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Autore: hermypotter    22/12/2005    3 recensioni
La mia prima fan fiction a più capitoli dedicata interamente a una coppia, Draco/Ginny. Anche se ci sarà il tempo per una Ginny/Harry, e una bellissima e dolcissima Ron/Hermione! Quinto anno per lei, sesto per lui. Bè, leggete e commentate!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VIII

Capitolo VIII

Some trouble with herself

 

 

 

 

Ginny entrò in biblioteca, appena uscita dalla lezione di Storia della Magia. La bibliotecaria, la severa Madama Pince, la osservò con occhi attenti e sguardo critico mentre entrava, si sedeva al suo tavolo prediletto e vi poggiava la borsa. La ragazza tirò fuori il libro di Trasfigurazione, avuta circa un’ora prima, e si voltò verso lo scaffale alle sue spalle. Trovò esattamente ciò che stava cercando, un libro che trattava degli Incantesimi Evanescenti: li avevano appena iniziati, e la professoressa McGranitt aveva notato lo scarso andamento della classe, a parte qualche alunno che era riuscito a rendere semitrasparente la sua lumaca. Così, aveva pensato di colmare la lacuna pratica con un’approfondita conoscenza teorica, e aveva assegnato un metro di pergamena sugli Incantesimi Evanescenti.

Ginny intinse la penna d’oca nella boccetta d’inchiostro nero, la tirò fuori e poggiò la punta sulla spessa e ruvida pergamena. Tornò alla pagina che l’aveva interessata, scorrendo di qualche pagina avanti, e cominciò a rielaborare le informazioni e scriverle.

Gli Incantesimi Evanescenti sono tra i più antichi incantesimi di utilizzo umano. Incisioni, affreschi e dipinti antichissimi datano il primo utilizzo dell’incantesimo …

La ragazza alzò lo sguardo, distratta dal rumore silenzioso delle gocce di pioggia che cadevano dal cielo e dalle nuvole grigie che oscuravano la volta celeste, che coprivano tutto di rugiada pulita e fredda. Erano ormai due settimane che il tempo andava avanti così, non si era notato nessun cambiamento. Né in meglio, né in peggio, la pioggia cadeva costante e invariata dalla mattina presto alla notte fonda. Ogni tanto, il cielo si concedeva una tregua, verso le tre o le quattro di notte. Ginny lo aveva notato quando si era svegliata, disturbata dalla coda piumosa e morbida di Grattastinchi, adagiato comodamente sopra il suo petto e sopra tutte le coperte che la scaldavano durante la notte, che si agitava sotto il suo mento. Si era alzata, cercando di non disturbare le sue amiche, e aveva apprezzato il completo silenzio in cui si era immersa, quando era uscita sul piccolo balconcino che avevano nel dormitorio femminile. Aveva osservato la mezza luna, che si stagliava con il suo profilo luminoso e giallastro contro il cielo vellutato e punteggiato da piccole stelle scintillanti. Gli interi Giardini erano sotto di lei, addormentati sotto uno strato di brina, ma, per una volta, non costantemente picchierellati da lacrime di pioggia. Il vento soffiava leggero, aggirandosi tra gli alti cipressi e i salici. Alla ragazza erano venuti i brividi, non solo per la brezza leggera, ma per lo spettacolo che aveva avuto occasione di vedere.

Ginny ricordava quel momento come fosse stato il giorno prima, anche se risaliva a una settimana e mezzo prima. Pulì con la mano il vetro, appannato dal calore che aleggiava nel castello, a con le dita sottili scrisse frasi sparse, come:”Herm ti voglio bene” e stupidaggini del genere. Quando ripulì un’altra parte del vetro, vide leggermente distorto a causa di quelle piccole stille d’acqua il salice piangente, ancora vittima delle intemperie metereologiche. Il lago si stendeva lì dietro, arrivando ai piedi di quelle piccole colline che entusiasmavano tutti gli studenti del primo anno a Natale, quando si ricoprivano di neve, creando quell’effetto da “cartolina”. Il salice… Sarebbe passata alla storia di Hogwarts come la pianta più chiacchierata di tutti i tempi, molto più del Platano Picchiatore. I pettegolezzi erano finiti da pochi giorni, ma per i corridoi si sentivano ancora bisbigli e sussurri quando lei passava, o quando Adam e Harry andavano a lezione, camminando ai due capi del corridoio, guardandosi con estremo odio. Adam si tratteneva dal dare una leggera sfumatura viola anche all’altro zigomo di Harry, solo per Ginny. Non aveva minimamente reagito alle chiacchiere sul triangolo, e non aveva neanche avuto l’istinto di sbattere la testa di quella ragazza che era arrivata e gli aveva chiesto, con fare innocente:”Ma quando ti ci metti, con la Weasley?”, al muro. Quando, però, l’aveva sentita bisbigliare, con le amiche, attributi che non sarebbero dovuti essere stati assegnati a nessuna ragazza di quella scuola, le si era parato davanti. Le ragazze avevano riso, ma Adam non ci aveva fatto caso. Voleva solo che quella ragazza impertinente e con parole troppo grosse nella sua bocca troppo piccola, ma per niente innocente, si rimangiasse ciò che aveva detto. La ragazzina aveva riso, aveva messo insieme due parole di scusa e aveva girato i tacchi, sicuramente per ripetere quegli aggettivi riferiti a Ginny.

I rapporti tra lui e la ragazza si erano stretti, sia tramite carta, che tramite piccoli incontri, nascosti e sbrigativi, in biblioteca o nella Sala Grande, per chiacchierare. Poi, c’erano i loro appuntamenti cartacei: ogni mattina, alternandosi, facevano trovare sul banco dell’altro un piccolo bigliettino, che dava il via a quelle conversazioni tramite piuma e pergamena. Adam accompagnava sempre i biglietti con dei fiori, che raccoglieva la mattina presto nei Giardini, nonostante piovesse. Ginny, invece, faceva trovare insieme ai piccoli pezzi di carta, dei disegni e caricature, quasi sempre dei professori, ogni giorno diversi. I due ragazzi si scambiavano i foglietti ai cambi dell’ora, o con uscite per il bagno sincronizzate.

Tramite bigliettino, Ginny aveva saputo della figura che aveva fatto Harry. Gliel’aveva mandato Hermione, quel bigliettino, ricordava parola per parola il testo:

 

Ciao piccolina, come va? Novità: Harry è appena stato “sgamato” da un prefetto in… Atti poco decenti con una Corvonero del terzo anno, una certa Rose Warley. Piaciuta la notizia? :) Così, ora, la figura di ….. l’ha fatta lui. E impara, a prendere a schiaffi la mia amica!

                                                                                                                                 Hermione

 

La notizia aveva fatto felice Ginny, la quale non vedeva l’ora di andare in Sala Grande, solo per sentire i bisbigli che avrebbero accompagnato l’ingresso di Harry. Quando il professor Vitious ebbe finito di assegnare i compiti per il giorno dopo, Ginny era corsa al suo punto d’incontro con Hermione, e le due ragazze erano scese per andare a mangiare chiacchierando fitto. Ginny si era seduta al tavolo della casa Grifondoro con un senso di impazienza. Aveva dato un’occhiata al tavolo di Corvonero, scorrendo su e giù, e aveva notato una ragazza bionda, con i capelli mossi, che non alzava lo sguardo dal piatto, e a ogni ondata di ragazzi che entravano e si sedevano ai quattro tavoli arrossiva furiosamente. Le ragazzine intorno a lei non facevano che parlarle, levando per la sala un cicaleccio diffuso. Rose, quando le veniva posta una domanda, rispondeva in fretta, senza alzare lo sguardo, e si tormentava i capelli.

Quando Harry era entrato, accompagnato da Ron, la sala si era zittita per un istante. Poi, lentamente, aveva cominciato a salire un mormorio diffuso, che era sfociato nell’allegra confusione di qualche istante prima. Nonostante tutto fosse tornato alla normalità in pochi istanti, Harry continuava ad essere seguito con lo sguardo dai tre quarti degli studenti. Quando il ragazzo si sedette al tavolo, molto rosso, quasi quanto la piccola Corvonero, Ginny provò una sorta di soddisfazione, dentro di sé: ora aveva capito come ci si sentiva, quando si era unica vittima, unico protagonista dei pettegolezzi che erano in bocca a tutta la scuola? I suoi occhi verdi, molto probabilmente, lasciavano scivolare fuori tutti i suoi pensieri, perché quando Harry la guardò, non riuscì a sostenere la forza di ciò che la ragazza pensava, e abbassò subito lo sguardo.

Ginny aveva osservato suo fratello e Harry ridere sguaiatamente dopo soli cinque minuti. Erano passati pochi giorni da quella rissa, e la guancia di Harry era ancora gonfia e viola, ma l’amicizia dei due ragazzi si era riallacciata in brevissimo tempo. Era quello, aveva pensato sorridendo Ginny, il bello dell’amicizia tra maschi: ci mettevano davvero poco a litigare, e ancora di meno a fare pace e a far tornare tutto come prima. ­­­

Ginny, seduta al tavolo della biblioteca, si riscosse al pensiero della rissa. Era corsa una sua amica, a darle la notizia: era l’intervallo di metà mattina, e tutte le ragazze erano affollate al bagno, per truccarsi, pettinarsi, o semplicemente chiacchierare, senza che i loro argomenti fossero argomenti di tutte le persone che passavano per il corridoio. Lex era entrata nel bagno, cercando Ginny, spingendo le ragazze per passare. Quando aveva trovato la rossa, le aveva sussurrato poche parole, d’effetto, all’orecchio. Ginny, infatti, si era subito fatta strada attraverso il bagno, tenendo per mano l’amica che l’avrebbe accompagnata. Quando giunse in quell’angolo remoto del quarto piano, con il fiatone, fece appena in tempo a vedere Ron che dava un pugno sulla guancia sana di Harry. Trattenne bruscamente il respiro mentre Harry lo spingeva contro il muro, dando un calcio ben diretto all’amico. Tutti sembravano troppo eccitati dall’idea di una rissa, evento che non si ripresentava da tempo, per avere la sola minima idea di separare i due ragazzi. Neanche Ginny riusciva a reagire, lo spettacolo che le si era presentato davanti agli occhi l’aveva ipnotizzata e scioccata. Solo quando vide il sangue che usciva a fiotti dal sopracciglio spaccato di suo fratello, si fece spazio tra la folla che si era chiusa a cerchio tra i due Grifondoro per celarli alla vista dei professori, e cercò di prendere suo fratello per un braccio.

-Ron! Fermati! Stai fermo!! –esclamò, sapendo bene che se suo fratello era arrabbiato, c’era ben poco da fare. Il motivo lo sapevano tutti, lo schiaffo di Harry e quelle parole, tutti si erano già abbastanza sorpresi che Ron non avesse reagito prima. Ginny vide Hermione correre verso la folla che si era creata, e cercò di farle qualche segno per farsi aiutare, dato che Ron sembrava assolutamente incurante del fatto che sua sorella fosse avvinghiata al suo braccio, nel tentativo di fermarlo, e di fermare quella raffica di colpi che stavano colpendo quello che, fino a pochi istanti prima, era il suo migliore amico. Ginny si voltò quando sentì la voce di Hermione che diceva soltanto:-Ron.

Il ragazzo si voltò, e quando vide Hermione, rimase fermo. Spinse via la mano di Harry, che aveva fermato appena in tempo dal dargli un pugno, guardò, con un espressione schifata, tutti gli studenti che si erano affollati intorno a loro due, e se ne andò, incurante del sopracciglio spaccato. Ginny rimase ferma, e si guardò intorno.

-Lo spettacolo è finito! Potete anche andarvene! –urlò Ginny, scoppiando a piangere. Tutti l’avevano guardata spaventati, avevano raccolto le loro borse e si erano diretti verso l’aula in cui avrebbero passato almeno l’ora successiva.

Ginny smise di pensare subito a quel pomeriggio. Era stato certamente uno dei più brutti, tra quelli che aveva passato ad Hogwarts. Ricordava soltanto Ron, in infermeria, che si urlava addosso con Harry, steso a qualche letto più in là, poi ricordava lei e Hermione piangere. Dopo, più nulla. Scosse la testa, e si tolse la frangia da davanti gli occhi. Accarezzò, sorridendo, i suoi capelli: non si era ancora abituata, a sentirli così corti, un po’ più sopra dell’altezza delle spalle. Era stato il pomeriggio dopo la rissa, che aveva preso il Nottetempo, così da un momento all’altro, ed era andata ad Hogsmeade. Quel tragitto sembrava essere il più lungo della sua vita, o almeno degli ultimi sette anni, il tempo che avevano impiegato i suoi capelli a diventare così lunghi. Una volta arrivata, dopo un viaggio passato osservando i cipressi e gli abeti innevati sfrecciarle davanti, era scesa dal grande pullman, sola. Si era diretta decisa verso il luogo che più volte aveva visto, passeggiando con Hermione, fantasticando di entrare e cambiare look da un momento all’altro. Il momento era arrivato. Due ore dopo, era tornata sulla strada di Hogsmeade, ormai oscurata dal buio della notte, e, senza osservare il suo riflesso in nessuna vetrina, aveva tirato fuori la bacchetta dalla tasca. Il Nottetempo era subito arrivato, e Ginny era salita in fretta. Aveva visto gli occhi del giovane controllore sgranarsi di sorpresa, osservandola, ma la ragazza non aveva alzato lo sguardo dal biglietto che lui le stava porgendo. Si era seduta allo stesso posto, ma non aveva osato alzare lo sguardo verso il vetro che la separava dall’ambiente esterno, per paura di incontrarvi i propri occhi, incorniciati dal suo viso e dai capelli.

Una volta arrivata al castello, era entrata direttamente nella Sala Grande, dove gran parte degli studenti si era riunita per la cena. Aveva finalmente alzato lo sguardo, e aveva visto gli occhi di tutti i ragazzi e le ragazze che la circondavano, sgranarsi di sorpresa, come quelli del controllore del Nottetempo, per il suo cambiamento di aspetto così repentino. Si era andata a sedere al tavolo della sua casata, cercando di ignorare tutti gli sguardi concentrati verso di lei, con un nodo alla gola. Si sedette accanto a Hermione, concentrata nella lettura della Gazzetta del Profeta. Quando lei alzò lo sguardo e vide i suoi capelli, con quel tagli scalato sopra le spalle, con quel colore così anonimo, un moro scuro, cominciò a piangere, accarezzandole i capelli.

-Grazie, è davvero incoraggiante –aveva detto Ginny sarcasticamente, per poi cominciare anche lei a piangere, abbracciata all’amica.

Ron aveva osservato i capelli della sorella, arrivarle a malapena alle spalle. –Ma che hai combinato? –sorrise, poi le accarezzò il viso. –Ti stanno benissimo, e dico sul serio.

Quando Adam l’aveva vista, aveva cominciato a ridere. –Si adattano molto alla forma del tuo viso, complimenti per la scelta, e il colore ti sta bene –aveva detto, una volta smesso di ridere. Aveva riso, perché aveva capito subito il significato che avevano ora i suoi capelli: non avrebbero più riflesso i raggi del sole, e non avrebbero più creato quei giochi di luce. Secondo Ginny, infatti, era quella la colpa di tutto: di Harry che aveva scoperto la loro passeggiata, della loro rottura, dei pettegolezzi su di lei, e della rissa, così, aveva deciso di darci un taglio. Nel vero senso della parola.

Ginny osservò, ammirata e soddisfatta, il muro bianco accanto al suo tavolo in biblioteca. Solo qualche settimana prima, sarebbe stato inondato di scintillii, anche se il tempo era buio, riflesso di una minima fonte di luce. Ora, invece, il muro era oscuro, e i suoi capelli non attraevano più la luce. Osservò Pansy Parkinson entrare in biblioteca, seguita dal corteo di compagne di pettegolezzi, rivolgerle uno sguardo di sfida e occupare il suo solito tavolo. Ginny la osservò freddamente, senza presentare una minima reazione. Non doveva rispondere alle provocazioni, specie ora che Pansy si era ufficialmente fidanzata con Draco, o avrebbe sollevato dubbi. Ricordò quando li aveva visti entrare, mano nella mano, nella Sala Grande, seguiti da tutto il corteo di Serpeverde. Era stato uno spettacolo ridicolo, Pansy si comportava come se stessero già arrivando all’altare. Ginny aveva sentito pezzi di conversazioni, nei corridoi.

-Si sono fidanzati ufficialmente!

-Sì, ma Draco non sembra contento.

-Può fare ben poco, se il padre ha deciso così, io discuterei ben poco...

Aveva sentito una stretta allo stomaco, ma aveva continuato, a testa alta, per la sua strada verso l’aula di Divinazione.

I suoi pensieri vennero interrotti da Hermione. Ginny sorrise all’amica, e posò la borsa per terra, lasciando la sedia accanto a lei libera. Hermione le diede un bacio sulla guancia e si sedette.

-Ciao piccolina! Che compiti stai facendo?

Ginny sospirò, poi rise. –Te lo dico solo se mi prometti di aiutarmi.

-Giuro solennemente –sorrise l’amica, poi tirò verso di sé la pergamena, e osservò i venti centimetri di pergamena che l’amica aveva già occupato, con la sua calligrafia dinamica e non molto precisa.

-Allora, vediamo gli Incantesimi Evanescenti…

 

 

 

-Tutti gli studenti esclusivamente dotati di autorizzazione mi seguano –sorrise cortesemente la professoressa McGranitt, con un tono tutt’altro che cortese, che non ammetteva repliche. Harry, Ron e Hermione si diressero verso la Sala Grande, seguendo con lo sguardo la professoressa, e il suo volteggiante mantello verde smeraldo.

-Ho sentito Fred e George, mi hanno mandato un gufo l’altro giorno, saranno a Hogsmeade oggi pomeriggio. Gli ho detti li avremmo incontrati, va bene? –chiese Ron, mentre passavano davanti a Gazza, il custode., che li osservò e li lasciò passare.

Hermione annuì, alzandosi in punta di piedi e cercando qualcuno con lo sguardo.

-Chi cerchi? –le chiese Ron. –Ginny! –esclamò poi il ragazzo, vedendo la sorellina arrivare.

-Giusto –esclamò Hermione, senza voltarsi verso il ragazzo. Poi si sentì picchiettare la spalla.

-Ron, aspetta solo un attimo.

-E poi, magari, sono Ginny!

Hermione si voltò sorpresa, e abbracciò l’amica.

-Non ti avevo più vista, stamattina sei scappata e non ci siamo più incrociate.

Ginny sorrise, e si calcò sulla testa il cappuccio della felpa. Erano rimasti sotto il grande porticato, quasi ad aspettare che la pioggia cessasse di cadere. Hermione e Ginny si presero per mano, entrambe coperte meglio che potevano dal cappuccio della propria felpa, e corsero verso una delle carrozze. Ron e Harry, rimasti sotto il portico, sorrisero, osservando le due ragazze ridere tra loro, salire in fretta sulla carrozza e far loro cenni di raggiungerle in fretta. Harry si voltò verso l’amico. I due si guardarono, sorrisero, e corsero verso la carrozza.

I due ragazzi fecero appena in tempo a sedersi sui sedili rosso porpora, quando gli animali invisibili che trainavano la carrozza partirono. Ron e Harry quasi caddero sul pavimento in legno, mentre si passavano le mani tra i capelli umidi. Ginny sorrise, poi guardò fuori dal finestrino, ricordando la conversazione che aveva avuto con Adam quella mattina.

-Adam, c’è un clima irrespirabile, tra me e Harry, ho rovinato tutto… Non ce la faccio…

-Non lo saprai mai, se non provi.

-Ho paura.

-La paura è solo un bagaglio pesante, non ti serve a nulla. Resta leggera…

-Mi sarai accanto?

-Anche quando non mi vedrai.

 

 

 

I quattro ragazzi scesero, dopo venti minuti di viaggio, sotto la pioggia imperterrita. Si diressero a passo spedito verso i Tre Manici di Scopa, dove avevano appuntamento con Fred e George. Entrarono nel caldo locale, riscaldato, oltre che dal fuoco che scoppiettava allegro nel camino là accanto, dall’accoglienza e ospitalità che si percepiva lì dentro. Hermione si tolse il cappello fattole a maglia da Ginny, per il suo compleanno, liberando i capelli ricci. Li scrollò, lasciandoli sciolti sulle spalle, e si guardò intorno.

-Ehi, bella prefetta…

-Vuoi una crostatina?

Hermione si girò, mettendo su un cipiglio irritato. Quando vide i due gemelli davanti a sé, con un vassoio in mano, l’espressione non cambiò.

-Non vorrete trasformare questo locale in una gabbia per canarini! –sibilò indispettita la ragazza, ricordando fin troppo bene gli scherzi che i due gemelli non avevano fatto altro che combinare l’anno precedente, soprattutto a discapito di Neville.

I due si guardarono negli occhi e risero. –Vedi? Vai sempre a pensare a male. –esclamò Fred, prendendo a braccetto la ragazza. George la prese dall’altra parte, e la portarono a sedere a un tavolo.

-Noi stiamo semplicemente dando una mano a Madama Rosmerta. –le sorrise George, mettendole davanti il vassoio e facendo apparire, con un colpo di bacchetta, una tazza di Burrobirra fumante.

-Comunque, ciao –si sentì il commento aspro di Ginny arrivare da dietro. Fred e George si voltarono e le sorrisero, andandole incontro e abbracciandola.

-Come sta la nostra sorellina preferita nonché unica? –sorrise Fred.

-Vuoi una crostatina?

Hermione, seduta dove l’avevano trascinata i due gemelli, scosse la testa, scrutando osservamene le crostatine farcite da una deliziosa crema, anche se di dubbia provenienza. Una volta messi a sedere anche Ron e Harry, i due gemelli si liberarono del vassoio, lasciandolo sul balcone in lucido legno dietro il quale Madama Rosmerta, la graziosa proprietaria del locale, aveva cominciato a versare nei calici sei Burrobirre fumanti, e si accomodarono.

-Allora, che ci dite di nuovo?

-Come procede la vita a Hogwarts?

Harry, Ron e Hermione cominciarono a parlare, accompagnati dai gemelli, ma Ginny rimase silenziosa nella conversazione. Ogni tanto sorrideva, quando i gemelli tiravano qualche scherzo a Hermione, ma molto tristemente. Quando si voltò di scatto verso la finestra, sentendo il rumore di un tuono, i capelli svolazzarono disordinatamente intorno a lei.

-Ginny… Ti sei tagliata i capelli e… Te li sei tinti? –chiese George, esterrefatto. Ginny arrossì furiosamente, nonostante ora fosse così orgogliosa dei suoi capelli anonimi, spenti, non avrebbe voluto che i suoi due fratelli se ne accorgessero. Ginny cercò di sorridere, imbarazzata, e fece cenno di sì con la testa. I due gemelli la guardarono, esterrefatti. Ginny scosse la testa. –Mi sono tagliata e tinta i capelli, va bene? Ora sono mori, così se qualcuno guarderà fuori dalla finestra non vedrà più quei riflessi color rame, che lo indurranno a pensare una cosa totalmente diversa dalla realtà. Così non dovrò più subirmi altri schiaffi, altri pettegolezzi!

La ragazza si alzò di scatto dalla sedia, facendola quasi cadere, e corse fuori dal locale. Ron fece per alzarsi, ma Hermione lo trattenne.

-Non è un periodo facile per nessuno, neanche per lei…

I gemelli si guardarono, e osservarono attraverso il vetro Ginny, sotto la pioggia cadente, svoltare in un angolo.

-Ma cos’ha fatto? –chiese preoccupato Fred ai tre amici. Harry, in tutto questo, era rimasto zitto, ma non sembrava pensare a ciò che stavano dicendo i gemelli. Era tutt’altrove con la testa.

Hermione sospirò, guardando il punto dove, fino a qualche istante prima, Ginny era stata vittima delle lacrime di pioggia che cadevano dal cielo, togliendosi dal viso i capelli mori, completamente bagnati.

-Diciamo che ha avuto qualche problema con sé stessa… -mormorò tristemente la ragazza, alzando lo sguardo verso il cielo.

 

 

Rieccoci qua! Ieri ho finito scuola, che bello ^_^ Ora c’è Natale, di sicuro mi hanno regalato il libro di Melissa P. per cui rompo le palle da un mese! Dunque, non aggiornerò molto presto perché poi parto per l’Abruzzo… E il IX capitolo deve essere ancora finito… Ho una specie di blocco ç_ç Intanto godetevi questo! E rileggetevi un po’ tutto, per fare supposizioni su quello che succederà. Poi scrivetemele quando commentate ^.-

terry: Oddio ^^’ La D/G arriva tra un pochino… Non mi ammazzare please! Adam è mio, avevo già ribadito il concetto più volte. Continua a leggere, mi raccomando!

Romen Evans: Ginny/Adam? Ma noooo, che dici? ^^’’’’ Ma che pensieri assurdiiiii ^^”” Parliamo d’altro? XD Thanks, questo capitolo era piaciuto molto anche a me, e io di solito sono molto critica riguardo tutto ciò che produco…

aledra_xan: Ebbene sì, la Ginny/Harry non c’è più, è finita definitivamente. Ma tutti fissati con questa Ginny/Adam, ma che vi salta in testaaaaa?? ^^’’’ *Qualcuno mi regga il gioco che mi ammazzano* XD

ginny88: La Draco/Ginny ci metterà un pochito ad arrivare, la loro è una storia sofferta XD Oh my god, ora vedrai cosa ha fatto Ronnino a Potterino, penso ti piacerà parecchio!^^ Vado subito a leggere la tua storia… Poi commento.. Baci!

pikkyfan: Grazie per i complimenti! Avevo sentito anche io del “vero” nome di Ginny, ma Virginia mi gusta molto di più! Commenta i prossimi capitoli… Baci!

maria: Oddio^^’ La storia con Draco ci mette un po’ a evolversi! Leggi per scoprire… ^.-

 

Buon Natale e felice Anno Nuovo a tutte! Baci

  
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