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Autore: Ayumi    20/12/2005    2 recensioni
Una brevissima storia ambientata nel periodo di Natale
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Last Christmas I gave you my heart

Buongiorno a tutti^^

Ecco quello che credo sarà il penultimo capitolo di questo racconto. Spero che vi piaccia, e come al solito, attendo tutti i vostri commenti, critiche e quant’altro.

Jessychan91, grazie, e spero ti piaccia anche questo capitolo!

Elenuccia91, ciao e grazie anche a te. Come ho un attimo di tempo andrò a leggere il tuo racconto!

 

 

 

Cap. 3

 

Last Christmas I gave you my heart

But the very next day you gave it away

This year to save me from tears

I’ll give it to someone special…

 

 

E’ la mattina della vigilia di Natale, c’è un sole luminosissimo e un freddo inimmaginabile, che dire pungente è poco.

Ho impiegato una vita a sghiacciare il parabrezza dell’auto.

Sono quasi le dieci, e finalmente riesco a parcheggiare.

Ho tra pochi minuti un appuntamento al bar con Alice e Francesca, per fare colazione insieme e scambiarci gli auguri di buon Natale.

Alice e Francesca solo le mie due ex compagne di banco del liceo. Compagne di avventure, compagne di confidenze. Purtroppo non abitando nella stessa città, e facendo lavori diversi, il tempo per frequentarci è quello che è, ma alla fine noi crediamo che non sia importante la quantità, ma la qualità. E il tempo che trascorriamo insieme è sempre meraviglioso.

 

Entro nel locale e vedo subito Alice seduta ad un tavolino. Le sorrido e la raggiungo.

 

-         Ciao Alice! – le dico, abbracciandola.

-         Ciao Sabrina! Francesca è come al solito in ritardo, non le è suonata la sveglia…

-         Non si smentisce mai! – rispondo, rassegnata.

 

Ci conosciamo da una vita, e le vecchie abitudini sono brutte a morire… E i ritardi di Francesca rientrano proprio in questa categoria.

 

-         Ha detto che ci raggiunge dopo, e di fare pure colazione.

 

Così tra una chiacchiera e l’altra, ordiniamo i nostri cappucci e le nostre brioches. Voglio proprio esagerare, e ordino pure una spremuta d’arancia. Adoro fare colazione al bar, d’inverno, e assaporare il calore del cappuccino mentre osservo passeggiare fuori la gente. Mi da un senso di protezione, di coccole.

 

Alice mi racconta i suoi piani per le vacanze. Lei e Daniele andranno come sempre in montagna per una settimana. Io ascolto estasiata, e le espongo la mia situazione: zero programmi, zero certezze. Le accenno di Danilo, ma le assicuro che per il momento ci sentiamo solo come amici. Lei non ci crede molto, e ascoltando le sue parole, qualche dubbio in effetti viene anche a me, ma decido di non dar peso a questa sensazione.

 

Francesca dopo più di mezzora ci raggiunge, trafelata e completamente gelata: anche se ci fossero quaranta gradi sotto zero, si ostinerebbe a spostarsi in motorino. Prende posto e inizia a togliersi tutti gli strati di abiti che ha addosso: guanti, giubbotto, cappello, sciarpa di lana, pashmina. Sembra non finire mai. Poi si degna di salutarci.

 

Le lasciamo ordinare la sua colazione, e poi la tartassiamo per scoprire come si è evoluta la sua storia-non storia con Riccardo.

 

-         Non so come siamo rimasti – risponde – E alla fine non mi interessa al momento. Sarà quel che sarà! – e addenta il suo croissant.

 

Mi piacerebbe prendere le cose così come fa lei. Ho sempre ammirato questo suo modo di affrontare la vita.

 

Alice intanto parte a raccontarle di me e Danilo – anche se in realtà non esiste ancora un “me e Danilo”. E anche Francesca inizia a fare dei commenti abbastanza maliziosi a riguardo.

Certo che io amiche sane, no eh?

 

Francesca finisce la colazione e decidiamo di confonderci tra i colori e le atmosfere del consumismo natalizio.

 

Non ci sfugge nemmeno un negozio, ci piace curiosare qualsiasi sia il tipo di merce esposta.

Dopo aver saccheggiato una libreria e un negozio di bigiotteria, ci buttiamo a capofitto in una grande profumeria gremita di persone, e ci diamo da fare per aiutare Francesca a scegliere un profumo da auto regalarsi.

Quando sento una voce famigliare.

 

Mi volto, e vedo in fondo al negozio una sagoma diventata recentemente famigliare, quella di Danilo. Sorrido, e decido di andare a salutarlo e magari presentarlo alle mie amiche, quando vedo un’altra figura avvicinarsi a lui, e prenderlo sottobraccio: una ragazza mora, che lo trascina verso il reparto dei profumi da uomo.

 

E mi chiedo perché all’improvviso è come se mi abbiano tirato un pugno nello stomaco, perché sento le gambe deboli e le lacrime salirmi agli occhi. Mi ripeto che è una reazione esagerata, che come al solito non capisco niente. E mi arrabbio, mi arrabbio con il mio cuore, che proprio sotto Natale ha deciso di giocarmi un pessimo scherzo.

 

Alice e Francesca mi guardano.

E non lo so come fanno, perché ogni volta è così, ma capiscono tutto al volo. Mi abbracciano forte mentre mi accompagnano verso l’auto, perché sinceramente l’atmosfera natalizia per me è andata in mille pezzi, e voglio solo tornarmene a casa, voglio solo accendere tutte le mie candele e ubriacarmi di mille film strappalacrime, fino allo sfinimento.

 

Alice mi saluta e mi abbraccia. Francesca mi dice di aspettarla a cena per la sera.

E io le abbraccio tutte e due, per non lasciarmi sola e per volermi bene.

Almeno loro.

 

  
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