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Autore: candidalametta    14/01/2011    1 recensioni
Il binario 9 e 3\4.
L'Hogwarts Expres.
Pensieri, ricordi e sbuffi di fumo dei nostri personaggi preferiti verso una scuola magica che cambierà la loro vita.
Scritta in allenamento da me e space_oddity
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Hermione


 

Hermione ha sempre amato i treni.
Probabilmente perché rappresentano la sua vita ideale, fatta di sentieri già tracciati, poche curve, unica meta.
Le ricordano i suoi progetti sullo studio forse, che partono da quel disegno lontano, che fece all’asilo, quando ancora la sua mano non sapeva tracciare parole, né tantomeno le rune antiche che già la affascinano.
Eppure le poche linee che era riuscita a mettere insieme, i colori usati, le avevano fatto rivolgere un sorriso più deciso dalla maestra, e un complimento che i suoi genitori avrebbero ricordato per sempre, facendosene scudo quando la loro bambina insospettabilmente cedeva.
“E' così intelligente.”
Hermione è sempre stata intelligente.
Per questo ha capito prima di tutti gli altri nati babbani che l’unica cosa che voleva il vecchio gufo puzzolente che da giorni batteva ai vetri della sua finestra era consegnargli una lettera.
Per questo, con aria sicura, era andata al paiolo magico a chiedere gentilmente a Tom di farla entrare a Diagon Alley.
Per questo, aveva passato la sua ultima estate non magica a studiare minuziosamente ogni singolo libro di scuola.
Senza concedersi nulla, neanche una risata per stupidaggini per esempio.
E non solo per cortesia.
E commettere errori banali, sbagliare, come è concesso ad ogni bambino.
E come tale correre su e giù per i vagoni del treno appena salita per la prima volta, controllare quanto sia effettivamente lungo, quante persone contenga, a cosa punti il rosso muso della locomotiva.
Permettersi di rimanere a ciondolare per i corridoi senza meta, con il rischio di finire addosso a qualcuno, sorridersi una volta ripresi dallo scontro e fare amicizia, in modo così scontato forse.
Come ci si aspetta da chi non sa dove sta andando e cerca rifugio nel compagno di sventura.
Troppo intelligente.
Persino per ritrovarsi in uno scompartimento con un idiota dai capelli rossi che credeva di incantarla con una stupida magia inventata.
"Sei sicuro che sia un vero incantesimo?", chiese con voce sarcastica, "Beh, non mi sembra che funzioni allora.".
Il ragazzino lentigginoso le lanciò uno sguardo di puro odio.
"Perché non provi a farne uno tu se sei così brava?", le rispose impertinente il ragazzo guardandola negli occhi, con quella smorfia imbronciata che Hermione avrebbe imparato a conoscere molto bene negli anni a venire.
Per tutta risposta lei si sistemò i lunghi capelli elettrici e si preparò a replicare con una risposta acida e tagliente, incurante delle raccomandazioni ricevute poco prima dalla madre.
Il suo ultimo sguardo mentre la salutava sulla banchina insieme al padre, agitando freneticamente la mano nell'aria fumosa e affollata della stazione.
Sulla scia del binario 9 e 3/4.

"Tesoro, ricordati che per molti mesi sarai molto lontana da casa..".
"Lo so, mamma.".
"Ricordati che è difficile convivere con tante persone, forse sarebbe meglio che tu ti mostrassi un po' più accondiscendente, almeno all'inizio. Se ti farai degli amici subito sarà più facile ambientarti, io so che a volte il tuo spirito di competizione può portarti a sembrare..  Supponente, ma..” 
“Io non sono supponente”, ribatté Hermione cocciuta
La madre non rispose, rivolgendole un sorriso rassegnato
“.. Ma questo non è l'atteggiamento giusto per prendere confidenza con una nuova scuola piena di sconosciuti.".
La madre si sporse a darle un bacio sulla fronte.
"Buona fortuna, tesoro. E divertiti!".

Hermione sapeva qual’era la cosa giusta da fare: ingoiare la replica, ritrattare, negare ed infine applaudire come una foca al presunto incantesimo di Reginald - no, Ronald - Weasley.
Peccato che Hermione Jane Granger non avesse alcuna intenzione di essere stupida, oca e, men che meno, accondiscendente.
Mostrò a quell'idiota un semplice incantesimo di riparazione sugli occhiali di Harry Potter (strano che uno famoso come lui stesse con un idiota di quello stampo) e uscì dallo scompartimento a testa alta.
Salvo poi, il fatto che avesse sentito il commento velenoso sibilato da Ronald che le fece stringere il cuore e riempire gli occhi di lacrime.
Guardando fuori da quel finestrino, ora che altri anni sono trascorsi tra i vagoni sempre uguali di quel treno Hermione può ammettere che essere intelligente non è poi così importante.
E che forse, se non avesse cercato di dimostrarlo fin dal primo momento non si sarebbe allontanata a piccoli passi lungo il corridoio del treno sferragliante, sentendosi più sola che mai, senza sapere che aveva appena incontrato quelli che sarebbero stati i migliori amici che avrebbe mai avuto nella vita.
Eppure, con un sorriso sulle labbra mentre sente avvicinarsi il carrello del dolciumi può anche concedersi una piccola rivincita.
Ammettendo che l’intelligenza a tutti i costi è anche quella che l’ha salvata da innumerevoli pasticci.
E gli ha offerto incredibili avventure.
Anche se, ancora oggi, a distanza di anni, riesce a ricordare quel lancinante momento di solitudine, quando non conosceva il luogo magico e fiabesco in cui stava andando, quando non aveva la minima idea di quello che l'aspettava. L'imponente ed eterno castello che avrebbe chiamato casa, gli spaziosi corridoi piastrellati di storia, la biblioteca stipata di libri invitanti e polverosi, l'accogliente e calda Sala Comune in cui avrebbe passato alcune fra le migliori sere della sua vita.
E ancora, le lezioni, le gite a Hogsmeade, le avventure, le indagini e quel magico momento al Ballo del Ceppo in cui sarebbe scesa dalle immense gradinate sentendosi bella e fiera come una regina. O quando, quello stesso posto sarebbe stato scenario di guerra e di sangue, quando il cadavere di Fred Weasley sarebbe stato riverso su quello stesso pavimento di pietra.
Quel momento, e tutti gli altri preziosi istanti che avrebbe passato tra quelle mura immemori erano lì che la aspettavano, racchiusi nelle pieghe del tempo, mentre si asciugava le lacrime e reprimeva la tristezza ed il vecchio treno carico di giovani maghi e streghe pieni di speranze sferragliava veloce sulle rotaie verso Hogwarts.

 

 

Ed eccoci qui. Secondo personaggio che sia io che Rob adoriamo. Sarà perchè ci ritroviamo in lei, sarà perchè in fondo Hermione è una di noi ;)

Questo capitolo è stato varamente il banco di prova per unire le nostre menti brillanti (la sua lo è di sicuro credetemi, sulla mia ... ho seri dubbi! -.-*)

In ogni caso il risultato è quanto di meglio potessimo creare, ne sono sicura. ;)

Grazie a tutti quelli che seguono ;)

L&R

 

  
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