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Autore: angelroy    20/12/2005    1 recensioni
Il biondino era addormentato profondamente. –Certo Malfoy che mentre dormi sembri persino normale... niente aria altezzosa, niente spavalderia, sei solo… tu- La mora si sciolse i capelli che quella sera erano raccolti in una coda alta e lasciò i boccoli liberi di ricaderle sulle spalle. Poi tornò a guardare quei lineamenti così fini del viso del ragazzo. Era così bello, così particolare e così dannatamente Draco Malfoy.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Toc-Toc-

-Toc-Toc-

-Ma chi diavolo è che mi sveglia al mattino così presto??! – un’arruffata Brenda che non si voleva muovere da sotto il suo adorato piumone cercava di ignorare la persona che bussava alla porta.

-Toc-Toc- questa volta più forte.

-IO ODIO ESSERE SVEGLIATA AL MATTINO!! LO ODIO! CHIUNQUE TU SIA SPERA SIA PER UN BUON MOTIVO ALTRIMENTI NON RISPONDO DI ME!-

Si alzò dal letto stizzita, sentendo il pavimento di pietra freddo rabbrividì e il suo nervoso crebbe a dismisura, non preoccupandosi di indossare una vestaglia si diresse verso la porta, decisa a ‘sbranare’ il malcapitato.

“Slyte… mh..” una risatina odiosa partì da quelle labbra sensuali.

Brenda richiuse la porta.

-Toc-Toc- “Dai.. giuro che non lo dirò a nessuno” ancora quella risatina.

-Odioso! Odioso!!!- “Draco Malfoy che vuoi a quest’ora?? Sono le –Brenda guardò la sveglia sopra il suo comodino: le 7 e 13- SONO LE 7 E UN QUARTO!!!”

“Insomma mi puoi aprire?!”

“Mh..” la porta si aprì cigolando quel tanto da permettere ai due di guardarsi in faccia.

“Dimmi che vuoi… Io stavo dormendo!”

“Lo vedo… sono solo passato a dirti ‘Auguri di Buon Natale ’… e ad avvisarti che in sala comune ci sono diversi pacchi per te. Ci vediamo dopo!”

La mora si passò una mano tra i capelli spettinati rimanendo ad osservare la figura di Draco allontanarsi con solito fare elegante.

  Natale!- tutto il suo nervosismo passò quando ebbe elaborato quelle parole. Si preparò accuratamente… dopotutto il pranzo di Natale, anche se a scuola, era un’occasione importante e sua mamma le aveva insegnato le buone maniere da tenere in tali occasioni.

Si fece una doccia, almeno scacciò  gli ultimi residui di sonno, si asciugò i capelli dandogli una piega liscia. Raramente li portava così anche se stava molto  bene perché mettevano in risalto i suoi occhi. Sotto il mantello serpeverde, che avrebbe lasciato aperto naturalmente, indossò un abito semplice ma elegante di un colore verde smeraldo, mise un filo di trucco ed era pronta. Intanto si erano già fatte le 9 e 20 del mattino. Si diresse verso la sala comune sorridendo quando vide Draco rimanere quasi a bocca aperta dopo la sua apparizione. Anche Theo, stretto all’inverosimile dal “polipo-Pansy”  era sbalordito.

“Brenduccia… ma sei stupenda!! Se volevi fare colpo sul mio Thedduccio ci sei quasi riuscita, peccato che lui mi ami alla follia!”

Il biondo e la mora si scambiarono uno sguardo complice e disgustato allo stesso tempo per quella scena. Theo non poté fare altro che sospirare.

“Ce  ne hai messo di tempo eh?” Draco aveva di nuovo il suo ghigno stampato in faccia “Ma il risultato è stato buono. Devo ammetterlo”

La ragazza arrossì ricordandosi di come gli si era presentata quella mattina… Ma cosa poteva pretendere? Che andasse a letto truccata e ben pettinata?!

“Allora apriamo i regali?” prima cosa sensata che avesse detto la vocietta stridula di Pansy.

Brenda prese a scartare i suoi pacchetti. I suoi genitori le avevano regalato un abito da cerimonia che doveva essere molto costoso… era completamente in seta nero, con un’ampia scollatura sulla schiena. Sua nonna, la sua adorata nonna, invece le aveva mandato un antico tomo di incantesimi, sapeva bene quanto la nipote amasse leggere e imparare. Pansy  al contrario aveva pensato all’aspetto prettamente estetico comprandole una serie di ombretti veramente belli. Pensava che i suoi doni fossero terminati. Dopotutto gli zii non le  avevano mai fatto regali natalizi, si limitavano giusto al compleanno.  Così si voltò verso gli amici che stavano ancora guardando i loro presenti.

Draco aveva ricevuto: dalla madre, Narcissa, un costosissimo orologio babbano, a cui era stato fatto un incantesimo per poter funzionare anche a scuola, e dagli amici delle magliette e dei boxer intimi di ottima qualità, come se ad un Malfoy si potessero regalare cose di seconda scelta.

“Brenda.. c’è ancora un pacchetto per te” Theo si era avvicinato all’albero sotto cui un attimo prima c’erano i loro regali e aveva raccolto una piccola scatolina rimasta inosservata.

“Ma…” la ragazza si rigirò il pacchetto tra le mani pensando chi potesse averlo mandato

“Insomma lo apri?? Sono curiosa!” Pansy , lasciando perdere i suoi regali si avvicinò all’amica. Gli occhi di tutti e tre i serpenti erano puntati su di lei.

Aprì la scatolina. Dentro c’era un bigliettino.

 

 

Ad una nuova amicizia”

 

“Tutto qui?? E di chi è?” la mora non badò all’amica, lei sapeva bene di chi fosse quel biglietto, e di conseguenza il mittente di quel magnifico braccialetto in argento a forma di serpente. Appena sollevato dalla scatola il serpente si attorcigliò al braccio della “padrona” destando lo stupore di tutti i ragazzi tranne quello di Draco, che, facendo finta di nulla, si allontanò nella sua stanza.

 

 

 

 

 

“Pansy, vado un attimo in camera… tu vai pure avanti con Theo.. ci vediamo in Sala Grande tra poco!”

“Come vuoi… guarda che è già mezzogiorno…”

“Tranquilla, faccio in un attimo”

Brenda aspettò che i due piccioncini lasciassero il dormitorio e poi si diresse nella camera del caposcuola serpeverde.

“Draco…” bussò piano alla porta.

“Entra… è aperto” il ragazzo era seduto su una poltrona intento a leggere un libro. “Dimmi…”

“Volevo… ringraziarti…non… non dovevi!” la mora sembrava una bambina al primo giorno di scuola, era emozionata. Il duro e impassibile Malfoy si stava rivelando un vero ragazzo adorabile… il ricordo del lieve bacio che si erano scambiati qualche giorno prima, anche se per uno stupido scherzo,  la fece arrossire ancora di più.

“Di nulla” gelido. Anzi, peggio. Glaciale. Non si era scomodato nemmeno di alzare lo sguardo verso l’interlocutrice. Aveva continuato a leggere il suo libro.

“Insomma… non è che siamo poi così amici e io mi chiedevo..”

“Mi piaceva e ho pensato che ti sarebbe stato bene. Tutto qui.”

“Ok. Comunque grazie. E se non te ne fossi accorto è ora di pranzo” Se ne andò sbattendo la porta. Quel ragazzo riusciva ad essere estremamente odioso se voleva. E sembrava lo volesse molto, molto spesso!

 

-Dio!!! Ma possibile che debba essere sempre un così perfetto idiota? – Draco si alzò dalla poltrona e scaraventò il libro per terra. –Ma che bisogno c’era di fare così? Prima faccio il romantico e poi l’idiota. Ma che diavolo mi prende??? Questo non è Draco Malfoy! No!-

 

 

 

La Sala Grande era più bella che mai: tante candele galleggiavano a mezz’aria, neve magica scendeva sull’albero gigantesco che era stato addobbato e posto ad un lato della stanza.

Gli insegnanti erano tutti molto eleganti, persino Piton che sembrava avere i capelli meno unticci del solito e la sua tunica nera era molto più raffinata di quella che portava di solito.

Seduti al tavolo vi erano già i corvonero, i tassorosso, e poi Harry, che parlava fitto fitto con Silente, Ron e la sorella Ginny, tutti e tre con indosso un maglione di lana fatto ai ferri che raffigurava un grifone che vince un serpente.

“Evviva la collaborazione fra le case…” commentò a mezza voce passando di fianco a Harry e Ron e sedendosi nel posto libero vicino a questo. Proprio non le andava di stare vicino a quell’altezzoso di Malfoy. Lo sfregiato, finita la sua conversazione, osservò la mora.

“Fuggi di nuovo da Malfoy eh?” il suo era solo un sussurro… appena udibile da Brenda.

“Non sono fatti tuoi” rispose secca versandosi del succo di zucca.

“Tsk… non ti sciogli mai eh? Eppure così arrabbiata sei ancora più bella”.

Ron gli scoccò una strana occhiata ma Harry non ci fece nemmeno caso, era divertito dal  comportamento della ragazza, dal suo carattere ed era rimasto ammaliato dalla sua bellezza. Magari il gusto del proibito, magari la fissazione che quella era una delle pochissime ragazze che gli resisteva… non sapeva neanche lui cosa avesse la Slyte da interessargli tanto, però era così. Avrebbe voluto parlarle, capire se sotto quell’apparenza gelida c’era un cuore caldo.

Draco entrò poco dopo nella Sala e, senza guardare nessuno ma accennando solo un vago saluto, si sedette vicino all’amico Theo.

Il pranzo fu uno dei più sontuosi e prelibati che le cucine di Hogwarts avessero mai offerto.

“Signorina Slyte, mi è giunta notizia che i suoi genitori stanno avendo molto successo con le trattative estere… non è così?”

“Sì, prof Silente… papà è molto soddisfatto” Brenda era imbarazzata, probabilmente il vecchio preside, cui non sfuggiva mai nulla,  aveva notato che la ragazza era persa nei suoi pensieri. Ma come poteva distogliere la sua attenzione da quegli occhi glaciali stampati nella sua mente? A volte proprio non lo capiva quel vecchio… voleva sempre saper tutto ciò che passava nella testa dei suoi studenti,  doveva essere sempre lui a decidere ciò che era giusto e cosa, invece, sbagliato. Era un ottimo, anzi superbo, mago, dotato di grande intelligenza ma, dopo cinque anni ad Hogwarts, quel monismo eccessivo, iniziava a darle sui nevi.

Finito il banchetto e brindato con una bottiglia di ottimo spumante –unica occasione in cui per gli studenti, solo degli ultimi due anni, era permesso bere un alcolico- la mora si congedò.

 

 

-Ah… magari mi sono fatta troppe illusioni…solita sentimentale che sono!- strinse forte il cuscino… in fondo non era successo niente di così eccezionale per farla rimanere tanto male… eppure era una persona sensibile, si affezionava troppo velocemente alle persone.  Guardò il serpente avvolto sul suo polso…che si fosse immaginata tutto? Tutta la sintonia che le sembrava di percepire quando erano insieme? Le risate e i dialoghi divenuti sempre più frequenti potevano non significare proprio nulla? 

Rivolse lo sguardo fuori dalla finestra. Stava cominciando a nevicare, piccoli cristalli ghiacciati si posavano sul davanzale della finestra. Si mise il mantello pesante decisa ad andare a vedere dal vivo la danza di quei fiocchi di neve.

 

Il vento era gelido. Ma nulla poteva distogliere i suoi occhi da quei fiocchi che cadevano leggeri fino a posarsi su ogni cosa, ricoprendo con un leggero velo la realtà. Aveva sempre adorato quel paesaggio, candido, soffice, puro.

Sentì dei passi, era inconfondibile lo scricchiolio dei passi sulla neve. Qualcuno le si era avvicinato ma non parlava. Non aveva dubbi su chi fosse. Si voltò fino ad incontrare quegli occhi resi ancora più chiari del normale a causa del riflesso della neve candida. Brillavano. Osservavano i cristalli scendere piano. Di nuovo si trovavano in completa sintonia. Senza bisogno di parole. Nulla poteva rovinare quel momento.

Finalmente quelle iridi splendenti incrociarono quelle castane di Brenda. Vive. Le sfumature dorate sembravano danzare e animare quegli occhi. Tutto successe senza pensarci.

Draco passò un braccio attorno alla vita della ragazza attirandola verso di sé. Le spostò dolcemente una ciocca di capelli che le si era fermata sul volto. Un brivido attraversò entrambi. Quel brivido li unì. Le loro labbra si sfiorarono, si cercarono… fino ad approfondire un bacio che esprimeva più di tutte le parole, scuse, pensieri che si sarebbero potuti pronunciare in quel momento.

 

“Ti stai congelando piccola…” la voce di Draco era dolce e melodiosa mentre stringeva ancora più a sé Brenda per ripararla dal freddo.  Lei sorrise stupita da tutta quella gentilezza.  “Vieni rientriamo…”.

 

Non sembrava per nulla imbarazzato. Era sicuro di sé, di ciò che voleva. Aveva già indugiato troppo  con quella ragazza. Da quando un Malfoy si lasciava trasportare così dalle emozioni?

La guardò. I suoi capelli inumiditi erano tornati a disporsi in boccoli che le ricadevano sul volto. Nei suoi occhi vi era un nuovo brillio. Draco non poté fare a meno di accrescere la propria autostima. Otteneva sempre ciò che voleva. Fossero oggetti o sentimenti  non faceva differenza. Aveva desiderato Brenda, ed ora eccola lì animata da una luce nuova, un bagliore di cui solo lui avrebbe potuto godere.

Però dentro la sua testa cominciarono a formularsi strani pensieri.

-E se mi lasciassi trasportare da tutto ciò? Da questa sensazione di calore che, per la seconda volta, ho avuto sfiorando le sue labbra? No.. ciò non deve succedere… non può succedere. Io ho la mia vita e i miei schemi. Sono pur sempre un Malfoy!-

Vero. Draco aveva sempre avuto tutto sotto controllo. Prima era suo padre che gli diceva ciò che doveva fare. Poi, da solo, aveva capito qual’era la sua via e si era ripromesso di percorrerla come lui avrebbe deciso, con le sue regole e con i suoi schemi. Nulla, nemmeno i sentimenti, aveva giurato a sé stesso, gli avrebbero fatto cambiare idea.

 

“Va tutto bene?” Brenda si staccò da quell’abbraccio e guardò il faccia il biondino che sembrava perso nei suoi pensieri.

Erano le prime parole che diceva dopo ciò che era successo.

Draco si ridestò dal suo stato quasi trance e si accomodò meglio sul divano davanti al caminetto, tornando a stringere Brenda.

“Certo piccola…”

“Sembravi pensieroso… forse non..volev-”

“Un Malfoy fa e ottiene sempre ciò che vuole…”

“Evviva la modestia!”

“Sai cosa intendo. Non  faccio una cosa per poi pentirmene. Mai e poi mai”

“Capisco…”

“Tu te ne sei pentita Slyte?” aveva alzato un sopracciglio in maniera sarcastica.

“Per ora no furetto! Poi vedremo….”

Inutile dirlo. Quella ragazza scherzava col fuoco. E ci provava anche gusto.

“Allora toccherà a me fartene pentire!” sussurrò , accogliendo la sua istigazione  e catturando le sue labbra in un bacio provocante.

 

 

 

 

Mancavano pochi giorni alla fine delle vacanze di Natale. La scuola incominciava pian piano a popolarsi nuovamente facendo perdere a Brenda e Draco quell’intimità nel trovarsi quasi soli in un castello. Con l’inizio delle lezioni avrebbero dovuto rinunciare a parlare fino a tarda notte per svegliarsi direttamente all’ora di pranzo, di commentare ad alta voce tra loro i libri in biblioteca, dove si ritrovavano a passare quasi tutti i pomeriggi a meno che non fossero a fare delle passeggiate per il parco di Hogwarts osservando il lago ghiacciato e la foresta proibita totalmente innevata.  Preferivano estraniarsi dalle altre persone… in particolare da Pansy che ormai rivolgeva la parola ai due quasi per obbligo. Come poteva darle pieno torto però? La sua migliore amica che si era messa con il suo ex amore… teoricamente non aveva nulla di male il fatto in sé… ma Brenda sapeva bene quanto Pansy era stata fissata con Draco… e non sopportava le occhiatine maligne che le lanciava quando la incontrava… E poi c’era Potter. Strano a dirsi… ma era diventato molto più irascibile nei confronti del biondo caposcuola. Avevano rischiato di trovarsi a duellare o di prendersi a botte più volte se non fosse sempre intervenuto, per fortuna, qualche professore a fermarli.

 

 

 

 

Piton  era appena entrato in Sala Grande quando un gufo entrò planando dalle finestre fermandosi proprio davanti a lui. Silente gli rivolse uno sguardo incuriosito attraverso gli occhialini a mezza-luna. Severus cercò di non  far notare il leggero tremore che aveva colto le sue dita mentre sfilava una pergamena dalla zampa dell’animale che ripartì senza attendere la sua ricompensa.

 

 

Gent. Severus Piton la informiamo gentilmente che gli ingredienti da lei richiesti

ci perverranno in data 8/gennaio. La preghiamo di ritirarli il prima possibile.”

 

La pergamena si concludeva con un indirizzo di Diagon Alley e una firma identica a quella del fornitore di ingredienti per il suo laboratorio.

Piton però capì subito che non poteva trattarsi di lui… in quanto non aveva ordinato proprio niente. Guardò Silente. Nulla, non si era accorto di nulla, parlava allegramente con la professoressa Sprite. Si affrettò a mettere via quella missiva come se nulla fosse. Il solo che si accorse di gesto fu Draco che si era appena seduto a fare colazione con gli altri alunni, ma senza staccare lo sguardo da Severus.

  
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