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Autore: AmaranthineMess    17/01/2011    1 recensioni
Astor Piazzolla, questa sera, suona qualcosa d’insolito.
E’ un tango, sì, ma non è quello di sempre.
E’ una musica di passione e di amore, questa.
Una donna, seduta sul bordo umido di una fontana, aspetta un amore. Aspetta una chitarra che le canterà il suo futuro.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nell’istante
Al tempo che passa,
al sole che illumina i sentieri,
ai cambiamenti e alle abitudini.

Astor Piazzolla, questa sera, suona qualcosa d’insolito. E’ un tango, sì, ma non è quello di sempre. E’ una musica di passione e di amore, questa. Una donna, seduta sul bordo umido di una fontana, aspetta un amore. Aspetta una chitarra che le canterà il suo futuro. Attende la donna, mangia quelle note lussuriose e vivaci, guarda davanti a sé un cane polveroso sdraiato per terra. Il futuro di quella donna è vuoto, per adesso, ma presto una chitarra lo riempirà. Quella chitarra la amerà e farà di quel futuro un presente. Signori, guardate bene, la sua attesa è commovente e ingenua. E’ un’attesa spenta e rassegnata. E’ intrisa di un’inquietante desiderio di vivere la propria vita come fosse una poesia. Come fosse una rima, un passo cadenzato. Lo sguardo di quella donna luccica nell’istante di quell’attesa. Ella ama, signori, osservatela. Le sue braccia parallele al corpo seduto, le mani che le ricadono in grembo. Quante vite ha dentro di sé quella donna? Infinite. Un passante la guarda diffidente, e in quello sguardo severo ella riconosce l’ennesima sua vita. Poi una lacrima inaugura la sua guancia in attesa. Quella donna sfiora i propri sogni ma si ritrae, per paura di cadere, per paura di scottarsi, per paura di conoscere più di quanto ella possa sopportare. Aspetta che una chitarra arrivi e la riporti all’emotività naturale di una donna. Aspetta che quella chitarra arrivi e disincastri i sentimenti che le si sono arrugginiti dentro. Basterebbe una chitarra e lei rivivrebbe daccapo. Respirerebbe la sua prima aria sincronizzando il proprio respiro alla vibrazione delle corde. Basterebbe una chitarra per poter cantare una vita. Basterebbe una chitarra, e la sua mente tarlata tornerebbe al mondo. I capelli neri le ricadono sul volto, ma solo alcune ciocche. Porta un grosso chignon sulla nuca. Ed è lì che racchiude le proprie idee. Il cane che le sta davanti alza improvvisamente il capo e perde il suo sguardo antico dentro la rossa fantasia di rose allegre che festeggia sul vestito della donna dal grosso chignon nero. Si alza, il cane, e si dirige verso di lei per cercare il proprio sguardo perduto dentro quella fantasia allegra. Ma sente improvvisamente qualcosa di nuovo, dentro, quel vecchio animale, pensa un attimo a quanto è già stato. Poi si accascia su quel suolo di polvere e affanni e muore. Il cuore di lei si ferma un istante. Poi ricomincia il suo pulsare di attesa. Presto arriverà una chitarra, e quella donna non desidererà altro. Amerà. Una bambina, piccola e bionda, le saltella davanti, ma la donna in attesa appoggia il proprio sguardo mutato in malinconia sulla carcassa del vecchio cane e ignora la bambina. Ma quella bambina non è nata per essere ignorata, così, accortasi dello sfuggente sguardo della signora che aspetta seduta su di una fontana, inizia il suo pianto. E’ un pianto straziante e dolcissimo. Invoca una mamma che è a casa a preparare la cena. Invoca un papà che guarda attento la tv. Invoca una nonna che si rigira tra le mani un rosario. Invoca un nonno perduto dentro il fumo di una pipa. Quel pianto è un richiamo. E la bambina rimane inginocchiata dentro quel pianto, fra le proprie lacrime, e sogna, in mezzo ad esse, una notte stellata in cui si inseguono due farfalle. Con la sua vocina disperata insegue un orizzonte che scompare e riappare. Da sempre. La sua vocina acuta si stanca, ma la donna è ancora ferma dentro la morte di un cane. La bambina si rimette in piedi, passa le manine sudice sopra quel suo candido vestitino inamidato. Poi inizia il proprio cammino verso quell’orizzonte intermittente. E la donna, seduta sul bordo della fontana, pensa a quante bambine sono passate dalla sua vita. Pensa a quanto impegno c’è voluto per imparare ad ignorarle. Pensa che non tutte, poi, sono andate incontro al loro futuro. Molte si sono arrese prima di cominciare il cammino. E hanno perso la loro infanzia a mordere gli orli scuciti delle loro candide gonnelline, a battere i paffuti piedini per terra, con forza, piangendo, rimpiangendo di non essere andate anche loro. Poi la donna torna alla sua attesa, si riconcentra e ascolta, in cerca di una nota che provenga da una chitarra. Ma sente il rumore del mare, le risa dei bambini, il pianto di un uomo troppo triste e troppo solo, sente persino il respiro di una mamma giovane che guarda il suo piccolo neonato, sente una foglia che cade, un’altra che inizia a crescere, ma il suono della sua nota non arriva, attraverso tutto quel frastuono. Le note di un pianoforte, adesso, offuscano quel tramonto già abbastanza rosso e furente. La donna aspetta, col cuore spalancato, una chitarra che finalmente suonerà per lei. E per lei soltanto. Il passante di prima, quello con lo sguardo severo, tornando davanti la fontana si sofferma a guardare la donna dai capelli neri. E’ fermo e alquanto distante da quell’immagine in attesa. Guarda, quell’uomo, la carcassa del cane. Piange una lacrima per quella vita perduta, poi muove un passo verso la donna. La guarda e sente una musica nell’animo, si ferma. Ella lo guarda e rivive una delle sue infinite vite. Muta allora il proprio sguardo in divertita sorpresa. Lui è bello, fermo nell’istante di quel sole cangiante, e cammina e va a sedersi proprio accanto a lei. Le prende le mani e le dice che l’ama. Allora lei trema, guarda quegli occhi liquidi da uomo buono, sorride, ma torna alla propria attesa di una chitarra. Quegli occhi di uomo si ritraggono. Quello sguardo d’amore muore nell’istante del sorriso di lei. L’uomo si alza e va via, camminando nella sua bizzarra andatura barcollante e allegra. Era un uomo speciale. Ma non quanto una chitarra. Amore. Ma quello non era amore, pensa la donna. Amore è una chitarra che ti solletica piano il pensiero e ti fa gridare. Amore è un suono di corde sfiorate con passione e speranza. E’ assurdo e letale, pensa quella donna, l’amore è proprio assurdo e letale, poi asciuga una lacrima da quegli occhi profondi, la guarda, umida, poggiata sul suo dito, e la dedica a quell’uomo speciale che non sapeva suonare una chitarra. Una vecchia donna, adesso, le si fa incontro, ma la donna sulla fontana è già stanca di interferenze alla propria attesa. Vuole vivere, quella donna, le proprie ore di stasi, vuole scandire la sua vita al ritmo di quell’acqua che scorre, vuole ascoltare quell’acqua sgorgante dalla fontana infrangersi contro il marmo bianco. La donna dai sogni rossi e dorati vuole vivere nel rumore di quell’acqua di vetro. Ma l’anziana signora le arriva accanto e le sorride. Poi le poggia sulle spalle un vecchio scialle di lana bianca. Ma la donna dalle ricce ciocche nere lascia cadere il morbido dono nell’acqua gelida della fontana. Lo scialle galleggia, poi s’inzuppa e affonda e con esso anche lo sguardo dell’anziana donna. Quello sguardo antico di esperienze torna triste, guarda quella testa nera e impertinente e assolutamente protesa nell’istante di quell’attesa. La vecchia donna cammina verso la carcassa del cane abbandonato per terra. Volge le curve spalle alla testolina di capelli neri e pensa; pensa che, un tempo, una chitarra arrivò anche per lei. Riscopre, commossa, nel cinematografo della propria mente, le immagini della propria attesa e della propria conquista. Poi volge un ultimo sguardo di compassione alla giovane donna rassegnata all’attesa. E va via. La piazza è ormai deserta. Il sole è quasi del tutto tramontato, le botteghe sono ormai tutte chiuse. L’acqua scorre ancora, fredda, dentro la fontana di marmo, scorre imperterrita e insolente. E la donna aspetta. Vive, nella propria attesa, un sentimento di amore e di sicurezza. Perché arriverà. Ne è certa. Arriverà una chitarra che suonerà per lei. La prenderà per mano e la porterà verso il futuro. Navigheranno verso la verità che risiede nei sogni. La bocca bruna e socchiusa si inarca. Il suo sorriso somiglia tanto ad un’assordante illusione. Inganna se stessa, quella donna, e si riscopre felice nell’istante dell’ennesima lacrima. Poi il sole tramonta. Quei capelli neri di corvi vengono sciolti e ricadono sulle spalle che rimangono erette e ferme. Nell’istante di quell’attesa. Poi il buio assorbe tutto il resto.
   
 
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