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Autore: londonlilyt    21/12/2005    1 recensioni
"I loro sguardi si incontrano attraverso il salone affollato, quello di lui scuro e vellutato come la notte, quello di lei terso e chiaro come il cielo a primavera. Lui sorrise sicuro,facendo scorrere gli occhi lenti sulle curve di lei, come in una morbida carezza, mentre il sorriso si allargava facendogli brillare le pupille scure come il peccato...." L'idea di questa ff mi e' venuta dopo aver visto Mr.&Mrs Smith, quello con Angelina Jolie e Brad Pitt...non l'avete visto!! e che aspettate!! alla fine, indipendentemente dalle vostre preferenze sessuali, ve li fareste tutti e due! Quindi i nostri due protagonisti sono due spie, lei e' una freelance lui invece lavora per il governo inglese, le loro strade si incontrano un giorno per caso e da quel momento scoppia il putiferio.....
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La porta della camera d’albergo di Sasha si spalancò con violenza andando a sbattere rumorosamente contro il muro, lasciando passare la coppia che avvinghiata continuava a baciarsi.

Il bacio della buona notte iniziato in strada, era continuato nell’ascensore, nel corridoio, diversi minuti davanti alla porta chiusa, ed ora continuava anche mentre i due cadevano di peso sul letto.

Oramai ai campanellini di allarme che avevano iniziato a suonarle in testa si era aggiunta una sirena con i lampeggianti  rossi di estremo pericolo, la vocina che continuava a chiedere il sangue del colpevole di tanto sconvolgimento, era armata fino ai denti pronta a morire in battaglia, mentre tutto il suo corpo si ribellava ignorandola e i suoi ormoni facevano festa.

Etienne era totalmente perso nell’euforia del momento, non riusciva a smettere di baciarla e di accarezzare ogni centimetro di pelle su cui riusciva a posare le dita, era così morbida e calda che gli veniva voglia di urlare dal piacere di averla tutta per se quella notte.

Senza interrompere il bacio, le fece scivolare una mano sul ginocchio accarezzandole delicatamente la coscia e portandosi dietro la gonna sollevandogliela intorno alla vita e scoprendo nuovi punti sensibili da acarezzare.

Sasha cercava di riprendere fiato e rimettere ordine nella sua testa, tutto vorticava troppo velocemente attorno a lei, aveva bisogno di qualche minuto per pensare.

-Non credi di...stare andando un pò...troppo veloce?-

-Sono mesi che aspetto...credimi sto andando anche troppo lento!-

Lei stava per uscirsene con una battutaccia su buchi nei muri e bambole gonfiabili, ma si trattenne, non era il momento di provocarlo a quel modo. Erano mesi che aspettava? Pensò all’improvviso, che voleva dire? Che erano mesi che stava in astinenza? No, non poteva essere! Non un tipo come lui! Ma se invece...

Sasha allungò una mano cercando di aprire il casseto del comodino, se le cose dovevano procedere alla velocità della luce era meglio tenersi pronti, ma lui prese possesso della sudetta mano posandosela sulla schiena.

-Etienne...- lo chiamò tra un bacio e l’altro, la sua impazienza stava diventando ridicola –il necessario è dentro il comodino...se mi restituisci la mano...-

Lui si scostò leggermente per guardarla in viso, lo sguardo velato dal desiderio e un’espressione ebete dipinta in faccia, fino a quando comprese quello che lei gli stava dicendo.

Sasha lo vide armeggiare con la zip di uno dei tasconi laterali dei suoi pantaloni, e tirarne fuori tre secondi dopo una stinga di preservativi, ordinatamente ripiegati e avvolti nel loro pacchettino rosso lucido.

Come se nulla fosse Etienne li abbandonò sul letto e riprese da dove era stato interrotto.

Lei dal canto suo non riusciva a distogliere lo sguardo, girava sempre con le tasche piene di profilattici? E quel che era peggio, aveva passato l’intera giornata in sua compagnia con le tasche piene di profilattici!

Il porco arrapato! Ma per chi l’aveva presa!

Finalmente la vocina assetata di sangue riprese controllo della situazione.

Sasha gli assestò una ginocchiata in un rene che gli tolse il respriro, e poi lo scaraventò giù dal letto facendogli picchiare la testa contro il comodino.

-Ahi! Ma che ti é preso!- chissa perchè ma non credeva che quello facesse parte del programma per la serata.

-Che mi é preso!- prese la stringa e gliela tirò addosso –questo mi é preso, brutto porco che non sei altro!-

-Cosa?- si mise a sedere non capendoci più nulla, perché diavolo era furibonda ora?

-Sei andato in giro per Venezia insieme a me e avevi le tasche piene di preservativi! Schifoso maniaco!- afferrò il cuscino e glielo scaraventò contro.

-Cosa!- ignorando il cuscino scattò in piedi –sei arrabbiata per quello!-

-Per chi cavolo mi hai preso eh? Per una volgare prostituta!- gli sibilò contro arrabbiata –sparisci, prima che decida di spararti!-

-Credimi se avessi pensato una cosa del genere, me ne sarei aproffittato diverso tempo fà!- le rispose furioso, la rabbia che veniva alimentata dalla frustazione sessuale, che al momento stava raggiungendo i livelli di guardia.

-Vattene! Sono sicura che la cameriera del ristorante sarà ben contenta di fornirti consolazione, visto che non ha smesso di sbavarti addosso per tutta la sera!-

-Tu sei tutta bacata in testa!- e quello da dove saltava fuori ora? –ne ho abbastanza dei tuoi giochetti da stronzetta frigida! Quando hai deciso se ti piace o meno fare del sesso fammi uno squillo!-

Con quello lasciò la stanza sbattendo furente la porta e facendo tremare i vetri.

Sasha rimase diverso tempo ferma al centro del letto, chiedendosi che cosa aveva combinato.

Da dove era saltata fuori tutta quella scenata?

Dal tronde era solo sesso, perché farsi tanti problemi.

La rabbia sulla comparsa dei preservativi era stata solo una scusa, dentro nel profondo lo sapeva, aveva avuto una reazione sproporzionata, sapeva che tutta quell’emozione era venuta fuori da quel’angolino buio della suo cuore che lei teneva sempre sotto chiave. La comparsa di Etienne nella sua vita stava riportando in vita senzazioni che credeva morte per sempre, ma perché proprio lui? Perché proprio ora?

Era vero che si sentiva attratta da lui come non le capitava da tempo, in genere i pochi uomini che si era portata a letto nel corso degli anni, le avevano suscitato un blando interresse e nulla piú. Ed uno che spariva dopo una settimana. Accidenti a lui! Cosa aveva di tanto diverso dal resto della popolazione maschile! Ne trovavi anche di più belli in circolazione!

Ma lei non riusciva a toglierselo dalla testa, quegli occhi così scuri e profondi, che sembravano racchiudere misteriosi segreti, che sembravano leggerle dentro, e non avevano paura di quello che avrebbero trovato. Che fosse quello il motivo per cui lei era così attratta? Che Etienne fosse talmente sicuro di se e di quello che era da non avere paura di nulla?

Al colmo della disperazione si ranicchiò come una palla sopra le coperte, il corpo ancora le tremava al ricordo delle carezze appassionate delle mani di lui, la frustrazione sessuale era una brutta bestia, soprattutto quando ti rendevi conto che l’ogetto del desiderio ti era perso per sempre.

Ancora furente Etienne spalancò l’armadio della sua stanza e ne tirò fuori la valigia, non sarebbe rimasto in quella stupida città un minuto di più. Una delle città più romantiche al mondo un paio di palle! Non quando avevi a che fare con un ghiacciolo frigido, che preferirebbe mettere i tuoi attributi maschili nel frullatore piuttosto che sfiorarti anche solo con un dito.

Stronza! Aveva chiuso con lei, aveva sprecato anche troppo tempo ad andarle dietro e cercare di sbrinarla, avrebbe avuto migliori possibilità con il freezer di casa!

Stava ribollendo di rabbia, e di una buona dose di desiderio non appagato, quello della peggior specie. Per quale motivo si era arrabbiata così tanto per un paio di preservativi! Era deformazione professionale la sua, andava in giro pronto per ogni evenienza, se per quello si era portato dietro anche la pistola, ma non voleva dire che si aspettasse di usarla prima della fine della serata!

Doppia stronza! L’avrebbe lasciata perdere, se era contenta di passare le sue notti da sola a pianificare sul come ammazzare la gente erano affari suoi lui se ne lavava le mani.

Maledizione a lei! Con un sospiro frustrato si mise a sedere sul letto, gomiti sulle ginocchia e testa tra le mani.

Eppure...eppure quella sera aveva visto qualcosa brillarle nello sguardo, qualcosa di turbolento, come se i ricordi che si celavano dietro la facciata fossero troppo terrificanti da affrontare.

  
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