Buongiorno a tutti^^
Ecco
quello che credo sarà il penultimo capitolo di questo racconto. Spero
che vi piaccia, e come al solito, attendo tutti i
vostri commenti, critiche e quant’altro.
Jessychan91, grazie,
e spero ti piaccia anche questo capitolo!
Elenuccia91, ciao e
grazie anche a te. Come ho un attimo di tempo andrò a
leggere il tuo racconto!
Cap. 3
Last Christmas I gave you my heart
But the very next day
you gave it away
This year to save
me from tears
I’ll give it
to someone special…
E’
la mattina della vigilia di Natale, c’è un sole luminosissimo e un freddo
inimmaginabile, che dire pungente è poco.
Ho
impiegato una vita a sghiacciare il parabrezza dell’auto.
Sono
quasi le dieci, e finalmente riesco a parcheggiare.
Ho
tra pochi minuti un appuntamento al bar con Alice e Francesca, per fare
colazione insieme e scambiarci gli auguri di buon Natale.
Alice e Francesca solo le mie due ex compagne di
banco del liceo. Compagne di avventure, compagne di confidenze. Purtroppo non abitando
nella stessa città, e facendo lavori diversi, il tempo per frequentarci è
quello che è, ma alla fine noi crediamo che non sia importante la quantità, ma
Entro
nel locale e vedo subito Alice seduta ad un tavolino. Le sorrido e la
raggiungo.
-
Ciao Alice! –
le dico, abbracciandola.
-
Ciao Sabrina!
Francesca è come al solito in ritardo, non le è
suonata la sveglia…
-
Non si
smentisce mai! – rispondo, rassegnata.
Ci
conosciamo da una vita, e le vecchie abitudini sono brutte a morire… E i
ritardi di Francesca rientrano proprio in questa categoria.
-
Ha detto che ci raggiunge dopo, e di fare pure colazione.
Così
tra una chiacchiera e l’altra, ordiniamo i nostri cappucci e le nostre brioches. Voglio proprio esagerare, e ordino pure una
spremuta d’arancia. Adoro fare colazione al bar, d’inverno, e assaporare il
calore del cappuccino mentre osservo passeggiare fuori
Alice
mi racconta i suoi piani per le vacanze. Lei e Daniele andranno come sempre in
montagna per una settimana. Io ascolto estasiata, e le espongo la mia
situazione: zero programmi, zero certezze. Le accenno
di Danilo, ma le assicuro che per il momento ci sentiamo solo come amici. Lei
non ci crede molto, e ascoltando le sue parole, qualche dubbio in effetti viene anche a me, ma decido di non dar peso a
questa sensazione.
Francesca
dopo più di mezzora ci raggiunge, trafelata e completamente gelata: anche se ci
fossero quaranta gradi sotto zero, si ostinerebbe a spostarsi in motorino. Prende posto e inizia a togliersi tutti gli strati di abiti
che ha addosso: guanti, giubbotto, cappello, sciarpa di lana, pashmina. Sembra
non finire mai. Poi si degna di salutarci.
Le
lasciamo ordinare la sua colazione, e poi la tartassiamo per scoprire come si è
evoluta la sua storia-non storia con Riccardo.
-
Non so come
siamo rimasti – risponde – E alla fine non mi interessa
al momento. Sarà quel che sarà! – e addenta il suo
croissant.
Mi
piacerebbe prendere le cose così come fa lei. Ho
sempre ammirato questo suo modo di affrontare la vita.
Alice
intanto parte a raccontarle di me e Danilo – anche se in realtà non esiste
ancora un “me e Danilo”. E anche Francesca inizia a
fare dei commenti abbastanza maliziosi a riguardo.
Certo
che io amiche sane, no eh?
Francesca
finisce la colazione e decidiamo di confonderci tra i colori e le atmosfere del
consumismo natalizio.
Non
ci sfugge nemmeno un negozio, ci piace curiosare
qualsiasi sia il tipo di merce esposta.
Dopo
aver saccheggiato una libreria e un negozio di bigiotteria, ci buttiamo a
capofitto in una grande profumeria gremita di persone,
e ci diamo da fare per aiutare Francesca a scegliere un profumo da auto
regalarsi.
Quando
sento una voce famigliare.
Mi
volto, e vedo in fondo al negozio una sagoma diventata recentemente famigliare,
quella di Danilo. Sorrido, e decido di andare a salutarlo e magari presentarlo
alle mie amiche, quando vedo un’altra figura avvicinarsi a lui, e prenderlo
sottobraccio: una ragazza mora, che lo trascina verso il reparto dei profumi da
uomo.
E
mi chiedo perché all’improvviso è come se mi abbiano tirato
un pugno nello stomaco, perché sento le gambe deboli e le lacrime salirmi agli
occhi. Mi ripeto che è una reazione esagerata, che come al
solito non capisco niente. E mi arrabbio, mi arrabbio
con il mio cuore, che proprio sotto Natale ha deciso di giocarmi un pessimo
scherzo.
Alice
e Francesca mi guardano.
E
non lo so come fanno, perché ogni volta è così, ma capiscono tutto al volo. Mi
abbracciano forte mentre mi accompagnano verso l’auto,
perché sinceramente l’atmosfera natalizia per me è andata in mille pezzi, e
voglio solo tornarmene a casa, voglio solo accendere tutte le mie candele e
ubriacarmi di mille film strappalacrime, fino allo sfinimento.
Alice
mi saluta e mi abbraccia. Francesca mi dice di aspettarla a cena per la sera.
E
io le abbraccio tutte e due, per non lasciarmi sola e
per volermi bene.
Almeno
loro.