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Autore: Leliwen    17/01/2011    3 recensioni
Ho vissuto abbastanza da vedere il futuro divenire acqua passata: gli imperi crollano tutti professore.
Seguito di Capelli d'angelo, dedicata a Sathia e a Zephan ^_^
- nell'elenco dei personaggi dovrebbe rispultare anche "un po' tutti", ma non riesco a inserirlo nemmeno prendendolo a claci... -
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lucius Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'In Nomine Satanis - Magna Veritas'
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Scusatemi!

La mia vita è stata... come dire... un po' frenetica e stressante nell'ultimo periodo - (INIZIO BREVE SCAZZO, per chi non fosse interessato salti...) vi basti sapere che per colpa di alcuni deficienti esseri della produttiva Milano (si sente il sarcasmo, VERO?) IO NON HO FATTO FERIE A NATALE perché LORO ci avevano richiesto un progetto per il 10 gennaio... progetto che poi, per LORO mancanze è slittato (QUI)- e non ho avuto tempo per dedicarmi a tutto quello che avrei voluto fare (tipo scrivere un po' di capitoli..., completarne altri... GRRR!)

Ad ogni modo passiamo alla storia...
Questo capitolo è dedicato tutto, con tutto il cuore, a Mary, che rilegge quello che io e i sobbalzi del treno produciamo durante la settimana e rendono leggibile ciò che scrivo. Un grazie davvero dal profondo del mio cuoricino!

Come? Dite che io non ho un cuore?!? Ma non dite assurdità! E' ben nascosto ma ce l'ho anche io! TZE'!




Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono, per questo si chiama presente.

"Madre. Padre. Sono lieto di rivedervi." Blaise era teso come la corda di un violino, i tratti del volto irrigiditi nell'espressione più neutra che riuscì a simulare "Spero che il soggiorno a Hogwarts sarà di vostro gradimento."

I Malfoy guardarono la scena in silenzio: il volto del Mezzangelo era contratto in una smorfia di concentrazione, ma gli occhi erano carichi di rabbia che premeva per rompere gli argini.

"Dubito fortemente che sarà un lungo soggiorno." rispose la Signora Zabini "Da quanto il Preside ci ha accennato nella sua missiva, hai avuto uno spiacevole scontro con dei Demoni." gli occhi della donna non si alzarono nemmeno un momento verso i Malfoy, segno evidente di quanto la loro presenza le desse fastidio.

"Esatto, madre." ammise Blaise piegando appena la tesa in un cenno.

"Non avresti dovuto sceglierti un impegno simile. È oltre le tue capacità." riprese la donna con tono estremamente annoiato, come se quella conversazione non la interessasse minimamente.

"Ne sono consapevole, madre." altro lieve cenno.

"Non puoi permetterti di fallire. Gli Zabini devono tramandare il loro nome e i loro poteri." disse la signora Zabini snocciolando una frase che aveva ripetuto chissà quante volte, come in una perfetta replica di una recita. Draco, dal tavolo Grifondoro, osservava la scena stringendo forte la mano di Harry. Quella donna era terribile: il suo aspetto esteriore nascondeva un'anima distorta, lacerata, completamente scollegata dalla realtà.

"Certo, madre." Draco sentiva l'agitazione crescere nel corpo del suo amico. Sapeva riconoscere i microscopici segnali della tensione dell'altro. Segnali che, era certo, non sarebbero sfuggiti al signor Prince, ma che la donna avrebbe bellamente ignorato.

Lucius osservò i genitori di Blaise, in piedi dinnanzi a lui, poi gli lanciò un'occhiata penetrante avvertendolo silenziosamente di fare attenzione.

"Dovresti mettere da parte il tuo orgoglio e capire che il compito che ti sei prefissato è oltre le tue capacità. È inutile rischiare la propria vita per qualcosa che non si può ottenere."

Harry gemette. Draco serrò gli occhi. La facciata insensibile di Blaise s'incrinò maggiormente.

"Non è questione di orgoglio, ma di onore, madre." sibilò, incapace di mantenere un tono di voce neutro.

"Questa è solo una stupida idea che t'ha messo in testa tuo padre, che non ha nulla a che fare con noi." il tono della donna s'era fatto sprezzante.

"È un'idea che ha a che fare con me." sibilò il ragazzo "Non ho alcuna intenzione di ridurmi come te."

"Come ti permetti di parlarmi in questo modo? Sono tua madre!" il suo ringhio basso e modulato fece accapponare la pelle a tutti i ragazzi che ebbero la sfortuna di sentirlo.

"Calmati." la voce del padre di Blaise riverberò autoritaria e potente nella Sala Grande "Capisco la tua urgenza di allontanarti da questo luogo, ma non credo sia per assistere a questo tuo comportamento che il Preside ci ha mandato a chiamare."

Harry guardò Draco accigliandosi nel vederlo pensieroso.

"Quell'uomo è imperscrutabile. Persino più di Severus." spiegò Draco.

"È freddo..." mugugnò Harry poggiando la testa sulla sua spalla, mentre Draco gli accarezzava piano i capelli.

Ron li guardò con occhio critico.

"Ragazzi, il vostro comportamento sta sconvolgendo più dell'arrivo della madre di Neville o dello scambio di battute di casa Zabini, spero ve ne rendiate conto."
Draco ghignò apertamente "Vedo che anche tu inizi a comprendere la sottile arte della manipolazione."

Harry rise spontaneamente dinnanzi allo sguardo risentito dell'amico, poi si voltò verso il tavolo dove Neville e sua madre non smettevano un minuto di guardarsi, toccarsi, parlarsi. Sorrise. Il suo amico era ora molto più forte, lo poteva vedere chiaramente.

Una nuova onda di gelo però lo strappò dalle sue elucubrazioni.

Il Preside s'era alzato: la signora Zabini aveva appena picchiato la guancia di suo figlio e s'apprestava a ripetere l'azione, ma fu fermata dal braccio deturpato dell'ex-marito, le dita saldamente avvolte attorno al polso di lei .

Il lampo che passò negli occhi di Blaise era incredibilmente simile a quello che illuminava lo sguardo del suo padrino, mentre gli occhi della donna erano folli, vibranti di rabbia e di potere.
Il padre di Blaise guardava Dumbledore, fisso in volto, con la stessa intensità che si poteva leggere nell'espressione dell'ex-moglie, sfidandolo ad intervenire.

Alice e Neville si voltarono immediatamente verso il terzetto.

"Se non avete altro da aggiungere, madre, vi lascerei al vostro pasto, finito il quale potrete sicuramente tornare al Manor, senza altre scocciature." la voce di Blaise era affilata, come l'acciaio di una katana, pronto a vibrare un colpo mortale "Sono certo che Duropoco stia morendo dalla voglia di vedervi."

"Maledirti non sarebbe sufficiente a lavare quest'onta, ragazzino supponente. Spero tu lo comprenda." sibilò la donna sprezzante.

"Lavarla nel sangue sarebbe estremamente interessante, ma non credo sia questa la sede." concluse il padre con un ghigno spettrale.

Neville sgranò gli occhi. Sapeva che l'altro non stava scherzando. Guardò sua madre, il cui sguardo accigliato seguiva la figura rigida di Blaise che s'allontanava, esprimendo più di mille parole.

Neville la baciò sulla guancia e seguì l'amico.

Non dovette far molta strada: Blaise era appena fuori la Sala Grande, appoggiato al parapetto di un piccolo patio che dava su uno dei cortiletti interni del castello.

°Oo...oO°

 

In qualche luogo

 

Il Lord era furioso.

Sapeva, sentiva come sotto pelle, un sentimento nuovo e sconosciuto: dolore. Dolore di scoprire che era stato ingannato da chi credeva essere dalla sua parte, da chi aveva giudicato fidato. Il petto gli faceva costantemente male, ogni stramaledetta volta che uno dei suoi servitori indugiava un attimo su un suo comando, ogni volta che tentennavano. Era certo che Lucius Malfoy e Severus Piton gli avrebbero fatto esplodere il cuore in petto, se solo li avesse nuovamente incontrati in quello stato. E tutto per colpa di un patto col Diavolo! Diavolo che, oltretutto, non era ancora riuscito a consegnargli Potter!

Alcuni dei suoi scagnozzi, ritornati da Hogwarts, gli avevano raccontato ciò che era successo: per non rischiare di far del male a Draco Malfoy - figlio dell'essere che l'aveva più di tutti deluso - i demoni si erano ritirati, impedendogli, in tal modo, di avere ciò che gli spettava da contratto.

Era a dir poco furioso!

Distrusse quasi completamente il laboratorio in cui si era rintanato, quello stesso laboratorio in cui, in un tempo che ormai gli sembrava lontanissimo, Piton distillava per lui i suoi veleni mortali.

Una nuova ondata di magia distrusse tutto ciò che ancora era rimasto miracolosamente in piedi.

Emozioni.

Aveva fatto di tutto per debellarle dal suo corpo e ora, come se nulla fosse, quelle tornavano a farsi strada dentro di lui, come un tarlo, capace di corroderlo completamente. Doveva trovare una soluzione al più presto.

Quando il patto era stato sancito, aveva sentito un'energia, a lui estranea, tentare di contenere il suo dolore. Doveva ritrovare quell'energia.

Sì, il piano era semplice: trovare la fonte dell'energia, appropriarsene e, nel frattempo, cercare di ammazzare quel rifiuto umano di Harry Potter.

Peccato che non sapeva più da che parte cominciare. Ed anche questa era una sensazione completamente nuova.

°Oo...oO°

 

Hogwarts - Corridoio primo piano - Martedì

"Paciock, che sei venuto a fare?"

"Volevo sapere come stavi." gli rispose tentennando un po' trovandosi di fronte quegli occhi freddi come il ghiaccio. Sapeva che non erano per lui, ma non poteva fare a meno di rabbrividire.

"Fatti gli affari tuoi, è meglio."

"Io... pensavo fossimo amici..."

"Senti Paciock i miei problemi per tua fortuna sono solo miei, quindi non immischiarti."

"Io... solitamente quando si è in due i problemi si risolvono prima... o almeno a me succede così."

"Non tutto si risolve col tuo metro di giudizio, dovresti averlo capito ormai."

"Però..." Neville fu sbattuto contro il muro. Gli si mozzò il respiro.

"La mia vita è già complicata, non ti ci mettere anche tu."(*) lo lasciò andare e girò sui tacchi, pronto ad andarsene. Ma il Grifondoro, da bravo testardo, non gli diede tregua.

"Perché tua madre ti ha schiaffeggiato?" gli chiese affiancandolo. Il moro sbuffò per poi fissare nuovamente quei suoi occhi incredibili in quelli caldi dell'altro.

"Perché le ho giurato che, a differenza sua, io non fallirò il mio primo obiettivo."

"Obbiettivo?"

"Paciock, sei un purosangue, comportati come tale! Tira fuori tutta la tua conoscenza delle vecchie famiglie e dimmi, chi erano gli Zabini più famosi della storia?"

Neville ci pensò un attimo: a lui tutta l'araldica, tanto cara ai Serpeverde, non piaceva nemmeno un po' "Auror specializzati... solitamente guardie del corpo di primi ministri..."

"Bravo Paciock!" gli rispose sarcasticamente "Ti sei dimenticato di un paio di pazzi furiosi." il ghigno divenne cattivo "La mia famiglia ce l'ha nel sangue." si appoggiò al muro accanto a loro, come se tutto d'un tratto si sentisse svuotato di ogni forza "Risale all'alba dei tempi: un patto con gli Dei, a quanto si dice. Una forza straordinaria, capace di far vincere ogni scommessa con se stessi. La capacità di volgere a proprio vantaggio ogni situazione. E una sete di sangue da far invidia a un vampiro."

"... sete di sangue?" chiese Neville mettendoglisi di fronte e guardandolo negli occhi. Non sapeva nemmeno lui da dove gli venisse tutta quell'intraprendenza... forse la presenza vigile di sua madre. O forse semplicemente, per quanto potesse sembrare assurdo, si sentiva a suo agio col Serpeverde.

"Ci piace uccidere." rispose lapidario l'altro. Neville sgranò gli occhi "Non siamo la sola famiglia ad aver fatto un simile patto con gli Dei. Anche i Black e gli Smith. Con le dovute differenze." negli occhi di Neville si accese una scintilla di divertimento: Smith... quel Smith, Zacharias Smith era in qualche modo simile all'algido, potente Serpeverde che aveva di fronte?!? Dovette far appello a tutta la sua curiosità per non scoppiare a ridere. Vide benissimo che anche negli occhi del moro passò la stessa scintilla, ma venne immediatamente messa a tacere "Riusciamo a contenere la nostra sete di sangue, il desiderio di uccidere, mettendo le nostre capacità al servizio di qualcuno. Ovviamente, quando si è ancora a scuola si puntano obbiettivi semplici... tipo proteggere un compagno. E... io avevo scelto Draco. Era una sfida interessante anche prima di scoprire che non è del tutto umano."

"Perché ti interessa tanto riuscire o fallire nel tuo obiettivo?"

"Perché tutti i membri della mia famiglia che hanno fallito sono, in un modo o nell'altro, impazziti. Il potere che ci è stato dato ci si rivolta contro, forzando la nostra volontà a seguire quella sete cieca e ci spinge ad uccidere."

"Tua madre..."

"Mia madre ha cambiato sette mariti. Sette, mica uno. E di questi sette solo uno è sopravvissuto a mia madre, mio padre."

"Mi stai dicendo che..."

"Li ha fatti fuori uno dopo l'altro. E c'è ancora chi continua a volerla sposare. Gli uomini con mia madre assomigliano a delle falene che girano attorno a un fuoco. Inevitabilmente verranno bruciati."

"Tuo padre è l'unico sopravvissuto."

"Mio padre è il primo fallimento di mia madre."

°Oo...oO°

Hogwarts - Cortile interno - Ala Est - Martedì

Draco scortò Harry fuori dalla Sala Grande. Il moretto aveva davvero voglia di vomitare. Se l'anima di Sirius gli era sembrata semidistrutta, quella della Signora Zabini era terribile.

Ron, Hermione e Ginny li seguirono fuori, all'aria aperta di un cortile interno.

"Perché la vedo così bene?" chiese quando ebbe ritrovato il possesso del proprio corpo "Tutti gli assassini sono altrettanto visibili?"

"Snape è un assassino, ma è imperscrutabile." gli rispose Draco, sedendosi su una panchina di pietra e portandoselo addosso.

Ron emise un sospiro soddisfatto "Wow, allora è imperscrutabile anche per voi..." ghignò "Mi sento meno stupido."

Harry rise e poco dopo tutti quanti lo imitarono.

Draco si alzò stiracchiandosi le ossa. Ora che erano lontani da quei tre Harry aveva ripreso un colorito sano e il suo bisogno di contatto fisico era notevolmente diminuito.

"In ogni caso so che Sev è un Alchimista del sangue." disse Draco rivolto ai quattro Grifoni "Da quanto ne so nel mondo magico esistono delle Gilde, piuttosto segrete, composte da famiglie di maghi che, in passato fecero un patto con qualche divinità, o mago potente, o Merlino-solo-sa-cosa. Gli Assassini sono una di queste Gilde. Le altre che io conosco, di nome, sono quella degli Alchimisti - che si specializzano in Alchimia del Sangue, Alchimia della Terra ed Alchimia del Cielo - poi ci sono i Vasai e i Tessitori." puntò un dito contro il petto di Harry ridacchiando "Tu sei un Vasaio, come tutti i Potter degni di questo nome. I Lumacorno hanno ghermito alcuni importanti segreti della vostra famiglia, ma non sono mai riusciti a raggiungere i vostri livelli. La storia dice che un Mago Oscuro proveniente dalla famiglia dei Lumacorno decise di esiliarsi di sua volontà, così da potersi avvicinare ai Potter e riuscì a divenire loro apprendista. Quando i Potter si resero conto di cosa il Mago cercasse di fare, lo cacciarono e tentarono di ucciderlo. Ma questi era già tornato sotto l'ala protettiva del Mondo Magico, per poi sconvolgerlo quando usò su di sé le conoscenze apprese dalla tua famiglia." si strinse nelle spalle "Non so altro. Forse mio padre saprà di più: è possibile che anche allora fosse tra i maghi, incarnato in qualche paladino del bene." rise all'espressione alquanto dubbiosa di Ron e Ginny.

"Effettivamente, pensare al Signor Malfoy come a un paladino del bene è... assurdo." sussurrò Harry tra le risa.

°Oo...oO°

 

In qualche altro luogo

Lo ricordava bene quel giorno, il giorno in cui James entrò nella sua vita. Era appena iniziata la scuola e lui si sentiva ancora spaccato a metà, semplice spettatore della sua vita, incapace ad alzare la testa e ad iniziare a mordere. Si rigirava la lettera di suo fratello tra le dita: era stato abbandonato anche da lui. Quel tono freddo e distaccato, quel rifiutarsi cocciutamente di dare del tu a chi gli era appena un po' estraneo, quel tono che glielo rendeva tanto caro, perché era riservato solo agli altri... quello stramaledetto tono ora era rivolto anche a lui. Avrebbe voluto scrivergli, dirgli che essere un Grifodoro non cambiava ciò che era, non doveva esser visto necessariamente come un ostacolo tra loro due, ma non ci riusciva, perché sapeva di star mentendo.

D'altra parte, gli era difficile integrarsi con i suoi compagni di Casa, lui che discendeva da una famiglia di Serpeverde e Maghi Oscuri.

Abbassò la fronte sulle ginocchia, espirando tutta la sua solitudine.

Fu in quel momento che James gli si parò davanti.

"Hai mai visto un Infero?" chiese col tono di chi discorre del tempo "So che tuo padre li studia."

Il giovane Sirius era paralizzato dalla confusione: che lo stesse prendendo in giro, con quel tono superficiale? Era di Inferi che si parlava! Persone morte!

"Io una volta ho visto gli Angeli."

Si può non voler bene a uno così?(**)

In quel momento non aveva capito quanto il suo amico fosse stato sincero.

Ora, nuovamente solo, con i suoi tristi pensieri come unica compagnia, aspettava il compimento della prossima mossa. Gli Angeli avevano attaccato Hogwarts tentando di uccidere Draco Malfy. I Demoni l'avevano attaccata, tentando di prenderlo e farlo entrare di diritto nel loro esercito. Harry s'era imposto. Questo era tutto ciò che sapeva.

Aveva compiuto il suo primo dovere, proprio come aveva promesso, tanti anni addietro. Aveva dismesso la maschera di Medimago e ora era nuovamente latitante, in attesa del prossimo segno.

"Lascia che bruci, quella candela, non spegnerla, per favore."(***)

Sirius inspirò forte irrigidendosi.

"Se mi vuoi bene non spegnerla."(***)


(*) Dal fil Willow.

(**) Da Oceanomare di Alessandro Baricco.

(***) Da Castelli di Rabbia di Alessandro Baricco.

 




V'è piaciuto? Chissà... Se avete voglia, tempo, possibilità, fatemi avere vostri commenti, mi fanno sempre molto piacere^___^

PS: omini e donnine di Milano non prendetevela, è solo che ne ho fin sopra la punta dei capelli. E io li ho belli lunghi =_="

  
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