Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: whitevelyn    18/01/2011    1 recensioni
Davi.
Lo sguardo più triste del mondo.
Demon.
Attratta dalle luci.
Jess.
L'innocenza di una chitarra ed il rogo di una passione.
Demon, Jess e Davi, tre artisti, tre sguardi allucinati fissi sulla vita che scorre, o talvolta diretti verso un altrove, aspettando ognuno il proprio Nirvana. Demon, Jess e Davi, che a volte hanno l'anima di chi non ce la fa. Geneticamente inetti alla vita. Demon, Jess e Davi e le loro storie fatte di fuoco, aria e fiori. E magari, alla fine, di morte.
Genere: Erotico, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Let go-Frou frou


Chi l'ha detto che in California non ci sono persone tristi?
Davi è triste, le onde non finiscono mai.
Demon è andata a comprare il latte, l'ha lasciata lì sulla sabbia in mezzo ai gabbiani.
Quando tornerà, Demon lo sa, Davi non si sarà spostata di un centimetro, sa anche che i suoi pensieri invece avranno viaggiato attraverso i tramonti, fino a riuscire a scorgere gli occhi di Jess. Demon getta il cartone del latte dentro al cestino di plastica ed è come carta vetrata sulla pelle, quella sensazione di Davi e Jess, che riescono a guardarsi lo stesso, scavando l'orizzonte. Quella sensazione che è un assioma e che son due sguardi chiusi l'uno dentro l'altro, come due segmenti dello stesso telescopio.
Insopportabile prurito addosso. Insopportabile impressione di avere un cuore, mentre fa crack.

Jess?
Ho la testa piena di luce.
Correvi quel giorno sulla riva con i jeans arrotolati alle caviglie, ma non era la California, quella.
Essere felici come lo siamo stati noi, Jess. Costringe a lasciare certe frasi a metà.
Avevi vent'anni quel giorno e candido come nessuno che io ricordi, ma forse perchè non ricordo nessuno oltre te, in mezzo ad un sorriso mi hai detto perchè non ci sposiamo.
Avevo ancora i capelli che sgocciolavano sul pavimento della chiesa, quando sono diventata tua moglie, a Lindos, dopo aver cercato conchiglie bianche e senza macchie sul fondo del mare.
Che cosa pensi Jess?
Demon pensa che stanotte dormiremo in camper con un gruppo folk di cui non ricordo il nome.
Io penso che voglio un pesce rosso per chiamarlo Kurt Cobain.
Ma essere felici come lo siamo stati noi, Jess, è pericoloso. Poi hai bisogno di pensare a qualcosa per il resto della vita.
Poi il resto della vita lo fai passare.
Linda, la proprietaria di un bad and breakfast in cui abbiamo alloggiato per un paio di notti la settimana scorsa, mi ha detto che ogni volta che sorrido le faccio venire voglia di piangere.
Mi ha detto che le ricordo sua figlia che non sa che fine ha fatto, che un giorno se ne è andata dalla Louisiana ed aveva solo diciassette anni.
Allora poi lei è venuta in California, perchè è qui, in California, che le persone vengono quando hanno perso qualcosa.
Demon ad esempio ha perso un treno, non gli ho ancora chiesto diretto per dove e chi avrebbe dovuto incontrare. Riesco ad immaginare soltanto me ad aspettarla fuori dalle porte automatiche del treno. Con i capelli bagnati come quel giorno che sono diventata tua moglie, ma per via della pioggia.
Chissà dove si trova adesso la figlia di Linda. Un giorno magari mi capiterà di incontrarla ad uno di quei festival in cui tutti si ubriacano, e si portano anche i cani, e c'è tutto fango intorno, e non saprò che sarà lei. Così non potrò mai dirle di non tornare a casa, perchè la troverebbe vuota.
Non tornerò mai a Ginevra, Jess.
Demon è tornata e mi ha comprato anche un pacchetto di orsetti gommosi, quelli che hanno il sapore del sapone da bucato, me lo allunga tra le mani sperando che io la baci, ma come sempre io non ci penso neppure.

"C'era un tizio al drugstore dietro l'angolo, con un occhio di vetro.
Mi ha chiesto a quanti anni credo che morirò. Gli ho detto che non accadrà, finchè non ti avrò baciata, Davi."

"Allora vivrai per sempre, Demon."

Lei sorride, e non è una cosa umana, ma sovrannaturale.
"Lo so, Davi."

Essere felici come lo siamo stati noi, Davi. Poi non è che si può andare avanti.
La vita lo fa ed io resto indietro, Davi.
Resto indietro a pensarti. Resto indietro dove tu sei un angelo dentro una piccola chiesa a Lindos e mi dici Jess.
Mi dici Jess abbiamo preso troppo sole. E io penso che non centra, ma che tu, sei la sposa più strana del mondo, e la più dolce.
Io resto indietro Davi, sempre più indietro, mentre Ginevra si allontana nella nebbia, come un treno la portasse via, ma sul treno invece ci sono io, che non penso a dove vado.
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: whitevelyn