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Autore: calt coouc    14/01/2011    0 recensioni
Avete mai avuto tanta curiosità da non dormire la notte? Avere a disposizione un sogno e non poterlo vivere?
Questa è la storia della piccola Elisa, curiosa quanto ingenua, adottata da un miliardario ed erede di un grande segreto.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I suoi occhi fissavano quella pagina. Non era più come prima, era troppo diversa. Ora il vecchio in tunica aveva un sorriso serio e soddisfatto e la mano tesa in avanti col palmo verso l’odierno lettore.
La cosa che però sbalordiva Elisa erano le scritte. Nonostante esse non fossero cambiate, ora, come non riusciva prima, leggeva ogni singola parola.

“Colui che legge può cambiare il proprio destino. Attenzione però, non è la natura dell’individuo ad azionare i meccanismi del tempo ma le scelte che esso fa.”

Chiare come il sole, le lettere si stagliavano sul vecchio foglio assieme alla tempera dell’uomo con la barba.
Estasiata dalla scoperta, la piccola Elisa fremeva d’eccitazione. Non lo sapeva spiegare ma in cuor suo era cosciente che gli accadimenti della notte passata c’entrassero qualcosa con le sue nuove doti.
Sfogliò ancora le pagine, ognuna di essa era chiaramente scritta a mano, la penna dell’autore, intrisa di inchiostro, lasciava qua e la delle macchie, delle imperfezioni. Erano proprio quelle a renderlo mitico e incredibile. Ogni parola era formata da simboli strani e mai visti prima. Ogni simbolo aveva un significato diverso ma uniti formavano dei principi, delle descrizioni, delle frasi, queste frasi dei periodi e così via.
La prefazione spiegava dei concetti ripresi sicuramente da altri libri: spiegava come nel mondo ci sono delle forze sconosciute e inspiegabili. Diceva fossero appena percepibili dall’individuo ma nonostante lo sforzo messo da ognuno di noi, nessuno è mai in grado di esprimerle o descriverle. Alcuni studiosi si sono cimentati nello studio di queste forze ma in pochi hanno avuto dei risultati. Uno di essi, che si firmava Rinelom, durante la sua lunga vita, aveva effettuato studi ed esperimenti atti a permettere l’utilizzo di queste forze. Poco prima di passare a miglior vita scrisse il libro da cui Elisa leggeva, dando così, come scrisse lui stesso,

“… l’occasione a chi non le conoscesse di cimentarsi in qualcosa di più grande.”

Proprio alla fine vi era un avvertimento staccato da tutto il resto del testo:

“dopo anni di tentativi, lotte serrate con potenze superiori ed energie andate in fumo, questo libro cercherà di spiegare in breve cosa sono queste forze e come si possono padroneggiare. I miei studi partono dai risultati del mio maestro che lui stesso effettuò attraverso le conoscenze tramandate da varie generazioni di uomini. Questo permetterà a te, che leggi questo libro, di scoprire un mondo tanto meraviglioso quanto spaventoso. Nonostante la raccolta di incanti siano le basi di un più grande e potente universo, essi sono abbastanza pericolosi. Maneggiateli con cura e onore.”

Finito di leggere il testo il cuore di Elisa sembrava una centrifuga. Nonostante non ci fosse nient’altro di nuovo in quella pagina, lei continuava a fissare l’oggetto in carta mentre i pensieri le vorticavano all’impazzata dentro la testa. Non riusciva ad andare oltre quella pagina con la paura di non carpire ancora a fondo tutte le spiegazioni precedenti. Era bastata poco più di una decina di fogli a sconvolgerla, cosa avrebbero fatto tutte gli altri?
Fremeva nel leggere, voleva sfogliare il libro ma aveva paura che qualcuno entrasse nella stanza e lo vedesse. Non era ancora tempo quindi, doveva attendere di essere sola. Richiuse a mala voglia il libro, lo infilò in un cassetto della scrivania, lo chiuse a chiave che e se la infilò nella catenina in modo da lasciarla sempre al sicuro attaccata al suo petto.
D’un tratto, come se i suoi peggiori incubi si avverassero, qualcuno bussò alla porta:
<< Signorina, è sveglia? È l’ora della colazione, il tavolo è pronto e Margherita la aspetta in cucina.>>
Elisa fissò la porta come a volerla chiudere a chiave col pensiero.
<< Arrivo! Un attimo >> urlò con la speranza che non entrasse.
La piccola si vestì in fretta e furia, voleva sbrigarsi a compiere le faccende giornaliere, qualcosa di più importante e curioso la attendeva.
Arrivata in cucina, Margherita, la cuoca, la aspettava con un bicchiere di latte fumante in mano.
<< Attenta che è caldo >> le disse la grassa signora con in capelli rossi ricci.
<< Grazie Marghe, sei sempre molto gentile >> la lusingò Elisa.
Con la tazza in mano si avviò verso una sedia. Ad aspettarla, sempre nello stesso posto ormai da anni, c’era il suo fiero e fedele cane Anthony. Quando il fido segugio la vide balzò in piedi e si scaraventò verso la bambina.
<< Eli! >> esclamò una vocina verso il basso.
Elisa, che ancora non si era accorta di niente, si girò verso margherita: << Si Marghe? Che c’è? >>
La cuoca stava lavorando ai fornelli con uno straccio. Si girò da Elisa con sguardo interrogativo.
<< Niente, ho forse detto qualcosa? >>
Elisa, stupita, si rigirò verso la tazza, se sorseggio il contenuto e con l’altra mano accarezzò Anthony sulla testa.
<< Buongiorno anche a te! >>
A quelle parole Elisa si girò dalla cuoca: << pensavo ci fossimo già salutate. Buongiorno anche a te Margherita.>> e si girò nuovamente a bere del latte.
Margherita, che aveva la piccola bambina dietro di se, si voltò incredula. Non le rispose e con uno sbuffo interrogativo si rimise a lavare i fornelli.
Elisa finì il latte e i biscotti preparati per lei qualche secondo prima, si alzò dalla sedia e si avviò verso il lavandino. Anthony era li con lei che la seguiva.
<< Che bello! Andiamo a giocare ora? >>
Elisa si girò di scatto verso la sua sinistra. Margherita, alla sua destra e occupata con i soliti fornelli e sembrava non aver fiatato. Incredula dello stesso gesto che stava per fare abbassò lo sguardo verso Anthony.
<< Dai! Per favore! >>
Il cane era sotto di lei che scodinzolava e con il muso di lato la guardava speranzoso guaendo.
Elisa fece cadere la tazza dallo spavento. Anthony intimorito dal botto, corse sotto la poltrona a pochi metri da lei.
<< Hey! >> urlò Margherita << che combini!? >>
Elisa si girò mortificata: << S.. Sc… Scusa >> balbettò << Sono stata distratta. >>
Margherita le fece segno di scostarsi e inizio a pulire con una scopa.
Elisa, ancora sbigottita e timorosa di arrivare alle conclusioni scappò verso il soggiorno, proprio fuori dalla cucina. Anthony ovviamente le stava dietro.
<< Palla! Palla! >> diceva ancora la stessa vocina.
La bambina fece ancora finta di niente e girò l’angolo verso l’uscita. Una volta fuori si fermò sopra le scale di ingresso, lentamente si girò verso Anthony seduto e scodinzolante di fronte a lei.
<< Anthony… >> lo interrogò fissandolo.
Quel silenzio così normale sembrava durare dei secoli. La bambina e il cane si fissavano come se qualcuno di loro aspettasse la mossa dell’altro. Si sentivano solo gli uccelli cantare e il vento soffiare. E poi, di colpo:
<< Si? >> rispose la vocina.
Elisa sgranò gli occhi.
<< Oh mio dio, un cane che parla! >> disse con il viso inorridito.
Anthony, vedendo la sua espressione si accucciò deluso.
<< Ma io parlo sempre con Elisa e lei parla con me… >>
Elisa d’un tratto, vedendo il povero cane deluso non resistette più e sfoderò uno dei sorrisi più belli che avesse mai fatto.
<< Ma certo! Io però non ti ho mai sentito! È fantastico! >>
Anthony si alzò di scatto, la sua cosa iniziò a scodinzolare come una bandiera al vento e saltò addosso alla piccola Elisa che cadde all’indietro ridendo.
<< Ti voglio bene! Ti voglio bene! >> continuava a dire il cane mentre ripassava con la lingua in tutti i punti del viso della bambina.
<< Fermo! Fermo! >> continuava a dire mentre rideva anche se non voleva che il suo fido compagno smettesse.
Dopo un altro po’ di feste, i due si sedettero negli scalini d’ingresso.
<< Anthony, come mai ora ti sento? >>
<< Non lo so >> rispose subito lui << ma ora hai un odore diverso. Cioè, non diverso, è sempre il tuo ma ha qualcosa di diverso, qualcosa in più. >>
I pensieri di Elisa partirono immediatamente incrociandosi con i ricordi della notte passata. Era ovvio che tutto questo c’entrasse con qualcosa con il libro.
<< Hey bello, ora devo andare dalla maestra, mi starà sicuramente aspettando, ci vediamo dopo >> e si allontanò all’interno della maestosa villa.
Nello stesso piano delle camere da letto, tra quella di Elisa e quella di Sir Luca si allungava un corridoio che portava alla biblioteca e alla zona ricreativa per bambini. Una stanza era stata adibita esclusivamente per le lezioni private giornaliere che Elisa prendeva dall’età di sei anni. L’insegnante, la maestra Deborah Smith, era una donna sulla sessantina, americana di nascita, poliglotta, laureata in matematica, fisica, chimica e scienze sociali. Sir Luca aveva scelto il meglio per la propria protetta.
Entrata nell’aula, Deborah era seduta alla cattedra che la attendeva con aria severa.
<< È questo l’ora di arrivare signorina? >>
Elisa la guardò con un piccolo sorriso vispo, non poteva certo usare come scusa il cane parlante.
<< Scusami Deborah, non accadrà più. >>
<< Così va meglio. Ora iniziamo. >>
Le lezioni della piccola Elisa si basavano soprattutto su fondamenti di scienza del pianeta, tutto ciò che riguardava la natura e i suoi effetti con l’uomo. Sir Luca si era sempre battuto in modo che la bambina imparasse solamente le cose essenziali per la sua crescita mentale tralasciando materie come la letteratura.
<< Oggi inizieremo un nuovo argomento di chimica: l’acqua. Come ben saprai, l’acqua è composta da atomi di idrogeno e ossigeno. Ma come vengono tenute insieme queste molecole? Gli atomi di idrogeno
sono…  >>
<<  Gli atomi di idrogeno sono attratti ad altri atomi come gli atomi di ossigeno >> la interruppe Elisa
<< perché gli elettroni sono attirati dal più vicino all'atomo di ossigeno, a causa della sua attrazione più forte per gli elettroni. Di conseguenza l'atomo di ossigeno ha una carica parziale leggermente negativa e gli atomi di idrogeno hanno una carica parziale leggermente positiva. Gli atomi di idrogeno aventi una leggera carica positiva sono quindi attratti dagli atomi di ossigeno aventi una leggera carica negativa delle altre molecole di acqua. Tali forze dell'attrazione sono denominate legami ad idrogeno. Le forze che tengono insieme due molecole in un legame a idrogeno sono molto più forti di quelle esistenti fra le molecole e gli idrocarburi. L'attrazione fra l'idrogeno e gli atomi di ossigeno provoca un punto di ebollizione molto più alto di acqua rispetto ad una molecola differente avente la stessa massa.
I legami ad idrogeno possono anche essere formati fra gli atomi di idrogeno e di zolfo o azoto, tipicamente gruppi NH2- e di SH-. >>
La maestra rimase a bocca aperta. Elisa era più sorpresa di lei ma fece finta di niente e cercò velocemente una scusa: << Hem… Ieri ho letto il libro di chimica… Sa’, a volte non so proprio cosa fare prima di andare a dormire… >>
La maestra allora si ricompose.
<< Bene. Sin dove sei arrivata a leggere? >>
Elisa allora smise di trattenersi e cominciò:
<< Per far evaporare l'acqua bisogna aggiungere energia. Le molecole di acqua, nell'acqua, assorbono tale energia individualmente e a causa di tale assorbimento di energia i legami di idrogeno, che collegano le molecole di acqua una all'atra, si romperanno. Le molecole sono ora in fase gassosa; essa è denominata vapore acqueo. Il cambiamento di fase da liquido a vapore è detto evaporazione. Durante l'evaporazione una molecola di acqua assorbe calore latente.
Le proprietà termiche di un liquido sono proprietà che riguardano esclusivamente lo scambio di calore attraverso tale liquido. Le proprietà termiche si possono dividere in calore specifico e calore latente.
Il calore specifico è la quantità di calore per unità di massa richiesta per elevare la temperatura di un liquido di un grado centigrado. Il rapporto fra calore e variazione di temperatura è espresso solitamente attraverso la relazione Q = c*m*dT, dove c è il calore specifico, m la massa e dT la differenza di temperatura. >>
La maestra era di nuovo a bocca aperta.
<< E poi >> continuò Elisa << posso ripeterle la solubilità tra gas e liquido, tra gas e solido, la riduzione, l’ossidazione, la… >>
<< Ferma! >> urlò Deborah placcandola con un gesto della mano << per Dio! Hai solo dieci anni, come fai a ricordare tutte queste cose? >>
Elisa si stava facendo la stessa domanda. Non le aveva mai studiate prima di allora. Della chimica non ci aveva mai capito niente ed ora, come se nulla fosse, aveva in testa tutti i principi e tutte le formule come se fossero impressi benissimo nella sua testa.
<< Beh… >> cercò di rispondere un po’ in difficoltà << Ho… Ieri… Io ho studiato a memoria… >> mentì.
Deborah allora la guardò sorpresa e arrabbiata.
<< Ne avevamo già parlato! Bisogna capire i concetti, non ripetere a memoria ciò che scrivono gli altri! >>
Elisa abbassò lo sguardo e si scusò senza dire una parola per qualcosa che non aveva davvero fatto.
<< Ma… Siccome hai fatto qualcosa senza che ti venisse chiesto, per questa volta lo prenderemo come uno straordinario. Hai la giornata libera. >>
Elisa alzò lo sguardo perplessa.
<< Dici sul serio? >>
<< Vai via! >> disse Deborah ad alta voce << Prima che cambi idea! >>
Elisa, ancora incredula, uscì di corsa dall’aula correndo e saltellando.
Appena Deborah la vide fuori prese in fretta e furia il cellulare. Nello schermo apparvero delle parole in inglese: “We’re ready.” Lo inviò e lo rimise in tasca con un sorriso soddisfatto. “Siamo parecchio in anticipo eh piccola Elisa?” pensò fra se e se.
  
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