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Autore: Once upon a time    13/01/2011    1 recensioni
Violetta è una bambina triste e sola che trascorre la sua infanzia leggendo libri di qualsiasi tipo. Durante la sua adolescenza, però , succede qualcosa che cambierà per sempre la sua vita, qualcosa di magico e di inspiegabile. Trasferitasi a New York dall’Italia, ormai adulta, racconta la sua avventura durante una fredda mattina d’inverno.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Violetta prese il libro e si sdraiò sul letto appoggiando il libro al cuscino e iniziò a leggere dalle prime righe:

“ A metà strada tra lo spazio infinito e i monti più alti, c’è una terra magica, fluttuante nell’aria tra le soffici nuvole. Essa è verde e rigogliosa durante tutto l’anno, come in una perenne primavera  fatta di  profumi intensi, di prati verdi e di fiori dai colori più vivaci. In questa terra erano tutti felici grazie ai due grandi sovrani che regnavano su di essa, grande era la loro bontà che tutto il regno li amava, nessuno escluso. I due sovrani, però, non avevano figli a cui lasciare il regno e questo portava sconforto alla bella regina che tanto ne desiderava uno. Dopo aver provato in ogni modo ad avere un bambino la regina decide di rivolgersi alla strega dell’isola Kimmèrion, coperta perennemente da una fitta coltre di nebbia. Kimmèrion si trova a sette giorni di nave dall’isola della regina e ci vogliono altri e tre giorni prima di arrivare al monte Fobon, casa della strega, chiamata Magghìsa. La sovrana decide comunque di partire. Si dirige, allora, al porto della città accompagnata dalla sua ancella più fidata e indossando un mantello sale sulla nave pronta a salpare chiedendo alla cara ancella di coprire la sua partenza. La nave volò sulle nuvole per sette giorni prima di fare scalo a Kimmèrion e il volo fu senza incidenti. Arrivata sull’isola oscura la bella regina scendette a terra nella città di Kàtaras e intraprese un viaggio di tre giorni attraverso quella regione buia e mostruosa. Dopo tre freddi giorni la bella regina arrivò al monte, circondato da nubi oscure e si insinuò nello stretto cunicolo che l’avrebbe portata alla casa della strega in quel monte completamente cavo a causa di un sortilegio di Magghìsa. Arrivata nel centro del monte si trovò di fronte a un grandissimo spazio vuoto e silenzioso al cui centro c’era una piccola casetta in legno, malandata e sbilenca. Ci vollero almeno una decina di minuti per arrivare al centro del grande spazio vuoto e poter bussare alla porta della casa. Il suono del pugno sul legno della porta rimbombò in tutta l’enorme cavità così da sembrare un colpo di cannone. Allora si affacciò alla porta la vecchia Magghìsa che con un ghigno invitò la regina ad entrare. La regina espose il suo problema alla vecchia strega e quella le disse con la sua voce roca: - Avrai undici giorni di tempo per concepire un figlio con tuo marito, ma se allo scadere dell’undicesimo giorno il bambino non sarà concepito io ruberò il colore dalla tua bella chioma e mai più ti sarà possibile avere un erede - la regina, intimorita, ma sicura, accettò le condizioni e intraprese il viaggio di ritorno. Arrivata dopo tre giorni al porto di Kàtaras si imbarcò ma il quinto giorno di volo si imbatterono in una tempesta che li fece ritardare di ventitré ore. La regina era disperata alla fine del viaggio, poiché mancava solo un’ora allo scadere del tempo. Si guardò intorno rapidamente ma non c’era nessun segno di vita, la città sembrava morta. Raggiunse allora la via principale e da lontano vide una folla di persone camminare al centro dell’ampio viale. Ogni persona che aveva preso parte al corteo era vestita di nero e teneva in mano un lume acceso, in testa alla folla di persone alcuni uomini portavano in spalla una bara nera decorata in oro, in alto, sul coperchio c’era disegnato il simbolo reale, una rosa e una corona. La regina allora ebbe un malore. Pochi minuti dopo si riprese circondata da una grande folla e ebbe conferma del suo timore, il suo amato re era morto, di una malattia veloce che lo aveva consumato in pochi giorni. Venne portata  allora, sulla grande scogliera a picco sul mare dove era stata costruita la tomba del marito, quando arrivò, il corteo, si era fermato e il corpo esanime era stato messo nella tomba in marmo bianco. Il cielo era coperto e soffiava un vento leggero che scompigliava la chioma nera della bella regina che con le lacrime agli occhi si accingeva a dare un ultimo saluto al marito. La regina si fece spazio tra la folla e arrivò dinnanzi alla tomba. Col vento tra i capelli si accasciò sul marmo freddo e prima di poter versare un lamento il vento portò via il colore dalla sua chioma.
Dopo la morte del re il regno vide lunghi mesi d’inverno finché, un giorno, accadde qualcosa di strano. La neve scomparve completamente e la primavera, in tutto il suo splendore tornò sull’isola. Quel giorno, non troppo distante dal palazzo reale, una bambina era apparsa magicamente tra gli alberi del bosco reale. Questa bambina aveva portato la primavera sull’isola ed era stata accolta dalla regina come una figlia. Ella l’aveva ospitata a palazzo per alcuni mesi, ma la bambina sentiva la mancanza della sua casa. La regina, allora, dopo aver parlato col suo consigliere decise di portarla a visitare la tenuta di campagna sperando di tirarle su il morale. Il primo giorno di permanenza in campagna la regina aveva ospitato anche un suo parente, il figlio della sorella defunta. Il nipote della regina non suscitava simpatia alla bambina che aveva le sue ragioni di dubitare dell’uomo, infatti…”


Violetta allora girò la pagina, preoccupata per la piega che il racconto stava prendendo, ma con sua sorpresa la pagina era bianca, iniziò allora a sfogliare il libro ma tutte le pagine erano vuote. Allora terrorizzata scese velocemente le scale. L’atrio era completamente vuoto, non c‘era nessuno, questo preoccupò ancora di più Violetta che corse in sala da pranzo. I passi rimbombavano sul bel parquet di legno, le ricordava quello di casa sua. Arrivata in sala da pranzo trovò Kalè intenta a dare istruzioni alle domestiche e trasse un respiro di solievo alla vista della regina, aveva pensato al peggio, ma fortunatamente Kalè era sana e salva. Tornata sopra iniziò a rigirare il libro, quasi per convincerlo a raccontare altro. Dopotutto era la sua storia quella che era inspiegabilmente narrata da quelle pagine. Il libro, però, non ne voleva sapere. Dato che non è affatto normale che un libro non vada oltre le prime pagine, Violetta sperava che almeno potesse capire le sue parole e la sua richiesta di continuare la storia, ma non c’era niente da fare, dopotutto cosa si può pretendere da un libro che risucchia le persone?

  
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