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Quando ero bambino ero pieno di rabbia, di paura.
Ero io contro il mondo, ed ero sicuro che avrei vinto.
Mi sbagliavo.
Ma il mondo mi si è buttato contro, mi ha punito per le mie colpe.
E credevo fosse un’ingiustizia.
Mi sbagliavo.
Adesso capisco che mi sbagliavo.
Ho ripensato alle mie conquiste, alle mie donne.
Be’, ne ho avute parecchie e ne ho ferito la maggior parte. Credevo fosse permesso.
Mi sbagliavo.
Ero stanco, in qualche modo. Mi pareva di combattere da sempre.
E sempre da solo.
Mi sbagliavo.
Adesso capisco dove mi sbagliavo.
L’unico che rimaneva ferito ero io.
Come può la sfortuna perseguitare qualcuno così a lungo? Questo mi dicevo.
Mi sbagliavo.
Sono cresciuto velocemente e duramente.
Ho sempre preso quello che volevo senza chiedere.
Mi sbagliavo.
Adesso capisco perché mi sbagliavo.
Perché non ti vedevo al mio fianco.
Ora capisco.
Perché non riuscivo a scorgere quegli occhi nocciola sempre puntati su di me.
Ora capisco.
Perché non ho saputo altro che ferirti.
Ora capisco.
Perché non ho potuto fare a meno di posare sulle tue spalle il peso del mondo.
Ora capisco.
Ma è troppo tardi.
Mi sbagliavo.
Non ti passerai mai più una mano fra quei capelli impossibili.
Ora capisco.
Mi sbagliavo, ma ora capisco.
Scusami, Jamie.
Per aver
fatto tardi.
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