Diario di un
sogno impossibile
Capitolo II
La notizia
fu sconvolgente. Ci guardammo negli occhi la ragazza di Inuyasha mi aveva
rubato il ragazzo della mia vita e il mio la sua ragazza.
-Come… come
l’hai scoperto?- gli chiesi.
-L’hai
nominato nel delirio della febbre- arrossii non sapevo di aver parlato nel mio
sonno tormentato.
-Non voglio
sapere più niente, non me ne frega nulla- ero brava a recitare.
-Neanche io-
disse lui sconsolato ma sorrise contagiandomi –Il caso eh?- risi. Già era
proprio un caso strano. –Vedo che stai meglio- mi disse e poggiò la sua mano
sulla fronte. –Si decisamente-
-Perché fai
questa cosa?- mi guardò non capendo. –Si, il fatto con la mano-
-Come tua
madre non lo faceva mai?- era sorpreso.
-Mi pare di
averti detto che sono cresciuta con una tata-
-Allora ti
spiego, serve per misurare la temperatura- annuii capendo.
-Ho voglia
di farmi una doccia- mi alzai dal letto ancora un po’ barcollante e presi il
necessario per la doccia.
-Bene allora
ci vediamo dopo- disse ma non si alzò e io sorrisi maliziosa.
-E se poi mi
sento male?- ecco spuntate le corna e la coda rossa.
-Allora
aspetto qui- io risi divertita e andai.
Mi sentivo
meglio anche se la febbre non era scesa del tutto. Mentre mi lavavo sentii
Inuyasha parlare con un Koga alquanto irritato, così decisi di vedere cosa era
successo.
Uscii
indossando solo l’accappatoio e arrossii stupidamente quando i due ragazzi mi
guardarono come se fossi nuda.
-Ehi cosa succede?-
dissi
guardandoli.
-Inuyasha
non aveva alcun motivo per rimanere- sorrisi e mi avvicinai a Koga sfiorandogli
l’orecchio con le labbra.
-Geloso?-
gli chiesi e lui fremette –Eppure ne abbiamo parlato- lo scostai e lo guardai
dispiaciuta. –Andatevene- dissi togliendo l’asciugamano dai capelli per
strofinarli – Koga dov’è Sango?- chiesi prima che uscisse.
-Credo in
camera con Miroku- lo guardai stupita –E il fratello- ecco spiegato tutto. -Ce
la fai a scendere per mangiare con noi?- scossi la testa.
-Non ho
fame- lui annuì e tirando Inuyasha per il braccio lo spinse fuori.
Quando
Inuyasha uscì non resistetti più e gettai con stizza l’asciugamano sul letto.
Come potevo adesso comportarmi con Inuyasha come facevo sempre con gli altri.
Lui era uguale a me… scossi la testa, ma che stupida mi sarei divertita di più.
Ci ripensai e decisi di scendere a mangiare con i ragazzi. Indossai una tuta e
legai i capelli, mi truccai leggermente e scesi in camera dei ragazzi. Si
sorpresero a vedermi ma io entrai lo stesso.
-Kagome!-
esclamò Sango raggiungendomi –Stai bene?- feci così così con la mano –E allora
perché sei scesa?-
-Mi ero
scocciata-
-Hai pensato
che se ti risale la febbre devi rimanere altri giorni a letto e non finire di
vedere Roma? E ricorda che per la settimana prossima mancano pochi giorni e
iniziamo lo studio della storia all’università?- già non eravamo lì solo per
una visita di piacere ma per studiare la storia e la lingua e non mi sarei
persa neanche una lezione, infondo studiare non mi dispiaceva mi riusciva
facile.
-Ma non
voglio rimanere in camera- sorrisi debolmente sentivo la testa iniziare a
dolere e guardai Miroku.
-Kagome ti
riporto in camera- mi disse avvicinandosi senza ascoltare le mie parole.
-No Miroku,
mi stendo un po’ sul tuo letto. Sto bene- dissi sorridendo, stavo per
addormentarmi di nuovo avevano ragione dovevo rimanere in camera, ma io ero
testarda e mi impuntai per scendere con loro.
-Kagome…-
Sango si avvicinò con aria preoccupata ma la sentivo a mala pena –Vuoi venire
in camera con me mi vado a preparare?-
-No Sango
rimango qui- mi guardarono tutti e lei annuì dicendo qualcosa a Miroku che non
capii.
Mi
raggomitolai su me stessa e sentii qualcuno togliermi le scarpe e mettermi una
coperta addosso, strano come era piacevole quella sensazione.
-La febbre
non è scesa del tutto-
-Sto bene
Miroku- lui mi accarezzo i capelli.
-Non stai
affatto bene- mi disse all’orecchio.
-Stupida
nuvola di Fantozzi- ringhiai e Inuyasha e gli altri risero. Ero l’unica a non
sapere che era quella nuvola. Ma non sentii più niente e mi addormentai.
Quella volta
a sorvegliarmi non ci fu Inuyasha ma Sango. Non mi ero mossa dalla posizione in
cui mi ero addormentata e mi sentii tutta indolenzita. Quando mi stesi di
schiena Sango mi poggiò una pezza bagnata sulla fronte, sorrisi grata.
-Gli altri
sono in sala a mangiare, li ho conviti a lasciarmi con te- sorrise. –Ti è
risalita la febbre-
-Cavolo-
borbottai –Mi sento ancora stordita-
-Tieni
prendi questa- presi ancora una volta la medicina, la bevvi tutta d’un sorso.
-Ti di
spiace se io mi appisolo ancora un po’- sorrise e io chiusi gli occhi.
Nel mio
sogno rividi Naraku, il messaggio di Kikyo, la faccia di Inuyasha mentre mi
diceva quelle cose. Quando mi svegliai per l’ennesima volta capii che la febbre
mi era risalita per la rabbia. Solo quando aprii gli occhi notai che non c’era
nessuna differenza, era completamene buio e non riuscivo a distinguere le
figure. Cercai di alzarmi ma qualcuno mi ristese.
-Tranquilla
sono Miroku- bisbigliò.
-Dove sono?-
mi sentivo meglio, molto meglio forse era la medicina o era l’abbondante
riposo. Non avevo mai dormito così tanto neanche da neonata.
-Come ti
senti?-
-Bene-
risposi –Sango?-
-E in camera
con noi mi ha dato da poco il cambio. Ti abbiamo riportato in camera tua il
prof stava facendo i controlli- spiegò –Ma riposa ancora un po’ così domani
starai meglio- annuii e sentii che era steso accanto a me e mi abbracciava, il
letto era abbastanza grande per tutti e due. Mi accoccolai sul suo petto e
tornai a dormire.
Mi svegliai
prima di Miroku e Sango e mi sentivo davvero bene. Niente giramenti di testa o
stomaco, mal di testa assenti, la gola non bruciava più. Mi stiracchiai e i
muscoli non mi fecero male, mi ero ripresa. Sorrisi soddisfatta erano passati
più o meno tre giorni e mi sentivo una meraviglia. Presi il necessario per
vestirmi e togliere la tuta con cui avevo dormito e mi andai a cambiare.
Stavo
lavando i denti quando qualcuno busso piano alla porta del bagno. –Kagome-
aprii e Miroku mi guardo con aria assonnata –Che ci fai in piedi?-
Sorrisi e
gli baciai una guancia –Mi sento benissimo- gli dissi –Ma tu stai dormendo in
piedi riposa un po’ sono ancora le sette fatti un’altra ora di sonno- lui annuì
e si andò a stendere sul letto. Svegliai Sango alle sette e mezza e fu sorpresa
di vedermi.
-Kagome…?-
-Sto bene
Sango- la rassicurai sorridendo anche a lei –E meglio se ti prepari- annui.
Alle otto
precisa chiamai anche Miroku che era ancora stanco, aveva preso sonno solo alle
cinque ma quando entrò in sala per la colazione era fresco e tosto. Koga mi
baciò la guancia mentre Inuyasha mi fece un analisi per costatare che stessi
bene. Il professore insistette perché rimanessi in camera ma io riuscii a convincerlo.
La stessa
guida che ci portò a vedere il Colosseo ci spiegò anche del Foro romano e degli
altri scavi sparsi per la città. Purtroppo avevo perso la visita guidata al
Castel Sant’angelo e dell’altare della patria. Sango mi aveva raccontato che per
lo più in quei giorni erano passati a comprare regalini e passare la giornata
nei negozi.
Facemmo
tante foto come sempre e mi divertii un mondo, il cielo era stupendo e faceva
caldo.
-Signori- la
professoressa attirò la nostra attenzione –In questa settimana vi siete
comportati davvero bene- ci disse –Quindi abbiamo prenotato per stasera una
serata in un disco pub, mangeremo e resteremo fino alle due e domani poiché è
sabato avrete la giornata per voi- io e Sango urlammo e ci abbracciammo anche
con gli altri entusiasti di quella notizia. Ci trovavamo uno dei ponti che
attraversavano il Tevere ci eravamo fermati per una sosta e faceva più caldo
del solito. Il mio cappellino indimenticabile e indossavo una canotta rosa e
dei bermuda bianchi, ma sentivo caldo.
-Miroku e
Koga voglio farmi una foto con voi!- dissi prendendoli per mano e venendo
arrostita dagli sguardi di fuoco delle due oche. Miroku e Koga si
scambiarono uno sguardo complice e senza che mi avvisassero mi presero in
braccio facendo finta di buttarmi di sotto. Risi divertita nel rivedere la mia
faccia sconvolta nella foto scattata da Sango. Feci una foto anche con lei e il
gemello abbracciandolo. Poi mi accorsi che non avevo nessuna foto con Inuyasha.
-Ehi
Inuyasha non ho una foto con te- esclamai guardandolo –Dobbiamo rimediare-
dissi e lui sorrise gentile. Era un angelo.
Rimase
piegato sulle gambe sotto la statua di un angelo e io mi misi dietro di lui
abbracciandogli il collo e sorridendo. Mi divertii un mondo a far ingelosire le
oche che scattarono verso Inuyasha per farsi una foto con lui. Stavamo
guardando di nuovo le foto dalla macchinetta di Sango quando qualcuno mi
appoggiò una mano bagnata sulla spalla.
-Miroku mi
hai bagnata- urlai asciugandomi.
-E che sarà
mai con questo caldo- rise allontanandosi di poco.
-L’hai
voluto tu- appoggiai il mio zainetto a terra e presi la bottiglina di acqua da
dentro. Lo vidi sghignazzare e indietreggiare. Quando mi mossi verso di lui non
mi accorsi che nascondeva una bottiglina di acqua dietro la schiena. Quando lo
raggiunsi fu troppo tardi e mi prese in pieno, mi arrabbiai e lo rincorsi
finche non riuscii a bagnarlo ma scasualmente bagnai anche Koga e Kohaku che si
vendicarono e ben presto iniziò una lotta. Sango ci scatto tante foto finché
Miroku non bagnò anche lei. I prof non si arrabbiarono ma si divertirono anche
loro con noi. Poi quando finimmo tutti le scorte di acqua ci calmammo.
Io avevo la
maglietta bagnatissima che si era incollata addosso e anche la frangia, però mi
salvai grazie al cappellino. Le due oche erano rimaste scandalizzate dicendo
qualcosa che le fece ridere ma smisero quando videro che anche Inuyasha si era
unito a noi.
-Miroku se
mi ritorna la febbre ti ammazzo- urlai strizzando un po’ la maglia mostrando
così il mio ventre piatto e l’orecchino a brillantino all’ombelico. –Meno male
che mi sono portata una maglia di ricambio- lo fulminai e lui rise. La
professoressa e Sango mi accompagnarono in un bagno di un bar dove mi cambiai e
Sango iniziò a parlare di come si era divertita e di essersi sorpresa nel
vedere il mio buco che non aveva notato quando mi aveva passato il vestito.
Tornammo in
albergo presto in modo da non fare troppo tardi per mangiare al disco-pub.
Indossai una gonnellina di stoffa turchese a pieghe sopra una fascia bianca e
un copri spalle bianco e sandali con il tacco alto. Mi feci dei torciglioni per
mantenere i capelli fermi lasciando la frangia libera e mi truccai leggermente.
Sango indossò un vestitino rosso, con panta-collant bianchi decolté rossi
e copri spalle bianco. La truccai io leggermente l’avrei trasformata si in una
ragazza meno timida ma non come me non volevo rovinare quel fiore. Mi sorrise
quando si guardò allo specchio e scendemmo in camera dei ragazzi che rimasero a
bocca aperta.
E io sorrisi
soddisfatta –Allora? Come stiamo?-
-Fate
impazzire- disse Koga –Ti ho lasciato passare in discoteca ma stasera no- risi
divertita e li guardai. Erano tutti a torso nudo indossando solo i pantaloni e
le scarpe. Erano peggio delle ragazze non sapevano che dovevano indossare, li
aiutai a scegliere anche il profumo e solo quando furono pronti mi accorsi che
mancava una persona.
-Inuyasha?-
domandò Sango al mio posto.
-Perché ti
interessa?- Sango rimase stupita alla domanda di Miroku e io sorrisi.
-Koga?-
sapevo che lui avrebbe risposto.
-Dovrebbe
arrivare qui tra poco era con…- ma si zitti come se nascondesse qualcosa, mi
fece una strana sensazione ma non ci pensai e lo incitai a dirmelo. –Con quella
della terza scuola-
-E questo
era tutto?- non mi interessava per nulla e Koga sospirò, credeva che Inuyasha
mi piacesse… beh mi piaceva perché era davvero bello ma non così tanto da farmi
ingelosire anche se nel bacio che mi aveva dato mi restava ancora la strana
sensazione. Sorrisi soddisfatta, Sango aveva ragione era stato un caso. –Su
prime donne muovetevi che facciamo tardi- e sculettando mi avviai alla porta
che si aprì mostrando un Inuyasha trafelato che mi fece ridere –Sembra che hai
fatto la lotta con un furetto- lui non rispose e si tolse la maglietta rivelando
i suoi addominali scolpiti e un tatuaggio sul pettorale sinistro un tribale che
formava una lettera ma era stata modificata e adesso sembrava un gatto. Il mio
sorriso svanì quando capii il significato del tatuaggio e lui mi guardò
sorpreso, uscii senza dire niente. Mi aveva turbato.
I ragazzi
scesero dieci minuti dopo e ci trovarono a parlare con il professore che mi
aveva assillato nel dirmi che dopo quello che avevo passato che infilassi
qualcosa di più caldo. Ma lo tranquillizzai dicendogli che stavo bene e non mi
sarebbe successo nulla.
Nel salire
sul pulman sentii le due oche parlare e la bionda era emozionata e parlava di
qualcuno che riconobbi essere Inuyasha sorrisi alla parola “gli piaccio” eppure
era strano che loro che conoscevano tutto di tutti non sapessero che a Inuyasha
piaceva solo una cosa. Mi sedetti accanto a Koaku con cui iniziai a parlare
mentre vidi che la biondina si sedeva accanto a Inuyasha che non la degnò di
uno sguardo.
Il pub era
davvero bello e tranquillo ma appena scatto la mezza notte divenne luogo di
ritrovo dei ragazzi. Ci buttammo in pista e iniziai a ballare con Koaku e dopo
con un ragazzo romano, ne avevo visti di carini a Roma ma quello era davvero
bello. Senza pensarci dopo un po’ finimmo per baciarci. Kagome alla riscossa.
Poi mi staccai da lui e ritornai dai miei amici, Miroku mi parve che non si
fosse accorto di niente mentre Koga sbuffava sconsolato poi si avvicinò.
-Kagome non
ti allontanare più i prof se sé ne accorgono ci possiamo dimenticare delle
serate- mi disse in un orecchio e io mossi la mano infastidita e indicai
Inuyasha poco lontano che faceva a una ragazza l’ispezione completa della
bocca. Koga lo guardò poi si spiaccicò una mano sulla fronte e ballò con me. Mi
fermai solo per andare in bagno e trovai lì l’ochetta bionda che aveva gli
occhi lucidi, la guardai un po’ poi andai in bagno. Quando uscì era ancora lì
che mi fissava truce.
-Che vuoi?-
le chiesi ma non rispose –Ehi sei tu che hai fatto l’errore nel credere che
Inuyasha ti volesse-
-Non vuole
neanche te- sorrisi maligna e lei si stupì.
-Lo so- e
feci per andarmene ma lei mi fermò.
-Stai
lontano da lui, se ti avvicini stasera a lui domani ti ritroverai nei guai- mi
minacciò io annuii facendo la faccia spaventata e uscii. Ci cascò, credeva di
avermi spaventato. Al bancone trovai Inuyasha seduto a bere qualcosa, lo
raggiunsi e gli presi il bicchiere da mano e bevvi un sorso del contenuto ma
feci la faccia disgustata, era troppo forte per i miei gusti e lui rise. Gli
feci segno di andare a ballare e lui accetto. Poco dopo la biondina venne a
ballare e mi guardava fulminandomi.
Mi avvicinai
all’orecchio di Inuyasha e gli spiegai quello che era accaduto. Lui rise e io
con lui e nel frattempo la bambolina moriva di gelosia.
-Giochiamo
un po’?- gli chiesi e lui alzò un sopracciglio non convinto ma io gli sorrisi e
lui capì. Iniziò a baciarmi il collo e sentii la stessa sensazione che provai
la sera in discoteca, ma mi concentrai sul far disperare la bionda. Poi io mi
attaccai completamente a Inuyasha e lo baciai, lui non perse un secondo a
ricambiare e aprendo gli occhi notai che l’oca era scappata via piangendo.
L’unico problema e che non riuscivo a staccarmi da Inuyasha. Poi lui si staccò
e mi prese per mano.
-Che fai?-
lui non rispose ma mi portò nel corridoio dei bagni, mi guardò con un sorriso
malizioso e mi spinse nel bagno degli uomini. Io sussultai, non è che mi
dispiacesse, ma lui mi faceva uno strano effetto.
-Tranquilla
voglio solo continuare a giocare per un po’- continuava a sorridere e non
riuscii a non ricambiare. Poi lui mi baciò e mi sciolsi aderendo di nuovo a
lui. Ci baciammo soltanto ma fu più sconvolgente di tutte le altre cose. E
mille brividi mi percorsero quando mi alzò e mi mise a sedere sul marmo dei
lavandini, per continuare a baciarmi. Il bacio all’inizio prepotente e feroce
divenne delicato subito dopo che mi fece sedere. E allora io mi sciolsi
completamente e a lui accadde lo stesso perché mi iniziò ad accarezzare la
guancia dolcemente. Senza un motivo delle lacrime scesero sulle mie guancie ma
non ci staccammo. Eravamo uguali e entrambi soffrivamo allo stesso modo. Io
sapevo come lui avrebbe voluto che lo baciassi perché anche io volevo che
qualcuno mi baciasse così, lo feci e io capii che lui provava le mie stesse
emozioni perché rispose allo stesso modo. Quando ci separammo io non aprii gli
occhi e lui mi asciugò le lacrime.
-Non doveva
capitare- dissi a bassa voce aprendo gli occhi e mi incantai di quanto fosse
bello. Non disse niente ma mi fece scendere e mi abbracciò premendomi la testa
sulla sua spalla.
-Scusami-
mormorò, ma io non potevo, avevo giurato che non avrei provato mai più emozioni
simili.
-Avevamo
giurato- lui si staccò e mi guardò. Eravamo tornati la Kagome e l’Inuyasha
dolci e gentili della mattina, le nostre corna e la coda erano scomparse per
lasciare spazio alle ali e alle aureole. Non c’era nessuna traccia della Kagome
che aveva baciato il romano e questo mi sconvolgeva.
-Già- era
sconvolto quanto me perché non c’era risposta alle nostre domande. –Forse è
meglio che andiamo- io annuii ma nessuno dei due fece un movimento, ma ci
guardammo.
-Non… non
sono arrabbiata- era vero non ero per nulla arrabbiata anzi sentivo qualcosa
che non provavo da tempo.
-Neanche io-
sorrise come non aveva mai sorriso e mi diede un leggero e timido bacio.
Uscimmo mano nella mano ma ci separammo quando scorgemmo i prof da lontano. Mi
fece l’occhiolino e ci unimmo al gruppo che si era seduto, chiesi
di Sango e Miroku e Koga mi indicò i due che si baciavano dietro una pianta per
non farsi vedere dai professori. Koga mi studiava e io gli sorrisi maliziosa e
si calmò, ero una maestra della recitazione.
Quando
tornammo in albergo Koga mi disse che dopo esserci cambiate li dovevamo
raggiungere nella loro camera. Facemmo come richiesto e nella camera c’erano
altri ragazzi e ragazze che non conoscevo, le due oche però non c’erano
sfortunatamente. Inuyasha quando aprì la porta ci mise in mano delle birre che
io non aspettai a bere mentre Sango la rimise a posto su un comò. Inuyasha e
Miroku avevano due sorrisi che andavano da un orecchio all’altro e credo
che anche io e Sango avevamo la loro fotocopia stampata in faccia. Il festino
durò a lungo e mentre gli altri se ne andavano io e Sango ci addormentammo lì.
Avevamo unito i letti, stavamo stretti ma ci entrammo. non eravamo le uniche
ragazze ma ce ne era una terza che si addormentò tra le braccia di Kohaku e
Sango in quelle di Miroku, mentre io con Koga poiché si era messo in mezzo tra
me e Inuyasha. E pensai che era la cosa migliore.
Quando
mi svegliai e mi ritrovai con la faccia di Koga di fronte non mi stupii, ero
non del tutto sobria ma ricordavo quello che era successo. Mi alzai a sedere e
presi il telefonino dalla tasca e guardai l’orario. Erano le dieci e sussultai
credevo che fossimo in enorme ritardo poi ricordai che invece avevamo la
giornata a nostra disposizione. Mi guardai a torno la camera faceva
letteralmente schifo, bottiglie di birra sparse ovunque. Gli altri dormivano
alla grande compreso Inuyasha che si era addormentato completamente sbronzo.
Scesi dal letto facendolo cigolare e pregai perché non si svegliassero.
Fortunatamente avevo io la chiave della camere e me ne andai. Camminavo
tranquilla per il corridoio non incontrai nessuno degli studenti, la mia camera
era in fondo poi improvvisamente sentì una strana sensazione allo stomaco,
rallentai e mi fermai davanti alla mia camera aprii e rimasi sconvolta da
quello che vidi.
La nostra
camera era completamente sotto sopra, sul vetro con un rossetto rosso c’era
scritto “Puttana” i miei vestiti erano gettati per l’aria altri buttati nella
vasca e tutti bagnati, ai sandali che avevo indossato la sera precedente era
stato staccato il tacco, e poi sul mio letto c’era una mia foto la riconobbi
era quella con i miei fratelli solo che loro non c’erano più e la mia
testa era stata tagliata dal corpo e sotto c’era scritto “SEI MORTA”
rabbrividii. Cercai i resti della foto ma nulla.
-Kagome
perché non mi…- sentii la voce di Sango alle mie spalle -…oh mio Dio- la sentì
correre via ma non mi mossi. Pochi minuti dopo tutti erano nella mia camera.
-Chi è
stato?- mi girai verso Koga e vidi Inuyasha dietro di lui, ci scambiammo
un’occhiata. Corrugai la fronte, sul mio viso la rabbia dipinta i miei occhi
pieni di lacrime di rabbia. Uscii camminando veloce e tutti mi seguirono, Koga
mi provò a fermare ma io riuscii a liberarmi se mi fosse capitata sotto le mani
l’avrei ammazzata. Sapevo in che camera si trovassero. Bussai piano, ma nessuno
rispose. Cosi colpii forte la porta finché non sentii qualcuno imprecare e
aprire. Fu proprio lei che la aprì, quella stronza della bionda se Koga non mi
avesse raggiunto in fretta l’avrei massacrata. Appena la porta si aprii Koga mi
blocco e la bionda indietreggiò spaventata. Si, dalla paura doveva scappare,
doveva avere paura di me.
-Che c’è non
sai prendertela direttamente con le persone stronza? Sei in grado solo di
rovistare nella roba della gente? Dove hai messo la foto? Se non me la dai
adesso ti ammazzo a morsi- urlai cercando di liberarmi ma Koga era troppo forte
–Ti rode non essere come me vero? Ti rode che lui non abbia toccato te? E lo
sai perché? Sei solo una piccola stronza che non sa nulla di cosa significa
amare qualcuno, andate in giro a rubarvi i ragazzi di altre solo per il piacere
di possederlo una notte e distruggere la vita a una ragazza innamorata! Sai una
cosa tieniti Inuyasha io ho altre cose a cui pensare!- continuai a urlare e
l’oca fu affiancata dall’amica che l’abbracciò e la fece indietreggiare –Sai
un’altra cosa? Dei vestiti e delle scarpe rovinate non mi interessa nulla ma
ridammi la mia foto!- ma non si mossero –Koga lasciami-
-Non sei in
te-
-Non gli
farò nulla- dissi calmandomi.
-Koga
lasciala- disse Miroku e lui mi lasciò.
-Ma siete
pazzi?- urlò la biondina io la trucidai con lo sguardo e quando entrai si
appiattirono alla porta.
-Non me la
vuoi dare? Me la prendo da sola-
-Sei pazza-
-Sì e se non
fosse stato per Koga ti saresti dovuta trovar un buon chirurgo plastico per
rimettere a posto la tua faccia- rovistai nelle loro valigie e nei cassetti, ma
la trovai nell’armadio. La presi e la guardai più tranquilla. Anche se si
trattava di una foto nessuno doveva toccare i miei fratelli.
Uscii e mi
feci spazio tra i ragazzi che mi fissavano stupiti del mio comportamento. Le
lacrime continuavano a scendere e io me le asciugai con rabbia. Scesi le scale
fortunatamente ero già vestita e uscii dall’albergo.
Guardavo la
foto tagliata in due parti visto che io ero al centro. Guardai i miei fratelli
erano uguali a me e ne andavo fiera e rivedere mio fratello il più grande
mentre mi cingeva la vita mi procurava un dolore immenso, era morto due mesi
dopo che Naraku mi aveva lasciato. Presi un taxi e mi feci fermare lungo il
Tevere, feci pietà al tassista che non mi fece neanche pagare. Camminai allungo
senza sapere dove andassi poi mi fermai sotto il castello dove sulla punta
l’angelo con la spada faceva il suo figurino.
Il
telefonino vibro milioni di volte ma non risposi volevo solo stare un po’ sola.
Che figura che avevo fatto, ma mi avevano fatto arrabbiare troppo. Camminai e
vidi dei giapponesi che vendevano disegni bellissimi sulla strada. Li osservai
e parlai con loro, mi calmai e comprai un loro disegno di San Pietro al
tramonto avevano anche delle belle bambine così offrii anche da mangiare. Mi
raccontarono la loro storia che erano arrivati in Italia perché in Giappone
avevano perso tutto a causa della Yakuza. Mi salutarono con un sorriso e tornai
a camminare da sola. Non mi ero mai allontanata veramente dal Tevere e dal
castello. Quando il telefonino suonò di nuovo mi decisi a rispondere.
-Kagome
finalmente stavamo per chiamare la polizia, Miroku è furioso e tra poco i
professori ritornano- solo in quel momento pensai che quella era stato il
viaggio di istruzione, il viaggio della mia vita più brutto di tutti i tempi.
–Dove sei adesso?-
-A castel
Sant’angelo- sentì che Sango lo ripeteva a qualcuno.
-Non ti
muovere da lì stanno arrivando- attaccai senza salutarla o rispondere e mi
affacciai a guardare il corso d’acqua scorrere sotto di me. Non facevo altro
che rivedere la camera, la mia foto, quella dei miei fratelli e l’ultimo
abbraccio di mio fratello. E tutto per cosa? Per uno stupido capriccio di una
stronza, ma che se lo tenesse Inuyasha io non volevo più avere niente a che
fare con nessuno dei due. La mia vita era solo una matassa di lana fatta di
guai e dolore. Ma che se ne andasse a quel paese, mi sedetti sul bordo e rimasi
così.
-Kagome sta
calma non fare nulla di avventato- mi girai socchiudendo gli occhi per vedere
il mio interlocutore e vidi Miroku camminare piano con una faccia preoccupata.
Sorrisi, poverino l’avevo spaventato.
-Non mi
voglio buttare giù Miroku- lo rassicurai - aiutami a scendere- dissi facendogli
segno di avvicinarsi. Sospirò di sollievo e mi fece scendere stringendomi a
lui.
-Non fare
più una cosa così- annuii e vidi Inuyasha poco distante con la faccia che non
esprimeva nessuna emozione –Ma cosa era successo Kagome? Cosa avevano preso?-
gli mostrai i due pezzi e lui si irrigidì e mi abbracciò di nuovo –Torniamo in
albergo abbiamo chiamato i professori-
Quando
tornammo c’erano i professori, il capo albergo e due infermieri e all’esterno
un autoambulanza.
-Higurashi
grazie al cielo- disse il professore venendomi incontro e prendendomi la mano
–Stai bene?- annuii e i due infermieri si avvicinarono, facendomi domande e
controllandomi. Erano anche loro agitati perché per capirmi dovettero ricevere
l’aiuto del capo albergo. Poi videro la foto di mio fratello tra le mani
riconoscendolo.
-Ma questo è
l’eroe che ha salvato quella famiglia… sai anche qui giungono notizie- quando
mi tradussero io annuii e strinsi di più la foto. Quando se ne andarono mi
fecero auguri e mi pagarono una colazione per farmi riprendere. Sango aveva
raccontato quello che era successo ai professori che decisero di rispedire le
due ragazze a casa. Quando tornai in camera era tutto in ordini i miei vestiti
asciutti erano stato piegati e messi nella valigia, quelli bagnati erano stati mandati
in lavanderia. La scritta sul vetro cancellata ma la mia foto era rimasta lì,
tagliata in due pezzi. Ma io ero più tranquilla e calma.
-Signorina
Higurashi ma cosa dobbiamo fare?- mi chiese scuotendo la testa, il professore
–Tutte a lei capitano?- sorrisi imbarazzata ma non lo disse con rabbia, anzi.
Affianco al
resto della foto notai anche del nastro adesivo. Lo presi e lo tagliai con i
denti ricomponendo l’immagine. Soddisfatta del mio lavoro la rimisi in borsa.
Su mia richiesta mi lasciarono sola, diedi il tempo solo a Sango di fare una
doccia e andarsene.
-Adesso
conosci Kagome, Sango. Sai come sono veramente, una pazza isterica. Sono
impazzita per una stupida foto- sorrisi amara e la vidi con gli occhi lucidi.
–Ma vedi anche se qualcuno sfiora l’immagine dei miei fratelli mi fa andare in
bestia e soprattutto per un motivo così stupido- dissi tra i denti –era
l’unica foto con entrambi- la sentii singhiozzare e la vidi uscire. Lei
piangeva per tristezza e io avevo pianto solo per rabbia, le mie ultime lacrime
erano finite con la morte di mio fratello.
All’una
scesi tutta preparata con la faccia rilassata e bussai alla camera dei ragazzi,
ma non c’erano. Così scesi e li trovai nella hall seri, senza che una mosca
volasse.
-Ehi cos’è
questo silenzio?- chiesi guardandoli, sapevo qual’era il motivo ma io non
volevo tornare più sull’argomento. –Guardate cha la giornata è ancora lunga e
io non voglio rimanere qui. Perché non ci facciamo un po’ Roma a piedi e ci
mangiamo un bel gelato?- proposi Miroku sorrise e si alzò.
-Vado a
prendere il portafoglio- disse e io sorrisi.
-Prendi
anche i nostri- disse Koga e Sango mi sorrise.
-Vado a
prendere lo zaino e la macchina fotografica- annui e gli diedi la carta
magnetica.
Facemmo come
dissi io, girammo Roma a piedi e ci comprammo anche un gelato. L’episodio era
stato messo da parte e ci divertimmo come sempre. Con Inuyasha mi comportai
come sempre e ci facemmo altre foto. Avevo deciso che lui non c’entrava niente,
cioè si però non a tal punto da non parlargli più, avevamo giocato entrambi e
avrei continuato a giocare. Se quello che provavo era un sentimento di passione
lo avrei cancellato. Avevo giurato e avrei mantenuto il mio giuramento.
Mentre
camminavamo io e Miroku sentimmo una musica molto familiare e ci incamminammo
verso quella direzione. Ci trovammo di fronte a delle coppie che ballavano il
tango era una sfida di ballo organizzata da alcuni giovani di una scuola di
ballo. Io e Miroku all’età di dodici anni ci iscrivemmo a un corso di tango per
divertimento, in realtà la convinsi io ed eravamo i più bravi.
-State a
guardare- disse Miroku agli altri e mi prese per mano e facendo segno a
Inuyasha di seguirci, dopo aver parlato con un ragazzo tornò da Sango e Koga
che chiesero cosa sarebbe successo.
-Ti ricordi come
si balla?- sorrisi, come potevo dimenticare.
Il ragazzo
aveva accettato e ci presentò al pubblico, andammo al centro dello spazio e
venimmo applauditi. Ci mettemmo in posizione e quando la musica calda e
sensuale del tango partì iniziamo a ballare.
Era strano
vedere due giapponesi ballare un tango ma era interessante ed eravamo bravi.
Quando finimmo fischi e applausi arrivarono anche dal nostro gruppo. I
ballerini si complimentarono con noi e dopo aver ringraziato ce ne andammo.
-Wow e non
mi avete mai detto niente- disse Sango –Siete stati fenomenali, Miroku devi
insegnare anche a me qualche passo-
-Certo mia
segnorita- disse Miroku in spagnolo facendo vibrare la erre e noi scoppiammo a
ridere mentre faceva volteggiare Sango.
Poi ci
sedemmo, dopo aver comprato patatine e coca-cola ci mettemmo a parlare.
Ridemmo quando raccontai di Miroku vestito di tutto punto con i capelli
schiacciati per ballare in una gara mondiale.
-Facevo il
mio figurino- rise con noi.
Appoggiai la
testa sulla spalla di Inuyasha e lui mi abbracciò amichevolmente. Forse anche
lui aveva avuto la mia stessa pensata, solo giocare e essere amici.
-Hei Sango
ma Koaku?- chiesi e lei mi passò il pacco delle patatine.
-Mi ha
lasciato un messaggio sul cellulare ha detto che era uscito con la ragazza che
stava ieri con lui- sorrisi maliziosamente.
-Nuova amica
eh? O posso dire cognata?- lei alzò le spalle.
-Guarda che
a me fa piacere così non rompe le scatole a me- disse sorridendo e guardando
Miroku che le poggiò un bacio delicato sulle labbra.
-Kagome meno
male che non sei fidanzata altrimenti avrei dovuto fare la candela- lo guardai.
-Che
faresti?-
-La candela,
essere l’unico in mezzo a una coppia- spiegò Inuyasha e lo guardai.
-Italiano-
-Decisamente-
rispose sorridendo.
-Su andiamo
che stasera voglio uscire di nuovo e domani abbiamo l’incontro con
l’archeologa- dissi sorridendo.
-Che strazio
quando torniamo dobbiamo prepararci per l’esame - disse Sango.
-Io, Miroku
e Koga già l’abbiamo preparato e lo sappiamo a memoria. Dobbiamo studiare solo
per lo scritto ma non ci saranno problemi. L’esame di giapponese non sarà poi
così difficile, lo stesso matematica e per quanto riguarda l’inglese che dire
siamo degli assi- vidi Sango illuminarsi.
-Hai
ragione- su voglio camminare ancora un po’.
Nonostante
tutto quello che era successo mi divertii un mondo. Sango non disse niente
neanche quando eravamo in camera, poi improvvisamente mi ricordai una cosa e
quando Sango uscì dal bagno la gettai sul letto e gli puntai un dito contro.
-Tu mi devi
spiegare un po’ di cose!- le dissi e lei parve sorpresa poi arrossi capendo di
cosa volevo parlare.
-Ecco…-
-Facciamo
così visto che sei in difficoltà io ti faccio le domande e tu rispondi ok?- lei
annui e mi spostai per farla sedere. – Cos’è successo quando siamo andati a
ballare?-
-Lui… lui mi
ha preso per mano e mi ha spinto in pista e abbiamo iniziato a ballare- annuii.
-E poi?-
-Niente
improvvisamente lui si è avvicinato e mi ha detto che…- era rossa come un
pomodoro e io non riuscii a non sorridere -…che gli piacevo tanto e che stava
bene con me- si fermò ma io non dissi niente e lei continuo sempre rossa –Poi
mi ha detto se volevamo uscire realmente insieme- annuii volevo sapere il
continuo –io ho detto di si e lui mi ha portato dietro una pianta e… e mi ha
baciata- urlai contenta e abbracciai la mia nuova amica.
-Grazie- le
dissi e lei mi strinse dolcemente.
-Ti voglio
bene Kagome-
-Anche io te
ne voglio- e poi mi staccai sorridente.
-Kagome so
che ti arrabbierai alla domanda perché te la fece anche Miroku, cioè non è
proprio uguale però…- la guardai con un sopracciglio alzato incitandola con la
mano a continuare –Quanto erano lunghi i tuoi capelli- mi spiaccicai una mano
sulla fronte e sorrisi.
-Se mi
avessi chiesto di farli ricrescere ti avrei buttato giù- dissi seria poi ci
pensai su e indicai un punto un po’ più sopra del fondoschiena. Lei strabuzzo
gli occhi.
-Wow- disse
ma non aggiunse altro.
Aprii quando
bussarono alla porta e mi ritrovai Koaku di fronte –Ehi entra- gli dissi e lo
guardai studiandolo.
-Koaku-
esclamò Sango sorpresa.
-Devo
chiedervi un favore- io e la gemella ci guardammo.
-Ragazza?-
lui annui e io e Sango ci sedemmo accanto a lui.
-Vi
ricordate la ragazza che ha dormito con me?- era timido ed era estremamente
carino –Si chiama Rin e non so cosa mettere stasera- noi sorridemmo e lo
prendemmo sotto braccio.
Nella camera
stavamo solo noi i ragazzi erano scomparsi ma era meglio così. Esaminai il
guardaroba di Koaku e capii che il ragazzo aveva davvero buon gusto. Decidemmo
per un pantalone di jeans nero una maglietta bianca con il collo a V e scarpe
bianche e nere. I capelli se li sistemò lui, erano particolari e mi piacevano
tantissimo, ai lati della testa li aveva rasati mentre al centro li portava più
lunghi in modo da alzarli a cresta.
-Non credevo
che i vostri genitori vi permettessero di portare i capelli cosi- Sango mi
guardò mentre Kohaku mi rispose dal bagno.
-Mio padre è
un produttore e gli piacciono così anzi è stato proprio lui a consigliarmeli e
nostra madre la vediamo al massimo tre volte all’anno- mi ricordavo che Sango
mi aveva detto che la madre era Americana e lavorava per il presidente.
Quando uscii
mi sentii soddisfatta del capolavoro. Quella ragazza sarebbe stata accecata
dalla sua bellezza.
-Mai pensato
di fare il modello?- gli chiesi e lui strabuzzo gli occhi.
-La domanda
la dovrei fare io a te- risi e dopo aver salutato il ragazzo andammo a
prepararci noi.
Indossai un
pantalone bianco e una maglietta particolare a mezza maniche blu, i capelli li
lasciai sciolti, misi i cerchi color argento e indossai i decolté blu a punta
rotonda. Mi truccai leggermente gli occhi e misi un lucidalabbra. Sango indossò
un vestitino azzurro e scarpe bianche, capelli sciolti, come sempre leggermente
truccata e anche lei aveva alle orecchie cerchi bianchi. Scendemmo che erano le
nove e trovammo i ragazzi ad aspettarci nella hall. Koaku era con Rin molto
carina nel suo completo verde acqua e fascia bianca con un copri spalle
pesante.
-Si uniscono
a noi- ci spiegò Miroku salutandomi con un bacio a timbro sulle labbra e
salutando allo stesso modo, ma più a lungo, Sango. Quando lo fece io mi
irrigidii e guardai Sango che sorrise e si avvicinò.
-Mi ha detto
che vi salutate così o che realmente e lui che ti saluta così soprattutto
quando…- esitò -…hai bisogno di conforto. E non ti preoccupare per il momento
non mi dà fastidio-mi aveva sussurrato tutto nell’orecchio e risi quando disse
“per il momento non mi da fastidio”.
Salutai
anche gli altri e notai che c’era una ragazza seduta dietro Inuyasha lui se ne
accorse e la presentò –È un’amica di Rin viene con noi- annuii e mi presentai.
-Kagura-
rispose timidamente.
-Sta con
te?- chiesi a Inuyasha e lui annuì, sorrisi perché avevo ragione che Inuyasha
aveva pensato la stessa cosa mia. Allora presi Koga sotto il braccio e uscimmo.
Nel
ristorantino prenotato da Inuyasha incontrammo anche i tre professori che prima
di andarsene ci fecero mille raccomandazioni. Mangiammo e poi tornammo a
camminare. Koaku e Rin erano appiccicati e spesso ci fermammo e li richiamammo
per non lasciarli dietro. Kagura parlava tranquilla con Inuyasha e lo stesso
lui che le sorrideva accarezzandole il viso… mosse che anche io conoscevo alla
perfezione. Ma la coppia più bella era quella di Miroku e Sango che camminavano
davanti a noi. Sorridevano, ridevano e lui le faceva mille complimenti. Ci
fermammo a piazza Navona e ci sedemmo vicino alla fontana dei fiumi. Come
sempre le fotocamere erano presenti e facemmo tante foto. In quel momento conoscemmo
Rin e Kagura meglio ed erano molto simpatiche. Poi rimasi sola mentre i ragazzi
facevano altre foto ero in piedi e mi incantai a guardare la fontana, poi un
flash e mi girai di scatto.
-Sei
bellissima- mi avvicinai per vederla e non stavo affatto male –La proposta di
mia madre è ancora valida- guardai Koga e sospirai. –Non demorde Kagome la
conosci. Sei perfetta perché non vuoi fare la modella, viaggerai sempre,
indosserai tanti vestiti alla moda che a te piacciono, conoscerai stilisti e
sarai famosa-
-Non
insistere Koga- ma il mio rifiuto era debole. Quando avevo visto la foto di mio
fratello mi ricordai del dolore che la mia famiglia aveva provato alla notizia
e chi sa come avrebbero reagito davanti alla stessa notizia che riguardava me.
Scossi la testa per scacciare quel pensiero e mi vidi sfilare su una passerella
a fare foto di un calendario o per una rivista. Sorrisi e Koga capì che
c’era una crepa e che se insisteva avrei potuto accettare.
-Hai quasi
finito la scuola, non sarai costretta a diventare avvocato e se vuoi puoi
continuare gli studi all’università… Kagome riflettici- era identico alla madre
non demordeva mai. La madre gestiva un importante rivista di moda e aveva molte
amicizie, una volta arrivò a dirmi che compiuti diciotto anni mi avrebbe fatto
inserire nell’elenco delle ragazze che partecipavano a Miss Universo.
-Ne parliamo
quando torniamo a casa- lui sorrise soddisfatto e annui, poi si allontanò
parlando a telefono.
Ero di nuovo
sovrappensiero e mi spaventai quando qualcuno tolse l’unica mollettina dai
capelli.
-Ehi
bellissima addormentata non ti unisci a noi?- Miroku me la sventolò davanti ai
miei occhi.
-Scusa
pensavo- mi giustificai prendendola –Miroku- lo chiamai e lui mi guardò
accarezzandomi il viso.
-Dimmi
bellezza-
-Voglio un
gelato- lui sorrise e se ne andò da Sango chiedendole a che gusto lo voleva e
poi si infilò in un bar. Poi ritornò con due coppette pieno di gelato per me
fragole e Sango lo stesso, ci guardammo e scoppiammo a ridere.
Koga mi si
avvicinò da dietro e prima che mi mettessi in bocca un po’ lo mangiò lui.
–Ladro- urlai e lui rise.
-Non ne
mangiare troppo altrimenti se ritorni a casa grassa mia madre mi spezza- gli
feci la linguaccia e continuai a mangiare. Mentre mangiavo notai Inuyasha
baciare Kagura ma non mi fece assolutamente nulla, però improvvisamente mi
passò la voglia di mangiare il gelato, ma lo mangiai lo stesso.
-Kagome
posso chiederti il permesso?- Koga appariva sempre alle spalle spaventandomi
sempre.
-Per cosa?-
gli chiesi guardandolo male per lo spavento mentre si metteva di fronte a me.
-Per questo-
e mi baciò , ma lui era mio amico e sapeva che non provavo nulla per lui. Come
Miroku non mi aveva mai accusato di essere una… puttana però anche lui era
infatuato di me e quel bacio lo sottolineava. –Grazie- disse poi e io lo
guardai non capendo. –Di avermi regalato un altro bacio anche se non vuoi stare
con me- sorrisi.
-Koga non mi
chiamerai anche tu in quel modo vero?- lo guardai supplicante.
-Come potrei
Kagome, io conoscevo e conosco la vera Kagome- e mi accarezzo i capelli per
baciarmi ancora.
-Koga ti
ammazzo!- urlò Miroku.
-Ci ha
visti- esclamò preoccupato. Avevano fatto un giuramento di non usarmi mai come
facevano gli altri, anche se ero io a usare gli altri.
-Miroku
calmo l’ho baciato io- mentii e lui strabuzzò gli occhi –Che c’è non posso
provare più a stare con una persona?- non l’avrei mai fatto.
-No- disse e
arrossii.
-Mettiamolo
in chiaro ti ho baciato per non offenderti- puntai un dito contro il petto di
Koga che rise.
-Lo so non
preoccuparti e io non ti userei mai come gli altri-
Non ci
baciammo più e la serata trascorse tranquilla. A mezza notte rientrammo in
albergo e ci separammo per andare nelle nostre camere, ma prima di prendere l’ascensore
fermai Kagura e Rin.
-Vi va di
fare un pigiama parti?- chiesi si guardarono e annuirono sorridendo.
Parlammo
tutta la sera e tutte mi presero in giro per il bacio con Koga.
-Sango ma
non sei gelosa? Si… cioè mi è apparso geloso Miroku mentre Koga baciava Kagome-
chiese Rin.
-No, non
sono gelosa vedete è una lunga storia- ma Rin non volle sapere altro.
La mattina
successiva se non fossero stati i ragazzi a svegliarci saremmo rimaste a letto
tutta la giornata. Quando Rin andò ad aprire i ragazzi si fiondarono in camera
ridendo e svegliandoci.
-Cosa
succede?- chiesi alzandomi e guardando i ragazzi ridere e farmi segno di
tacere. Aspettammo un po’ e poi si sentì qualcuno urlare e loro scoppiarono a
ridere. –Cosa avete combinato?- ma non risposero perché qualcuno busso alla
nostra porta e dal modo brusco sembrava alquanto arrabbiato. I ragazzi si
divisero Inuyasha si nascose sotto il letto, Miroku nell’armadio e Koga e
Kohaku tirarono con se Rin che era sulla porta ancora ferma, se avesse aperto
lei avrebbe capito che si nascondevano lì… ma chi avrebbe capito?
Mi alzai
sbuffando e mi ritrovai un Hojo con la faccia ricoperta di schiuma e scoppiai a
ridere anche io.
-Dove sono?-
chiese brusco.
-Chi?-
cercai di fermarmi ma quando lo riguardai già mi faceva male la pancia per le
risate.
-Quegli
stupidi- scossi la testa.
-Credo che
questo sia l’ultimo posto in cui si potessero nascondere visto che il prof sta
facendo i controlli ed è passato qui tre secondi fa- lui parve crederci, ma che
stupido se il prof fosse passato l’avrebbe visto di sicuro.
-Se nel caso
si nascondessero qui digli che sono nei guai!- urlò in modo che lo sentissero.
Io annui e feci ciao con la mano, quando non sentii più i suoi passi scoppiai a
ridere.
-Siete
tremendi- dissi guardandoli e Inuyasha mi tirò giù verso di lui e mi sorrise.
-Divertita?-
mi chiese e io sorrisi, voleva accarezzarmi ma mi scostai e lui si alzò.
-Dammi il
cinque fratello- disse Koga a Miroku.
-Ma come
siete ancora in pigiama? Guardate che avete saltato la colazione- disse Kohaku
abbracciando Rin.
-Abbiamo
fatto tardi- feci spallucce e indicai la porta.
-Ma se
usciamo ci becca-
-Miroku
dobbiamo cambiarci- dissi.
-Vi
aspettiamo fuori ma se torna ci aprite subito- annuii stizzita e li cacciai.
-Kagome noi
andiamo in camera nostra ci vediamo nella hall- annuii e salutai le due
ragazze.
Venti minuti
dopo eravamo pronte e i ragazzi erano nella nostra stanza perché Hojo era
ritornato. Finimmo di preparare le ultime cose e poi mi avvicinai a Miroku porgendogli
un orecchino, dovevo cambiarlo ogni tanto. Fece tutto lui io non ci riuscivo mi
faceva impressione.
-Se non ti
abitui a farlo da sola quando sarai sposata come farai?- mi chiese.
-Ci pensa
Koga… vero caro?- scherzai e lui infilò l’orecchino facendomi male. –Mi hai
fatto male-
-Se ti
avessi voluto fare del bene ti avrei fato una accarezza- disse nervoso.
-Che bisogno
c’era di cambiarlo?-
-Koaku non
posso tenere un orecchino più di una settimana, non mi piace-
-Viziata- mi
girai verso Inuyasha e gli feci l’occhiolino, mi divertivo.
Poi
scendemmo e il prof ci fece una ramanzina per il ritardo. Credevo che la visita
fosse più interessante e invece no, una noia mortale fino a quando non arrivò
l’archeologa che ci spiegò tutto in giapponese e se non ricordava qualcosa
parlava in Inglese. Aveva un viso conosciuto ma non mi impegnai a capire se la
conoscessi. Quando finì la visita mi fermai a prendere altri appunti con Sango.
Mi feci dare delle notizie anche sull’altare della patria poiché avevo perso la
spiegazione e la donna fu più che gentile ed era più informata della guida, fu
il parere di Sango. Poi gli chiesi se avevano trovato altro e lei mi spiegò che
aveva nuovi scavi in corso.
-Avete vinto
anche voi questo viaggio?- ci chiese e noi annuimmo. –Anche mio figlio- mi
incantai e mi vennero in mente le parole di Inuyasha.
-Lei è la
madre di Inuyasha?- lei sorrise.
-Lo
conosci?- bofonchiai un si irritato.
-Ma non l’ha
visto?-
-Sì, mi ha
convinto lui a venire a spiegare un po’ di storia a voi e quando parli del
diavolo escono le corna- mi girai a guardare e Inuyasha si avvicinò alla madre.
Due gocce d’acqua tranne che per gli occhi e il carattere.
-Ciao mà- di
quello che aveva detto non avevo capito niente perché parlava in italiano e io
lo odiavo quando faceva così. Poi mi guardò e sorrise –Mamma ho visto che
parlavi con Sango e Kagome e mi è venuta una cosa in mente. Poiché per oggi
avevamo in programma solo questa visita e da domani iniziano gli studi se
potevi convincere il professore a portarci con te-
-Vedrò cosa
posso fare- sorrise e si avviò verso il professore.
-Ma tua
madre ci ha detto che deve lavorare-
-Sango dove
mia madre lavora è un parco e ci rilassiamo un po’ a prendere il sole- Sango lo
abbracciò.
-Sei un
genio- e corse da Miroku.
-Quando ti
ci metti sei bravo- dissi e lui si avvicinò pericolosamente.
-Avevi
dubbi?- io annuì e mi baciò, ma nessuno ci vide.
-Non
dovevamo farlo più- dissi staccandomi stizzita.
-Stiamo solo
giocando o sbaglio? Tanto quando torniamo a casa chi si rivede più- sorrisi
perché aveva ragione.
-Bene allora
giochiamo- ma me ne andai al segno del professore. Ci disse che saremmo andati
tutti con la signora che ci spiegò anche dei scavi poi si congedò e andò a
lavorare mentre noi ci stendevamo sul prato a prendere il sole.
Inuyasha si
stese con la testa sulle mie gambe e io gli accarezzai la mano. Non mi
preoccupavo che Kagura mi dicesse qualcosa perché si stava consolando dietro un
albero con un altro compagno di Inuyasha. Koga invece parlava con una ragazza
che non conoscevo e noi eravamo stesi a terra.
-Ragazzi!-
Rin correva verso di noi –io e Koaku abbiamo comprato un pallone vi va di
giocare a pallavolo?- poco dopo eravamo tutti schierati ragazzi contro ragazze,
ma essendo i ragazzi troppo forti ci dividemmo. Sango, Inuyasha,Rin e Koga
dall’altraa parte io, Miroku, Koaku e Kagura.
-Abbiamo
vinto!- urlai andando incontro agli altri e Inuyasha mi afferro di peso
mettendomi sulla sua spalla come un sacco di patate. Scalciai e urlai ma lui
non mi mollo, si stava allontanando.
-E me la
pagherai- mi disse mettendomi a terra e schiacciandomi contro il troco di un
albero non riuscendo a non tremare alla sua voce roca e mi iniziò a baciare il
collo, le guancie, la fronte, gli occhi, il naso ma mai la bocca, era la mia
penitenza. Poi mi prese in braccio e io strinsi le gambe intorno ai fianchi
mentre mi incastrò di più contro l’albero sorrisi perché anche la seconda volta
mi aveva alzato per baciarmi, solo baciarmi e nient’altro e per questo lo
ringraziai. Mi baciò ancora il collo e scese sulla clavicola e poi poggiare
piccoli baci sulla parte in mostra del seno. Rabbrividii a quel tocco gentile
ma lo guardai quando smise. Gli accarezzai il viso, mi abbassai e lo baciai
dolcemente. Rabbrividii di più quando passò le mani sulla mia schiena e io lo
desiderai tutto, ma mi trattenni.
-Credo che è
meglio se andiamo adesso- disse ma io lo bloccai baciandolo ancora.
-Giochiamo
ancora un pochino- non se lo fece ripetere due volte, mi baciò ancora e ancora.
-Ok possiamo
andare- sorrise mi stampò un bacio, mi fece scendere e si staccò da me come se
non fosse successo niente. Mi aspettò mentre mi sistemavo e ce ne andammo
ritornando dai nostri amici che continuavano a giocare in nostra assenza.
Tornammo a giocare
anche noi nella stessa squadra, davvero sembrava che non fosse successo nulla
scherzavamo e giocavamo come sempre anche se una parte di me voleva ancora
quelle labbra. Riuscii a cacciare quel desiderio e mi sentii davvero bene.
Mentre
mangiavamo il professore ci spiego come si sarebbero svolte le lezioni il
giorno successivo. In poche parole fummo divisi in gruppi e ogni gruppo aveva
un orario di studio. Il nostro gruppo rimase lo stesso poiché il prof disse che
eravamo un gruppetto affiatato e il nostro orario andava dalle dieci alle due.
Il corso sarebbe avvenuto in una scuola poco distante dall’albergo e saremmo
stati accompagnati da un taxi e avevamo un giorno di relax… la domenica. Ma non
ci lamentammo poiché dopo lo studio avevamo il tempo a nostra disposizione
naturalmente dopo aver fatto i compiti.
Nel pulman
eravamo tutti abbattuti io mi addormentai con Rin e Sango mentre gli altri non
so cosa fecero. Quando arrivammo Miroku ci sveglio dolcemente.
-Stasera
venite in camera nostra?-
-Io non ci
sono ho troppo sonno- dissi realmente non volevo passare altro tempo con
Inuyasha.
-Sango?-
-Si credo
che ci sarò, tu vieni Rin?- disse dopo un momento di esitazione ma la convinsi
ad accettare con lo sguardo.
-Certo –
sorrise quest’ultima.
Mentre Sango
si preparava per scendere io mi infilai nel letto e dissi a Sango di portarsi
la chiave. Ma quando rientro non si capì più nulla.
-Sango!-
esclamai stupita quando la vidi –Che hai fatto?-
-Non lo so-
disse stendendosi sul letto –Miroku mi ha dato una birra o due o tre… non
ricordo- disse ridendo.
-Ma sei
demente? Non ti sei ubriacata la prima sera l’hai fatto adesso che domani
abbiamo lezione- la rimproverai raggiungendola –Non immagino gli altri come
stanno-
-Loro stanno
bene… almeno credo- fece una pausa –Kagome devo vomitare- scattò in piedi e
corse in bagno. Non sapevo che fare non ricordavo se avessi portato delle
aspirine così frugai nella valigia e la trovai. Sentii lo sciacquone e dopo
poco Sango uscire e ricadere sul letto.
-Sango
adesso riposati ok? Ci penso io a te- lei annuì e crollo in un attimo. Dovevo
controllare anche quei sette e assicurarmi che stessero bene. Quando bussai
nessuno mi aprii cosi fui costretta a picchiare più forte. Non immagino quante
bestemmie da parte dei vicini. Poi arrivò Koaku assonnato.
-Kagome?-
-No il lupo
cattivo, fammi entrare- si scostò di lato e notai che la camera faceva schifo.
–Miroku- lo svegliai con un calcio lui mi guardo non mi sembrava ubriaco.
-Kagome-
scattò in piedi.
-Si, ma che
avete combinato domani abbiamo lezione!- lo rimproverai e anche gli altri si
svegliarono. –Quante birre hai dato a Sango?- lui non mi seguiva.
-Una-
rispose dopo poco. Non era possibile che quella stupida si fosse ubriacata con
un’unica birra.
-Voi come
state?- Inuyasha non c’era quindi pensai che stesse con altri o altra. Koaku si
era addormentato di nuovo era ubriaco, mancava anche Koga e le due ragazze
dovevano essere tornate in camera.
-Koga e
Inuyasha sono andati a un altro festino- non lo ascoltai nemmeno e iniziai a
mettere a posto la camera.
-Qui ci sono
delle aspirine, vi serviranno. Miroku perché siete così imprudenti?-
-Ma che ho
fatto?E poi da quale pulpito arriva la predica-
-Sango è
sopra che sta male e tu dovresti essere quello cotto di lei, ti dovresti
prendere cura di lei- lui guardò a terra colpevole.
-Vado da
lei- scatto ma lo fermai.
-Prenditi
cura di lui- lui annuì dispiaciuto e me ne andai.
Sango
dormiva avvolta nella coperta e io mi addormentai seduta a terra pronta a
scattare se non si sentisse bene. Ricordo la mia prima volta stetti male per un
giorno intero solo che io mi scolai non birra ma tutto quello che c’era in casa
di Miroku.
-Kagome apri
sono Miroku- saltai quando bussò alla porta. –Sango come sta?-
-Dorme
ancora. Tu?-
-Ho preso
l’aspirina prima, ma non mi abbatto facilmente mi conosci-
-Koaku?-
-Ha preso
l’aspirina e si stava riprendendo. Sono le sette e meglio se la svegli se vuoi
che si riprenda per le dieci- annuii e la svegliai delicatamente.
-Mi fa male
la testa- disse quando aprì gli occhi – e la luce è troppo forte-sorrisi.
Presi il
bicchiere d’acquea e feci sciogliere l’aspirina –Bevila- ordinai e lei non
disse nulla neanche sul sapore disgustoso del medicinale.
-Perché non
mi hai detto che non hai mai bevuto?- Miroku le si era seduto accanto e le
accarezzava la testa.
-Volevo fare
la ganza-
-Non è
facendo la ganza che mi piacerai di più- disse lui sorridendo, lei annuì.
-Io mi
inizio a preparare e prendere qualcosa da mangiare- non aggiunsi altro e mi
chiusi in bagno poi scesi e presi da mangiare anche per Koaku.
Con mio
sollievo Rin e Kagura erano sedute a tavola e mi fecero segno di sedermi con
loro.
-Non posso
qualcuno stanotte ha esagerato con l’alcool-
-Koaku?-
annuii.
-E Sango- le
salutai e salii in camera dove Miroku coccolava Sango. –Mangia questo e tu
Miroku cerca Inuyasha e Koga giù non c’erano e prendi queste in caso ne abbiano
bisogno, mettili con la forza sotto la doccia e fa in modo che siano
pronti-
-Va bene-
salutò Sango con un bacio e lo stesso con me.
-Siamo
pronte signorina e tempo della doccia fredda- lei si rigirò nel letto e mi
diede le spalle –Guarda che ti porto con la forza- lei borbottò un imprecazione
poco aggraziata e si appoggiò a me per raggiungere il bagno –Quando hai finito
chiama- lei annuì e sparì.
Quando scesi
e mi ritrovai i ragazzi davanti,scossi la testa. Tutti con occhiali da sole,
meno male che fuori c’era davvero.
-Ma che
stupidi che siete- dissi e mi avviai verso la porta.
La scuola
era gremita di studenti, era un università di Lingue. Io chiesi dove potevamo
trovare la persona che ci avrebbe insegnato e ci dirigemmo verso l’aula.
-Sango tu
accanto a me- dissi tirandola e per poco non cadeva.
-Buon
giorno- era una donna sulla quarantina e mi dava l’impressione di essere molto
severa, non sbagliai. –per queste due settimane sarò io a spiegarvi come
imparare l’italiano e a comprendere la nostra storia e letteratura- ci
guardò a uno a uno –Notte insonne? Tengo a precisare che quando avrete lezione
con me voglio che siate al massimo delle vostre forze quindi vi prego di
lasciare ai giorni di riposo le bravate di voi giovani e se la luce vi dà
fastidio mi dispiace ma in classe non si tengono gli occhiali- disse in
giapponese con aria minacciosa –Sono stata chiara?- vidi i ragazzi raddrizzare
la schiena e togliersi gli occhiali.
Erano
quattro solo quattro ore, ma di tortura. Era peggio della signorina Rottenmeier
di Heidi. Spiegò i fondamenti della grammatica italiana a scrivere l’alfabeto e
a leggerlo con la giusta pronuncia, poi ci fermammo per una breve pausa e
ricominciammo da capo.
Io presi
appunti su appunti anche per i miei amici che non erano molto concentrati e
quella strega se ne accorse e così si impuntò su di me.
-Complimenti
signorina Higurashi impara molto presto, spero che i suoi compagni domani
facciano di meglio- disse disprezzante. Quando uscimmo Sango, Koaku e Miroku
stavano meglio mentre gli altri due no. Ci sedemmo sulle scale dell’università
aspettando che il taxi chiamato dalla scuola arrivasse.
-Mi dite che
avete fatto stanotte?- chiesi guardandoli, poi rabbrividì quando un pensiero mi
sfiorò la mente –Ti prego Koga dimmi che non l’hai fatto-
-Non l’ho
fatto- disse subito.
-Oh si che
l’hai fatto- gli urlai contro –Era un anno che non le fumavi più, per me così
avevi detto-
-Ma Kagome
quei ragazzi le avevano già pronte due, e noi ne abbiamo approfittato- lo
guardai truce.
-Non
avvicinarti più a me-
-Kagome non
dire cretinate- sbotto scocciato.
-La
cretinata l’hai fatta tu- proprio in quel momento arrivo il taxi e mi fiondai
al posto d’avanti.
-Kagome
aspetta- gli chiusi la porta in faccia. Quando sentii che si era allontanato
scesi a mangiare e Sango era con me.
Parlai con
Rin che era uscita da scuola alle undici e mi raccontò che aveva un professore
vecchio e rimbambito. Grazie a lei non pensai a niente e ci divertimmo a
imitare i prof dell’università.
Poi salimmo
a svolgere i pochi esercizi assegnati e ci incontrammo nella hall, dove
parlammo con il professore.
-Vi va di
andare a prendere un caffè?- propose Rin e accettammo volentieri, ormai non ci
perdevamo più anche se dovevamo chiedere indicazione ogni tanto.
Conoscemmo
dei ragazzi dell’università che studiavano giapponese e noi li aiutammo a
svolgere qualche esercizio. Anche loro avevano la signorina Rottenmeier e ci
spiegarono che infondo era una brava insegnante.
-Kagome?- il
ragazzo di nome Salvatore mi chiamò e io gli sorrisi –Domani a che ora stai
all’università?-
-Dalle dieci
fino alle due-
-Quindi hai
lo spacco a mezzo giorno- annuii era molto garbato e carino –Senti ci vediamo
sulle scale?-
-Ma certo –
avevo fatto colpo –a domani- lo salutai.
-Dove siete
state?-
-In un bar a
prendere un caffè- risposi io al posto di Sango.
-Non vi
dovete muovere da sole- Miroku voleva farci la predica.
-Non eravamo
sole, abbiamo conosciuto due ragazzi dell’università- Miroku guardò truce Sango
che gli fece segno che non aveva fatto niente –lei non c’entra ho fatto io
amicizia con quei due-
-Non
dovevate uscire senza uno di noi- bruciai con lo sguardo Koga che aveva
parlato.
-Io con te
non parlo-
-Allora
perché mi stai parlando- non lo risposi più –Ti posso parlare?- scossi la testa
–Per favore?-
-Due minuti-
-Scusami- mi
disse una volta soli.
-No-
-Kagome lo
so che hai ragione ma avevo bevuto sei birre e già non capivo nulla-
-Non ti
giustifica-
-Senti
Kagome, non so che dirti per farmi perdonare- disse disperato –Ti giuro su me
stesso che non ne toccherò mai più una-
-Ricordatelo
questa volta- lui sorrise.
-Abbraccio?-
mi avvicinai ancora con le braccia incrociate e lui mi strinse. –Grazie-
-Hai
studiato per domani?-
-Non ci sono
riuscito perché pensavo al nostro litigio, ma adesso corro-
-E gli
altri?-
-Solo
Inuyasha li ha fatti poi è uscito- annuii e tornai dalle ragazze.
-Miroku va a
studiare e portati anche Koaku- dissi sorridendo.
Sango rimase
a parlare con Rin e Kagura mentre io salii a mettere il telefonino sotto
carico. Quando lo accesi trovai una marea di messaggi con le chiamate perse da
parte di mamma. La chiamai subito per tranquillizzarla.
-Kagome ma
dov’eri?-
-Ero a
scuola e si è scaricato il telefono- mentii.
-Mi voglio
fidare. Ti stai divertendo?-
-Tanto
mamma. Tu e papà come state?-
-Bene tesoro
ci siamo presi due giorni di riposo- strano.
-E dove
siete?- esitò a rispondere.
-In America
da tuo fratello- mi arrabbiai tanto, mi avevano promesso che ci saremmo andati
tutti insieme dopo finito gli esami.
-Mamma mi
avevate promesso…-
-Lo so
tesoro, ma vedi era l’unico momento per poterlo vedere. Noi abbiamo il lavoro e
anche lui-
-E io quando
lo rivedrò?-
-A Natale-
-Natale?-
esclamai arrabbiata –Sai che c’è di non nuovo mamma? Che vi odio tutti… andate
al diavolo voi e il lavoro- attaccai il telefono in faccia e uscii dalla
camera. Non so perché lo feci ma salii al piano superiore. Camminando tra il
lungo corridoio vidi Inuyasha che parlava con una ragazza sulla porta della sua
stanza. Mi avvicinai velocemente, lui mi senti e si girò a guardarmi non gli
diedi il tempo di dire “a” che lo spinsi contro la parete baciandolo. Lui
invece di infuriarsi per avergli fatto perdere la ragazza ricambiò il baciò e
la ragazza offesa si ritirò sbattendo la porta.
-Ehi calma,
così mi uccidi- disse con sorriso malizioso ma io no anzi lo bruciai con lo
sguardo. –Ok! Cosa è successo?-
-Niente,
perché deve succedere qualcosa?- dissi nervosa. –Hai una sigaretta?- lui annui
e me la diede. –Vado a fumare- lui mi seguii silenziosamente in camera. Mi feci
dare anche l’accendino e accesi la sigaretta, aprii la finestra e iniziai a
fumare.
-Allora
facciamo il resoconto- disse accendendosi anche lui la sigaretta.
-Ti vedo
meglio- lui annuii.
-Non
cambiare discorso-
-Perché
dovrei farlo?- dissi tirando dalla sigaretta.
-Allora ti
trovavi all’ottavo piano, arrivi come una furia, mi sbatti contro il muro
baciandomi in quel modo e mi hai fatto perdere una scopata… e non dirmi che non
ti è successo niente-
-Non sei il
mio psicanalista-
-No, ma ci
ho perso io-
-Volevo
sfogarmi un po’- lui sorrise – tu ti sei trovato nel momento giusto al posto
giusto-
-Lo so che
mi cercavi-
-No affatto,
sei stato il primo che è capitato. Volevo giocare un po’ e chi meglio di te può
giocare con me?- rise. –mi dispiace per la ragazza-
-Bugiarda- mi
accuso e io sorrisi. –Beh visto che volevi giocare perché non continuiamo?-
-Non mi va
più-
-Ma a me si-
mi prese la sigaretta da mano e la lanciò con la sua, poi si avvicinò e mi
baciò spingendomi contro il letto.
-Da quanto
fumi canne?- gli chiesi quando mi fece respirare un po’.
-Da quando…
capisci- annuii e lo strinsi a me baciandolo per fargli dimenticare l’argomento
iniziato. –Ci sai fare-
-Lo puoi
dire forte- risi. Il nostro gioco funzionava in modo strano tutto andava bene
finché ci baciavamo, potevamo anche spogliarci ma non andare oltre.
Lui mi sfilò
la maglietta e io feci lo stesso con lui. Quando vidi il tatuaggio mi
rattristai e accarezzai il suo petto. Seguii le linee del tatuaggio e lui
tremò, sorrisi.
-È bello-
dissi.
-È triste-
rispose lui e io annuii.
-Tu hai
fatto un tatuaggio e io un piercing- sorrisi malinconica e tremai anche io
quando mi tocco il ventre e l’orecchino.
-Almeno il
tuo se vuoi puoi toglierlo- io annuii.
-Ma tu puoi
modificarlo- lui sospirò scivolando accanto a me e mi abbracciò. Io continuai
ad accarezzare il disegno sorridendo quando sentii i brividi.
-Mi fai il
solletico- disse sorridendo con gli occhi chiusi –Sei così dolce e delicata-
sussurrò.
-No che non
lo sono. Io sono una ragazza cattiva-
-Cattivissima-
disse iniziando a farmi il solletico e io risi. –Infatti sono le persone
cattive che finiscono la scorta di aspirine per aiutare gli amici- risi ancora
con le lacrime agli occhi poi lui si fermò quando iniziai a supplicarlo.
–Adesso mi dici perché eri arrabbiata?-
-Perché i
miei genitori sono in America-
-E allora?-
-Sono da mio
fratello che non vedo da due anni. Mi avevano promesso che saremmo andati
insieme quando avrei finito gli esami, ma dovranno lavorare-
-Fai il
conto, dovrai aspettare il diciassette luglio compi diciotto anni come Miroku
no?- annuii, sapere che sapeva che ero nata lo stesso giorno di Miroku mi
stupì –Sarai matura per prendere un aereo e andare da sola in America-
-Come se
fosse facile, mio fratello lavora sarà occupato anche lui- mi accostai di più a
lui. –E poi io mi arruolo in esercito-
-Non è così
facile in Giappone- disse –Sai ho riconosciuto anche io il ragazzo nella foto-
mi irrigidii –Credi che la tua famiglia piacerebbe ricevere una notizia così
sconvolgente?-
-Io li odio-
-Sei solo
arrabbiata- mi baciò la fronte – e poi non sprecare il tuo corpo così-
-Non ti ci
mettere anche tu- rise e mi passò la mano sulla schiena facendomi rabbrividire.
-Dai
rivestiti ci vediamo a cena- mi sentii sola quando lui sciolse l’abbraccio e si
alzò avrei voluto restare così ancora un po’ ma non dissi niente.
-Inuyasha
perché quando mi baci mi prendi sempre in braccio?- chiesi senza vergogna.
-Abitudine-
alzò le spalle ma mentiva –A dopo bellezza- e uscii.
Io sorrisi e
mi ributtai sul letto annusando il suo odore sulle coperte. –Ma che sto
facendo… Kagome riprenditi- sorrisi e mi sistemai.
Eccomi con
il secondo capitolo!
Ho postato
in anticipo di un giorno perchè domani non l'avrei potuto fare ( dannata
scuola), ho pensato meglio in anticipo che in ritardo, no?
sono
contenta che molti di voi hanno letto il primo capitolo spero che sia piaciuto
tanto:D
E così i due
hanno molto in comune... beh vedremo come andrà avanti cosa succederà tra i
due? Io non lo ricordo più ù_ù (hehehehh sn malefica)
Ringrazio:
-Alys93:
IO-AMO-ROMA se potessi mi trasferirei lì volentieri Xd... comunque anche io ho
sempre odiato quei due, mi sono stati sempre antipatici proprio a pelle. Per
quanto riguarda le delusioni, ti capisco più che mai (ho un elenco di delusioni...)
ma la vita va avanti e si esce più forti di quanto si pensa. Ritornando alla
storia credevo che quel particolare di Inuyasha che parla italiano non sarebbe
piaciuto e invece... sono contentissima *^*. :D spero di leggere altre tue
recensioni, mi farebbe davvero piacere. e spero che questo capitolo ti piaccia
tanto quanto il primo! Baci alla prossima!
-Shiroganegirl:
Ciao! *-* guarda sono stata a Roma esattamente due settimane fa e non facevo
altro che ricordarmi delle scene di questa FF mi immaginavo i personaggi
d'avanti a me, le loro azioni e tutto tutto questo per dirti che avrei voluto
incontrare anche io Inuyasha. Grazie mille per avermelo fatto notare il
problema della punteggiatura, l'avevo riletto più di venti volte anche dopo tanto
tempo ma dovevo essere concentrata sempre su altro. di sicuro anche qui ci
saranno errori, proverò a rileggerli altri 39483759275 volte prima di
pubblicarli. :D grazie mille e spero che anche per te sia di buon gradimento
questo capitolo. Kizz!!!
E ringrazio nuovamente
tutti i lettori e spero che anche per voi sia di buon gradimento :D.... vi
adoro Kizzuli!!!
Ps: cercherò
di postare 1 o 2 volte a settimana, sempre se sopravvivo a questa settimana XD
Ciao!