfuggire un po’ di dolcezza nella voce.

“ Vedi ragazzo, io ritengo che tu debba ragionare per far sì che questa cosa dia i migliori risultati possibili, sai, il miscuglio di sangue magico e sangue babbano”

“ Professore, non le permetto di dire qualcosa contro i sangue misto davanti a me!”

Piton scosse la testa ridendo malignamente.

“ Siete tutti uguali voi, vi aspettate le stesse cose, mentre siete i primi ad essere così prevedibili … io parlavo proprio dell’opposto di quello che pensi tu piccolo sciocco, il miscuglio tra sangue magico e sangue babbano ha sempre dato ottimi risultati per quanto io abbia osservato, tu stesso sei figlio di una sangue misto…i migliori maghi del mondo hanno spesso in famiglia sangue babbano, che i mangiamorte lo vogliano ammettere o no, i mezzosangue sono più utili di quanto si pensi! Forse tu per questo bambino dovresti pensare ad una mezzosangue”

“ non penserò a chi darà alla luce mio figlio come si pensa ad una cavalla da monta professore! Odio solo sentire la parola mezzosangue! Voi maghi di grandi famiglie pensate di conoscere tutto voi, di sapere tutto voi! E invece…”

“E INVECE POTTER!” gridò Piton irritandosi più che mai “Invece forse sei proprio tu che non sai niente! Tu che credi di sapere e muovi accuse senza basi, lo fai da quando eri uno stupido undicenne, proprio come tuo padre … prova ad informarti prima di parlare!” tirò fuori la bacchetta e la puntò sul ragazzo “Sai che non ti farò nulla!Non posso farti nulla! Ma NON pensare di potermi parlare così anche a scuola Potter”

Detto questo si smaterializzò in un sonoro pop.

Ad Harry venne subito in mente a chi si riferiva Piton: Hermione, lui non ci aveva pensato minimamente, per lo meno, non nei termini in cui ne aveva parlato l’ex professore di Pozioni. Lei, effettivamente, era più grande di Ginny, era più preparata a superare pericoli, anche se solo l’idea lontana di avere un bambino con la sua migliore amica lo destabilizzava. Per un secondo l’immagine di Ginny a terra priva di sensi tornò alla mente del bambino sopravvissuto, e l’agitazione ricominciò a montare dentro di lui. Amava anche Hermione, dell’amore di un fratello, di un amico, se voleva preservare la sua ragazza avrebbe dovuto sacrificare lei,lei che di certo in quell’anno avrebbe preferito studiare, migliorarsi, diventare una strega coi fiocchi. Però non poteva permettersi di ledere Ginny, non poteva sopportare neppure che le fosse torto un capello senza fremere in ogni fibra del corpo, e poi i signori Weasley, lo avevano accolto in casa per anni, erano stati la cosa più vicina ad una famiglia vera che avesse mai avuto, non poteva fargli questo. Forse aveva sbagliato ad accettare quella proposta assolutamente assurda, non si rendevano conto che non era a lui che avrebbero dovuto chiedere? La responsabilità stava solo minimamente in lui. Ginny gli aveva fatto capire che era dalla sua parte, qualunque sarebbe stata la sua decisione, gli aveva fatto capire che era disposta a farlo, per lui; gli aveva dimostrato di non rendersi affatto conto di cosa significasse. Iniziò a dare pugni al vuoto attorno a sé. Era arrabbiato, furioso, era stato caricato di una decisione troppo difficile troppo pesante per lui, specialmente in quel momento, in quel momento in cui la lotta vera contro Voldemort sarebbe stata la cosa più importante a cui pensare. Chi altro avrebbe potuto considerare? Luna forse? No, non poteva rischiare che suo figlio fosse un piccolo e folle cercatore di Nargilli. No, non c’era un’altra a cui avrebbe potuto fare una tale richiesta, ripensò un secondo a Cho, ma scosse subito la testa e sorrise amaro, come poteva chiedere a lei una cosa del genere, dopo che si era dimostrata la ragazza che era. No, non aveva una scelta molto ampia, le sue opzioni erano solo due, e non sapeva capacitarsi di quale sarebbe stata la  peggior scelta. Ginny dalla cucina continuava ad osservarlo, il profumo di biscotti in forno stava inebriando tutta la Tana, la piccola rossa sorrideva, quasi come se quello che sarebbe potuto succedere la rendesse addirittura felice. Vide che il ragazzo tirava pugni all’aria, scherzò sulla cosa.

“Mi sa che ci siamo persi Harry ”

Molly si girò per vedere che succedeva,

“ Non c’è niente da ridere!”  sentenziò brusca.

“ no, appunto!” aggiunse Hermione rompendo il silenzio glaciale che aveva portato avanti dalla fine della riunione in  poi. Portò una mano tra i capelli castani, chiuse gli occhi per un secondo e sospirò.

“scusate” disse quasi sussurrando, si alzò, uscì dalla cucina, salì le scale in fretta e si chiuse alle spalle la porta della stanza di Ginny.

***

 

“ Se solo voi foste ancora qui con me, voi sapreste cosa fare,ne sono certo”

Harry era chiuso nella stanza dei gemelli, la sua nuova stanza alla Tana, teneva in  mano una vecchia foto dei suoi da ragazzini, un’immagine che gli aveva regalato Sirius, prima di morire. Guardava i suoi genitori che si abbracciavano scherzosi e stringeva quella foto magica con tanta intensità come se potessero da quel minuscolo sprazzo della loro vita, dargli un consiglio.

Ginny bussò alla porta delicatamente, Harry non rispose, dopo poco la porta si aprì cigolando come facevano tutte le porte della Tana, la rossa entrò delicatamente, sussurrò al suo ragazzo.

“ scusami, lo so che volevi stare solo, ma io sentivo il bisogno di entrare”.

La ragazza si avvicinò ad Harry, si sedette sul letto al suo fianco, rispettando il silenzio che lui continuava a rivolgerle. Guardò anche lei James e Lily, giovani, felici, innamorati, non erano poi così diversi da lei ed Harry. Anche dietro al loro amore si celava l’ombra della guerra, eppure, i loro sorrisi descrivevano sentimenti ben diversi dalla paura. Erano morti però, se n’erano andati, insieme, Lily e James erano sepolti insieme, Harry non aveva mai smesso di soffrirne, e forse anche loro da chissà quale luogo, soffrivano a loro volta la sofferenza del loro figlio. Ginny non poteva capire che cosa volesse dire non avere l’affetto di una famiglia. Forse avere un bambino con Harry sarebbe stato meno tragico di quello che tutti pensavano, forse quella famiglia difficile e sgangherata che stavano per formare avrebbe potuto ridare al ragazzo un po’ di calore, lei avrebbe potuto dargli il suo calore. Ginny continuava a guardare i suoi defunti “suoceri” come se anche lei volesse chiedere loro qualcosa, come se desiderasse la loro benedizione.

“Non posso” disse Harry poggiando la testa sulla spalla di Ginny.

“Possiamo invece” rispose lei accarezzandolo.

“Sono molto preoccupato, sai che cosa ci hanno chiesto vero?”

“certo Harry”

“ ci hanno chiesto di riprodurci come animali!”

Ginny affondò lenta la sua mano nel maglione di lui, carezzandogli la pelle nuda e fredda sotto di esso.

“ e riproduciamoci Harry”

Harry si alzò, con la mano fermò Ginny, la guardava serio, scuro. Non c’era niente di cui ridere, niente di cui scherzare.

“ Ci hanno chiesto di avere un figlio che sarà cresciuto per anni da altri,da chissà chi … un figlio che non potremmo nemmeno riconoscere come nostro, un figlio,Ginny, per cui saremmo in pensiero ogni momento, ogni giorno, ogni ora fino a quando tutto questo non sarà finito”

“ Se ci è stato chiesto di farlo è perché pensano che possiamo farlo, capisci anche tu quant’è importante Harry”

“ Non vorrei mai che tu soffrissi Ginny,non vorrei mai che tu affrontassi qualcosa che è più grande di te, hai quindici anni e dovresti vivere la tua età!”

“ Pensi che potrei farlo? Pensi che potrei fare la ragazza normale con quello che sta succedendo? Non vivremmo normalmente comunque”

Harry scoppiò a piangere, la sua forza si era sgretolata solo davanti ai suoi morti, solo davanti alle perdite, ma, la consapevolezza che quella frase della sua Ginny aveva trascinato con sé era riuscito ad avere su di lui lo stesso effetto. La ragazza gli baciava la fronte, anche lei pianse silenziosa stretta a lui.

Lo abbracciava animata da un sentimento tanto forte che certo avrebbe potuto destabilizzare una ragazza tanto giovane, ma lei si fece forza e continuò a stargli vicino, col cuore, col corpo, con tutta se stessa.

Harry smise di pensare, stretto a quella pelle liscia e calda perse ogni controllo, iniziò a baciare Ginny sul collo e riportò la mano di lei sotto il suo maglione incoraggiandola a sfilarlo, allo stesso modo fece lui con la sua camicetta rosa, la sbottonò pian piano e delicatamente la lasciò cadere a terra.

La Tana in poche ore aveva visto consumarsi due rapporti d’amore, forse sbagliati, forse dettati da una passione giovanile troppo impetuosa, ma comunque vissuti.

Harry aveva ripreso il controllo di se stesso dopo quei minuti interminabilmente stupendi, si sentiva in colpa, si sentiva male per aver fatto esattamente quello che si era imposto di evitare. Già la sera precedente stava per accadere, ma lui non se l’era sentita, avrebbe voluto farlo da giorni, da mesi ormai, lo aveva desiderato già da quando aveva letto le lettere di lei. L’aveva desiderata sempre, eppure sentiva con ogni fibra del suo corpo di aver fatto un errore enorme. E se fosse già rimasta incinta? il pensiero lo fece rabbrividire di nuovo. Ginny rimaneva lì sdraiata a fianco a lui, in silenzio, lo guardava languida e soddisfatta, cosa che in realtà lo infastidiva molto. Si rivestì in fretta e uscì da quella stanza lasciando la ragazza lì da sola. Si era seduto sul divano del piccolo salotto, ormai privo della folla di quella mattina. Hermione entrò nella stanza e senza parlare guardò il suo migliore amico, si sedette accanto a lui.

<< E’ tutto così ingiusto!>>  gli sussurrò accarezzandolo, Harry la strinse a sé in un abbraccio caloroso, come un bimbo spaventato che corre dalla sua mamma.  

Ho deciso di non deludere la mia unica commentatrice e non abbandonare questa fic, anche se dovrai avere la pazienza di aspettare gli aggiornamenti, alla fine è grazie a questa idea che sono tornata su EFP!!  Cosa mi dite del nuovo capitolo? Nel prossimo si annunciano novità............... Grazie a tutti della lettura, e , cari silenziosi, non siate timidi! Ditemi qualcosa su questa fic! Grazie Baby Riddle per la fedeltà :D un bacio a tutti. Silvia

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Silviettinax91