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Autore: CherCrue    16/01/2011    2 recensioni
You know where you are You're in the jungle baby You're gonna die E se Axl avesse qualcuno capace di tenerli testa come finirebbe? Mah... Scopriamolo
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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You know where you are? You are in the jungle baby!!
Capitolo 38: Una parte di lui che conoscevo solo per fama.


Sentivo il suo sguardo fisso su di me, ero appena rientrata e nella mia testa girava vorticosamente una sola frase: Non hai mai pensato che tu e Slash vi piacciate?
No, sinceramente no. Non ci avevo mai pensato e devo dire che non ero intenzionata in alcun modo a farlo. Sono ubriaca e anche leggermente fatta e ora pensare a Slash mi avrebbe recato solo danni traumatici al mio essere, sono molto brava a confondere amore per semplice amicizia, l'avevo fatto prima con Axl e Fede poco prima.
Solo adesso me ne rendo conto, solo adesso mi rendo conto che forse ho fatto male a giudicarlo così, forse ho fatto male ad incavolarmi e andarmene. Infondo, non era successo nulla e non avevo neanche concesso ad Axl la possibilità di spiegarmi come mai di quel comportamento ingiusto e adesso lui sarà certamente incavolato come una iena e incapace di capire il motivo della nostra assenza. 
Scossi la testa rammaricata, quasi certamente mi stavo facendo illusioni inutili, credo sia più reale che sia uscito a farsi una birra e trovare la nuova preda della serata.
Aprì la porta del locale e feci per entrare, lo vidi al bancone con Izzy e Steven che rideva e scherzava visibilmente brillo.
Non ho ben presente cosa mi successe in quel momento e non vorrei mai che qualcuno mi chiedesse il motivo di questa mia azione improvvisa.
Uscì dalla porta, dalla stessa in cui poco fa entrai e corsi più veloce che potei, se doveva finire almeno che non andasse tutto a puttane senza un litigio! 
Non avevo mai avuto molto fiato, eppure ora ne avevo tanto bisogno. Questa era una di quelle volte nella vita in cui rimpiange un difetto, anche perchè a scuola lo trovavo un magnifico pregio e allo stesso tempo una perfetta giustificazione.
 
Cercai lo stesso di correre più che potei, la casa di Duff non era molto distante, non ci avrei messo molto.
In una decina di minuti mi ritrovai a percorrere il viale di casa, quando fui davanti alla porta d'ingresso pregai con tutta me stessa che non fosse chiusa, i ragazzi aveva la menefreghista abitudine di lasciare la porta aperta, una volta chiesi se qualche ladruncolo non fosse già passato di lì e la risposta più seria che mi diedero era che in quella casa c'era nulla e che fosse più probabile che sia il ladro stesso a portare roba in casa.
Posai la mano sul pomello unto, e feci pressione con gli occhi chiusi.
L'attimo di panico in cui non ebbi più la forza di aprire di aprire la porta fu d'obbligo, pensai in un momento di tornare al locale e fare finta di nulla. Tirai fuori un po' di quel poco coraggio che scomparì il giorno in cui conobbi Axl ed entrai.
La luce in cucina era accesa e mi diede un po' di speranza, ma non era lì: c'era solo Federica che mangiava nel più assoluto silenzio una tazza di latte con cereali. La guardai curiosa, sospirò pentita e mi indicò con la testa il piano superiore, Axl era in casa e io mi sentì sollevata, difatti sorrisi debolmente. Si, perchè ammetto che avevo sperato che fosse in casa, che per lui fossi un minimo importante, almeno da pensare prima a cosa faceva.
 
Uscì dalla cucina senza guardare Fede, ero ai primi scalini quando la sentì chiamarmi. Ritornai in cucina, ma non la guardai in faccia. Avevo appena capito che non ero arrabiata con Axl, almeno non quanto lo ero con lei.
 
«Scusami» mi disse sincera «Senti, dopo dovremmo parlare.» continuò lei guardandomi nervosa, le annui apatica e uscì per la seconda volta dalla cucina, mantenendo il silenzio.
 
Avevo fatto tutte le scale, era in camera sua. Era l'unica stanza con la porta chiusa dell'intero corridoio e poi, si vedeva dalla fessura della porta la luce fiocca che ne derivava da dentro. Aprì la porta cercando di essere il più silenziosa possibile e ringraziai il fato che quella casa avesse tutte le pecche possibili tranne le porte cigolanti.
Lo trovai appolaiato sulla sedia con la schiena ricurva sopra la mezza scrivania. Una marea di fogli lo circondavano disordinatamente, alcuni erano perfino buttati a terra: accartocciati, strappati o semplicemente caduti a terra ancora integri.
Mi avvicinai piano, avevo terrore di cosa potesse accadere: strano.  Aveva sbagliato lui e io avevo paura delle conseguenze, anche il mio comportamento nei suoi confronti non è stato dei migliori: me ne ero completamente fregata e sono uscita con gli altri lasciandolo lì. 
Legai il suo collo tra le mie braccia e sprofondai il viso tra i suoi capelli, aveva un profumo fantastico e io ne rimanevo sempre estasiata.
 
«Che fai?» chiesi cercando di mascherare un po' di paura.
«Cosa vuoi?» mi chiese freddo, in risposta. Giurai che per un attimo smisi di respirare, era freddo e duro, un lato di lui che conoscevo solo per fama.
Non risposi. Non ne ero capace.
«Dov'eri?» mi chiese con la solita fredezza, visto che non risposi alla domanda precedente.
«Ero fuori con gli altri.» dissi piano.
«Gli altri chi?» chiese un po' più incazzato, poteva essere che non avesse preso in considerazione la possibilità che fossi in giro.
«C'erano: Duff, Mac, Slash, Steve e Izzy» dissi con calma apparente.
«Perchè non mi hai chiamato per uscire?»
«Dormivi, non mi andava. Poi ho provato, ma non c'è stato verso di svegliarti» dissi mantenendo la calma.
«Non centra nulla Federica?» mi chiese tagliente smettendo di scarabocchiare sul foglio.
«In che senso, scusa?» chiesi inarcando un sopracciglio. Possibile che sapesse già tutto e non mi avesse detto nulla, perchè?
«Nel senso: non è che non mi hai chiamato perchè mi hai trovato con Fede?»
«Si» dissi sconfitta, era inutile mentire con lui, era troppo furbo. 
«E allora, perchè non mi hai chiamato per chiedermi come mai stessimo dormendo insieme a Federica?» 
«Perchè ero incazzata, Axl!» dissi con uno strato stato d'ansia.
«Mi stava chiedendo come dirti una cosa che vuole dirti entro stasera.» 
«Se è per la partenza di questo fine settimana, può levarsi un peso. Non ha nulla da dire, so già tutto e mi basta così. Dille pure che può partire in pace.» dissi acida.
«No, non io. Perchè non vai a dirlo al suo ragazzo, così glielo dice lui.»
«Non si può, si sono lasciati e giustamente lei è subito venuta a consolarsi con te!» mi alzai in piedi allargando le braccia.
«Ah, ecco qual'è il punto. Tu sei gelosa!» disse voltandosi verso di me per guardarmi malizioso, mi chiedo cosa ci trovasse di perverso nella mia gelosia. «Ma sai cosa in realtà mi fa incazzare di brutto? Il fatto che a me da alla testa il tuo rapporto con Slash e te non te ne accorga. Oppure te ne accorgi e te ne sbatti altamente!» continuò lui nervoso.
«Perchè Slash?» dissi scandalizzata.
«Perchè bho! Non ne ho la più pallida idea, so solo che quando vi vedo insieme mi sale il sangue al cervello!» disse alzando le spalle calmandosi leggermente.
«Ma è il mio migliore amico!» mi giustificai.
«Come se non lo sapessi! Sono anche consapevole che non posso permettermi di dirti di non frequentarlo, ma per favore non abbracciartelo e baciartelo davanti a me!»
«Ok, va bene.» dissi «E io?» chiesi ragionandoci un attimo.
«Cosa?» chiese spaesato.
«Io, come dovrei fare? Tu, sei sempre accerchiato da ogni possibile essere con una figa!» dissi con gli occhi lucidi.
«Vik» disse alzandosi e venendomi incontro «non mi sarei mai messo con te se volevo fare il cazzone in giro, se sto con te è perchè voglio stare con te! Mettitelo in testa!» mi disse sorridendomi e abbracciandomi. 
 
Possibile che riuscisse a farmi sorridere sempre?
 
***
 
«Che cosa le hai detto?» mi chiese con sincerà curiosità mentre uscivamo dal locale abbracciati.
«Nulla, le ho chiesto come va e le ho anche detto di provare a pensare alla possibilità che le piaccia Slash!» dissi tranquillamente.
«Che cosa le hai detto?!» mi chiese scandalizzato, mi voltai incredula e lo trovai che mi guardava ad occhi spalancati come se avesse appena visto un mostro.
«Quello!»
«Perchè le hai detto una cosa del genere?» mi disse bloccandosi di colpo. Cosa faceva ora, si preoccupava ancora per lei?
«Stai tranquillo! Per come la conosco sarà corsa da Axl!» mi disse scrollando le spalle.
«Ma?» Come ma?
«Ma cosa?» chiesi, appunto.
«Ma c'è qualcosa che non ti quadra e che non mi vuoi dire,» disse in un sospiro
«No, solo vorrei vederla felice Duff, ma felice veramente. Eppure, con Axl non lo è ancora stata.» socchiusi gli occhi, era vero. In vita sua poteva dire di aver visto tutto tranne che la felicità, anzi anche quella, ma il massimo che è durata è stata tre mesi se non di meno. Su circa vent'anni di vita può vantare la bellezza di tre mesi di felicità? No, non mi piace questa cosa.
Quando tutto è iniziato, parlavo di Axl e Vik ammetto di aver pensato che fossero perfetti l'uno per l'altro, ma se non fosse così, se non fosse Axl la persona giusta per lei? Io questo non lo posso sapere,
So solo che quando vedo i due piccioncini insieme, e intendo Slash e Vik, la vedo ridere, scherzare, giocare e stare bene. Cosa c'è di più importante per un'amica? Nulla, penso.
Ora basta però, sto trascurando la mia di felicità per la mia amica, non che non fosse importante, ma per come la conoscevo Vik non avrebbe mai voluto una cosa del genere.
Lo bloccai di colpo, facendo aderire saldamente i nostri corpi. Legai le sue braccia sulla mia schiena e solo quando fui sicura che la sua presa era salda lasciai le sue di braccia per portare le mie intorno al suo collo.
Lo guardai neglio occhi, sorrisi, lui mi faceva stare bene e veramente tanto. Ci baciammo con passione e dolcezza perfettamente fusi, affondai piano piano le mie mani tra i suoi capelli, mentre le nostre lingue si conoscevamo come mai avevano fatto. Il tutto divenne più spinto quando le sue mani finirono sul mio culo e lo strinsero nei palmi.
Poco dopo ci trovammo nei sedili posteriori dello sgangherato pick-up di Izzy. In poco tempo ci trovammo tutti due senza magliette varie e reggiseni. Giocò per un po' con i miei capezzoli che ormai erano turgidi e io inarcai la schiena. Mi misi a giocare io con i suoi capezzoli e a poco a poco scesi  quando mi trovai all'altezza dell'ombellico capì che era ora di darsi da fare.
Capiamoci, non mi era mai piaciuto fare cose di questo genere. Ma sapete quando una donna ha le proprie cose e hai a che fare con un donnaiolo come questo è sempre meglio accettare e tenerselo stretto, ed era quello che stavo facendo io.
Presi il suo sesso con le mani e con movimenti regolari inziai a scendere e salire, poi dopo un po' lo presi tra le mie labbra iniziando a baciarlo e succhiare. Sentivo Duff da sopra respirare affanoso e non fece altro che rendermi un po' più felice di quello che facevo, continuai con il mio lavoro per un po' di tempo e Duff teneva i miei capelli in una disordinata coda per aiutarmi a leviare il fastidio che potevano recarmi i capelli. Quando il respiro affanoso divenne un ansimare violento capì che stava per venire, così con poca voglia ma tanta arresa lo ripresi con le mani e fini il 'capolavoro'. Venne e sospirò felice.
Lo baciai dolcemente, per quanto potesse farmi schifo un atto del genere, vedere il suo sorriso mentre mi baciava dolce mi accontentava.
 
Tanto prima o poi lo faremo caro, io sono in astinenza!
 
«Amore io voglio scappare via, con te e basta!» mi disse accarezzandomi i capelli. Dopo il giochetto eravamo rimasti li a coccolarci. Era circa mezz'ora che il silenzio dominava l'atmosfera, quando se ne uscì con questa frase. 
«Anche io amore, vorrei tanto e lo sai. Solo non puoi.» dissi sorridendo, lo so che non era momento di dire quella frase, ma sono fatta così e non riesco a fantasticare su una cosa che non c'è e che non ci potrà mai essere.
«Che palle che sei tesoro!» Un'altra cosa, sapevo che a lui dava leggermente fastidio questa parte del mio carattere e a me piaceva ancora di più. 
«Lo so, amore.» dissi felice. Con lui ero felice, sempre. Quindi mi chiedevo perchè pensare di scappare in un altro paese quando non si sa per quanto questo sogno possa ancora durare, godiamoci i momenti che passiamo insieme qua a Los Angeles e basta.
«Allora, stiamo qua o andiamo a casa?» 
«Non voglio andare a casa!» dissi piagnucolando, lo sentì ridere debolmente.
«Stiamo qua, Tanto quei tre ubriaconi vanno a casa a piedi. Se c'è una cosa responsabile che hanno imparato nella loro vita è che non si guida da ubriachi! Ecco perchè vanno sempre al rainbow!» disse Duff ridendo.
«E quando ci ubriachiamo che siamo lontani da casa, a Izzy tocca bere di meno per poter tornare a casa sani e salvi.»
«Poverino!» dissi ridendo,
«Ah no no, lui si rifà a casa!» 
 
Poco dopo ci addormentammo, abbracciati.


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Buonasera, ecco il nuovo capitolo! :) Sempre corto per colpa di questo tempo ridotto :(

Grazie mille a chi recensisce e a chi legge ;) Continuate così...

Mi spiace tanto, da Cher 


 
  
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