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Autore: baby80    17/01/2011    26 recensioni
La storia dei nostri amati Oscar e André attraverso lo sguardo di un personaggio delicato e silenzioso, che ci mostrerà tutto quello che non è stato detto e non è stato visto, tutte quelle parole e quei gesti che sono rimasti celati dietro ad un'ombra...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un rumore insolito mi desta da un sonno profondissimo colmo di sogni che non ricordo, ma che son certa d'aver fatto.
Credo d'aver udito il gallo cantare questa mattina, ma a quanto pare non è stato abbastanza forte da indurmi ad alzarmi, e neanche ora vorrei abbandonare questo letto, che non mi è mai sembrato così caldo ed accogliente.
Sbatto un paio di volte gli occhi ed osservo la luce del giorno filtrare dagli scuri della finestra e precipitare sul pavimento, mentre i suoni che mi hanno svegliata mi paiono chiari, familiari; le cameriere che camminano lungo il corridoio, la voce di Nanny che impartisce ordini e rimproveri, le stoviglie che sbattono, e questo non può che significare una cosa sola...
Sono in ritardo spaventoso!
Che ore saranno? Le nove, le dieci passate? Oh signore, quella vecchina senza scrupoli mi ucciderà!
Anzi... ci ucciderà.
L'impazienza e la ragione di qualche istante fa svaniscono nel momento in cui poso gli occhi su un paio di braccia che mi tengono stretta.
Sono su un fianco, Gaspard è dietro di me, a ridosso della mia schiena, sento il suo corpo nudo toccare il mio, pelle contro pelle, e tutto il resto non ha più importanza.
Al diavolo il lavoro! Non ho nessuna intenzione di abbandonare questa stanza, è così bello avere qualcuno al proprio fianco, sentirsi finalmente parte di qualcosa, sapere che lui ci sarà.
Mi muovo lievemente ricercando un contatto maggiore con la sua carne, quando un soffio di alito bollente mi lambisce il viso e parte del collo.

“Buongiorno...”
mi sussurra Gaspard stringendomi ancora più a sé.
Mi volto e lui non smette di cingermi le spalle, quasi avesse timore ch'io possa scappare, sorrido di questo suo insolito comportamento perdendomi nei suoi bellissimi occhi azzurri.

“...e Buon Natale.”
continua Gaspard poco prima di posare le labbra sulla mia fronte, in un bacio leggero che mi fa nascere innumerevoli brividi lungo la schiena, ed una rabbia bizzarra che non tardo ad esternargli, posandogli le mani sul volto e baciandolo con bramosia.
Troppo grande era l'affronto che hai arrecato alla bocca per rimanere incurante ed immobile, mentre la tua deliziava questa mia stupida fronte!
Dovevo averti, subito, per saggiare nuovamente il tuo sapore.

“Se questo è il tuo modo di augurarmi Buon Natale, mi rammarico di non averlo trascorso con te prima...”
scherzi, con un filo di amarezza a macchiarti la voce, mentre ti insinui tra le mie gambe e poggi il petto sul mio, senza smettere mai di guardarmi negli occhi e carezzarmi il volto.
Cosa vuoi fare? Non avrai intenzione di...
Non possiamo, siamo in ritardo, non c'è tempo per...
Ma non voglio fermarti, e non lo faccio, quando ti sento scivolare dentro di me e rincorrere il mio piacere con una voglia che non può aspettare, e in quella foga che ha rapito i nostri corpi, rendendoli folli, ti vedo afferrarmi il braccio e leccare la pelle impregnata ormai d'inchiostro.
La paura di perdere qualcuno può far cambiare in tal modo? Perché tu non sei il Gaspard che conoscevo, tu sei l'uomo che ho sempre desiderato e che credevo di non poter avere mai.
Mi osservi, ed io osservo te; i capelli che ti ricadono sul volto, le sopracciglia perfette, il naso grande ma elegante, i lineamenti delicati, la cicatrice sulla guancia sinistra che pare una fossetta perenne(1), e le labbra carnose che sono lievemente dischiuse e dalle quali fuoriesce un respiro affannoso, quelle labbra che stanno per baciarmi, ora, in questo istante.

“Ti amo...”
mi riveli sulla bocca, ed anch'io vorrei potertelo dire, ma tu forse già lo sai, quando infilandoti le dita tra i capelli scuri, ti invito a baciarmi ancora e poggiare il palmo della mano sul mio petto, lì dove batte il cuore.
Facciamo l'amore con l'impazienza degli amanti, ma con la consapevolezza di avere tutto il tempo del mondo dinnanzi a noi...
Ma non in quello di Nanny, e allora dobbiamo vestirci in fretta scacciando ogni volta il desiderio di strapparci gli indumenti di dosso, e raggiungere controvoglia la vita reale.
Attraversiamo il corridoio della servitù senza badare a chi potrebbe scorgerci, al contrario, Gaspard sembra così felice oggi, non gli riesce di togliersi un sorriso enorme dal volto, così come non vuole smettere di stuzzicarmi, sollevandomi la veste o pizzicandomi il braccio, nemmeno quando arriviamo ad un passo dalla grande scalinata di palazzo.

“Alla buon'ora! Non voglio neppure sapere perché avete fatto tardi, stamane ne ho già avuto abbastanza di giustificazioni assurde! So esattamente cosa fate la vigilia di Natale... ubriacarsi in questo modo non è da cristiani, nostro Signore viene al mondo e voi come lo onorate? Questo paese andrà a rotoli con voi giovani! E adesso avanti, andate a fare quello che dovete, non voglio vedervi qui attorno!”
Ci rimprovera Nanny, più furente del solito, ma non m'importa, le sorrido, chino il capo e m'incammino verso le cucine, e lo stesso fa Gaspard.

“Hanno deciso di farmi impazzire... ah, ma prima o poi mi sentiranno, prima o poi mi sentirà l'intera Francia... Lo sa che il generale si spazientisce se qualcuno ritarda la mattina di Natale, lo sa... Quella benedetta ragazza mi farà morire... ti pare che debba trascinarla fuori dal letto come quando era bambina...? Inconcepibile, inconcepibile!”
sento borbottare Nanny tra sé e sé, mentre si incammina a grandi falcate sulla scalinata.
Dannazione! Devo fermarla!
Corro così veloce da precederla all'inizio delle scale.

“Anais? Cosa vuoi? Non ti avevo detto di metterti al lavoro?”
mi domanda col fiatone e le mani sui fianchi, mentre mi osserva stupita ed io non so cosa fare, se solo avessi la voce... l'idea migliore che mi balza alla mente è quella di afferrarle un braccio e portarla con me giù dalle scale, ma lei oppone resistenza, impedendoci di fare anche un solo gradino, ed è a questo punto che giunge Gaspard in mio soccorso.

“Anais, non avrai bevuto anche tu ieri sera?”
mi domanda sconvolta.

“Oh, no Nanny, no, state tranquilla... Credo che Anais abbia semplicemente bisogno di voi in cucina, non è così?”
si rivolge poi a me Gaspard, ed io annuisco col capo, con decisione.

“Non essere ridicola Anais, possono darti una mano Marie e Juliette. Io debbo chiamare Madamigella Oscar, è in ritardo e suo padre non vede di buon occhio certe cose. Ed ora andate! Andate!”
dice rabbiosa Nanny a pochi passi dalla porta di Oscar.
Dio, cosa posso fare? Cosa?
Sono ancora di fronte a Nanny, le sto dinnanzi mentre lei non cessa di camminare, ed io sono costretta ad indietreggiare.

“Cosa vuoi ancora? Anais, non farmi perdere tempo, da brava. Vai!”
mi intima sorpassandomi ed assestando un colpo deciso al mio didietro.
È la fine, mi dico, mentre la vedo bussare con forza alla stanza di Oscar.

“Oscar! Oscar! Sei sveglia? Bambina mia è tardi, tuo padre perderà la pazienza, e prima di lui la perderò io! Oscar? Oscar?”
tenta di mantenere un tono di voce basso, con pessimi risultati, ma è quando Oscar non le risponde che le vedo perdere il controllo, afferrando la maniglia, abbassandola e sollevandola più volte.
Grazie a Dio si sono ricordati di chiudere a chiave! Forse l'apocalisse ci è stata risparmiata per oggi.
Sospiro con sollievo, ed anche Gaspard pare rincuorato, ora possiamo andare.

“Da quando Oscar chiude a chiave la propria stanza? Oh, signore! Se si fosse sentita male? Ieri non stava affatto bene! Oh, no... la mia bambina... oh, no... cosa posso fare?”
la sento borbottare e temo il peggio.

“Ma certo, il passaggio... sono anni che non lo uso ma sono certa che si trovi dietro ad uno di questi pannelli...”
Mi pare di sentire cavalcare tutti e quattro i cavalieri dell'apocalisse... Pestilenza, Guerra, Carestia e Morte, tutti insieme... è la fine.
Corro nuovamente incontro a Nanny, ma una volta davanti rimango ferma, immobile, ed è a questo punto che mi sento afferrare per la vita, ed ho giusto il tempo di riconoscere Gaspard che mi attira contro di sé, e mi bacia, in un modo che io stessa definirei scandaloso.
Mi stringe così fortemente contro il proprio corpo che non mi è difficile sentire il suo desiderio, vivo, al di sotto degli indumenti, e mi debbo aggrappare al suo collo per non rischiare di cadere all'indietro.
Sento le sua bocca divorarmi le labbra, così come la sua lingua lambirne i contorni ed insinuarsi all'interno per iniziare una feroce danza con la mia, e lo benedico per aver trovato un diversivo tanto efficace, quanto piacevole, per distrarre la cara Nanny.
Nanny!
Ahia! Santo Dio, come è possibile che mani tanto piccole possano fare così male?

“Screanzati! Cosa... cosa state facendo? Non tollero simili porcherie! Oh, signore sto per sentirmi male... Staccatevi! Ah, ma non la passerete liscia...  Sarebbe potuto arrivare il generale Jarjayes, oh no, non ci voglio neanche pensare... Ho detto di smettere!”
urla Nanny tra i denti mentre tenta di dividerci, ma non abbiamo nessuna intenzione di farlo, se questo è il trattamento riservato a noi, due semplici servi, non voglio immaginare cosa toccherebbe se lei vedesse Oscar e André...

“Gaspard! Razza di farabutto, se ti vedesse tua madre! Oh, ma le racconterò tutto, stanne pur certo... e adesso vieni con me, ragazzino, io e te dobbiamo fare un discorsetto... inconcepibile! Inconcepibile! Irretire in questo modo una povera ragazza... Cammina! O vuoi che ti prenda per un orecchio?”
farfuglia senza più controllo, trascinando via Gaspard tra un rimprovero e un pizzicotto al torace.
Povero amore, costretto a subire tutto questo per evitare una tragedia, vorrei poter correre da Nanny e dirle che non vi è stato nessun inganno nei miei confronti, al contrario, io sono sua, per mio volere, ma... Non c'è tempo da perdere, debbo trovare un modo per avvertire quei due incoscienti!
Mi dirigo con sicurezza verso il pannello che conduce al passaggio segreto, ma una volta compiuti i primi passi mi domando cosa diavolo mi inventerò giunta alla soglia della stanza di Oscar.
Se mi fosse possibile parlare spiegherei la situazione rimanendo nascosta al di là della parete, se solo avessi portato con me carta e penna, dannazione!
Persa in questi pensieri non mi rendo conto d'essere arrivata dinnanzi al pannello, eccoci qui, non debbo indugiare, sono sicura che Nanny troverà il modo di entrare qui dentro, fosse anche costretta a buttar giù la porta.
Bisogna che porti via André, non c'è altra soluzione.
Traggo un respiro profondo e le dita sono di già strette attorno al legno, una piccola pressione e...
Li vedo abbracciati, sono svegli e sembrano non curarsi del mondo, e nemmeno dell'insistenza di Nanny, Oscar ha la testa poggiata sulla spalla di André, lui le cinge le spalle con il braccio, sussurrano qualcosa che non mi è possibile udire, ma immagino stiano scherzando perché lei solleva il volto per guardarlo con espressione falsamente contrita, e lui comincia a ridere così di gusto da trascinare anche lei in quella risata.
Io stessa sorrido e non posso far altro che pensare che forse non accadrà nulla, ed è un pensiero che mi consola, l'idea di dover trascinar via André mi fa penare il cuore.

“Oscar! Oscar bambina, sto per entrare, stai tranquilla! Sapevo d'avere delle chiavi di scorta da qualche parte... vedrai che la tua tata riuscirà ad aprire questa porta!”
sento la voce di Nanny giungere dal corridoio e mi pare che il sangue mi si stia gelando nelle vene.
Guardo Oscar sollevarsi a sedere sul letto con gli occhi sbarrati, ed io sono già pronta a scacciare l'imbarazzo per portare André lontano da qui, ma non ne ho il tempo, il rumore della chiave che cade sul pavimento, e della porta che si apre, mi immobilizza.
Nanny è riuscita ad entrare, pochi passi e sarà la fine.
Ed ora cosa faranno? Mi domando stringendo più forte il legno tra le dita, quando vedo André nascondersi con le coperte che compongono il giaciglio di Oscar e scomparire al di sotto.
Sono pazzi. Completamente pazzi.

“Oscar!”

“Nanny...”

“Bambina stai bene?”
Le domanda avvicinandosi.

“Si! Si, Nanny sto benissimo, non c'è bisogno che...”

“Da quando chiudi a chiave la tua stanza? Ho creduto ti fossi sentita male! Vuoi farmi morire?”

“Perdonami, l'emicrania di ieri sera mi ha scombussolata... scusami se ti ho fatta preoccupare, ora però puoi andare, scendo tra un attimo.”
Le dice Oscar sfoderando un sorriso che di convincente ha ben poco, mentre tiene strette tra le mani le coperte, all'altezza del seno, lasciando scoperte le spalle nude.

“Oscar... come mai non indossi la veste da camera?”
le domanda Nanny con aria interrogativa.

“Io... io sentivo un tale caldo stanotte, colpa dell'emicrania immagino...”
si giustifica Oscar sempre più a disagio, e Nanny sembra crederle, quando mi accorgo di un movimento al di sotto delle coperte e, un istante dopo, il volto di Oscar contrarsi in una smorfia di stupore e la pelle diventare lievemente rosata sulle gote.

“Bambina, sei sicura di sentirti bene, sei rossa... non avrai la febbre?”
le chiede Nanny avvicinandosi a lei e posandole il palmo della mano sulla fronte, per misurarle la temperatura, ed è in quel momento che Oscar dischiude le labbra, dalle quali fuoriesce un sussulto, prima, e una risata, dopo.
Sorrido immaginando la causa di quel suo insolito comportamento, e non mi è difficile figurarmi quali malefatte stia compiendo André al di sotto delle coperte, per metterla a disagio.
A quanto pare non hanno timore della morte, quei due.

“Fortunatamente sei fresca come una rosa, non c'è traccia di febbre, ma... stamane sei strana Oscar, davvero ti senti bene? Non mi stai mentendo, vero?”

“No, stai tranquilla, non mi sono mai sentita meglio e...”
Oscar trattiene a fatica il riso.

“...adesso vai, scendo subito.”
continua, tentando di darsi un contegno, anche se mi par di capire che vi sia l'inferno sotto le coperte, e non deve essere facile tenere a bada un uomo che ha deciso di mutare improvvisamente in un bambino dispettoso.

“Come vuoi Oscar, ma non mi persuadi dalla convinzione che ci sia qualcosa di strano in te... ti aspetto di sotto, ti concedo non più di venti minuti, o mi vedrò costretta a salire di nuovo, sono stata chiara?”
conclude Nanny allontanandosi dal letto ed uscendo dalla stanza.

“Sei impazzito? Volevi forse farci scoprire da...”
Oscar non ha il tempo di concludere la frase, quello che le sfugge dalle labbra è un lieve grido quando la vedo precipitare sul cuscino, e scivolare verso il basso.
In qualche modo cerca di arrestare la discesa, stringendo le dita attorno alla testata del letto, ancorandosi al materasso, ma dopo un attimo di resistenza cessa di lottare, abbandonando le braccia sopra la testa, e sorridendo si lascia trascinare sotto le coperte.
L'ultima cosa che mi è possibile scorgere sono i riccioli biondi di Oscar e poi più nulla, se non la montagna che le trapunte, ed i loro corpi, hanno creato.
Posso udire chiaramente le loro risate ovattate, le piccole grida soffocate, e tutti quei suoni che mi fanno pensare ad un trastullo tra bambini, ma sono più che sicura che andranno ben oltre i giochi se continueranno di questo passo.
Bisogna che qualcuno metta fine a tutto questo, e quel qualcuno, mio malgrado, debbo essere io, così non mi resta altro da fare che aprire dinnanzi a me il pannello.
Mi introduco in punta di piedi nella stanza, senza mai distogliere lo sguardo dal letto, non posso permettermi d'essere vista, e non lo tolgo neanche quando mi servo di penna e calamaio...
Torno al nascondiglio camminando all'indietro, poggio il foglio di carta a terra, davanti alla porta spalancata, un ultimo sguardo e...
Con tutta la forza che ho in corpo colpisco con un calcio la parete che mi divide dalla camera da letto, e non mi resta che scappar via il più velocemente possibile, sperando che, uno dei due, prima di farsi venire un colpo, si accorga delle righe che ho affidato al pavimento.

Perdonate questa mia scortese intromissione ma...
era il solo modo per condurre André fuori di qui senza essere scorto.
Il nascondiglio conduce al corridoio principale.
Buona fortuna.
Anais



Giungo nelle cucine col fiato corto, non credo d'aver mai corso in questo modo prima d'ora.
Nanny grazie a Dio è occupata a dirigere i “lavori” per il pranzo Natalizio per preoccuparsi di Oscar, ne avrà ancora per molto, forse il tempo necessario ad André per sgattaiolare via.
Sospiro con una certa soddisfazione ripensando al mio piano di fuga, o per meglio dire al nostro piano, ed immediatamente il verde del mio sguardo si posa su Gaspard che mi si avvicina sorridendomi, ed io rispondo al sorriso, che subito mi si smorza sul volto quando lui, spiazzandomi, di prende le mani tra le sue, regalandomi un dolce bacio sulla guancia.
Nanny ha ragione, quest'oggi sono tutti impazziti!
Gaspard cosa ti prende? Cosa fai?

“Gaspard? Ah ah ah... cos'è sei ancora sbronzo?”
dice con tono fastidiosamente acido Marie, attorniata dalle altre ragazze della servitù.

“Sbronzo? Marie, non ho toccato alcool ieri sera, a differenza vostra...”

“Allora devi essere completamente rincretinito per fare una cosa simile!”
risponde di rimando Juliette, ridendo sguaiatamente rivolta verso le altre.

“Gaspard! Ancora? Non avevamo fatto un discorso io e te?”
aggiunge Nanny, spazientita.
Ed io mi sento di pietra, non mi è possibile distogliere gli occhi da lui, non m'importa di guardare altro.

“Si, abbiamo fatto un discorso, ma permettetemi di dirvi che avete torto, perdonatemi. Anais non è una povera ragazza, ma una donna come tutte le altre, come voi cara Nanny. Una donna che non è stata ingannata da me, perché non vi è inganno in ciò che provo per lei. Ci amiamo, e non permetterò più a nessuno, a NESSUNO, di prendersi gioco di lei, sono stato abbastanza chiaro? Ed ora potete riprendere a fare ciò che stavate facendo, lo spettacolo è finito.”
conclude Gaspard facendosi ancora più vicino, quel tanto che gli permette di posare un delicato bacio sulle mie labbra.
Sento le lacrime rigarmi il volto, ma non mi curo di questo piccolo particolare, ora che so di non essere più sola non vi è più bisogno di mascherare ciò che sono realmente, non vi è più bisogno di difendermi dalla cattiveria.
Sorrido guardandomi attorno, colpita dal silenzio che raramente alberga in questa casa, ma sono i volti sconvolti e furenti di Marie e compagne, che hanno il potere di ripagarmi di anni di maltrattamenti.
Non ve l'aspettavate vero? La cara e povera Anais...
Al diavolo, dannate serpi!

“Oh mio Dio! Oh mio Dio! Non è uno scherzo vero? Avete intenzione di sposarvi? E tua madre? Tua madre lo sa Gaspard? Anais, tesoro... sono tanto contenta per te! Vieni qui, fatti abbracciare!”
Nanny pare essere la sola ad aver preso la notizia con anche troppo entusiasmo.
Mi abbraccia fin quasi a soffocarmi parlando confusamente di abiti da sposa, di dote e mi par di aver udito, qua e là,  la parola bambini...
Sposarmi? Avere dei figli? Credo si stia correndo un po' troppo qui... ma non mi dispiace, sono felice, dopo tanto tempo posso finalmente affermare d'essere serena.
Sorrido mentre stringo le mani dell'uomo che forse un giorno diverrà mio marito, e chissà magari anche il padre dei miei figli...
Vengo distratta dai miei pensieri quando la voce di Nanny, ad un livello esagerato, mi perfora le orecchie.

“Oscar, André! Finalmente vi siete degnati di farmi l'onore della vostra presenza... Avanti non restate sulla soglia, ci sono dei biscotti che vi attendono, anche se non li meritereste, assolutamente.”
Li rimprovera con fin troppa gentilezza la cara Nanny, e i due le si avvicinano, André da un lato, Oscar dall'altro, baciandole le guance nel medesimo istante, esattamente come erano soliti fare da bambini.

“Ruffiani! Siete degli incorreggibili ruffiani.”
ed è Nanny ora a baciare ed abbracciare i due, elargendo auguri di buon natale e buon compleanno.
Tutta questa armonia non mi par vera, ho quasi timore di questa felicità apparente, so che non dovrei avere simili pensieri, ma mi spaventa l'idea di ciò che potrebbe accadere se, e quando, Oscar e André usciranno allo scoperto.
Prego per loro, sperando in un fausto epilogo.



Boulogne – Natale 1790

Cara Anais,
come stai? O forse sarebbe più corretto domandarti come “state” dopo la tua ultima lettera... quando potrò finalmente sapere se scrivere di una “lei” o di un “lui”?
Mi ha reso molto felice sapere di questa bellissima notizia, immagino che Gaspard non stia più in sé dalla gioia, il primo figlio ha sempre il medesimo effetto sugli uomini, o almeno è ciò che ho sentito dire, ma chissà che anch'io un giorno non passa scoprirlo sulla mia pelle, lo desidero tanto, ma non voglio lamentarmi, non potrei, perché Lei è tutto ciò che voglio.
Vorrei ringraziarti nuovamente per quel che hai fatto per me in passato, ed ora che so, anche per quello che hai fatto per Oscar, se non fosse stato per la tua testardaggine tutto quello che possiedo ora non esisterebbe.
Oggi più che mai mi sento in dovere di farlo, la situazione non è facile, non ancora perlomeno, ma certamente lo è più di ieri, abbiamo superato la guerra, siamo sopravvissuti alla presa della Bastiglia, e mi domando come sia possibile, ma chissà, forse era questo il nostro destino.
Da qualche mese Oscar ed io ci siamo stabiliti in una piccola casa ad Arras, di certo non è nulla a confronto con la magnifica Villa che possedeva la sua famiglia, ma debbo dire che non è niente male, è una gran bella casa in effetti, con un piccolo pezzetto di terra e qualche albero da frutto.
E tutto questo non sarebbe potuto accadere se non ci fossi stata tu nelle nostre vite, quindi, mi prostro ai vostri piedi Madame, per donarvi i miei più sentiti ringraziamenti.
Immagino tu stia sorridendo in questo istante, mi è facile figurarmi i tuoi occhi verdi che corrono da una parola all'altra, un sopracciglio che si inarca interrogativo, e le tue labbra che si aprono in un sorriso che ricordo con chiarezza.
Mi auguro di potervi far visita il prima possibile, Arras non è così lontano da Boulogne, bisognerà attendere ancora qualche mese, giusto il tempo di far calmare le acque, e finalmente potremmo rivederci, Oscar non fa altro che ripetermelo, credo che voglia ringraziarti lei stessa di persona, si rimprovera di non averlo mai fatto, ma sopratutto di averti trattato piuttosto duramente anni fa... Si, so tutto... me lo ha confessato da poco, e sai quanto sia difficile carpire certe confessioni da Oscar, ma alla fine ha ceduto e... debbo ringraziarti nuovamente, per quello schiaffo che qualcuno avrebbe dovuto darle tanto tempo prima.
Stai ridendo, ti vedo Anais...
Sono felice, ora lo sono completamente, e so che lo sei anche tu, non lo credevamo possibile, non è vero? Credevamo che avremmo trascorso le nostre esistenze da soli o... mi pare sconveniente scrivere ciò che ho nel cuore, ma forse non vi è motivo di metterlo su un pezzo di carta, perché son certo che tu sai...
Grazie, per aver riempito, in una notte qualunque, un vuoto che avrebbe potuto condurmi alla pazzia.
Grazie per tutto ciò che hai fatto.
Ti auguro un felice Natale, porgi i nostri auguri anche a Gaspard.

“Quando nel dolore si hanno compagni che lo condividono, l’animo può superare molte sofferenze”


Con affetto
André



Ringrazio tutte le persone che da mesi seguono questa mia storia, che è stata, se possibile, più difficile delle altre, più dura perfino rispetto ad “André”... sarà che qui ho messo molto di me stessa. Ogni capitolo è stato scritto sull'onda di un particolare stato d'animo che mi faceva star bene, o male, in quel preciso momento, e certe frasi, azioni, e parole, dette e compiute dai protagonisti, non sono un caso... posso dire che questa ff è stata una sorta di valvola di sfogo, un foglio di carta su cui riversare le mie emozioni.
È stato un bel viaggio, come al solito, e voi siete state delle deliziose compagne.
Mi inchino, come di consueto, al vostro cospetto.
Grazie, di cuore.


(1) Quando ho immaginato un uomo per Anais ho pensato che avrebbe dovuto competere con la bellezza (gnoccaggine) di André, e la mia mente ha pensato immediatamente a quel gran figaccione di Gaspard Ulliel... ebbene si, gli ho fregato anche il nome...
Se qualcuno non lo conoscesse, ecco alcuni link:

http://gaspardulliel.net/photos/albums/public_appearances/2010/pub_app_05_16_leprincessedemontpensier_photocall/lpm_18.jpg

http://www.youtube.com/watch?v=pe78IwrsA3E
  
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