Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: clop clop    15/01/2011    2 recensioni
Anche se lei ancora non ne era al corrente, la vita di Jude e di tutta la famiglia stava per essere cambiata, quasi sconvolta, da una serie di avvenimenti, che si sarebbero succeduti, non senza colpi di scena, nell’anno 1968. L’anno della rivoluzione culturale, in cui i ragazzi sempre più spesso scappavano di casa con le loro chitarre e i loro sogni, sperando nell’indulgenza di qualche anima buona che avrebbe concesso loro un passaggio, vedendoli fare l’autostop sulle strade nere come l’inchiostro. L’anno in cui una ragazza con una passione così sfrenata per la musica, come Jude, non poteva essere risparmiata alle mille possibilità, che si aprivano come porte sul lungo corridoio della vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

3. Galeotto fu quel foglio
 

 -Alex! Alex! E rallenta, porca miseria!- esclamò Jude, arrancando dietro di lui.
 Da circa mezz’ora la loro detenzione era terminata e camminavano nelle ampie e gremite vie di Londra, diretti a casa. Giungere alla destinazione tanto agoniata, però, si stava dimostrando più difficile del previsto, dato che, mentre Alex aveva l’aria di non voler indugiare un secondo di più fuori dalle confortevoli mura domestiche, Jude era distratta dalla miriade di fogli spiegazzati che aveva in mano. Camminava più lenta del solito, fermandosi spesso a scorrerli con lo sguardo, benché ormai si poteva benissimo dire che li conoscesse a memoria. Alzava gli occhi giusto il tempo necessario ad imprecare ad alta voce contro Alex o ad evitare lampioni, aiuole e persone sbigottite che le si paravano davanti.
 Finalmente Alex si decise a fermarsi un attimo e si voltò verso la ragazza. Jude, che naturalmente stava rileggendo quelle pagine stropicciate per l’ennesima volta, non si accorse di niente e per poco non gli rovinò addosso.
 -Che... Oh, ancora quella canzone!- sbottò Alex. -Se continui così ci perderai la testa, dannazione!-
 Jude scosse la testa, fissando davanti a sé. Lei era cosciente che nessuno potesse comprendere il legame profondo che allaccia una canzone all’autore. Neanche lei avrebbe saputo descriverlo; era qualcosa di simile ad un vincolo affettivo, lo stesso che avrebbe potuto provare un pittore per i suoi quadri o uno scrittore per i suoi libri. Quella canzone, quelle poche note scaturite dalla sua testa alla sua matita consumata, era parte di lei, come tutte le altre che aveva o avrebbe messo nero su bianco.
 -Quello che non capisco è perché continui a rileggerla se ormai l’hai imparata a memoria?- riprese il ragazzo con tono cantilenante di fronte al suo silenzio ostinato.
 -Quello che non capisci è perché non puoi capirlo- rispose Jude, in un tono che sarebbe sembrato a chiunque piuttosto insolente.
 -Oh oh oh, vacci piano! La storia della piccola artista incompresa con me non funziona- ribatté lui, deciso a tenerle testa.
 Jude si voltò e lo fulminò con acidità, fingendosi offesa.
 -Tsk!-
 -Ehi scherzavo!- si affrettò ad aggiungere Alex notando subito lo sguardo stizzito di Jude. -Non pensi di essere diventata... ehm... un po’ troppo suscettibile?- riprese, una volta che avevano ricominciato a camminare.
 -No!- esclamò subito lei, così forte da far sobbalzare una coppia di anziani che passeggiavano davanti a loro. -Cioè... lo sono?- chiese implorante, voltandosi verso di lui.
 -Beh... sì.-
 I due svoltarono in una strada più piccola e meno affollata, mentre i due vecchietti spaventati da Jude li guardavano in cagnesco, lamentandosi della gioventù degli ultimi anni.
 -Comunque non posso farci niente- concluse lei e si strinse nelle spalle guardando l’asfalto sotto le sue scarpe.
 -Sì, ho notato.-
 -Non è così semplice- replicò ancora lei. -Hai presente la sensazione che provi quando ti riesce bene un assolo alla batteria?- domandò fiduciosa, voltandosi a guardare l’amico.
 -Aha- Alex ricambiò lo sguardo.
 -Ecco. Io avverto la stessa cosa quando suono o canto o quando riesco a buttare giù qualche nota ben assestata. E’ qualcosa di simile alla soddisfazione, ma diversa, migliore. La percepisco ogni volta e sento che mi avvolge, fino a formare un’aura tutta sua- Jude distolse lo sguardo, per poi guardare verso l’alto e socchiudere gli occhi. -Ed poi, così all’improvviso, io non sono più Jude, l’ostinata, l’insignificante Judith Madison. Alex, io entro nella musica. Sento di riversarmici dentro e di essere un tutt’uno con quello che sto suonando.-
 Alex la fissava con gli occhi sbarrati, ammutolito da quella cascata di rivelazioni, mentre sue gambe si muovevano meccanicamente. Le parole gli si erano bloccate in gola, insieme alla spiacevole sensazione di essere diventato incapace di dire qualcosa di sensato.
 -Sì, lo so, è strano- ammise Jude, intercettando la sua espressione. -Ma è quello che provo e, anche se potessi cambiarlo, non lo farei.-
 -E... e secondo te mentre io provo un assolo ho il tempo di fare tutto questo ragionamento contorto?!- esclamò dopo un po’ di tempo Alex. -Senza offesa, Jude, ma suonare una batteria è molto più complicato che pizzicare qualche corda a casaccio e cantare Giro giro tondo.-
 Jude sospirò e si fermò a guardarlo con gli occhi ridotti a due fessure.
 -Alex?- gli disse.
 -Sì?-
 -Sei proprio un cretino!- esclamò, senza riuscire a trattenere le risate. -Giro giro tondo! Ma che cazzo!?-
 -Beh, se preferisci c’è anche Se sei felice tu lo sai batti le mani- sforzandosi di rimanere serio.
 -Ciao, Alex- lo salutò Jude rassegnata, prima di svoltare l’angolo dove si separavano sempre per tornare a casa.
 -A domani!- esclamò lui. -E non dimenticarti di Ma che bel castello, Marco-ndiro-ndirondero!-
 -Sei da ricovero!- gli urlò dietro Jude, mentre si allontanava.
 Però, in effetti, forse Alex aveva ragione; forse lei stava davvero diventando paranoica. Del resto nessuno le assicurava che le sue canzoni sarebbero mai potute piacere ad un discografico. Jude calciò una lattina ammaccata davanti a sé, facendola finire nel ben mezzo della strada, dove venne immediatamente schiacciata dalle ruote di un furgone. Incrociò le braccia e sospirò.
 Possibile che fosse sbagliato impegnarsi con tutta sé stessa per cercare di raggiungere un traguardo, quasi astratto, che restava immerso totalmente nella foschia dell’incertezza?
 Questa la domanda che non riusciva a togliersi dalla mente. Accompagnata dall’idea che si stesse soltanto illudendo.
 Sbuffò spazientita, pensando che solo un attimo prima stava ridendo a crepapelle, mentre ora si sentiva quasi svuotata.
 Il vento le scompigliò i capelli, mentre trascinava con sé alcune pagine di giornale abbandonate sul marciapiedi e un pezzo di carta spiegazzato dall’aria stanamente familiare...
 Jude, in preda ad un dubbio sinistro, ricontrollò le pagine che portava in mano, per poi accorgersi con orrore che ne mancava una. Doveva esserle sicuramente caduta mentre rifletteva.
 -Oh merda!-
 Si voltò di scatto e cominciò a correre più veloce che poteva per riafferrare quel foglio. Questo, però, sembrava non avere nessuna voglia di ritornare tra le grinfie della ragazza: ogni volta che lei riusciva ad avvicinarsi, una folata di vento lo spediva ad un paio di metri di distanza. L’unico lato positivo era, forse, che Jude riuscì ad evitare l’ennesima figuraccia davanti a dei cittadini sgomenti per il suo comportamento strambo, perché in quella strada non c’era nessuno. Nessuno all’infuori di un uomo con una giacca nera, che fumava appoggiato al muro di una palazzina. In effetti Jude si accorse della sua presenza solo quando lui riuscì a fermare il via vai dello spartito, afferrandolo abilmente con la sinistra.
 -Credo che questo sia tuo- le disse l’uomo da lontano, mentre Jude gli si avvicinava ansante.
 -Non so davvero come ringraziarla- disse lentamente lei, mentre cercava di riprendere fiato.
 -Di niente. E non darmi del lei, per piacere. Mi fa sentire vecchio.-
 Jude ebbe l’impressione di aver già sentito la sua voce. Però era impossibile che lo conoscesse, dato che gli unici ragazzi che frequentava erano Alex e la sua band. Che fosse stato un suo parente? Un vicino di casa che non aveva mai visto? Uno degli amici di Ellie? Eppure qualcosa le suggeriva che non era niente di tutto ciò.
 Appena fu abbastanza vicina da poterlo guardare in viso, lui si voltò verso di lei. Jude per poco non spalancò la bocca nello scoprire che era identico ad uno dei suoi idoli.
 -Una canzone, eh? L’hai scritta tu?- le chiese gentilmente.
 -Ehm... sì.-
 -Non è finita- osservò ancora l’uomo.
 -Oh questo è il resto dello spartito- spiegò lei, porgendoglielo.
 Non sapeva nemmeno lei cosa l’avesse spinta a far leggere la sua canzone ad un perfetto sconosciuto; molto probabilmente era merito dell’aspetto dell’uomo, così simile ad un membro di una delle sue band preferite.
 -Sei brava, Jude- commentò quello dopo un po’.
 -Come fa a sapere il mio nome?-
 -Beh, hai firmato la canzone alla fine- le rispose lui con un sorriso. -E, per cortesia, dammi del tu.-
 A quel punto Jude non riuscì proprio a trattenersi.
 -Tu assomigli molto a Paul McCartney.-
 L’uomo si lasciò sfuggire una risata e tentennò la testa.
 -Oh mio Dio!- gridò Jude, sgranando gli occhi e portandosi le mani alla bocca.
 
 
 
 Notes:
 Ritardo imperdonabile, lo so. Chiedo venia a tutte le anime buone che seguono questa mia fic, ammesso che ci siano ancora e che non abbiano deciso di abbandonarmi al mio destino. Me lo meriterei proprio. E no, non siete tenuti a scusarmi (sempre ammesso e non concesso che ci siate ancora), merito tutto il vostro disprezzo. Appena finirò di postare questo capitolo vi prometto che mi punirò come l’elfo domestico Dobby.
 Beh, dopo questo mio inutile intervento passiamo alle recensioni. Ah e, tra parentesi, ringrazio di cuore tutti coloro che si prendono la briga di leggere e commentare i miei capitoli: all’inizio credevo che questa mia storia sarebbe passata completamente inosservata. Grazie a tutti! ^^
 E ora che ho finito di provare il mio discorso per quando riceverò un un Oscar (cioè mai) passiamo veramente alle recensioni. u.u
 
Little Darling: Eh sì, mi sembrava giusto dare a Yoko un lato più sensibile e non dipingerla come ‘la strega cattiva’. xD Anch’io credo che John si sia pentito di aver trascurato Julian, d’altronde gli voleva davvero molto bene. Grazie per i complimenti, spero che anche questo capitolo sia accettabile. (:
 
Zazar90: Ah beh, Alex sì che è un bel tipo e poi lui e Jude sono così legati, proprio come due fratelli. In effetti spesso sono anche compagni di sventure, come questa volta. Yoko e John poi sono davvero tenerissimi, hai ragione! ** Anche se lei non mi sta proprio simpaticissima, sono sicura che si amavano tanto ed erano felici insieme. :D
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: clop clop