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Autore: manubibi    16/01/2011    1 recensioni
"Torno a casa e la prima cosa che noto è il silenzio."
POV di Rob, casa di Jude. Alta dose di ANGST.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'RolePlay'
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Lo so che non dovrei lasciarlo solo. So quanto sia importante che sappia dove sono, con chi sono e quando tornerò, perché so bene quanto si preoccupa e quanto sia facile per lui sentirsi abbandonato e fragile. Lo so meglio di tutti, lo so meglio di Susan. Ma adesso sta lavorando sul set, quindi è meglio non chiamarlo e non voglio che diventi ansioso. E' importante che sia tranquillo.

Io devo proprio uscire, Jonny mi aspetta alla porta e la questione è abbastanza urgente, quindi dopo averci pensato un pò decido di lasciargli qualcosa di scritto. Sì, sono duro di comprendonio ma ho imparato ad avvertirlo, a pensare alle sue reazioni prima di fare qualsiasi cosa, perché quando si altera è difficile tranquillizzarlo del tutto. Ed oggi so che la mia calma sarà turbata, quindi è meglio evitare qualsiasi incazzatura successiva. Insomma, preferisco risparmiarmela. Magari riesco anche a tornare prima di lui. Mentre prendo il blocco di post-it penso distrattamente che forse sarà lui a dovermi consolare, stavolta. Scarabocchio il mio messaggio, prendo il cappotto ed esco in fretta, tirandomi dietro la porta.

 

 

I'm out with Jonny for stuff, hope it's okay. Coming back later, I'll tell you. Love you

Jude

***

 

Come previsto, ho effettivamente bisogno di essere consolato. Sospiro girando la chiave nella toppa ed entro, sbuffando e con la mezza idea di andarmi a buttare sul divano per pensare a come risolvere il mio problema. Insomma, per piangermi un pò addosso, con tutta l'ironica calma del mondo. 

-Rob, home...- annuncio stancamente.

Appena mi giro dopo aver chiuso la porta, mi vedo piombare addosso una figura scura, che poi realizzo essere quella di Robert. Mi è praticamente saltato addosso, mandandomi contro la porta in legno duro e strappandomi un piccolo gemito. Ma come sempre il mio corpo è pronto ad accoglierlo; lo abbraccio stretto, sorpreso e anche un pò angosciato. Posso intuire che non sta bene, è come se avvertissi un alone negativo attorno a lui. Accarezzo piano la sua schiena, rimanendo in silenzio perché so che ha bisogno di essere rassicurato prima di parlare. Ormai lo conosco, ormai so quasi sempre come prenderlo. E so che ha sempre bisogno di sentirsi protetto, al sicuro, di potersi affidare completamente. Ha perso la paura di mostrarsi debole, con me, perché sa che non lo ferirei mai deliberatamente. Ed ho anche accettato il fatto che bisogna prendersene cura in maniera particolare. Anzi, amo farlo. Amo dargli piccole sicurezze, amo coccolarlo e cercare di farlo sentire bene, amo che si fidi di me così tanto, amo anche questi momenti tristi, perché mi danno un'altra possibilità di essere accorto con lui, anche se proprio oggi non avevo bisogno di casini. Sarebbe molto più facile stare con qualcun altro, qualcuno con delle vicende "normali", con una personalità equilibrata, qualcuno che non prenda sul serio qualsiasi cosa dica, qualcuno di forte. Ma io sono innamorato di lui, e se per stargli accanto devo anche fargli da famiglia mi va benissimo, non accetterò mai compromessi con nessuno per evitarmi un sacrificio tutto sommato così leggero. Sì, ho anche le mie stronzate personali, ho già i miei crucci, come in questo caso. Ma voglio mettere da parte il mio problema, perché il mio uomo sta male e lui vale molto più di quasi ogni altra cosa faccia parte della mia vita. Lui e i miei figli sono le cose per cui so che morirei, non sto esagerando. Fino a questo punto mi ha preso.

-Puppy...- sussurro, accarezzandogli i capelli soffici e lasciandogli un bacio lieve sulla guancia. Ne approfitto per guardarlo: tiene gli occhi chiusi con decisione, cercando di nascondermi qualsiasi cosa stia provando in questo momento. E' stato preoccupato per me, lo posso capire. Mi ha già detto che ogni volta che esco prova una preoccupazione maniacale. Ha paura che possa succedermi qualcosa. E se fosse, non ho la minima idea di cosa proverebbe. E' ragionevole che si preoccupi tanto. Non mi aspettavo un'accoglienza tanto disperata, comunque. Però non sono nella sua testa, non so cos'abbia pensato mentre ero via. Cosa il suo testone sia andato a lambiccare, che paranoie si sia fatto. Queste cose mi spaventano. La sua stessa mente mi spaventa a volte, quando non so cosa stia pensando, quando mi sfiora il pensiero che possa fare delle stronzate per colpa mia. Ho immaginato tante cose in questi mesi, mi sono fatto tante preoccupazioni per il futuro. Ed è in momenti come questo che temo di aver sbagliato con lui, di aver agito contro di lui. Non sopporto l'idea di ferirlo.

-I'm sorry, should've called you...- mormoro al suo orecchio, sentendomi sempre più in colpa, ma non mi risponde. Lo guardo e sembra che si stia struggendo per esprimere qualcosa, come un muto che comprende di non poter comunicare a gesti. Gli bacio la testa, sospirando piano e stringendolo mentre sembra che lui sia un koala, da come mi si è attaccato addosso. 

-Hey, puppy, I'm home...- cerco di rassicurarlo, passando le dita fra i suoi capelli folti, inspirando il suo odore che ormai sa inequivocabilmente di nido, di siepe, di rifugio. Mi accorgo di quanto mi sia mancato, e non sono passate che tre o quattro ore. Forse è perché mi è mancato nella situazione in cui ero - situazione che non mi va di descrivere. Mi è mancato tantissimo. Lo stringo, sollevato e insieme preoccupato, sussurrando delle scuse al suo orecchio, aspettando che inizi a parlare per sfogarsi. Cosa che non tarda a fare.

-N-no, don't...Don't worry...I'm just happy to...see you...- pigola, cosa che in un altro momento mi sarebbe sembrata divertente. Con una voce così profonda, è assurdo che riesca a produrre suoni così acuti. Ma l'unico pensiero che mi attraversa la mente è che sta piangendo. Sento una pugnalata da qualche parte nel petto, lì dove abita lui, lì dove lo stringo subito dopo.

-Yeah, I'm happy too...- dico, continuando ad accarezzargli la schiena, continuando a tentare di rassicurarlo. -You have no idea of all the drama I've seen today- aggiungo, sperando che possa distrarlo. Tipo chiedendomi cos'è successo. Ma rimane in silenzio, prendendo il mio viso ed assaltandomi di nuovo, cercandomi. Ed io voglio farmi trovare, voglio dargli la certezza che sono qui, che sono accanto a lui, che va tutto bene ora, che sono a casa. Siamo in quella fase in cui lui si sente ancora sperso ma un pò più calmo, ed io non devo fare altro che alimentare questo suo senso di sicurezza. Continuo a stringerlo a me, pensando. Nessun problema vale tanto da spaventarlo così. Forse sto esagerando, ma la mia apprensione nei suoi confronti sfiora il ridicolo. 

-I...don't know what's wrong with me...- continua, forse rendendosi conto dei miei pensieri. Gli bacio la guancia sentendo qualche altra lacrima di nervosismo sotto le labbra e sospiro. 

-No, I...Shouldn't have...- lascio la frase in sospeso e ne comincio un'altra. -It's just I've seen so much shit today, I'm so happy I came back home to you...

-I...I'm so happy too- annuisce, tremando appena ma smettendo di sobbalzare. Forse un pò l'ho calmato. Mi lascio andare ad un sospiro di sollievo, mettendomi anche a dondolare un pò per calmarlo ancora, come se volessi cullarlo. Dopo un pò lo sento respirare meglio, rilassarsi fra le mie braccia, sento che si è calmato. Allento la presa, afferrando dolcemente il suo viso e passando i palmi delle mani sulle sue guance, tirando un pò la pelle, tanto che per un secondo mi ricorda davvero, un cucciolo. Sorriso appena e lo guardo negli occhi.

Quegli occhi scuri e profondi di cui mi sono innamorato.

Quegli occhi ancora lucidi che mi chiedono di non lasciarlo mai. 

 

AUTHOR'S CORNER by Manu: Sì, mi annoiavo e avevo voglia di scrivere, aspettando i Golden Globes (non so nemmeno se riuscirò a seguirli stasera, fra l'altro...), quindi ho preso ispirazione anch'io dallo stesso momento del roleplay :) mi mancava scrivere queste cose, lo ammetto XD Fra le altre cose, non ho saputo resistere e ho infilato un paio di figure dalla poetica di Pascoli (la siepe, il nido fungono da protezione contro il mondo esterno, sappiamo tutti quanto fosse complessato .-.). Ecco, quindi questo è il mio contributo, in parole povere XD mh, ringrazio come sempre la mia Grady Tripp per tutto. I gay you, bb <3 e beh, festeggio con voi l'apertura di una sezione tutta nostra ;D vi adoro, donzelle!

   
 
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