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Autore: GreenNightmare    16/01/2011    5 recensioni
La vita. I problemi. La rabbia.
Le feste. Le sbronze. Le fughe.
2011. Una nuova generazione di punk fiorisce al Gilman, piena di voglia di urlare, di pogare, di scandalizzare la società perbenista che li circonda e sembra volerli soffocare.
Loro sono Sallie, Joe e Larry. E poi Joey. E poi Ramona ed Estelle-Desirée, Max, Travis e Cole. I Green Day e gli Emily’s Army.
Questa è la storia raccontata in prima persona da lei, Sallie Sander, quindicenne punk che sfugge alle grinfie di una vita che teme e rincorre invece le sue chimere e la sua libertà. E poi, incappa nell’amore.
E poi fugge, inciampa, si rialza, va sempre avanti. Perché, come le hanno insegnato tre persone particolari,
non è finita finché non sei sottoterra.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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13 Gennaio
Sono stanca morta ma ti devo assolutamente raccontare quello che mi è successo!

Come al solito è nato tutto da Joe. Ovviamente.

Oggi ero a casa che cazzeggiavo annoiata e ascoltavo musica, le solite cose insomma. A un certo punto qualcuno ha bussato alla porta, ho aperto ed era Joe.

Appena l’ho visto mi è preso un colpo. “Che cazzo hai fatto alla testa?!” sono state le mie prime parole. E poi: “Ti sei lavato i capelli con il formaggio fuso per caso?”. Signore e signori, Mr Joe Marshall si è tinto i capelli di giallo. Attenzione, non biondo. Giallo canarino.

“Buongiorno anche a te Sal” ha sbottato “anch’io sono felice di vederti”.  E’ entrato e si è spaparanzato sul divano cominciando a fare zapping, mentre io lo osservavo con le mani sui fianchi.

“Sei venuto per qualche motivo in particolare o hai solo voglia di scroccare cibo e TV come al solito?” gli ho chiesto piuttosto acidamente.

“Mmm, entrambi i motivi credo”.
Mi sono seduta accanto a lui, cercando di non guardargli i capelli: erano orribili.

“Ho un piano grandioso” ha aggiunto poi mentre già si stava dirigendo verso il frigo.

“Questo piano grandioso include tingersi i capelli color pannocchia? Perché se si tratta di questo la risposta è no.”
La sua testa gialla è spuntata dalla cucina “Davvero non ti piace la mia tinta?”

“No. La tua testa sembra un piatto di pasta allo zafferano”. Joe ha ridacchiato scrollando la testa. “No, comunque non si tratta di questo” ha detto frugando nel frigo. Poi, dopo aver tirato fuori un hot dog avanzato da ieri sera, è tornato a sedersi e, tra un morso e l’altro, si è deciso a spiegarmi il suo Piano Grandioso. Che, ho dovuto riconoscere, effettivamente era proprio grandioso.

“Sai cosa succede stasera, vero?” Ho fatto una smorfia. E come no. Come non potevo saperlo? Il concerto degli NOFX. Io, Joe e Larry ne parlavamo da settimane. Eravamo eccitatissimi alla sola idea, peccato che il concerto fosse a Berkeley e i nostri genitori non avessero alcuna voglia di accompagnarci.   

Comunque, Joe ha sorriso alla mia smorfia. “Mi sono informato un po’ in giro” ha detto sorridendo furbescamente “e ho scoperto che il concerto si terrà in un locale malmesso, una vecchia topaia in pratica. E per entrare non si paga neanche il biglietto. Quindi abbiamo ancora una possibilità di andarci!”

“Si, molto bello Joe” ho risposto scetticamente “ma rimane il problema principale, e cioè: come diavolo arriviamo a Berkeley?”
E qui ha sorriso ancora. “Ho un amico che può darci un passaggio. Lui ha la macchina e deve andare a Berkeley oggi!”

Beh, questa sì che era una NOTIZIA BOMBA!

Sono scoppiata a ridere e abbiamo improvvisato un balletto nel salotto. Io adoro Joe Marshall!

“A che ora andiamo?”

“Verso le sette. Cioè tra due ore. Mia madre non mi lascerà mai ma ovviamente non le ho detto nulla… Crederà che andrò a cazzeggiare per Rodeo come sempre. E i tuoi?”
Anche Joe è cresciuto senza un padre. Per lui però è stato diverso: suo padre se n’è andato di casa quando Joe aveva due anni e da allora non si è più visto.

“Non dirò niente a mia madre, non voglio correre il rischio che mi dica di no, perché mi chiuderebbe in casa: sa che ci andrei in ogni caso.”

“Ok, perfetto. Sicura di non volerti tingere i capelli?”

“Se si parla ancora di quella roba schifosa che hai in testa, mai!”
Due ore più tardi siamo andati in Balboa Street, dove ci aspettava il famoso amico di Joe:  una specie di punk con una cresta azzurra che sfidava i limiti della gravità.

“Pronti ragazzi?”

“Certo” ha risposto Joe. “Come hai detto che si chiamava il posto?”

“Gilman street. Andava fortissimo negli anni Ottanta, ma ormai è in decadenza. E’ lì che hanno esordito i Rancid e i Green Day.”

Ho sbuffato. Ancora Green Day?! Basta!

“Gilman street? Mai sentito” ha osservato allegramente Joe sedendosi accanto a me sul sedile posteriore.

 


Ok, questo capitolo è palloso e troppo lungo. Grazie mille a chi mi segue e recensisce:). Ce la sto mettendo tutta, ma so di essere piuttosto mediocre. Spero comunque che piaccia. 
 
  
  
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